Quinta puntata [5/5]
«Io lo ammetto: non ci capisco più nulla» disse Amber alla fine della puntata. «Jade che modifica una risposta, Carter che la sceglie. Mh, ho preferito lei con Scott e lui con Leighton. Non che Carter e Jade non stiano bene insieme, ma con gli altri vivono momenti più sereni e lineari. Meno complicati, ecco.»
Oliver si sistemò un cuscino dietro la testa prima di rispondere.
«Già, c'è qualcosa di strano tra loro, un qualcosa che non riesco a capire.»
Amber prese in braccio Bowie e iniziò ad accarezzarlo sovrappensiero. Era come se quei due stessero facendo di tutto per complicare il gioco a se stessi e agli altri, senza però avere un valido motivo per farlo.
«Specialmente dopo questo episodio.»
«Puoi dirlo forte!» Il fidanzato le diede corda.
«Oliver...» richiamò la sua attenzione per incrociare lo sguardo con lui.
«Mh?» Smise di fissare il cane per concentrarsi sulla moglie.
«Se tu fossi nella casa, quale pensi che potrebbe essere la ragazza a colpirti di più?»
Rispose quasi senza pensarci. «Beh, ma se fossi nella casa ci sarebbe una donna diversa, ovvero la mia anima gemella.»
Sfiorò casualmente la mano che Amber aveva steso sullo schienale, ma lei non si fece distrarre, era davvero curiosa.
«Fingiamo che sia tra quelle, da chi ti sentiresti attratto?»
«Non è una domanda a trabocchetto e se rispondo poi mi scarichi, vero?» Amber rise e poi scosse la testa per negare, così Oliver continuò: «Taylor. Avremmo in comune la passione per la cucina, ed è anche una bella ragazza. Sembra seria ma ha anche un lato ironico. Oppure Leighton, perché è molto donna. In quella casa c'è chi si atteggia a tale, come Olivia, e chi lo è, come Leigh. Mi piace questo lato così deciso.»
Sapeva di poter sentirsi libero di dire ciò che pensava, per questo non aveva atteso molto nel dare la risposta. Ma ora era curioso, voleva conoscere quali ragazzi sarebbero potuti piacere a lei.
«Tu cosa potresti dire a riguardo?»
Amber finse di pensarci, ma come Oliver non aveva esitato nel dare una risposta, sapeva anche lei di essersi fatta un'idea precisa riguardo i concorrenti. «Beh... se proprio dovessi scegliere penso Liam, perché è uno sportivo, un giocatore di hockey. O Scott, è carino e fa il tatuatore, anche se ne ha troppo pochi per i miei gusti, un po' come te.»
Gli strizzò l'occhio, divertita.
«O Carter. Sai, è il mio tipo.»
Oliver la fissò interessato con un sopracciglio alzato, era un invito a spiegarsi a riguardo.
Amber rise quando capì che il suo discorso poteva essere travisato.
«Non fraintendermi» gli disse seria, anche se il sorriso bonario non aveva mai abbandonato le sue labbra. «So che Carter è bello, ma non mi piace da quel punto di vista. Mi riferivo al fatto che fosse musicista. E che avesse i capelli lunghi.»
Sorrise a Oliver che sembrava essersi tranquillizzato sull'argomento.
«Per fortuna, temevo di dover iniziare a preoccuparmi.»
«No, tranquillo, niente ripensamenti.» Lo schernì lei. «Però se volessi riconquistarmi portandomi a dormire in spalle te ne sarei davvero grata, non ho voglia di fare le scale e ho sonno.»
Per convincerlo sfoggiò la miglior espressione indifesa che aveva in repertorio, ma non servì a nulla.
«Cioè, tu ti prendi gioco dei miei sentimenti e io dovrei pure scarrozzarti sulla mia schiena dolorante per mezza casa? Donna insensibile!»
«Ok» rispose lei con un'alzata di spalle. «Vuol dire che rimarrò qui con Bowie ancora un po'.»
Oliver si alzò dal divano fintamente offeso e chiamò a raccolta il gatto affinché lo seguisse. Per quanto preferisse i cani, Bowie sembrava averlo scambiato per una seconda figura autoritaria in casa. «Bowie, andiamo a dormire, bello!»
