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Sesta puntata [2/5]

«Perché vi siete lasciati?» Nick trovava divertente porre quella domanda a tutti, anche perché aveva parlato con molte ragazze dell'argomento e poteva essere la chiave per indovinare quanti più abbinamenti possibili.

«Perché mi ha tradito con un uomo più ricco di me.» Era stato il primo ex a parlare, una risposta che causò in casa l'alzata di spalle di Olivia, quasi quella bastasse a giustificarla.

«Insomma, non giudicatemi, avevo conosciuto il responsabile del settore vendite di Ralph Lauren!»

Un modo per farsi trattare bene e avere prestigio, era la classica ragazza che cercava il vantaggio a discapito dei sentimenti, e le parole del suo ex dimostravano l'opinione che molti avevano di lei.

«È stata una storia strana la nostra, non siamo riusciti a prenderci nello stesso momento. Se avessi la possibilità di provarci di nuovo la coglierei al volo, è una ragazza fantastica e prima di rinunciarci vorrei poter dire di aver fatto di tutto.»

Vedere tutto ciò dallo schermò era straziante, le ragazze avrebbero voluto interagire per spiegare la situazione, ma per loro sfortuna non era concesso, la produzione era stata lungimirante.

«E di chi è questo ex così carino?» Mia chiese alle proprie compagne, colpita dalla schiettezza con cui riusciva a parlare dei suoi sentimenti.

«Mio» sussurrò Leighton rossa in volto. «Non credevo la pensasse così. Però posso assicurare che per me la storia è chiusa, per quanto i rapporti tra noi non siano affatto burrascosi.»

Jade, intanto, sudava freddo e non riusciva a credere alle proprie orecchie. Non riusciva a concepire che alcune di loro avessero degli ex normali, perché il suo era veramente il più perfido degli esseri umani ai suoi occhi e avrebbe fatto di tutto pur di non averci nulla a che fare.

Si stava augurando che il turno di Travis arrivasse presto in modo da levarsi l'ansia e mettere fine il prima possibile a tutto quello, non vedeva l'ora che andassero via. Si sarebbe sentita tranquilla e in pace con se stessa solo quando l'avrebbe visto salire sullo stesso van con cui era arrivato.

«Non eravamo proprio compatibili, non badavamo all'altro per niente.» Fu la risposta di un altro, e Annah rise dicendo che aveva dannatamente ragione, la loro storia era stata un inferno.

«L'ho tradita» ammise Travis alla domanda di routine. «Ma non mi dava ciò che cercavo. Era abbastanza frigida, non si è mai impegnata nel tenere vivo il nostro rapporto.»

«Brutto pezzo di merda» inveì contro lo schermò Jade, accaldata dalla rabbia.

La reazione fece voltare tutte le ragazze nella sua direzione, non l'avevamo mai sentita dire una parolaccia in cinque settimane di permanenza lì dentro, non pensavano di scoprire quel lato così poco puro di lei, una cosa in contrasto con l'immagine che si erano create di Jade.

«Devo dedurre che sia il tuo ex» le disse Olivia con un sorriso soddisfatto e sorpreso sulla faccia.

«Non è proprio esatto, è più un pezzo di merda» sottolineò la diretta interessata con lucida collera, senza cogliere la lieve provocazione dell'altra.

«Davvero? Cioè, con che coraggio può dire una cosa simile e non avere la decenza di abbassare gli occhi o sentirsi in colpa? Io ho sputato sangue per il nostro rapporto e per essere all'altezza della situazione. È lui che non ha mai alzato un dito per noi. Per me. Sono io quella che ne è uscita a pezzi perché si è vista calpestata in ogni modo possibile, mentre lui quello che mi ha riso in faccia, divertito da tutto questo. E ora cerca di farmi passare per quella che non sono?!»

La voce era incrinata dal pianto imminente che non voleva lasciar andare a nessun costo. Travis non valeva più una sua lacrima, l'aveva capito da tempo. In realtà avrebbe voluto piangere per se stessa, per aver perso tempo con lui e per essere passata, ancora una volta, per la cattiva della situazione.

«Solo perché non assecondavo ogni sua stupida idea e non dicevo sempre sì. Questo è scorretto.» Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nel palmo.

