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Quinta puntata [3/5]


I ragazzi sembravano estasiati da quel contatto fisico, quindi si dilettarono a complicare la vita alle ragazze. Ci furono massaggi fatti con i gomiti, massaggi ai piedi e massaggi ai lobi fatti con la lingua.

Jade cercò di fare mente locale. Aveva avuto a che fare più di tutti con Carter e Scott, quindi era convinta che sarebbe stato più facile riconoscere il tocco delle loro mani, o il modo in cui si sarebbero approcciati al suo corpo. In Carter avrebbe trovato la delicatezza di un amico, in Scott la decisione di una persona che voleva mettersi in gioco con lei. Jade contava su quello, erano gli unici elementi su cui poteva fare affidamento.

Eppure non fu così facile: scambiò Simon per Nick, Mark per Drew, ma soprattutto Scott per Dylan, provando un imbarazzo così grande che riuscì a trasmetterlo pure al diretto interessato, il quale si scusò con un timido sorriso senza un vero motivo.

Ryan aveva annunciato che in quel nuovo turno dovevano massaggiare la schiena senza utilizzare le mani.

Quando Jade sentì la scossa provocata da quel primo contatto con la persona che le stava massaggiando la schiena, capì di chi si trattava. Non era stata la barba il sentore più chiaro, cosa a cui non aveva nemmeno badato, erano state le labbra. Le stesse labbra su cui per tanto tempo aveva fantasticato, le stesse che avevano cantato le canzoni che le avevano dato forza, il coraggio di sognare, di innamorarsi di chi le cantava. Labbra sottili che ora massaggiavano la sua colonna vertebrale partendo dal basso per arrivare fino al collo, in un misto tra baci e morsi fatti per complicarle la vita, ma che le rendevano tutto più facile, perché era sicura di chi stesse facendo ciò.

Era impossibile non riconoscere la bocca che aveva imparato a conoscere con parole rivolte solo a lei, confessioni che le erano state fatte dopo aver conquistato la sua fiducia, labbra che le avevano sorriso divertite, bocca che l'aveva baciata gentilmente in fronte o tra i capelli per salutarla quando si allontanava.

Non aveva bisogno di girarsi per avere la conferma che fosse Carter, le scosse che le percorrevano la schiena a ogni tocco erano le prove che il suo corpo l'aveva riconosciuto a pelle, ancor prima di vederlo. Jade appoggiò la fronte al lettino e strinse gli occhi con tutta la forza che aveva, divisa tra il piacere di quella tortura, a cui aveva offerto una porzione di collo più ampia, il senso di colpa per aver avuto i sensi ricettivi solo con il cantante, e la speranza che lui non potesse sentire il cuore di lei battere con forza inaudita nel petto.

«Stop.» Ryan fermò i ragazzi e tutto si susseguì molto velocemente, ma la mente di Jade si era fermata a poco prima, tanto che non riuscì a indovinare nessun altro ragazzo. Era difficile quando loro avevano un termine di paragone che non avrebbero mai potuto battere in partenza.

Alla fine, difatti, vinsero Annah, Mia e Taylor.

Mia scelse CJ, Annah preferì Mark e Taylor, siccome aveva visto il ragazzo che iniziava a interessarle scelto da un'altra, decise di chiamare una persona con la quale si era sempre trovata bene e aveva un buon feeling.

«Scott» rispose alla domanda di Ryan.

«Bene, la vostra fuga d'amore consisterà in un giro ridotto a causa del tempo su una Jeep per il parco nazionale, poi verrete portati in una SPA dove potrete godere di veri massaggi e altri servizi, quindi domani mattina fatevi trovare svegli presto!» concluse prendendoli in giro per la levataccia che sarebbe toccata loro. «Ci vediamo sabato per scoprire chi entrerà nella cabina. Buon divertimento!»

Scott, dopo aver guardato Leighton, cercò lo sguardo confuso e attonito di Jade. Carter, invece, si lasciò scappare un sorriso sollevato, cosa che però non sfuggì a Haylee.

Durante la fuga d'amore degli altri Jade aveva passato molto tempo con Haylee e Carter, ma sembrava assente. Sapeva che la cosa era dovuta gran parte all'assenza di Scott, ma c'era una parte di lei che continuava a tornare al mattino prima, su quel lettino, mentre Carter le accarezzava la spalle con le labbra e con i denti. Ogni volta in cui la mente si perdeva a fantasticare su quel momento la scuoteva un brivido, cosa che portò più volte gli altri coinquilini a chiederle se aveva freddo, e che lei negò sempre.

