Reunion [6/7]
Carter stava aspettando Jade nell'auto privata che li avrebbe riaccompagnati a casa. Jade, come le altre ragazze, si era cambiata per lo show, ma si era presentata agli studio di MTV con un look molto più casual, lo stesso con cui ne sarebbe uscita.
Fu quando vide materializzarsi le converse bordeaux nell'abitacolo dell'auto – seguite da dei semplicissimi shorts, una canotta grigia e un cardigan grigio leggero – che Carter diede all'autista il permesso di partire, già a conoscenza dell'indirizzo della ragazza.
Jade si accomodò accanto al cantante e lasciò cadere la testa sul limitare dello schienale.
«Scusami per prima, non volevo essere perfida, ma ero nervosa per questa specie di inquisizione. Mi aspettavo una cosa peggiore e più privata di quello che è stata in realtà.»
Ammise prima di rimangiarsi le scuse, si vergognava del proprio comportamento in camerino, ecco perché non riusciva a guardare Carter in faccia.
«Delle scuse, tu? Dopo che abbiamo litigato? Devono aver drogato la tua acqua durante il programma.» La prese in giro per alleggerire il momento, perché percepiva l'imbarazzo di lei. La attirò a sé mettendole un braccio dietro la testa per poi posarle le labbra sui capelli.
«Scemo!» Eppure Jade non si ribellò al gesto di lui, le piaceva che al posto di allontanarla la volesse vicino, nonostante il brutto carattere che si ritrovava. «È che in questo periodo siamo stati poco insieme, ho capito che è inutile sprecare del tempo arrabbiata quando potrei stare con te. Devo ricordarmi, però, di metterlo in pratica prima di diventare nervosa per ogni cosa.»
Sì, era stato meglio abbandonarsi al suo abbraccio, almeno era riuscita a confessargli la verità senza doverlo guardare negli occhi. Per capire l'effetto delle proprie parole si era concentrata sul battito del cuore di Carter, su cui aveva posato l'orecchio, perché riusciva sempre a calmarla.
«Mi piace il tuo ragionamento, quindi vediamo di non sprecare altro tempo.» Lui sorrise e poi le alzò a forza il viso per imprimerle un bacio sulle labbra. «A proposito del periodo a New York... non potevo dire nulla perché non era ufficiale, ma ora sì: mi hanno proposto di prestare la voce al protagonista di Free World, quella serie fantasy che va tanto al momento, nei rispettivi audiolibri. Ho accettato.»
Gli dispiaceva non averle detto niente, se non che fossero viaggi per un eventuale nuovo progetto a cui dedicarsi, ma non gli piaceva parlare di cose di cui non aveva la certezza di far parte.
Aveva detestato l'idea di non poter condividere la cosa con Jade, anche se si era dimostrata comprensiva e gli aveva dato tutto il supporto possibile senza fargli pesare la lontananza, però non voleva riempirla di informazioni che avrebbero potuto essere del tutto superflue, non era il suo modo di fare.
Ora che era diventato ufficiale era felice di condividere con lei ogni dettaglio della cosa.
«Oh mio Dio! È fantastico.»
Gli regalò un sorriso sincero e così caldo che gli sembrò quasi di poter cancellare la distanza che li aveva separati nelle ultime settimane.
«Prenderò lezioni di dizione e recitazione alla Arts Academy, poi inizierò a registrare verso gennaio» aggiunse serio, come se volesse che anche Jade si rendesse conto di quello a cui sarebbero andati incontro. Non voleva che durante un nuovo impegno, come quello delle lezioni di recitazione, ci fossero recriminazioni su qualche aspetto di quella frenesia che lei non aveva colto prima del periodo frenetico.
«Ti sosterrò sempre, come posso.» La testa di Jade vorticava alla velocità della luce. Carter sarebbe stato super impegnato, ma solo per qualche mese. Era normale per una persona che aveva lavori come quelli di lui, e lo capiva. Erano adulti e in grado di superare le difficoltà nei momenti difficili, avevano già imparato a farlo.
«Quindi... dovrai cambiare accento?» Jade concluse il proprio interrogatorio con quell'ultima domanda.
«Più che altro ripulire la mia parlata del sud con la dizione» aggiunse Carter con fare sconsolato. Aveva il timore di non essere in grado di risultare convincente e di non avere alcuna dote recitativa, ma l'idea di mettersi in gioco con un progetto tutto nuovo lo elettrizzava.
«Mi mancherà quel tuo accento tanto strano e carino» sussurrò Jade passando una mano tra i capelli di Carter, corti come glieli aveva tagliati Haylee. Era un taglio che piaceva a entrambi, così Carter aveva deciso di mantenerlo.
«Anche a me» sospirò lui stanco, il viaggio affrontato e la giornata divisa tra un impegno e l'altro l'aveva spossato. «Non è un problema farlo per lavoro, sono sempre molto professionale. Però mi spaventa poter fallire così facilmente. Ho il timore di aver scelto una strada che non sia adatta a me.»