«Sono convinta che i ragazzi, una volta scoperto che è il tuo ex, riescano a capire quanto le sue parole possano essere false.» Haylee la abbracciò e non l'avrebbe lasciata andare fino al momento in cui l'interrogatorio non fosse finito.

«Sì, certo, credici. Una con i miei modi di fare può passare per quella che non alza un dito per il proprio ragazzo. O una che è frigida. Non sono scema, so che è così.»

«E allora perché non provi a cambiare?» A Mia dispiaceva vedere Jade così giù, e voleva provare a darle un po' di grinta in quel momento di sconforto.

«Perché sono fatta così. Non ho detto che non mi piaccio, né che il mio modo di affrontare le cose non vada bene. Solo perché non sono una persona espansiva o che mostra apertamente interesse, beh... non vuol dire che non sia così. Non sono un automa, sono semplicemente una persona riservata. Il fatto che io non dimostri in pubblico certe cose non vuol dire che in privato mi comporti allo stesso modo. Tutt'altro.»

Aveva confermato ciò che tutti nella casa avevano sempre pensato nonostante le apparenze. Forse era proprio quello lo scopo del programma: non fermarsi a ciò che si vedeva e alle prime impressioni, ma per alcuni sembrava ancora troppo presto per capirlo.

«Di' un suo difetto e un pregio.» Liam incalzò Travis.

«È una perfezionista, quindi tende a rompere le palle sulle più piccole cazzate, ma è anche una abbastanza brava ad assecondarti pur di non creare problemi.»

In salotto Jade era sempre più allibita, sperava che Ryan levasse presto la parola a quel pallone gonfiato perché se no sarebbe uscita e l'avrebbe preso a ceffoni finché gli ultimi due neuroni rimasti fossero entrati in contatto e avessero iniziato a funzionare.

«Bene, dunque ora sono anche una psicotica senza palle. Vorrei davvero mettergli le mani addosso e fargli male, ma mi sono sempre ripromessa di non abbassarmi al suo livello.»

«E fai benone, un tipo così non merita nulla. Nemmeno del risentimento.» Taylor era convinta che quel tipo fosse il più idiota che avesse mai visto, sperava davvero che pure i ragazzi se ne rendessero conto perché Jade non meritava di essere trattata in quel modo.

Finalmente il turno di Travis finì per lasciare il posto all'ex di Dakota, un nerd con il pallino dei videogiochi.

Una volta che a tutte toccò quella sottospecie di inquisizione si sentirono stremate ma felici che tutto quello fosse finito. Sarebbe toccato ora ai ragazzi della casa associare un ex alle donne della casa.

Scott partì deciso e collegò la faccia di Travis accanto a quella di Jade e lo stesso fece con Leighton e il suo ex, questo perché conosceva le storie delle ragazze, ma associare alle altre il rispettivo partner si era rivelato più difficile del previsto. Ma l'impresa si era rivelata più complicata per Dylan, dato che conosceva al meglio solo Haylee e le altre erano un mistero o quasi, per lui.

CJ e Drew furono i primi a completare il proprio schema, ma il tempo non influiva sul risultato della prova perché avrebbero dovuto indovinare quanti più abbinamenti possibili.

Vinse CJ con sette coppie giuste, Liam con sei, e a pari merito con cinque coppie vinsero la fuga d'amore Drew e Nick. Sotto, con quattro abbinamenti giusti, si classificarono Carter e Scott, ma era inutile per loro dato che solo i primi quattro avevano diritto a un appuntamento.

CJ scelse convinto Annah, Liam chiamò Dakota, Drew volle Taylor e Nick scelse Mia.

«Ora che le coppie sono state formate posso dirvi in cosa consiste la fuga d'amore: fare zip lining nella giungla, poi vi potrete concedere un bagno in una laguna mozzafiato.»

Gli interessati si guardarono sorpresi e felicissimi per l'esperienza, prometteva davvero bene.

Jade si ritrovò a invidiarli, un'uscita simile le avrebbe fatto proprio piacere. Se fosse stata al posto loro avrebbe sperato di andare via subito per non dovere guardare oltre la faccia di Travis. Per fortuna tutto quello stava per finire.

