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Terza puntata [3/4]


Jade, nel tempo prima della loro gita, perché non riusciva proprio a chiamarla fuga d'amore, si era accorta di altre cose: Mark la cercava spesso e lei non sapeva come reagire alle sue attenzioni; era un ragazzo carinissimo, ma non lo conosceva abbastanza per poter ricambiare i suoi atteggiamenti né tantomeno la metteva a suo agio in quel modo, e senza imbarazzo non riusciva a lasciarsi andare.

Ma la cosa più strana che aveva notato era che sembrava proprio che nella casa ci fossero due persone che dopo la sfida facessero di tutto per non rivolgerle la parola: Carter e Scott.

Scott sembrava fosse impegnato a far finta che lei non esistesse, come se la cosa fosse una punizione per aver vinto la prova con Mark. Jade non lo capiva e ne era contrariata: con lui parlava spesso e volentieri, se solo si fosse preso la briga di rivolgerle qualche domanda forse avrebbe saputo come si sentiva riguardo quell'escursione.

Carter, invece, sembrava la tenesse a distanza. C'erano sguardi di intesa, smorfie e battute, ma i dialoghi profondi che avevano caratterizzato gli ultimi giorni si erano volatilizzati. Spariti come se non fossero mai realmente esistiti. E dire che Carter sembrava un animale in gabbia: sguardo affilato, atteggiamento diffidente se si andava oltre la sua cordialità, passi sofferenti che macinavano il contorno della casa. Sembrava sul punto di esplodere, proprio come quando si era presentato da Jade la prima volta per sfogarsi.

Jade, a tal proposito, era così concentrata sul perché di questi atteggiamenti di entrambi – e a condividerli in parte con Leigh e Haylee, almeno quelli su Scott – da non notare che gli sguardi di Carter si protraevano più del dovuto su una ragazza e che abbandonavano la loro insofferenza per lasciare posto a una scintilla di desiderio.

La ragazza in questione rispondeva con un sorriso lusingato e malizioso, segno che le attenzioni erano gradite e ricambiate. Un gesto alla volta, perché entrambi sapevano che le cose nascevano con una certa lentezza, che dovevano andare oltre l'aspetto fisico. Eppure era difficile, quando le persone coinvolte erano considerate le più sensuali della casa.

Olivia si divertiva a giocare con Carter tanto quanto lui adorava stuzzicarla ancora a una distanza di sicurezza. Era l'antipasto di quello che avrebbero potuto avere se si fossero lasciati andare, e quello che vedevano piaceva a entrambi.

Un percorso da gustarsi con lentezza anche per capire se si stavano addentrando sulla giusta via, fatto stava che l'inizio sembrava promettente.

Jade, Mark, Liam, Taylor, Spencer e Larissa partirono la mattina seguente nel silenzio generale, erano usciti di casa presto a causa del viaggio in auto di due ore che li aspettava. Jade lasciò i compagni nella camera da letto e le sembrò che Scott si girò per dar loro le spalle, mentre Carter alzò solo un braccio in segno di saluto prima di rimettersi a dormire, come fecero anche altri.

Arrivarono al parco acquatico situato nella riserva naturale e rimasero senza parole: c'erano piscine che si aprivano in spazi nascosti, piccole cascate da cui potevano tuffarsi e percorsi che assomigliavano ai più classici scivoli. I ragazzi fecero subito gruppo e si buttarono in acqua per provare ogni cosa.

Jade si sentiva bene: era preoccupata per i punti, ma poteva tornare a bagnarli. Quelli della produzione le avevano inoltre garantito che a fine giornata le avrebbero mandato qualcuno dello staff per curarle al meglio la ferita affinché non si infettasse.

