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Quinta puntata [2/5]

Dopo quel lungo esperimento avevano iniziato quasi tutti a guardarsi di nuovo come se fosse la prima puntata. Esclusi Haylee e Dylan, ormai sulla strada della riappacificazione, i ragazzi si studiavano alla luce dei nuovi fatti per capire se ciò che avevano scoperto delle altre persone poteva essere una buona base per un qualcosa di nuovo. Insomma, ciò che Jade aveva introdotto era stato più di un tentativo, era stata speranza.

Carter, oltre a sviluppare la voglia di parlare con Leighton, aveva notato alcune cose: prima fra tutti che lui e Scott avevano gli stessi interessi, dato che si stava destreggiando tra Jade e Leighton, e la seconda era come fosse diventato un po' più esplicito con Jade, che rispondeva solerte e naturale alle sue attenzioni.

Nonostante la questione Jade fosse presa da due punti differenti, a Carter non piaceva aver notato quanto i gusti suoi e di Scott fossero simili, né che le sue amicizie fossero così... estese. Aveva avuto rapporti amichevoli alquanto esclusivi e la cosa gli era sempre andata bene.

Sapeva che lui e Jade, come tutti gli altri, erano in quel programma per dedicarsi a ciò che di sbagliato c'era nelle loro relazioni e migliorare la cosa, ma non riusciva a pensare di dover rinunciare a lei per dividerla – o peggio, perderla – con qualcun altro. Aveva capito di non considerarla più la pedina di un gioco ma una persona, non voleva rimanere solo lì dentro ad affrontare tutto quello e, soprattutto, se stesso; non quando in lei aveva trovato una parte naturale di sé che Jade gli aveva fatto capire di non limitare, perché lei non era lì per giudicarlo od osservarlo. Più volte gli aveva fatto capire di sostenerlo e di essere felice di condividere con lui certi istanti.

Come in quel momento: lei lo stava spronando a provare aerial silk se davvero avesse voluto, senza prenderlo in giro per la poca virilità della cosa o per la calzamaglia aderente che probabilmente avrebbe dovuto indossare; l'aveva spronato a provare, anche senza accorgersi del palese sarcasmo del cantante.

L'aveva solo implorato di non farlo nella sua stessa scuola di danza, perché si sarebbe vergognata a morte.

Jade si sentiva inadeguata e inadatta in sua presenza, gliel'aveva detto più volte – forse spinta dalla loro conversazione iniziale e dal fatto di essere una fan – anche scherzando, eppure non si era nemmeno fermata a pensare a quanto potesse essere ridicolo lui concentrato in qualche figura o vestito in modo ancora più imbarazzante del solito, lei aveva pensato a quanto potesse sembrare goffa o imbranata davanti a lui, perché aveva un'altissima considerazione di Carter.

Jade non giudicava, Jade c'era per lui e basta.

Sempre.

Carter avrebbe dovuto pensare che non era una questione temporanea, eppure aveva paura – da buon egoista – che Scott potesse minare il loro rapporto, allontanando la sua amica da lui.

Era già successo con Mark durante la terza settimana, ma era stato diverso: Jade non lo voleva e il cantante l'aveva capito prima di lei, se anche fossero stati anime gemelle sapeva che non sarebbe stato lui a dividerli, per quanto fossero stati fisicamente lontani. Scott, invece, era un altro discorso. A lei interessava e se quei due avessero palesato la cosa e trovato una via per incanalare questo coinvolgimento, la situazione avrebbe interferito in modo abbastanza netto. Avrebbe potuto separarli in un certo senso, mettere una distanza tra loro che difficilmente avrebbero superato, una distanza che Carter non voleva ci fosse, men che mai durante il programma.

Per allontanare ogni pensiero paranoico e a tratti psicotico, cose che non erano da lui perché nemmeno con Emily si era mai fatto tanti problemi, decise di concentrarsi su Leighton e Olivia, soprattutto dopo aver baciato la testa di Jade che, abbandonando la conversazione per fare un salto in bagno, era stata poi rapita da Scott e spinta contro il muro. Li tenne d'occhio dalla distanza, seduto sul divano, e ringraziò che Taylor, Mia e altri ragazzi interruppero quel momento che si stava facendo sempre più intimo, tanto da far accorciare loro le distanze senza che se ne accorgessero.