Jade votò per Annah e Mark, mentre Carter per Taylor e Scott. Quando ne parlarono e Carter giustificò la propria scelta dicendo che li vedeva affini si sentì ferita. Non soltanto Carter non la considerava adatta per se stesso, dato che era una fan e la cosa sembrava averla tagliata fuori dai giochi, ma non la riteneva nemmeno all'altezza di Scott. Non capiva come potesse considerarla sua amica se aveva una così scarsa considerazione di lei.

Carter, dal canto suo, era felice di aver votato per loro e sperava di cuore che gli altri, dopo aver conosciuto la sua preferenza, la vedessero come una buona alternativa, tanto da seguirlo nel voto. Magari, se avesse avuto fortuna, quei due sarebbero stati un match perfetto e, da buon egoista quale era, avrebbe apprezzato la cosa, perché il suo micro mondo non avrebbe subito variazioni.

Durante la giornata Carter era stato bravo a ritagliarsi ampi momenti con Leighton e Olivia. Erano entrambe donne ai suoi occhi, ma di Leigh apprezzava la discrezione con cui si sapeva destreggiare in ogni situazione, mentre di Olivia lo colpiva la sua sensualità spiccata ma mai volgare. Era una donna a cui piacevano determinate cose e non aveva problemi a farlo presente. La sua decisione era affascinante.

In un momento di relativa tranquillità Carter si grattò un occhio con il solo indice, il segnale che avevano stabilito Jade e lui quando volevano parlare senza attirare le attenzioni su di loro.

Jade annuì senza farsi vedere e con indifferenza si avviò fuori, verso l'angolo che aveva trovato giorni prima e nel quale si ritrovava sempre più spesso con Carter per parlare. Lì nemmeno le telecamere arrivavano, e c'erano due tronchi abbastanza vicini affinché potessero stare appoggiati a essi, guardarsi in faccia e sentirsi senza urlare.

A volte erano stati richiamati dalla produzione, così avevano ridotto quelle gite, ma ne avevano bisogno: era una cosa che andava oltre il programma, era la necessità di aprirsi a qualcuno senza che altri interferissero. Era una cosa loro.

Si scambiarono pareri e confidenze che non si azzardavano a esternare davanti alle telecamere, ma poi vennero richiamati da qualche cameraman del programma che aveva notato la loro ennesima assenza prolungata, invitandoli – urlando – a manifestarsi prima che iniziassero a cercarli, dicendo loro di poter ritagliarsi degli spazi privati ma che fossero raggiungibili dalle telecamere.

Carter le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, ma non la lasciò una volta che Jade si fu alzata. Continuò a tenerla per mano finché non uscirono dalla boscaglia ricca del giardino dove la lasciò andare dopo essersi assicurato che fosse fuori dalla vegetazione e non riportasse i soliti graffi sulle gambe, dovuti a qualche cespuglio con le spine sparso sulla loro strada.

Jade, ancora con il pensiero alla conversazione interrotta nel loro angolino privato, sospirò.

«Cosa c'è?» le chiese Carter e, nel girarsi verso l'amica, si accorse di quanto lei fosse inquieta, tanto che scelse di deviare e dirigersi verso l'entrata della casa: quella porzione di prato, dove c'erano solo un paio di divanetti in tek, non era mai presa in considerazione dai ragazzi.

«Non hai paura che da fuori, con il montaggio, possa distorcersi tutto?» Una volta seduta si strinse nelle spalle prima che Carter le passasse attorno un braccio, quasi a tranquillizzarla.

Stava bene lì, in quell'abbraccio dato proprio da lui, ma la domanda era nata proprio dai comportamenti che adottava con Carter e Scott e che potevano risultare ambigui. Se avessero prediletto uno dei due nell'assemblaggio della puntata come sarebbe apparsa? Di sicuro la sua amicizia con una persona per cui provava un interesse già prima di entrare nel programma doveva interessare di più, e la preoccupava da morire quella cosa, aveva paura che dal montaggio dei loro momenti insieme potesse trasparire un suo interesse per Carter, e non voleva passare per stupida. Ma se lei non era interessata, perché avrebbe dovuto apparire questo lato, giusto?!

Già, ma allora perché si sentiva la coscienza sporca al solo pensiero, e terrorizzata di poter risultare così esposta?