Era riuscita a godersi la giornata nonostante avesse vissuto dei momenti d'insicurezza. La verità era che aveva il terrore di rimanere sola con Mark e cercava sempre l'appoggio del gruppo o, perlomeno, quello di Taylor. Aveva paura a ricambiare le attenzioni della sua metà di quell'appuntamento perché non voleva illuderlo, ma si era detta che, se avessero scoperto di essere un match perfetto, avrebbe dovuto imparare a conoscerlo. Voleva davvero amare la sua anima gemella, ma non era facile accettare di averla trovata senza nemmeno conoscerla, quando c'erano tanti altri pensieri per la testa e le indecisioni erano all'ordine del giorno.

Voleva provare la certezza dentro di sé di sapere di avere accanto la persona giusta, e se dopo quell'appuntamento avesse scoperto che Mark era l'altra metà di una coppia perfetta una simile sicurezza non avrebbe mai potuto averla, e l'idea la atterriva.

Inoltre si ritrovava a pensare alle questioni in casa: c'era Carter e non era pronta a lasciarsi sfuggire l'occasione di conoscerlo davvero, andando oltre le sue aspettative e quel poco che era riuscita a vedere durante le interviste o i documentari, era la sua unica occasione di vivere Carter, e non voleva rinunciarci tanto presto. Poi c'era Scott con lo strano comportamento nei suoi confronti, un modo di fare che aveva stuzzicato la sua curiosità. Era un bel ragazzo e le piaceva quel qualcosa di strano che stava accadendo tra loro, era come se fossero connessi ed era normale, dunque, che iniziassero a gravitarsi attorno.

Doveva ammettere che ormai era entrata a far parte del gruppo e in casa si divertiva: aveva legato con Haylee e anche con Leighton, e le sarebbe mancato giocare a ping-pong con Spencer, farsi preparare i cocktail da Dylan e guardare con sospetto e ammirazione Olivia e Mia e rubare loro qualche trucco di bellezza a lei sconosciuto.

Erano parte di un gruppo molto assortito, ed era bello per Jade buttarsi nel mezzo per conoscerli e farsi conoscere. Se avesse scoperto di essere la metà perfetta di Mark tutto quello sarebbe venuto meno perché avrebbero passato il resto del tempo in Luna di miele: sarebbe stati spostati in un resort super lusso dove avrebbero avuto tutto il tempo per conoscersi. E, siccome sarebbero stati la prima coppia scoperta, sarebbero stati solo loro due, e Jade non era abituata a condividere così tanto con qualcuno: nelle sue relazioni aveva sempre avuto l'abitudine di non essere asfissiante e avere i propri spazi. Era convinta fosse il modo giusto per vivere una relazione senza che soffocasse le due persone, sapeva che erano i ragazzi che aveva avuto a non essere quelli giusti per lei.

Carter, nel frattempo, in casa se la cavava benissimo anche senza di lei.

Senza una spalla con cui interagire si era ritrovato in presenza della maggior parte delle signore e aveva iniziato a imbastire con loro una lunga conversazione che, alla fine, aveva coinvolto anche i ragazzi. Era stato un modo per conoscere aspetti dei coinquilini che non avevano mai visto. E durante la giornata ognuno aveva votato per la coppia da mandare nella cabina della verità.

*

Jade, nel viaggio di ritorno, si addormentò con la faccia appoggiata alla spalla di Mark, stremata dalla giornata, con somma soddisfazione del ragazzo, felice di quell'intimità a cui la stanchezza l'aveva portata.

Rientrarono in casa e sia Scott sia Carter sembravano così presi dalle loro attività che rivolsero a malapena dei saluti generali al gruppo appena tornato. Jade, stufa di preoccuparsi per loro e non ricevere un briciolo dello stesso affetto in cambio, si risentì e decise di correre da Haylee e Leighton per raccontare le cose che avevano fatto e visto.

La cosa inaspettata è che anche Mark volle fare la stessa cosa, e trovò in Nick un ottimo ascoltatore.

«È andata bene, ma non come mi aspettavo.» Mark confidò all'altro, non sapendo che Carter era sul terrazzino accanto e Annah sul ballatoio fuori dalla camera in compagnia di Scott.