Al richiamo l'animale scattò sull'attenti e lo seguì docile, pronto per addormentarsi ai piedi del letto.
Amber si schiarì la voce prima di urlare: «Dopo sarei io quella perfida?»
Oliver, da sopra le scale, le rispose: «Non hai più scuse.» Salì altri tre gradini prima di fermarsi per continuare. «E comunque l'ho fatto per te, non vorrei mai che quel magnifico sedere perdesse tonicità.»
«Perché?» Jules era arrabbiata. «Perché sceglierla e perché mentire? Sono due idioti. Potrebbero risultare compatibili solo per la demenza dimostrata in questo episodio, peccato che spero vivamente che due scemi simili non finiscano insieme perché se si riproducessero il mondo sarebbe davvero in pericolo.»
«Dici davvero?» Logan era stupito, non pensava che sua zia potesse aver cambiato idea a riguardo.
«Certo che no.» E, per sottolineare la cosa, scacciò il pensiero con la mano. «Ma sono allibita dai loro comportamenti.»
Poteva capirla, perché nemmeno a lui certi meccanismi erano chiari.
«Penso che Carter si sia comportato così perché è geloso e abbia paura di perderla, quindi ha voluto fare un dispetto a Scott. Cosa che, per altro, gli è uscita discretamente bene. Almeno a giudicare l'occhiata truce che si è beccato da Mister Ink.»
Gli sembrò di sentirla borbottare "Un bambino di trentun anni, ecco cos'è", ma evitò di approfondire l'argomento, prima che potesse spostare l'attenzione sul bambino che di anni ne aveva trentuno.
«Questa volta non è solo nella sua stupidità» continuò Jules con tono infervorato. «Perché Jade ha dato una risposta molto bella e sensata a Scott, e poi con Carter ha cambiato idea?!»
«Io mi sono fatto un'idea.» In effetti Logan aveva maturato una propria teoria in base al corso degli eventi di quella puntata, e poterla esternare a qualcuno lo rinfrancava parecchio, lo faceva sentire meno pazzo dato che non era l'unico a interessarsi alla dinamica dei fatti. «Penso che avesse paura di essere giudicata. Noi abbiamo visto che la sua risposta, quella vera, era sincera ed era stata data prima di quella di Carter, ma se lei avesse replicato così a lui, dopo quello che Carter aveva detto... beh, sarebbe potuta sembrare una cosa forzata.»
In effetti anche lui, al posto del cugino, si sarebbe fatto qualche domanda sulla sincerità delle parole di Jade, così complementari alle sue. Avrebbe sempre avuto il dubbio che quelle di lei fossero condizionate e adattate alle proprie, magari dettate da un interesse celato fino a quel momento.
«O magari poteva dare l'impressione di avere un interesse per lui, cosa che Carter non avrebbe preso bene, visto il loro accordo iniziale. È stato chiaro in fondo, no? Essere amici per non essere qualcosa di più» convenne Jules con lo sguardo assorto, quasi i pezzi del puzzle avessero iniziato a combaciare davanti ai suoi occhi. Doveva ammettere che il pensiero di Logan aveva una logica e poteva avere un certo fondamento.
«Esatto. Sarebbe stata una risposta scomoda quella di Jade. È stato il suo modo di tirarsene fuori e negare un coinvolgimento.»
Se fosse stato al posto di lei, probabilmente si sarebbe comportato allo stesso modo. Apprezzava la lungimiranza di quella ragazza, il suo non voler intralciare in nessun modo il rapporto con Carter e pensare alle ripercussioni delle proprie azioni su di loro, non era un'accortezza che tutti avrebbero messo in pratica.
«Ma il suo negare sembra quasi porti a credere in un suo interesse.» Gli fece notare la zia.
Dare una versione dei fatti davanti a un intero pubblico pur di non far sapere la verità a una singola persona la metteva in una posizione scomoda o, perlomeno, in una posizione ambigua per chi, come gli spettatori, seguivano il programma e conoscevano tutti i fatti.
