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Sesta puntata [5/5]

Seth era sconvolto. Le puntate iniziavano a essere intense e non se lo era aspettato da un programma simile.

«Non penso di aver mai visto Carter confuso in vita mia. Indeciso sì, ma confuso mai, ed è spiazzante.»

Era la prima volta in cui lo vedeva agire senza avere un'idea precisa su cui basare le proprie mosse, era una versione inedita del suo amico a cui non era abituato. Era proprio grazie alla decisione mostrata dal leader dei Destination: Glory che erano arrivati in cima alle classifiche e vederlo perdere quel suo tratto distintivo era alquanto bizzarro.

«Ho adorato il suo gesto spontaneo nei confronti di Jade, quando l'ha soccorsa. È stato intenso. Mentre la parte con Travis atroce.» Cody era stato attratto da quel motivo così intimo avvenuto tra i due. Era incredibile come Carter avesse sempre un occhio di riguardo per l'amica, un'attenzione che nemmeno Scott sembrava riservarle. Mentre il diverbio con Travis era stato inaspettato e aspro, un qualcosa per cui non era pronto. «Il fatto che abbia ceduto alle provocazioni dell'ex di Jade però mi fa capire che non è immune a lei come vuole credere.»

«Più che cedere alle provocazioni è stato al suo gioco, ed è pure peggio, perché di solito Carter se li mangia a colazione gli stronzetti arroganti come lui.»

Erano il suo pane quotidiano. Durante la loro carriera avevano avuto a che fare con persone molto più meschine, e Carter era sempre riuscito a rimetterle al proprio posto. Con Travis non ci era riuscito, forse era questo l'aspetto che aveva colpito di più Seth dell'intera puntata.

«Prima o poi scoppierà una bomba, me lo sento.» Aggiunse dopo aver pensato all'amico in quella situazione così nuova per lui.

«Perché?» Cody era convinto di conoscere il motivo di un simile presentimento, ma voleva sentirlo dire dal marito.

«Ti sembra il tipo che lascia le questioni in sospeso?»

«No.»

«Esatto. Ma ora Travis ha instillato in lui il dubbio.» Fece una smorfia disgustata per accompagnare il nome dell'ex in questione. «Troverà il modo di risolverlo, e lo farà a modo suo.»

«In poche parole siamo tutti nella merda» convenne Cody con un profondo gesto del capo.

«In poche parole, sì.»

Ne avrebbero visto delle belle.

Era stata strana quella serata per lui. Non solo a causa della compagnia, ma anche per via dei contenuti che la puntata aveva mostrato.

Nonostante Logan riconoscesse pienamente a Travis il titolo di coglione, doveva anche dargli atto che alcune cose che aveva detto fossero vere, anche se la rabbia era stata la molla di tutto. Certo, il concetto era partito da Jade, ma era stato il suo ex a riportarlo a Carter e a far sì che, dunque, arrivasse anche al cugino.

Soprattutto se il comportamento del cantante era risultato così strano.

Logan invidiava Jade e Carter.

Il loro rapporto, di qualunque natura fosse, era elettrizzante, sincero, vissuto. Lei non era stata del tutto onesta, ma l'aveva fatto per tutelare Carter e la loro amicizia, era qualcosa di onorevole, un gesto che aveva portato Logan a domandarsi se con Kat fosse mai stata così: importante a tal punto di sacrificare qualcosa per lui, per loro due, affinché non li scalfisse.

La rabbia dimostrata da Carter era stata preziosa per Logan, perché era un'emozione forte, e se ci si arrabbiava per qualcosa voleva dire che era importante, valeva la pena di rovinarsi l'umore perché questa cosa veniva prima di tutto, perché era quella che rendeva una persona insensatamente felice, stupidamente appagata e inconsciamente soddisfatta.

Era come essersi reso conto all'improvviso di non avere tutto quello.

Lui e Kat si erano mentiti e ne erano a conoscenza, ma non avevano mai avuto il coraggio di incazzarsi tra loro. Forse perché entrambi sapevano che non sarebbero usciti integri da una cosa simile, perché non ne valeva la pena.