«Jade sembrava spaventata a lasciarsi andare anche se, devo ammetterlo, abbiamo passato una bellissima giornata. Però dopo una simile esperienza non so se possa essere la persona giusta per me» lo confessò in tono neutro, forse perché aveva capito che era troppo presto per affezionarsi a una persona o per non fare la figura del debole.

Nick, dopo averlo ascoltato, cercò di farlo ragionare. «Jade è piacevole ma strana, ci ha messo di più ad aprirsi e penso sia un lato del suo carattere, quindi era logico che la cosa si riflettesse anche sul vostro appuntamento. Non è esuberante come le altre ragazze, dunque è normale che non sia stata così estroversa durante la fuga.»

«Forse ha bisogno di più tempo per conoscermi. In effetti al momento nemmeno io saprei dare un parere preciso su di lei. È sfuggente, e penso che sia una cosa di lei che mi attrae molto» ammise Mark infine.

«Hai ragione amico, ma penso che di tempo non ce ne sia molto, per voi.» Nick aspettò che le sue parole facessero presa sull'altro, poi continuò: «Dopo il vostro incidente della settimana scorsa e il modo in cui avete legato penso che tutti abbiano votato per mandarvi in cabina domani sera.»

Mark alzò le spalle, se avessero scoperto di essere compatibili avrebbe avuto tempo per conoscerla e capire se poteva piacerle, altrimenti avrebbe continuato a divertirsi in casa.

«Ciao.»

Jade si spaventò per quella presenza improvvisa, ma non aprì gli occhi: conosceva da troppi anni quella voce per non riconoscerne il proprietario.

Era seduta su uno dei divanetti sparsi nel grande prato attorno alla casa, le gambe appoggiate sul pouf davanti a sé e gli occhi chiusi. Le piaceva godersi l'atmosfera intima e rilassata che le torce da giardino conferivano alla notte appena iniziata.

Adorava la sera, le faceva rilassare i muscoli e la mente dopo una lunga giornata. Poteva riposarsi e godere delle coccole di un divano e un libro, oppure un film e le coperte quando fuori non faceva caldo. Era una persona semplice, le bastavano quelle poche cose per sentirsi bene.

«Ciao» rispose neutra continuando a non aprire gli occhi.

Le piaceva che i riverberi delle fiamme giocassero dentro le proprie palpebre, facendole immaginare di essere in un altro posto, sola con un'altra persona ad accarezzare i rispettivi corpi. La felicità era quello per lei, e poter anche solo assaporare il gusto di quell'idea era una gioia e un dolore. Un pensiero che non sarebbe mai diventato realtà.

Girò il viso verso Carter per dimostrargli che era pronta ad ascoltarlo nonostante non lo stesse guardando. Era stupita che lui si fosse presentato lì come se nulla fosse, ma non poteva negare che non le facesse piacere, ora era curiosa di sapere cosa voleva da lei.

«Ti sei divertita oggi?»

Come se quel silenzio tra loro non fosse mai esistito, come se l'essere sfuggente di Carter fosse stato solo una proiezione della mente di Jade.

Annuì, non aveva voglia di parlare per argomentare un sì senza avere delle basi per farlo.

«Sei pronta per la cabina della verità di domani?» Schietto e senza fronzoli, quando voleva sapeva essere diretto come un'arma nella carne.

Jade aprì gli occhi e lo fissò. Era calmo, ma sembrava davvero interessato a sentire la risposta che voleva da lei, cosa che le fece dire addio alla calma e alla serenità che tanto aveva agognato prima di ributtarsi nella mischia.

Carter studiava gli occhi chiari di Jade in cui si riflettevano i bagliori delle fiamme attorno a loro. Per la prima volta sembravano tormentati e fragili, avevano perso la dolcezza che li caratterizzava. Aveva toccato un tasto dolente e glielo poteva leggere in faccia.