Le stava accarezzando una coscia con il pollice senza nemmeno accorgersene, avevo bisogno del contatto con lei ed era bello essere così vicino da non desiderare più di quello. Non c'era niente di erotico, solo il bisogno di condividere con lei le piccole cose.
«Ehi, è bello che tu voglia metterti in gioco e migliorarti.» Jade gli spostò il ciuffo e gli diede un bacio sulla guancia. «Ricorda che sei bravo a superare te stesso. E non preoccuparti, non sarà un accento a definire chi sei, né quello che mi ha fatto innamorare di te.»
«Sei innamorata di me?» Domandò con un sorriso leggermente arrogante, accentuato da un solo angolo della bocca alzato.
Come se non lo sapesse.
Non se lo dicevano spesso, ma era sufficiente dimostrarselo in modi che riuscivano a capire solo loro, non era importante che gli altri capissero.
«Tantissimo» rispose Jade dopo aver roteato gli occhi. «Vedi di ricordarlo quando sarai occupato, circondato da aspiranti attrici con vestiti striminziti e occhi dolci solo per te.»
Lo prese in giro, ma non era contrariata. Si fidava di Carter e non avrebbe mai messo in dubbio la sua fedeltà.
Era bello potersi guardare negli occhi, dirsi cose importanti, scherzare e non prendersi così sul serio da risultare stucchevoli o banali. Era una cosa affinata con il tempo, ma riuscivano a capire quanto spingersi al limite con l'altro, e apprezzavano quel tipo di conoscenza così profonda che non portava a incomprensioni o a parole inutili.
«E tu non lasciarti distrarre da qualche tatuatore o writer che ti gira attorno con la scusa del lavoro. Pensa solo ai tuoi disegni.» Scherzò Carter, più sereno dopo aver ritrovato il sorriso, mentre le pizzicava una guancia per gioco. «E se qualche volta ti senti magnanima, ricordati di cibare un po' Logan.»
Jade lo guardò con occhi affilati.
«Non è un animale!»
Non capiva perché Carter si divertisse a prendere in giro Logan così tanto.
Ok, forse lo sapeva, dato che tra lei e il batterista i discorsi si sviluppavano su risposte pronte e doppi sensi.
«Questo lo dici tu» replicò il cantante mentre alzava le spalle. «Solo perché non è di compagnia.»
Era più un animale selvatico.
Una bestia.
Carter, preso dalla voglia di seguire i consigli di Jade e non perdere altro tempo, si piegò verso l'autista per comunicargli un cambio di rotta.
«Vieni direttamente a casa mia, ti riposi lì prima che arrivino Logan e mia madre.»
Quella di Carter era stato un suggerimento, ma in realtà aveva già deciso per entrambi, perché l'autista aveva proseguito sulla strada principale al posto di girare a sinistra.
A Jade, però, non dispiacque. Anche lei provava il desiderio di restare sola con Carter, quel bisogno di credere che ci fosse un mondo fatto apposta per loro dove nessuno era autorizzato a entrare. Un posto composto da sguardi complici, gesti accennati ma profondi, risate e discorsi seri, il tutto dosato in un perfetto equilibrio che si addiceva solo a loro due. Gli altri non sarebbero stati in grado di capirlo, ma era il vero motore della loro relazione.
«Ok, non ho voglia di continuare a spostarmi» disse lei per fargli capire che approvava il piano. «Anche se vorrà dire che sarò senza auto, quindi mi dovrai riaccompagnare.»
Carter non amava guidare nel traffico di Los Angeles, ma era bello passare del tempo in auto con Jade al proprio fianco, li faceva sentire normali, una comune coppia di persone che si amavano e viaggiavano nel silenzio della notte per passare altro tempo insieme, dato che non sembrava mai abbastanza.
«Non c'è problema, capo» annuì cercando di attirarla a sé, di nuovo.
«Mi fa piacere sapere che hai finalmente capito chi comanda» scherzò Jade prima che Carter la mettesse a tacere con un bacio, stufo di tutto il loro parlare.
Nessuno dei due era al di sopra dell'altro, non c'era una persona in quel rapporto che inseguiva l'altro, erano due pari che avevano imparato a camminare di fianco all'altro e a godere della compagnia nella solitudine del loro percorso.
* * * * *
E qui, siccome devo portarmi avanti, ho inserito cose che serviranno in futuro.
Che futuro? Ehm... Meglio posticipare il discorso a storia conclusa! 😉
A domenica! Cris
EDIT 13/1/2018: a causa del mal funzionamento del sito, la pubblicazione dell'ultimo capitolo slitta a data da destinarsi, più precisamente a quando wattpad deciderà di rinsavire. Intanto vi avviso che ho aperto una pagina FB dove rimanere in contatto, perché è da ore che provo a postare avvisi in bacheca ma è come se non esistesse. Vi aspetto tutte lì, di modo da rendere la comunicazione tra noi più diretta. L'indirizzo lo trovate nel mio profilo, sotto la bio, o cercate it's cris here su FB, IO VI ASPETTO!
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