Si girò a guardarla, triste di come non erano riusciti nemmeno a scambiarsi opinioni a riguardo. Se con Jules era abituato a fare commenti costruttivi e alternarli ad altri sarcastici sulla puntata, con Kat era stato tutto diverso. Lei aveva passato il tempo a criticare ogni dettaglio di ogni ragazza della casa, quasi si fosse sentita minacciata da ognuna di loro. Una aveva le unghie orrende, l'altra aveva la brutta pelle perché era carnivora, una era troppo remissiva e l'altra ancora era volgare.

Un commento simile fece ridere Logan, dato che Kat – il più delle volte – non si era dimostrata proprio una campionessa di buone maniere, né con le risposte sui social network né con video e foto in cui si atteggiava a porno star, una figura che non si avvicinava proprio a quella regale di una principessa.

Sapeva di non avere accanto il grande amore della sua vita, ma fino a quel momento era sicuro che gli fosse andata bene così.

«Perché stiamo insieme, secondo te?» le domandò a bruciapelo. Non seppe dire perché le avesse posto quella domanda, probabilmente era frutto dei suoi pensieri precedenti e il risultato di ciò che aveva visto prima, ma Logan sentiva il bisogno di sapere.

Kat gli sorrise con fare furbo e seducente, gli occhi che lo osservavano con la coda dell'occhio e un solo angolo della bocca alzato. «Perché il sesso è fantastico.»

Ed era vero. Pur di compiacere gli uomini e diventare indimenticabile per ognuno di quelli che aveva avuto, Kat aveva imparato ogni trucco possibile, così come conosceva al meglio i desideri dell'universo maschile in fatto di sesso. Sapeva muoversi, fare impazzire e rendere indelebile ogni singola cosa che faceva con il proprio corpo o con quello altrui.

Ma cosa c'era d'altro?

Era bella, bellissima, ma era come se fosse senz'anima.

Ogni dannata volta che facevano qualcosa insieme poteva vederla ragionare a mente fredda in dollari, quasi potesse capire o quantificare quanto le sue azioni le giovassero a livello di conto in banca o popolarità. Era così con lei, non faceva mai niente per niente, in modo spassionato.

L'esatto contrario di Jade, ecco perché aveva invidiato il rapporto che Carter aveva instaurato con lei. Jade faceva le cose perché se le sentiva, perché le voleva e non pensava alle conseguenze. C'era feeling tra lei e suo cugino, ma non era una cosa fisica, bensì più mentale. Gli piaceva il modo in cui riuscivano a parlare di quasi tutto, perché li portava a confrontarsi e scambiarsi pareri ed esperienze diversi, come scherzavano e come si sfioravano; in ogni gesto c'era un rispetto che rasentava la venerazione, una cosa così intima da far risultare di troppo chi li osservava.

Riuscivano a essere loro stessi in presenza dell'altro.

Tra lui e Kat un simile atteggiamento non c'era, né c'era mai stato.

Non riuscivano a costruire un dialogo, per quanto Logan ci avesse provato.

«E secondo te perché non parliamo molto?»

La sua ragazza aveva un corpo mozzafiato, ma aveva capito di volere anche altro da lei. Non era stupida, affatto, e gli sarebbe piaciuto avere un rapporto completo, non solo fisico.

Voleva tutto.

«Perché facciamo tanto sesso!» rispose Kat ridendo prima di avvicinarsi a lui per stampargli un bacio a fior di labbra. «Se sei Logan Wegger puoi permetterti di parlare poco e dimostrare chi sei con i fatti.»

Per dare credito a quanto diceva fece scorrere la mano dal petto fino al bordo dei pantaloni, cercando negli occhi di lui un silenzioso consenso per continuare. No, non era stupida per niente, sapeva che quando Logan diventava più ombroso ed ermetico del solito doveva dosare ogni mossa per non irritarlo.

Cosa che non funzionò, perché la provocazione servì solo a dargli fastidio. Voleva parlare, non fare sesso.

Logan alzò gli occhi al cielo per dimostrare il suo disappunto.

«Però se vuoi ti parlo dello yoga. O di quanto sia meglio seguire una dieta vegana» aggiunse lei con un tono un po' stizzito. Se avessero dovuto parlare forse era più congeniale muoversi in territori che conosceva, preferiva sentirsi a proprio agio e partire avvantaggiata, non voleva fare brutta figura.