Andarono a dormire tutti con i propri pensieri per la testa, grati a Jade per aver dato una svolta all'interno della villa e per aver riportato una tranquillità inaspettata.

Il giorno dopo si svegliarono presto e rimasero stupiti nel vedere nuvoloso. Era la prima volta in più di un mese che grosse nubi si affacciavano all'orizzonte. Non erano quelle bianche e all'apparenza soffici, ma quelle sottili e tendenti al grigio che sembravano preannunciare un peggioramento ancora indeciso su quando presentarsi.

Jade si svegliò per prima e notò subito la strana luce chiara e fastidiosa che proveniva da fuori. Si preparò un caffè al volo da bere all'aperto, appoggiata al muro della villa mentre si godeva la pace mattutina delle otto e mezza. C'era una quiete ovattata quasi innaturale, nemmeno gli uccelli cinguettavano quasi il tempo li avesse invogliati a prendere le cose con calma e a poltrire un po' di più. C'era solo il leggero fischio della brezza che probabilmente aveva portato quelle nuvole fino a coprire il sole, ma era tutto così calmo da infonderle una tranquillità assurda, il modo migliore per iniziare la giornata.

«Ti ho sentita alzarti.» Scott, con la faccia ancora assonnata e i capelli spettinati, aveva fatto capolino dalla porta finestra vicino al muro cui Jade era appoggiata.

«Non volevo svegliarti» bisbigliò lei imitando il tono sommesso del ragazzo, un sussurro che ben si addiceva all'atmosfera che li circondava. La voce così bassa assomigliava a una coccola mattutina di cui avrebbero dovuto giovare tutti nel mondo.

«Non è colpa tua, ma di uno spiraglio di luce negli occhi.» Guardò dentro casa attirato da un rumore. «Torno subito. Cosa ne dici ci aspettarmi su una sdraio a bordo piscina?»

Le fece l'occhiolino e scomparve in cucina prima di attendere risposta.

Jade colse il suo invito e si fece trovare seduta su un lettino con la sua tazza di caffè quasi alla fine.

Scott arrivò poco dopo con un vassoio, del caffè fumante per sé e dei pancakes per due, dato che la produzione faceva arrivare la colazione da un catering scelto per aiutarli nel preparare ogni pasto.

«Grazie» mormorò lei prima di immergere l'indice nello sciroppo d'acero e portarlo poi alla bocca.

Scott si perse a guardare quel gesto spontaneo e le imperfezioni di Jade che a lui piacevano tanto. Le lentiggini visibili sulle guance, il volto gonfio dal sonno, l'ingenuità che traspariva dal suo sguardo. Jade sembrava una persona pura, e lui adorava questo lato così schietto di lei.

Entrambi calarono sulla testa i cappucci delle felpe per evitare di prendere ulteriore freddo, dato che non c'era il sole a scaldarli, e iniziarono a consumare il pasto e a scambiarsi qualche confidenza, volevano entrambi capire se quello che avevano notato tra loro meritasse di essere approfondito.

«Cosa vuoi da una relazione?» domandò all'improvviso Scott. «Sì, insomma, cosa cerchi ora in un rapporto che ti è sempre mancato in quelli precedenti?»

Wow, quella era una bella domanda.

«Oddio, beh...» iniziò Jade tentennando. Quella domanda era la soluzione per il gioco, se avesse conosciuto la risposta anche i suoi problemi, probabilmente, avrebbero avuto fine. «Cavolo, non è facile. Ci devo pensare un attimo, sai? Ti dispiace?»

In realtà era stata il punto focale della sua ultima relazione, ma doveva capire se la risposta si adattava a una situazione generica. Si prese del tempo per pensarci.

«No, affatto. Non è una domanda così semplice, lo capisco» le disse lui mentre si sdraiava sul fianco sinistro per poter continuare a guardarla in faccia.