«Ma c'è di più, e questa volta la sorpresa è per tutti: stasera i ragazzi saranno vostri ospiti! Divertitevi e fate i perfetti padroni di casa.»

No, stava scherzando, Ryan non poteva aver detto sul serio e poi andarsene come se nulla fosse, lasciandola nello sconforto più totale. Doveva essere un incubo.

«Stai bene?» Carter le mise una mano sulla guancia, preoccupato, approfittando delle reazioni degli altri. «Sei pallida.»

La sentì tremare e, prontamente, la sorresse. Senza aspettare la sua risposta la guidò in casa, fino alla cucina, dove le diede una barretta di cioccolato da mangiare davanti a lui e una bevanda zuccherata.

L'aveva messa a sedere sul tavolo e l'aveva guardata sgranocchiare a fatica il cibo.

«Mi hai fatto spaventare. Già non sei molto colorita di tuo, ma eri diventata proprio cadaverica, perdendo quel poco di abbronzatura di queste ultime settimane. Ero convinto che potessi svenire da un momento all'altro.»

Vederla in difficoltà l'aveva fatto correre in suo soccorso, noncurante di Olivia, Leighton o di quello che Scott avrebbe potuto pensare, problemi suoi se quando Jade aveva bisogno di lui non era mai nei paraggi; era una questione di attimi e se lui non era in grado di ritagliarseli non era certo una preoccupazione di Carter. Aveva lasciato spazio a lui e Jade perché sapeva quanto lei avesse bisogno di dedicarsi al gioco, almeno quanto ne aveva bisogno lui stesso, ma non era riuscito a farsi da parte quando lei aveva avuto necessità di una mano, non l'avrebbe lasciata sola per nulla al mondo.

«Ho rischiato di svenire in realtà.» E, per sottolineare il concetto, gli sventolò la confezione ormai vuota del dolcetto. «Ma sei arrivato tu a salvare la situazione.»

«Per fortuna mi hanno inventato.» Sdrammatizzò Carter, prima di scostarle i capelli all'indietro e far scorrere anche l'altra mano sulla guancia. Forse era stupido, ma stava cercando di sorreggerla e di trasmetterle un po' di calore, perché in quel momento Jade gli sembrava fredda, soprattutto dentro. «Si può sapere cosa è successo? Dobbiamo chiamare un dottore per farti vedere?»

«No» rispose lei beandosi di quel contatto e delle dita delicate del cantante attorno alle guance. «Niente medico, grazie. Diciamo che bastano le cattive notizie a buttarmi giù, specialmente se hanno un nome e aprono bocca per sparare stronzate.»

Per essere più chiara con un leggero cenno della testa indicò il patio antistante la casa e le persone che, con calma, iniziavano a rientrare, ignare di quello che era successo a Jade.

Lui rimase colpito dal linguaggio utilizzato dall'amica, ma non lo diede a vedere. In fondo vederla scomporsi gli piaceva, iniziava a pensare che potesse essere più vicina alla perfezione di lui stesso, e un simile affronto non era pronto ad accettarlo.

«Certo che te li sai scegliere bene i ragazzi, tu.» La prese in giro Carter. Non aveva bisogno di chiederle quale fosse il suo ex, sapeva fare le proprie valutazioni con attenzione. Senza contare che una volta Jade aveva accennato alla cicatrice sull'avambraccio del ragazzo, e a lui quel dettaglio non era sfuggito, non era stato difficile, dunque, rintracciarlo tra tutti.

Jade fece una smorfia con il naso per poi alzare gli occhi al cielo. Di certo non le serviva Carter Madden a ricordarle i propri pessimi gusti in fatto di uomini.

«La faccia da finto buono, l'espressione strafottente. Ti piace il cattivo ragazzo!» Continuò a schernirla per nascondere tra le proprie parole un velato riferimento a Scott, dato che sotto certi punti di vista – fisici e non – ricordava parecchio Travis.

«Non sai quanto.» Jade sospirò esasperata e sconfitta, pensando che a capo di quei cattivi ragazzi dall'aria buona e l'espressione strafottente poteva esserci tranquillamente Carter.