Inoltre sapeva quanto simili temi avrebbero inibito Logan, cosa che avrebbe potuto fargli passare la voglia di confrontarsi per dedicarsi ad attività più fisiche.

«Perché quando provo a instaurare un dialogo si deve sempre e solo parlare di te e dei tuoi interessi? Io non esisto? Come sto, cosa provo, non sono cose importanti?!»

Era stato arrestato e processato da poco, la causa indiretta era stata proprio il comportamento di lei, e Kat non riusciva nemmeno a fingersi dispiaciuta per l'accaduto. Non le importava di quello che aveva passato, né di dargli un sostegno in un momento per lui difficile.

Era esasperato. Essersi reso conto all'improvviso di quanto il suo rapporto con Kat fosse in bilico aveva fatto esplodere in lui sentimenti contrastanti quanto forti, e sentiva il bisogno di esternarli tutti.

Ora che aveva capito di non essere mai stato compreso voleva renderle chiaro il concetto di indifferenza a cui l'aveva sottoposto per tanto tempo. Non gli importava cosa lei avesse da dire, lui non voleva ascoltare ma dire come stava e come lei l'aveva fatto sentire.

E, beh, si sentiva uno schifo.

«Logan, perché non dici quello che vorresti senza pormi tutte queste domande e non la facciamo finita?!» Kat, sapendo quanto ci fosse in gioco per lei ogni volta che litigava con Logan, cercava di mantenere un tono diplomatico, tentava dunque di mettere in pratica tutta la meditazione che aveva imparato con lo yoga, sapeva che le sarebbe tornata utile nella vita.

Era pronta ad affrontare Logan, tanto da mettersi con la schiena dritta e le gambe incrociate, girata verso di lui, gli occhi ambrati incorniciati dalla frangia scura.

«Ecco, brava, hai centrato il punto: facciamola finita.»

Era felice che lei gli avesse offerto un simile aggancio per poter essere il più diretto possibile, anche perché, detto in sincerità, se Kat non avesse risposto in quel modo non avrebbe saputo dire con esattezza cosa avrebbe voluto. Soprattutto perché non pensava di volere quello, ma ora che l'aveva detto ne era certo.

«Oh.» Fu presa in contropiede, non si aspettava una posizione così netta, ma si disse che stava parlando in preda alla frenesia del momento, niente che pensasse davvero. «Io non intendevo questo...»

«Io invece sì. Intendo esattamente questo.»

Lo voleva. Non per sua zia, non per qualche desiderio improvviso; lo voleva per sé, perché pensava di meritare una persona che si interessasse a lui e a cui lui stesso avrebbe potuto interessarsi. Una donna che aveva più da offrirgli oltre al corpo, anche se fino a quel momento aveva pensato di non volere di più. Ma lui era Logan Wegger, e accontentarsi non rientrava nel suo vocabolario.

«Dai, avanti... parliamone.»

Kat stava vedendo scivolare via l'unica certezza della sua vita di quel momento, non riusciva a mostrarsi pacata, tanto che la voce aveva iniziato a incrinarsi. Vedere Logan così serio e convinto, così lucido dal suo solito se stesso, la stava spaventando a morte, non sapeva come trattarlo, era abituata a una persona più conciliante e disposta al dialogo, non era mai stato così fermo sulle proprie posizioni.

«Oh, guarda un po', ora ti va di parlare? Beh, c'è una novità: non ne ho voglia.» Non più. Allargò le braccia per sottolineare il concetto, come se non fosse stato abbastanza chiaro. Aveva messo un punto alla situazione, e dopo un punto fermo simile non c'era un dialogo, nemmeno un nuovo capitolo; era pronto per scrivere una nuova storia di cui Kat non faceva parte.

«Dai Logan, scusa, non volevo urtare la tua sensibilità, sono pronta ad ascoltarti e ad aprirmi.» La voce sempre più incrinata, le proprie speranze, sempre più flebili, vacillavano come un lampadario durante un terremoto. Kat si atteggiava a donna che sapeva irretire gli uomini, ma in verità era una ragazza avventata che poi non sapeva tenerseli. Nonostante avesse avuto un matrimonio fallito alle spalle, da esso non aveva imparato nulla né aveva tratto una lezione dagli errori commessi, forse proprio perché era convinta di non averne fatti.