Le stava venendo da piangere, era una sensazione orribile che la faceva respirare a fatica. Non riusciva nemmeno a capire se sentirsi in colpa con Carter, con Scott, oppure con se stessa.

Carter, sentendo i brividi che avevano iniziato a scuoterla, strinse la presa attorno al suo corpo, a volte sembrava solo aggraziata, altre, invece, risultava così delicata da sviluppare in lui un senso di protezione; era questo che lo spingeva a dubitare di Scott: il fatto che Jade, da lui, non volesse essere difesa.

«No, perché la gente vede solo quello che vuole» ammise Carter sicuro. Se lo preferivano con una persona era convinto che gli spettatori avrebbero fatto di tutto per cogliere anche un solo segnale nei confronti della loro preferita, e così sarebbe successo per gli altri. Per lui era sempre stato così: c'era chi lo vedeva come un solitario e chi credeva che si scopasse ogni modella che respirava a distanza di un raggio di un miglio e mezzo. La verità era che a lui non importava il parere degli altri, perché Carter era conscio di essere la persona che era. Scopava con le donne che gli piacevano, e se si fosse innamorato di una donna non sarebbe successo in base alla sua bellezza o bravura a letto, ma su come questa l'avrebbe fatto sentire.

«E tu» le domandò. «sei preoccupata da questa cosa?»

Jade appoggiò la testa sulla sua spalla. Un po' per sentirsi coccolata e al sicuro, un po' per evitare di smascherare il senso di colpa che la attanagliava dal profondo, come se stesse vivendo quell'esperienza nel peggior modo possibile e l'unica chiave di lettura della questione fosse imputabile a Carter.

«Sì» confessò con la voce pericolosamente incrinata dal nodo in gola. «Perché la gente vede solo quello che vuole.»

Cosa che nemmeno lei era pronta ad accettare o a prendere in considerazione. Non poteva fronteggiare se stessa, avrebbe perso ancora una volta su tutti i fronti.

Non doveva pensare.

Soprattutto se la cosa poteva riguardare Carter.

«Giusta osservazione.» La prese in giro lui. «Sembri quasi adulta.»

E proprio perché sembrava adulta sentiva il bisogno di approfondire la questione, tanto valeva sapere con chi avesse davvero a che fare.

«A proposito... Ieri ho affrontato una discussione interessante con Scott» esordì Jade sollevando il viso per fissarlo senza alcun timore, solo con la voglia di conoscere la sua risposta.

«Ah bene, vorresti dirmi che sono così poco interessante che merito conversazioni riciclate?»

Carter voleva alleggerire la tensione, ma Jade non sembrava dello stesso avviso.

«Scemo» gli diede una leggera spinta con la spalla. «È un argomento importante, mi piacerebbe conoscere la tua opinione. Sinceramente, Carter, vorrei conoscerti davvero, anche se come amico, e penso di essere l'unica a volerti porre domande di un certo peso qui dentro per cercare di capirti.»

Si pentì subito di quella frase, ma la sentiva così vera che non provò davvero la voglia di scusarsi per averla pronunciata. Sì, si sentiva in competizione con le altre ragazze, non riusciva a pensare che prima o poi avrebbe dovuto dividerlo con un'altra o, peggio, rinunciarci nel momento in cui Carter avesse trovato la propria anima gemella.

L'aveva sentito irrigidirsi, ma fu questione di un attimo. Tornò a rilassarsi al proprio posto e le concesse la domanda. «Avanti, spara».

«Perché sei qui? Cosa pensi di poter trovare in questo programma in una relazione?»

Non avrebbe fatto come Scott, non avrebbe ceduto davanti al suo silenzio rispondendo per prima, non voleva aiutare Carter, doveva sapere cosa pensava senza che qualcuno gli mostrasse una via d'uscita.

«Vuoi dirmi che parlate davvero di queste cose e ancora riuscite a sopportarvi?» Carter la guardò con le sopracciglia alzate, sbalordito, ma lei lo fulminò con lo sguardo.

Il cantante poggiò i gomiti sulle ginocchia, pensando al perché si trovava lì.

Dopo qualche minuto riuscì a rispondere.

«In un rapporto voglio scegliere.»

Il cuore di Jade perse un battito. Non poteva essere vero. Tra tutte le risposte tra cui scegliere non poteva essere quella definitiva, non era vero. Fu come un colpo in pieno petto, una ferita in cui Carter riusciva a incastrarsi alla perfezione.

«Sono stato innamorato davvero una volta nella mia vita, e da quel momento in poi mi sono chiuso. Sai com'è, non era finita bene, soprattutto in rapporti amichevoli...»