«Cosa è successo?» Dylan era entrato in cucina dopo averli visti fuggire e non tornare in mezzo al folto gruppo che si era spostato in casa.

«Un calo di pressione, ora sta meglio» rispose pronto Carter dopo averle scostato di nuovo i capelli e aver messo ancora le mani sulle guance di lei. «Le ho fatto assumere zuccheri in modo che si possa riprendere alla svelta.»

«Una quantità da coma diabetico» aggiunse Jade mentre riprendeva colore.

«Niente di meno per il mio biscottino.» Le diede un bacio sulla fronte dopo averla presa in giro con quel soprannome per l'ennesima volta e la lasciò libera di scendere dal tavolo con un permesso silenzioso, dettato dall'allontanamento del proprio corpo che le faceva da ostacolo. «A noi piaci dolce, sei acida la maggior parte delle volte.»

Dylan sorrise divertito, anche se aveva l'impressione che quel noi fosse un modo inconsapevole di celare un io alquanto refrattario ad ammettere che c'erano eventi che non poteva controllare.

«Voi due non siete normali, lo sapete?»

«La normalità è pazzia» rispose Jade, con passo sempre più sicuro, mentre buttava la carta della cioccolata nella spazzatura, ora più tranquilla rispetto a prima. Sapere di avere qualcuno su cui contare era stata una bella rassicurazione, soprattutto se la persona in questione era Carter. Non si sarebbe aspettata tanto da lui, l'aveva colta di sorpresa e resa felice.

«Un po' come ritrovarsi col culo per terra a causa della pressione bassa e volersi rifiutare di assumere zuccheri.» Le fece notare Carter mentre la guardava uscire dalla cucina con quel fare da mamma preoccupata che lo rendeva maturo e inaspettatamente uomo. Certo, era l'unico in casa ad avere più di trent'anni, cosa per cui si sentiva spesso un pesce fuor d'acqua, ma spesso si comportava come un ragazzino immaturo.

Carter la sorvegliò a distanza ancora un po', solo quando fu certo che avesse ripreso le forze rilassò i muscoli e abbassò le difese, soprattutto dopo aver controllato che Jade e il suo ex viaggiassero a una distanza di sicurezza.

Cosa che non era però avvenuta tutta sera, perché dopo poco la comparsa di Jade in salotto Travis l'aveva braccata per salutarla.

«Eccola qui la mia piccola zen. Con tutto quello che ho detto non si arrabbia nemmeno adesso!» Le circondò le spalle e la scrollò come se fosse una bambola di pezza senza valore.

Jade chiuse gli occhi per cercare la pace interiore ed evitare di rispondere alle sue provocazioni di modo che Travis non potesse controbattere.

«Questo perché arrabbiarmi avrebbe implicato un interesse nei tuoi confronti e, sinceramente, niente sarebbe stato più lontano dal vero in questo momento.»

Giocò con il bicchiere rosso che aveva davanti prima di bere il cocktail alcolico e buonissimo preparato da Dylan qualche minuto prima. Si era ripromessa di non ubriacarsi in casa, perché sarebbe stato disdicevole e non doveva per forza ricorrere all'alcool per sciogliersi e divertirsi, ma ora l'alternativa di farsi tramortire dall'effetto etilico delle bevande era più appetibile di ogni contatto con il proprio ex.

«Allora hai imparato ad usare la lingua» le disse lui divertito prima di avvicinarsi al suo orecchio, senza però abbassare il tono di voce, di modo che tutti potessero sentirlo. «In tutti i sensi, ovvio. Complimenti!»

«Sì, ho imparato, ma il merito non è di certo tuo. Ho avuto insegnanti decisamente validi. Sai, eri tu quello manchevole. In tutti i sensi, ovvio» rispose lei riferendosi sia alla sua scarsa dialettica sia ai suoi baci egoisti, scolandosi poi un generoso sorso del proprio cocktail. «Ora, se permetti, me ne vado prima di perdere tutto lo zen accumulato piazzando un pugno sulla tua faccia di bronzo.»

Jade si allontanò senza attendere la risposta dell'ex, non ne avevabisogno e non gliene importava nulla. Voleva solo lasciarsi alle spalle quelloche per lei era uno spiacevole sbaglio del passato.    

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