Un avvenimento che avrebbe fatto salire gli ascolti perché avrebbe reso il loro rapporto interessante, ma rendeva irrequieti chi conosceva uno dei due interessati, perché la situazione faceva presagire che qualcosa sotto ci dovesse pure essere e prima o poi, quindi, sarebbe saltata fuori. O forse esplosa.
«Giusto anche questo. Il vero problema, però, è un altro.» Notò Logan con tono incolore e sicuro mentre sistemava sulle proprie gambe la cagnolina della madre per poterla coccolare un po'.
«E quale?»
«Ha mentito a Carter. Ha compromesso la fiducia reciproca, e lui ha anche i mezzi per scoprire la bugia. Lasciami dire che non finirà bene.»
Aveva imparato, soprattutto dal rapporto con Kat e dal loro tira e molla, che se c'era una cosa – seppur minima – che non si voleva venisse allo scoperto, quella sarebbe stata scoperta nel peggiore dei modi. Forse aveva sollevato la questione della mancanza di fiducia perché era un argomento che sentiva in modo particolare e vedere che si stava svolgendo davanti ai propri occhi gli mostrò la vicenda personale sotto una nuova ottica.
«Purtroppo penso tu abbia ragione.» Jules non ci aveva pensato, ma Logan aveva ragione: alla base di quel cambio di risposte c'era stata una bugia che, probabilmente, era nata per la paura di Jade di confrontarsi con Carter. Non sarebbe stato un bene.
Mentre lei si perdeva nei propri pensieri, Logan estrasse il cellulare e rispose a qualche messaggio in modo concitato fino a che non lanciò il telefono sulla seduta accanto alla sua con un sonoro sbuffo. Di colpo sembrava stanco.
«Era Kat?» domandò Jules prima di prendere ad accarezzare la nuca del figlio. «Tutto ok?»
«Insomma, stasera serata no.» Cercò di minimizzare, abbandonandosi alla mano rigeneratrice della zia.
«Spero non sia per colpa mia.» Kat non le stava molto simpatica, ma quel fattore non doveva intralciare il rapporto con Logan, non se lo sarebbe mai permesso e perdonato. «Voglio solo che tu sia felice.»
«Non è colpa tua. È colpa nostra, il rapporto lo costruiamo noi.»
Era stato evasivo, ma la pesantezza di quella situazione indefinita e tesa iniziava a logorargli l'anima.
In un certo senso invidiava il rapporto tra Jade e Carter perché, nonostante la bugia, c'era un interesse di fondo, era un modo di tutelarsi per continuare a vivere il rapporto in modo pacifico, questo perché a Jade importava davvero di Carter. Lui e Kat, invece, si erano mentiti spesso e, purtroppo, ne avevano avuto conferma più volte. La fiducia era compromessa tra loro, si erano sempre perdonati, ma come poteva essere vero quel gesto così magnanimo se non c'era un dialogo e non parlavano di cosa non andava nel loro rapporto?
Quello che più gli faceva male era essere arrivato a quelle conclusioni e accettarle senza arrabbiarsi, senza affrontare la questione. Logan non si era mai davvero interessato alla situazione che li coinvolgeva, e lo stava capendo grazie al cugino che, in un certo senso, era nella sua stessa condizione.
C'era qualcosa che non andava tra lui e Kat, e non stava facendo nulla per evitarlo. Anzi, si era messo comodo per vedere come quel disastro si sarebbe concluso.
La verità era che tra loro non c'era il coinvolgimento necessario perché qualcosa tra loro diventasse davvero un problema. Non lo erano nemmeno la mancanza di fiducia e le continue recriminazioni, voleva pure dire qualcosa.
«Se posso fare qualcosa conta pure su di me.» Jules interruppe il flusso di pensieri del nipote e sapeva quanto Logan non meritasse momenti simili, aveva già sofferto abbastanza in passato.
«Non puoi fare nulla, ma grazie lo stesso.» Le accarezzò una guancia con il dorso dell'indice mentre rifletteva sul da farsi. «Anzi, una cosa la puoi fare: perdonami già per la prossima settimana, ma vorrei guardare la puntata con lei.»
«Già perdonato» rispose lei con un sorriso, poi si alzò e gli diede un bacio sulla fronte prima di dirigersi verso la cucina. «Cosa ne dici di rimanere a dormire qui, stanotte?»