Poi un lampo di consapevolezza attraversò la mente di Jade: «Tu conosci la tua risposta?»

«Certo» alzò le spalle, sorridendo.

«Potrei sentire la tua? Magari mi aiuti a schiarire le idee.» Provò a proporre Jade in seria difficoltà. Stava cercando nei meandri della memoria cosa aveva accomunato la fine delle sue quattro storie importanti – Todd, John, Matt e Travis – con un occhio particolare sull'ultima, quella che più l'aveva lasciata con l'amaro in bocca e senza la voglia di credere ancora davvero nell'amore.

«Ok» esordì Scott prima di mettersi supino con le braccia dietro la testa. «Io voglio essere amato.»

Jade sgranò gli occhi, sbalordita per quella risposta. Era certa che fosse la base di ogni rapporto, anche se non sempre poi l'amore bastava per salvarlo. Per lei, almeno, era stato così.

«Sono sempre stato con ragazze che dicevano di amarmi, ma hanno sempre dimostrato di tenere più a me per altri motivi: tatuaggi gratis, il mio conto in banca che ok, non è immenso, ma il lavoro va molto bene e loro lo vedono, gli agganci giusti. Insomma, pure mia mamma non è stata un buon esempio: tutti quei mariti abbandonati con facilità, fratellastri sparsi ovunque. Ho un bel legame con i miei fratelli, ma è l'affetto dei genitori che mi è sempre mancato. Penso siano state queste esperienze a segnarmi, per questo sono sicuro di volere accanto una persona che si dedichi a me in modo assoluto.»

Ora capiva le sue parole e le implicazioni che lui collegava, ma non riusciva a condividerle: per lei la questione era diversa e una risposta simile non l'avrebbe resa al meglio.

Capì cosa voleva comunicargli, e l'aveva detto proprio al suo ultimo ex, Travis.

«Ho affrontato una simile discussione con il mio ultimo ragazzo. Ora ricordo cosa gli ho risposto, e posso dire con certezza che è la cosa che più mi rappresenta e che più desidero da un rapporto» disse prima di chiudere del tutto la felpa della zip quasi potesse proteggerla dal modo in cui si stava per esporre.

A Jade non piaceva dover parlare della propria vita privata, ma sentiva di potersi aprire con Scott, che lui non l'avrebbe giudicata. Mai, probabilmente, avrebbe affrontato un simile discorso con Carter, perché avrebbe avuto il terrore di essere fraintesa, una cosa che non avrebbe voluto, soprattutto su quel determinato argomento: il suo punto debole per eccellenza.

«Io voglio essere scelta» esordì sicura, mentre la mente faceva scorrere i ricordi di tutte le relazioni fallite. «So che può sembrare stupido, ma ogni mia relazione è finita perché ero una delle tante opzioni e non la scelta di qualcuno. Non voglio essere la cosa più importante per una persona, ma voglio essere importante come le altre cose, e per me non è mai stato così.»

Sospirò più serena dopo aver esposto un simile pensiero, eppure sentiva il bisogno di approfondire il discorso.

«Per Todd sono venuti prima gli studi. Non dico che dovesse scegliere tra me e loro, ma avrei tanto apprezzato che affrontassimo l'argomento insieme al posto di vedermi scaricata perché non rientravo nei suoi piani. Poi c'è stato John che ha scelto la sua carriera da giocatore di basket in Europa, e la cosa andava ben oltre il concetto di relazione a distanza che riuscivamo a sopportare in quegli anni. Matt, invece, se ne fregava e basta: prima c'erano gli amici, il surf al posto del lavoro, i giri per i locali. Infine c'è stato Travis, colui che mi ha distrutta. Lui era un ragazzo normale, con il suo lavoro a LA e pensavo che la situazione fosse abbastanza definita perché tra noi fosse diverso rispetto agli altri; invece lui preferiva... beh, le donne. O meglio: il sesso che potevano offrirgli. È il concierge in un albergo di lusso, ha sempre conosciuto ragazze disposte a tutto. Io non gli davo abbastanza, così ha detto quando l'ho scoperto a casa sua con un'altra. Una collega, giusto per non farsi mancare nulla. Ero brava per i suoi gusti, ma non abbastanza.»