«Non ce n'è bisogno, sei sempre stata brava in quello, però adesso ho preteso di più. Ho sempre preteso di più da te, ma tu hai fatto finta di nulla. Ora è un po' tardi, non credi?»

Logan, invece, in quel momento si sentiva più dei suoi trentun anni, come se qualcuno glieli avesse gettati sulle spalle di colpo. Aveva provato ad affrontare i problemi ma lei non era stata disposta a vederli e, dunque, a risolverli, quindi ora si sentiva in dovere di farle un quadro della situazione, trarne le soluzioni e dirle ciò che non andava, decidendo per entrambi, scegliendo il meglio per se stesso.

Quello era il risultato di tante esperienze e troppe bugie scoperte e sopportate a lungo, un po' di cattiveria era il prezzo da pagare per la sensazione liberatoria che dava la sincerità. Logan, sapendo di dover essere onesto fino in fondo, era conscio e pronto a passare per meschino, ma qualcuno doveva mettere fine a tutto, e non sarebbe mai stata Kat, aveva troppo da perdere.

«Che stronzo» disse lei con rancore mentre si rannicchiava sul divano barricandosi dietro il proprio astioso silenzio. Non ebbe nemmeno la dignità di andarsene, voleva rimanere perché sperava comunque di recuperare la situazione. Non le era ancora chiaro che non aveva alcun potere decisionale in merito. «Chi è stato a farti cambiare idea, tua zia? Seth?»

«Perché nel momento in cui prendo una decisione pensi che mi sia stato fatto il lavaggio del cervello?» Era stato uno degli sbagli di lei, quello di trattarlo come un bambino capriccioso. Peccato che tra i due avesse proprio sbagliato persona a cui attribuire una simile caratteristica. «Mi dispiace dirtelo, ma è una decisione mia, tratta da alcuni fatti che ho notato in quest'ultimo periodo. Non ho bisogno dell'approvazione altrui per sentirmi realizzato, io.»

Una frecciata infima quanto vera che la mandò su tutte le furie, tanto che scattò in piedi e, preda della rabbia, la fece iniziare a raccogliere le proprie cose sparse per la casa.

«Sai che c'è? Me ne vado, non sarai di certo tu a mandarmi via di qui e a troncare questa cosa. Non ho nemmeno intenzione di stare qui ad ascoltarti.»

Al momento Kat non aveva certezze, ma sapeva una sola cosa: non voleva lasciargli l'ultima parola riguardo il loro rapporto, non avrebbe sopportato di essere lasciata di nuovo.

«Sai che novità» la rimbeccò Logan mentre la seguiva. Al contrario di quello che pensava lei, però, non per tentare di fermarla, ma per aiutarla a raccogliere quante più cose possibili di modo che le portasse via tutte in una volta. «E comunque non vorrei contraddirti, soprattutto perché non vorrei trattenerti oltre, ma io ti ho già lasciata, ecco perché siamo qui a discuterne, proprio perché tu non sembravi d'accordo sulla cosa.»

La battuta finale che avrebbe richiesto una estrema maturità da parte di entrambi o una risposta pronta.

Peccato che i diretti interessati non fossero pronti a fare i superiori.

Kat ficcò tutti i propri indumenti alla rinfusa nella sacca della palestra che aveva portato con sé, poi si diresse verso la porta.

Con il palmo sulla maniglia e un tono grave e astioso, si girò verso il batterista: «Fottiti Logan.»

Lui sorrise amaro con la certezza di aver vinto il round e l'incontro, Kat aveva esaurito i colpi bassi a sua disposizione, la risposta ne era la dimostrazione lampante.

«Scommetto che sarà lo stesso per te tra qualche giorno. Dimmi dove pubblicherai le foto tue e del nuovo ragazzo: twitter o instagram? Non vorrei perdermi il lieto annuncio.»

Ascoltò la porta sbattere e tremare dietro le spalle di lei e si sentì davvero sollevato dopo tanto tempo.

Gli sarebbe piaciuto avere tutto da un rapporto, avrebbe voluto tutto, ma per la prima volta si rese conto che non l'avrebbe voluto da lei.

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