In fondo era convinta che Logan avesse bisogno di essere coccolato un po', di sentirsi di nuovo il figlio che necessitava delle cure di una mamma per stare meglio, e lei quella necessità non gliel'avrebbe mai negata.
«Porteresti una bottiglietta d'acqua anche al tuo povero marito?»
Seth, da dietro lo sportello del frigo, gli mostrò il dito medio, ma poi allungò l'acqua a Cody, quando tornò in salotto. Era intento a scrivere messaggi a Logan e Oliver, tanto da non prestare attenzione al proprio compagno.
«Allora, hai qualcosa da dichiarare su questa puntata o sei troppo impegnato a scrivere ad altri uomini?» Alla fine della messa in onda della puntata sapeva che Seth si scambiava battute e pareri con i Glory, ma non poteva perdere l'occasione di prenderlo in giro. In fondo era lui quello desiderato dalla folla di mezzo mondo. «Mi sembra strano che non ti sia ancora espresso.»
«Oh, ne ho di cose da dire, pure troppe. Ora le dirò tutte.» Alzò l'indice per mostrargli di aspettare ancora un minuto. «E sai che sono i miei amici. Non ho occhi che per te.»
Gli soffiò un bacio con la mano, gesto che fece ridere Cody di gusto.
Rimasero entrambi in silenzio, così Seth invitò il marito a esporsi: «Cosa pensi di ciò che è successo tra Jade e Carter?»
Cody si prese del tempo prima di rispondere, quello che gli era capitato di vedere era una novità, per lui. Certo, conosceva Carter da anni, ma non bene come Seth e di sicuro non l'aveva ma visto essere così protettivo ed empatico con qualcuno al di fuori della sua cerchia di amici. Erano aspetti che viveva soltanto il gruppo e lo staff di persone che si aggirava attorno ai Glory.
«Penso che lei provi sentimenti forti, altrimenti non mi spiego questa forma di altruismo nei confronti di Carter e che, oltretutto, complica non poco le situazioni tra loro.»
Non era convinto che Jade fosse in grado di fermarsi solo all'amicizia nei confronti di Carter, ma se volevano continuare a raccontarsi che così andava bene a entrambi a lui sarebbe andato bene. In fondo, un simile colpo di scena avrebbe movimentato il programma, ma non sempre in positivo.
«Già. Ha creato un precedente negativo, l'unico possibile.» Convenne Seth, pensieroso. Conosceva Carter abbastanza da sapere che, se avesse scoperto la cosa, non l'avrebbe presa affatto bene, anche se era stata fatta per assecondarlo o per proteggerlo. «Perché sappiamo bene che se menti a Carter una volta, è l'unica che possa mai capitare. Dopo non ti perdonerà.»
«Mi dispiace, perché per un attimo li ho trovati così compatibili, viste le loro risposte. Quelle sincere, intendo.» Cody scosse la testa, aveva iniziato a credere in loro e nei sentimenti che gli sembrava di aver notato, ma era stato un abbaglio. «Ed è un peccato, perché lui l'aveva pure scelta nella serata delle coppie.»
«Sembra geloso. Anzi, lo è. Ha visto il feeling tra Jade e Scott.» Seth non era abituato a vederlo così premuroso nei confronti di una donna. Nonostante l'avesse visto prendere le difese di Emily e Ashley e non era mai intervenuto per salvare la situazione, piuttosto aveva aspettato il momento giusto per consolarle. Non era mai intervenuto nelle loro vite e nelle rispettive scelte, quindi era strano. «Vederlo così vulnerabile mi stupisce, non è da lui.»
«Penso non se ne renda nemmeno conto. Si nasconde dietro motivi più nobili, come quello di dare conforto a un'amica, ma qualcosa sta cambiando secondo me, almeno inconsciamente.»
«Dici che l'interesse di Scott ha smosso qualcosa?» Seth si rivolse al marito, interessato.
«Si sta rendendo conto di poterla perdere, e sembra che la cosa non gli piaccia affatto.»
Ma si disse che nessuno avrebbe voluto perdere una persona a cui si teneva, giusto?
Era normale. E Carter, a modo suo, era umano come tutti.
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