«Non è detto che ci finiamo Mark e...»

«Mi dispiace deluderti, zucchero» la interruppe Carter mentre si divertiva a giocare con la bionda barba folta. «Ma penso proprio che la maggior parte della casa abbia votato per voi.»

«Zucchero?!»

Carter rise divertito e spontaneo, un suono a cui non era abituata che le strinse lo stomaco e la fece arrossire.

«Di tutto quello che ti ho detto te la prendi per un soprannome?» Anche se ora che ci pensava sarebbe stato più indicato chiamarla cerbiatta, con gli occhi che si ritrovava, solo che l'espressione impaurita che ora li caratterizzava sembrava suggerirgli che stesse fissando il cacciatore da cui era solita scappare. «Preferisci biscottino?»

Jade inorridì.

«Il mio nome è così brutto?» sospirò, sapendo che non poteva sfuggire in eterno alla vera questione tra loro. «E comunque se hanno votato per me e Mark non posso farci molto. Entrerò nella cabina e spererò che vada come io preferisco.»

«E cosa ti augurerai?» Era quello che più gli premeva sapere. Non voleva rimanere solo di nuovo.

Dopo una settimana in cui aveva deciso di aprirsi con Jade non voleva rinunciarci, avrebbe voluto scoprire di non essere il solo a pensarla a quel modo.

«Non lo so. È come quando scegli tra testa o croce ma non sei sicuro di voler puntare su una parte sola: nel momento in cui la moneta gira in aria sai in cosa stai sperando di più. Così farò io: quando il computer ci farà aspettare per dare un verdetto io saprò cosa sperare per me.»

Non era la verità, ma non poteva ammettere con Carter che proprio lui, in quella decisione, avrebbe influito più di altri fattori.

«Per essere una giovane donna sei saggia, potrei ricorrere a te più di quanto io creda.» Sorrise con un solo angolo della bocca mentre si scostava i capelli chiari dietro le spalle. Jade era davvero più matura delle altre ragazze nella casa, non aveva paura a dimostrarlo e la cosa gli piaceva.

Senza contare che quella frase gli aveva fatto capire quanto non fosse convinta di Mark, perché altrimenti non avrebbe avuto problemi a sperare in un match perfetto nella cabina, e la cosa gli bastava.

Poteva ritenersi soddisfatto ed egoista come solo lui sapeva essere, quindi decise di mettere fine a quel discorso.

«Ora è meglio se la smettiamo di fare gli asociali e raggiungiamo gli altri prima che pensino che siamo scappati» le diede un bacio sulla fronte prima di alzarsi e porgerle una mano come aiuto. «Biscottino

Jade alzò gli occhi al cielo per distrarlo dal rossore dovuto a quel bacio casto e intimo allo stesso tempo, gli prese la mano e infine gli rispose, ma solo dopo aver avuto la certezza che il cuore non le impedisse di parlare a dovere.

«Hai ragione, meglio che non pensino che Tarzan sia tornato a vivere allo stato brado nella foresta.» Gli sorrise divertita.

Lui la guardò male, ma accompagnò il gesto da una smorfia allegra, contento che non si fosse fatta intimidire da lui.

«Non amo i soprannomi.»

«Nemmeno io» rispose Jade.

«Ma a me biscottino piace.»

«E a me piace Tarzan» continuò imperterrita a sottolineare il soprannome mentre si dirigevano verso casa.

«E a qualcuno invece piace Jade.» Carter sorrise furbo prima di allontanarsi da lei.

Ad attenderla nei pressi della piscina c'era Scott con le proprie scuse marchiate a fuoco nello sguardo.

«Comunque ho votato per Liam e Taylor.» Un sussurro appena udibile che alle orecchie di Jade suonò come un modo per dirle che, in fondo, Carter non la voleva lasciare andare tanto quanto lei voleva essere trattenuta.

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