Seconda puntata [1/5]
Il gruppo era rientrato in casa combattuto: se da una parte erano contenti di aver trovato già due coppie, dall'altra erano preoccupati di averne trovate soltanto due e, a complicare ulteriormente le cose, a impensierire i ragazzi era il non essere a conoscenza di chi fossero questi match.
L'unica certezza che avevano era che Carter e Mia non erano un'accoppiata perfetta, e doveva essere il loro punto di partenza. Di sicuro era stato così per il cantante.
Sul bancone dell'angolo bar avevano trovato un rifornimento di alcoolici che decisero di usare per far decollare la serata: in fondo, dato che otto coppie su dieci non erano giuste, avrebbero dovuto scaldare l'atmosfera per trovare nuovi occhi con cui guardare le altre persone e cercare in essi la loro probabile anima gemella.
Il bello del programma era potersi focalizzare su più persone alla volta senza sentirsi in colpa, il brutto era che in ballo c'erano dei soldi che avrebbero fatto comodo ai più.
Mia si era avvicinata a Carter con fare suadente, ma quest'ultimo era deciso a non lasciarsi abbindolare ancora una volta. Determinato a mettere le cose in chiaro, tentò di guidarla sotto al portico dove c'era un dondolo, ben lontano dalla piscina dove tutti si stavano buttando a turno, cercando di far entrare in contatto i corpi per far partire la scintilla tra loro.
«Ehi!» urlò Mark con un bicchiere in mano, mentre li guardava allontanarsi in silenzio e con aria furtiva. «Non siete un match perfetto, dateci un taglio con questa storia e non complicateci la vita!»
I presenti attorno a lui guardarono l'acqua a disagio: per quanto non avessero condiviso i toni poco gentili ma comunque limpidi di Mark, di sicuro concordavano con il suo argomento, erano lì da una settimana e tutto poteva ancora essere messo in gioco, non volevano complicazioni inutili da persone che sapevano già di non essere una coppia.
Tra i due la più scocciata per quel richiamo fu Mia, perché era lei quella con le intenzioni poco pulite; a Carter scocciò soltanto essere ripreso da un ragazzo molto più giovane di lui e con un quarto della sua intelligenza, a occhio e croce, ma non lo diede a vedere.
Non subito, almeno.
«Devo parlarle» sentenziò lapidario verso Mark e, senza attendere risposta da lui o da chi aveva assistito alla scena, la trascinò in una zona più appartata della casa, sul lato opposto rispetto al solarium.
Avrebbe voluto divertirsi con gli altri e iniziare a fare gruppo, ma sapeva che per Mia la questione non era del tutto chiusa e preferiva mettere le cose in chiaro, per quanto sapeva che gli sarebbe costata la nottata, dato che lei sembrava intenzionata a strusciarsi su di lui ancora per molto tempo.
Fu così che passarono ore a parlare del loro rapporto, per quanto per Carter la parola fosse troppo importante per delineare quello che c'era stato tra loro. Mia insisteva nel dire che avrebbero potuto divertirsi mentre avrebbero conosciuto gli altri in casa, ma Carter la contraddisse con decisione.
Non solo non voleva bruciarsi la possibilità di conoscere la sua anima gemella, per quanto avesse seri dubbi riguardo la potenzialità della cosa, ma vedeva questo ipotetico continuare a giocare con Mia un modo per prendere in giro lei e le rispettive metà di match perfetto.
Carter le aveva detto che non era rispettoso comportarsi in quel modo nei confronti delle proprie "metà" e degli altri ragazzi della casa, anche perché era convinto che continuare a intrattenersi con lei sarebbe stato controproducente: una cosa simile avrebbe creato un legame tra loro, e alla fine uno dei due sarebbe rimasto coinvolto da quel gioco inutile. Le aveva detto che avrebbe voluto trovare la sua anima gemella e poter dire di provare almeno interesse in lei, non voleva finire come alcune coppie della prima stagione in cui si era formato il match perfetto però uno dei due era coinvolto sentimentalmente con un altro.
Già non era convinto che con la propria metà potesse funzionare, figurarsi con una persona che non era fatta per lui: sarebbe stato come imbarcarsi in una relazione destinata a naufragare in partenza, e non voleva questo.
L'aveva detto per convincerla e per evitare di dire a Mia che non gli interessava una ragazza come lei, che per lui poteva essere solo il divertimento di una sera, ma pensava che quello fosse molto più carino e signorile come modo. Senza contare che, una volta pronunciate quelle parole, aveva capito di pensarle davvero. Voleva trovare il proprio match e vedere se poteva funzionare, per quanti dubbi avesse a riguardo, voleva darsi una possibilità anche se non era alla ricerca di una storia ma soltanto della felicità della madre.
Eppure, se non si fosse impegnato con un po' di criterio, se ne sarebbe pentito a vita; anche solo per poter dire di averci provato. Questo perché era raro avere la certezza di essere in presenza della persona perfettamente compatibile con se stessi, ed era un'occasione da sfruttare.