Jade sapeva a chi si stava riferendo, lo sapeva benissimo. Candice.

«Ho deciso di non cercare più qualcuno da amare, quindi mi sono accontentato delle donne che ho trovato sulla mia strada. Un qualcosa di effimero che andava bene a soddisfare le mie voglie momentanee. Ed è qui il punto: le donne hanno trovato me. Da quando sono diventato famoso ho visto molte ragazze buttarsi letteralmente ai miei piedi. Loro avevano scelto per me, in un certo senso, io dovevo solo pescare nel mucchio.»

Lo sguardo di Carter era lontano, sembrava che stesse affrontando per la prima volta quel discorso, nonostante lo conoscesse bene.

«Non ho mai potuto scegliere davvero, perché mi si proponevano. Mi è sempre andata bene così, ma se dovessi decidere di stare con qualcuno voglio scegliere di starci, deve essere una persona con cui decido di dividere la mia vita, non voglio che sia altra gente, quindi, a scegliere per me. Deve solo valerne la pena. Stare qui, sapere che c'è davvero la mia anima gemella, alimenta la speranza, e la speranza porta sempre a una scelta.» Concluse guardandola negli occhi, sereno dopo tanto tempo per quella confessione che si era sempre tenuto per sé.

Era stato facile dirlo a Jade, e aveva la certezza che se quella domanda gliel'avesse posta un'altra persona non sarebbe stato sincero. Gliene fu grato, Jade riusciva a ricordargli cosa voleva dire essere soltanto Carter, e per lui era ridicolo, dato che lì era l'unica a conoscerlo benissimo come artista.

«E tu invece?» Oh no, sperava si fosse dimenticato. Non poteva chiederle una cosa così grande. «Cosa cerchi? Insomma, cosa hai risposto a Scott?»

Jade sentì l'aria mancare nei polmoni. Sì maledisse per aver dato il via a quel discorso, ma non poteva sapere che le si sarebbe ritorto contro.

Rivelargli o meno la risposta che aveva dato a Scott? Svelare così le sue carte e dimostrare che erano più affini di quanto volesse credere lo stesso Carter o assecondare quello che lui voleva, e quindi consolidare l'amicizia con una confidenza che non aveva poi molto a che vedere con la verità?

Se avesse detto ciò che pensava davvero Carter avrebbe potuto sospettare che la sua risposta fosse viziata da quella di lui, e non poteva rischiare di rovinare ciò che avevano costruito per un dubbio instillato dal suo essere fan. Non era pronta a esporsi in quel modo.

Jade si afflosciò sul divanetto nella speranza di esserne inglobata, appoggiò la testa sullo schienale basso e chiuse gli occhi.

Non era giusto che fossero affini nonostante in realtà fossero così inconciliabili.

«Io... voglio essere amata.»

Niente. Non aggiunse niente.

«Pensavo fosse la base di ogni rapporto» replicò Carter per schernirla bonariamente.

Un'altra stilettata al cuore.

«Tutto qui? Non vuoi argomentare la tua risposta?»

Jade scosse la testa. Avrebbe voluto trattenere le lacrime, aveva fatto di tutto per cercare di non darle a vedere, ma si sentiva troppo male per tenersi tutto dentro. Spegnere la sua unica possibilità volontariamente perché spinta dalla paura le era costato un crollo emotivo.

«No» rispose tra un singhiozzo e l'altro. Piangeva con la stessa pacatezza con cui entrava nella vite altrui: con la paura di disturbare e risultare di troppo.

«Ehi.»

Carter non si aspettava di certo una simile reazione. Forse le sue ragioni erano delicate e allo stesso tempo forti, come lei. Lui non era nessuno per giudicarle.

Se la tirò al petto e la coccolò nel tentativo di farla smettere, giocando con i suoi capelli, facendola invece piangere ancora di più.

Tutto quello poteva essere di Jade, forse, ma non lo meritava perché non aveva avuto il coraggio di dimostrargli la realtà dei fatti.

C'era inoltre una cosa da prendere in considerazione sia a livello personale che di gioco: Jade aveva mentito a Carter, e quello avrebbe potuto manomettere le loro visioni personali tanto da alterare i risultati del programma.

L'importante era che lui non lo scoprisse.

* * * * *

Quante di voi sono rimaste così?

Preparatevi, perché da questo punto in poi la storia prenderà molte pieghe... inaspettate.

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