«Che bastardo» proferì sconcertato Scott davanti a tanta cattiveria.

«È a causa sua se mi sono sentita umiliata e annientata. Ed è per questo che voglio essere importante e voglio essere scelta: perché se una persona lo farà vuol dire che mi accetta per quello che sono, per come mi ha conosciuta: pregi e difetti compresi. Anzi, soprattutto quelli.»

Jade voleva essere sicura che se una persona avesse scelto lei avrebbe quindi escluso le altre donne di conseguenza, l'esperienza di Travis e il non sentirsi mai abbastanza le era bastata.

«Jade, io...» Scott era impacciato e diventato leggermente rosso, ma fu interrotto da Carter che uscì dalla porta in vetro del salotto, la stessa da cui erano usciti loro.

«Oh, finalmente, è da cinque minuti che vi stiamo cercando!» esordì sollevato, anche se trovarli così vicini e affiatati non gli faceva molto piacere. Perché sembrava che solo Scott riuscisse a rendere Jade felice? Perché lui no, dato che era il cantante della sua band preferita e ora anche suo amico? «Ci sono un paio di persone della produzione, devono fare un annuncio ma tutti devono essere presenti.»

«Arriviamo» rispose solerte Jade, diventando rossa a sua volta a causa del senso di colpa per essere stata scoperta da Carter con Scott in un momento così intimo.

Aspettò che l'altro rientrasse per tendere una mano al proprio confidente della mattinata, aiutarlo a raccogliere i resti della colazione e rientrare in casa dove gli altri li stavano aspettando seduti sul divano mentre davanti a loro c'erano due esponenti della produzione.

Si erano presentati per annunciare un imminente temporale. Non c'era nulla di strano, poteva capitare lungo la costa settentrionale dell'isola, ma questa volta si sarebbe abbattuto con violenza e sembrava durare tre o quattro giorni, quindi i due membri dello staff del programma erano lì per annunciare un po' di cambiamenti che sarebbero avvenuti quella settimana.

La sfida si sarebbe tenuta a breve, allestita all'interno del perimetro della casa, mentre la fuga d'amore si sarebbe svolta il giorno dopo per permettere ai fortunati vincitori di usufruirne e lasciare poi che i concorrenti trascorressero i giorni di pioggia torrenziale al sicuro in casa. Sabato, o se il tempo non fosse migliorato domenica, avrebbero scoperto la coppia da spedire nella cabina della verità e la domenica sera, come sempre, ci sarebbe stata la cerimonia di accoppiamento.

Non c'era niente di pericoloso nelle condizioni climatiche avverse che non prevedevano danni, ma avevano voluto tutelare tutti i ragazzi preferendo costringerli tra le mura domestiche piuttosto che metterli a rischio e vedere saltare le attività collegate al programma.

Così, un'ora dopo, le ragazze si ritrovarono a bordo piscina con solo un bikini addosso, e i ragazzi con i loro costumi e una maglietta. Videro nove lettini da massaggio disposti lungo il perimetro della vasca e Ryan ad attenderli con un sorriso.

Spiegò per gli spettatori a casa il cambio di programma, poi iniziò a illustrare la prova: le ragazze avrebbero dovuto stendersi sui materassini, levarsi il pezzo sopra, coprire il fondoschiena con un asciugamano e, infine, bendarsi. Dovevano scoprire quale ragazzo avrebbe fatto loro il massaggio, ma, c'era sempre un ma, dovevano indovinarne il più possibile. Per questo erano state create più fasi: se la prima consisteva in un massaggio normale, la seconda prevedeva una manipolazione con una qualsiasi parte del corpo senza usare le mani, mentre la terza prevedeva di massaggiare quello che volevano con quello che preferivano fino a rendere sempre più difficile il riconoscimento di ogni ragazzo.

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