Ci mise gran parte della notte a convincere Mia, ma alla fine riuscì a farle capire il proprio pensiero e a farle ammettere che le proprie motivazioni erano valide, e che anche lei avrebbe dovuto agire così. A malincuore decise di lasciare andare Carter per dedicarsi al proprio percorso in quella casa.
Furono interrotti alla fine del loro discorso solo dai rumori concitati e spaventati che venivano dalla villa.
*
Mark, dopo aver seguito con lo sguardo Mia e Carter allontanarsi, si scolò il contenuto dell'intero bicchiere in pochi sorsi, piccato dal fatto che - nonostante lei sembrasse felice di essere stata scelta da lui alla cerimonia di accoppiamento - fosse corsa subito dietro a Carter per elemosinare qualsiasi cosa, che fosse un bacio, una sveltina o un briciolo di attenzione. Era convinto di meritarsi di meglio, non le attenzioni di rimando di qualcun'altra.
«Secondo voi, dunque, chi sono le coppie giuste?» esordì Taylor mentre cercava di sedersi sulla poltrona gonfiabile in mezzo agli altri in ammollo, ormai quasi al completo.
Qualcuno cercò di rispondere, ma l'arrivo di Jade in costume, intenta a farsi uno chignon con i lunghi capelli, li interruppe.
«Carino il costume.» Le sorrise Liam che apprezzava quel lato così ironico, dato che indossava un bikini verde a fascia con dei gelati colorati, in netto contrasto con quelli più seducenti delle altre ragazze. Era sarcastica con discrezione, ma non aveva paura di dimostrarlo.
«Grazie.» Si sedette sul bordo per immergere i piedi in acqua e acclimatarsi, più distesa del solito. Solo allora saltò agli occhi di tutti il portamento aggraziato e quasi elegante che la contraddistingueva. L'avevano scambiata per altezzosità, invece era classe.
«Non spaventiamo più?» domandò Olivia per prendere in giro lei e Leighton, sdraiata su un lettino accanto alla piscina, intenta a parlare con Nick.
«Forse solo la mattina, senza trucco» rispose Jade pronta, con un sorriso innocente. «Ma vale solo per voi ragazze.»
Le altre risero. Jade - per quanto silenziosa - era riuscita a farsi voler bene dalle donne della casa, solo Olivia nutriva qualche dubbio a riguardo, ma era dovuto alle sue mosse e ai rispettivi pensieri.
«Quindi è vero, sei pronta per unirti a noi?» domandò Scott con occhi vivi, sorpreso dal cambio di registro della ragazza.
«Diciamo che la cerimonia è servita a rompere il ghiaccio: è stato come far sesso la prima volta, ora non siete degli estranei.» Li fece ridere di nuovo prima di entrare in acqua. Era strano come fosse più rilassata e partecipe rispetto alla settimana precedente, ma Jade conosceva bene il motivo di quella serenità. «Non sono timida, davvero, diciamo che ci metto un po' a lasciarmi andare. Prima mi piace osservare la gente con cui devo avere a che fare.»
«Insomma, ci hai studiati tutti» disse Dylan allegro mentre abbracciava Haylee, che strizzò l'occhio a Jade. Avevano parlato parecchio quei giorni e avevano deciso di piacersi.
«Dunque, quali sono i match perfetti secondo voi?» riprese Olivia. Era curiosa di ragionare con gli altri elementi della casa e, inoltre, voleva riportare l'attenzione su altro che non fossero Jade. Se quella ragazza avesse iniziato ad attirare interesse - lei e la sua faccia da finta innocente - sarebbe stata la fine per molte ragazze nella casa, lei per prima. Non poteva correre il rischio di essere messa in un angolo dalla classica "scialba senza nulla di particolare", come la reputava lei stessa.
«Per me siamo Haylee e io» rispose sicuro Dylan, facendo alzare gli occhi al cielo alla maggior parte dei presenti.
«Potreste, perché no» convenne Simon.
«Ma sareste così scontati!» rispose Larissa divertita.
«Di sicuro sappiamo che non lo sono Carter e Mia» rispose pragmatico Scott. «E per quanto poco sia, è comunque un punto di partenza.»
Gli altri annuirono convinti.
«Io al momento non ho certezze» intervenne Leighton con voce sottile, spaventata dall'avere l'attenzione di tutti addosso. «È difficile avanzare ipotesi ora, è presto. Potrebbe trattarsi di coppie "prevedibili" come Dylan e Haylee, oppure di match azzardati come... Drew e Daisy o Simon e Jade.»
«O tu e Carter» intervenne Dakota senza accusarla.
«È possibile tutto ora, non credete?» domandò per levarsi da quella posizione scomoda. Non voleva dare l'impressione di avanzare pretese sul proprio accoppiamento della serata, ma solo dare un parere obiettivo riguardo il risultato ottenuto, difatti gli altri le diedero ragione.
«Ognuno dovrebbe dedicarsi a conoscere meglio altre persone, e provare a mandare le coppie forti e più coinvolte in cabina, qualora riuscissero a vincere la sfida.» Fu CJ a fare un sunto della situazione, idea che piacque a tutti.
Continuarono comunque ad analizzare le altre ipotetiche coppie senza giungere a una qualche soluzione che potesse aiutarli nel gioco.
«Bene, siccome è un'ottima idea io direi di brindare con i cocktail strepitosi preparati da Dylan, chi ne vuole un po'?» Mark aveva posto quella domanda mentre usciva dalla piscina, pronto a dirigersi in casa per portare fuori le brocche preparate in precedenza, già su di giri a causa dei drink precedenti.
Una volta fatto sgocciolare il costume, Jade, in acqua, lo interruppe: «Mi passeresti il mio bicchiere per favore? È quello pieno vicino al lettino, grazie.»
Se brindavano tutti poteva farlo pure lei, al diavolo. Era umana, sapeva come divertirsi ed essere partecipe.
Mark annuì e prese solerte il bicchiere per poi tornare da lei con passi veloci, quasi una piccola corsa, ma qualcosa andò storto.
Nei pressi di Jade trovò la pozza formata da lui stesso poco prima, cosa che gli fece perdere l'equilibrio e lo fece scivolare, tanto da fargli fare movimenti maldestri sul posto. Era riuscito a evitarsi una caduta e la conseguente botta, ma il bicchiere cadde tra lui e Jade, infrangendosi in mille pezzi.
Da dentro la piscina lei si riparò gli occhi con un braccio per paura che potessero arrivarle in faccia, e fece bene: varie schegge finirono nella sua direzione, e una la colpì nella zona del tricipite, la parte posteriore dell'omero.
Tutti trattennero il fiato, per quanto le parti delicate di Jade fossero state protette grazie ai suoi riflessi pronti.
Mark, ripresosi dallo shock, si inginocchiò davanti a lei per assicurarsi che tutto fosse a posto.
«Stai bene? Mi spiace, giuro che non l'ho fatto apposta!»
Lei tolse il braccio dal viso, ancora scossa, per poter dimostrare di non aver subito danni.
«Io... Sto bene, credo. Mi sono solo spaventata.»
«Scusami» continuava a ripetere un mortificato Mark.
Fu solo l'urlo preoccupato di Annah a metterli di nuovo in allarme.
«Jade, respira.» Iniziò. «Non ti agitare, ma devi sollevare il braccio con cui ti sei protetta il viso, ora.»
Seguì le istruzioni della ragazza e, una volta che portò il gomito in aria, vide tre piccole schegge di vetro nel braccio, contornate da alcuni tagli provocati da altri pezzi rotti che erano volati dopo l'urto.
Videro Jade spalancare gli occhi terrorizzata, cosa che li impressionò dato che erano già abbastanza grandi. Dalle ferite fluiva lentamente sangue che andava a coprire il tatuaggio che aveva nell'interno del braccio, un particolare che nessuno fino a quel momento aveva notato.
Stava per mettersi a piangere, ma nessuno era pronto a prenderla in giro o giudicarla, nemmeno Olivia.
Così Leighton, da buona assistente personale quale era, prese il controllo della situazione.
«Ok, calma tutti quanti.» Più facile a dirsi che a farsi, dato che erano tutti pietrificati e piccole gocce di sangue iniziavano a sporcare la piscina. «Qualcuno dello staff del programma chiami la produzione e un'ambulanza, gli altri la tirino fuori dalla piscina, subito.»
Ringraziarono Leigh mentalmente per averli tolti da un'agghiacciante impasse e si adoperarono subito.
Scott balzò fuori dall'acqua e, insieme a Mark, la tirò fuori dalla piscina nel modo più delicato possibile. Haylee, facendo molta attenzione a non scivolare, corse in camera per prendere un telo con cui asciugarla, un qualcosa per coprirla e non presentarsi in ospedale mezza nuda. Non aveva trovato niente di adatto nel guardaroba di Jade, così le aveva portato un proprio vestito da spiaggia senza spalline.
Fu Scott a prendersi cura di lei fino all'arrivo dei soccorsi, l'aveva asciugata, aiutata a vestirsi e poi condotta insieme a Mark, sempre più dispiaciuto, fino all'entrata della casa, dove si fece trovare dai paramedici che la scortarono all'ospedale più vicino per le adeguate medicazioni. Scott e Mark avevano insisto per accompagnarla, ma quelli della produzione avevano detto loro di rimanere in casa, che Jade avrebbe avuto l'assistenza necessaria e che tutto sarebbe andato bene.
Lei li ringraziò e prima di andar via sentì Mark chiedere a Scott dove avesse già visto il simbolo del tatuaggio che Jade aveva all'interno del braccio, tra bicipite e tricipite.
Li guardò mortificata e con un solo cenno del capo indicò Carter, che aveva assistito preoccupato alla scena davanti al dondolo su cui era stato seduto con Mia, prima che lei passasse accompagnata dai due ragazzi e dalle voci concitate di tutti gli altri concorrenti che, infine, raggiunsero il punto di raccolta.
Ora tutti avrebbero saputo la verità.
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