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Quarta puntata [3/5]

«Quella ragazza ha ottimi gusti, l'ho sempre pensato.» Logan non riuscì a posticipare oltre il commento. Quando le cose lo riguardavano personalmente, era difficile non dare il proprio parere.

«Chissà perché ora la rivaluti.» Jules si girò verso il nipote per sfoggiare un'espressione diffidente mentre lo fissava negli occhi.

«Ora? Così mi offendi. Diciamo che mi sono sempre mostrato tiepido nei suoi confronti perché non si era mai esposta e per non darti troppa soddisfazione.»

Non poteva certo ammettere che la zia avesse ragione e che aveva notato quanto fosse carina solo in quel momento.

Doveva concedere, a malincuore dato che si parlava di una fan, che Jade era davvero graziosa. Non era una bellezza sfrontata, di quelle che piacevano a entrambi i cugini, ma aveva un qualcosa di ingenuo e puro che stuzzicava in ugual modo, anche se in base a un principio totalmente differente. Era una cosa più mentale e meno fisica, diversa da quella che erano soliti provare davanti a una ragazza.

Inoltre non gli piaceva dire a sua zia che aveva avuto ragione su quella ragazza che all'apparenza non diceva poi molto perché troppo schiva, soprattutto nei modi.

«Eh sì, adesso invece ha proprio svelato il suo vero io, giusto? Immagino non c'entri nulla il fatto che abbia notato che ho due figli bellissimi e non solo uno.»

Definire Logan un figlio era diventato normale per lei e la cosa gli scaldava sempre il cuore. Ogni volta era come ritrovare la sensazione di casa dopo tempo. Per Logan era lo stesso. La chiamava zia ma per lui era una vera madre.

Jules, dal canto suo, sapeva di non aver detto una bugia, perché Logan era bello quanto Carter anche se diversi, ma era un'esca per smascherarlo e fargli ammettere che l'attenzione nei confronti di quella ragazza era nato nel momento in cui Jade aveva dimostrato un interesse per il batterista. Forse.

«Donna di poca fede.» Logan si finse offeso, tanto che per continuare la frase ci mise un paio di minuti. «Se non trova l'anima gemella dici che posso farmela presentare da Carter?»

Una domanda che stupì entrambi, forse perché tutti e due avevano notato il fondo di verità e interesse celato nel significato di essa.

«Ma non sei già occupato?»

Jules doveva ammetterlo, Logan aveva attirato la sua attenzione. Perché interessarsi a una ragazza che aveva la propria anima gemella all'interno del programma quando lui stesso, a casa, aveva una "fidanzata"?

Non che pensasse che d'improvviso si fosse innamorato di Jade, nemmeno lontanamente, ma forse la situazione con Kat era meno stabile di quanto Logan mostrasse, e la cosa poteva solo rincuorarla, per quanto fosse un pensiero egoista, dato che avrebbe dovuto desiderare la felicità del figlio. Eppure era sicura che quest'ultima non dipendesse da Kat.

«Nella vita non vi è certezza alcuna» rispose in tono solenne ed enigmatico, mostrando un sorriso ironico che voleva dire tutto e niente.

«Tranne la tua stupidità!» Lo prese in giro Jules, non voleva creare tensione come era successo durante l'ultima puntata, quando avevano parlato della sua ragazza, preferì dunque sdrammatizzare. «Meglio tornare a prestare attenzione alla puntata, se non vuoi che io ti ponga un terzo grado sull'epifania riguardo la tua relazione.»

Logan alzò le mani in aria in segno di resa.

«Dio me ne scampi! Concentriamoci sulla TV.»

La puntata proseguì con una video di Jade e Carter davanti a una telecamera, chiusi in una stanza in cui i concorrenti approfondivano certi argomenti quasi fosse un diario di bordo. Ne uscì un sipario tragicomico in cui Jade fece un appello a Logan e Oliver per conoscerli perché era sicura che Carter, fuori di lì, non glieli avrebbe mai presentati, alla faccia dell'amicizia. Ci teneva davvero a incontrarli, e sperava potesse accadere davvero. Concluse dicendo che non si fidava di Carter per via del ciclo mestruale altamente sregolato che lo colpiva d'improvviso. Carter, dal canto suo, si mostrò fintamente ferito da quelle parole e continuava a chiedere agli amici e ai fan aiuto per liberarsi da quella pazza ingrata che non sapeva apprezzare la sua compagnia e le sue performance. Parola che accompagnò con un visibile doppio senso, cosa che la fece imbarazzare e divertire.

Quel video divenne una cosa senza senso che giovò all'animo di entrambi, portandoli a credere di aver raggiunto una complicità e una confidenza che in pochi in casa avevano.

Una parentesi che finì per riportare l'attenzione del montaggio alla sera precedente, dove le coppie destinate alla fuga d'amore erano eccitate per l'imminente giornata e Haylee si confidava con Leighton e Annah riguardo a Dylan, un discorso che riusciva a metterla in crisi.

Arrivò anche Jade per cercare di consolare quella che ormai considerava un'amica e, dopo un'attenta analisi fatta di ipotesi e supposizioni, convinse tutte ad andare a letto. Si avviarono in camera dove trovarono Olivia stesa sul letto mentre parlava con Nick e Carter, seduto sul proprio materasso, separato da quello degli altri.

Le ragazze presero i pigiami e si cambiarono, anche se Jade non mancò di chiudersi in bagno per farlo. Era vero che erano abituati a vedersi in costume, ma non riusciva proprio a rimanere in intimo davanti agli altri con la facilità con cui rimaneva in bikini, era una cosa diversa e la inibiva.

Ne uscì con degli shorts sui cui c'erano stampati degli ananas e una canotta con sopra un'opera di Keith Haring. Piegò al meglio i vestiti e li posò nella propria porzione di armadio. Una volta chiusa l'anta prese i capelli che prima aveva spazzolato e iniziò a farsi una treccia morbida, come ogni sera prima di andare a dormire.

Carter, dal proprio letto, la studiava con attenzione mentre una Jade ignara continuava a sovrapporre le proprie ciocche sempre più chiare.

«Perché ogni sera ti fai la treccia?» le domandò dopo aver inclinato la testa. Non riuscì a trattenere la domanda tra le labbra, Carter era curioso di natura.

L'unica a non gradire l'interruzione del loro discorso fu Olivia, non capiva come una treccia potesse essere più interessante di ciò che si stavano dicendo. O meglio, degli sguardi giocosi e interessati che lei e Carter si stavano scambiando.

Jade legò l'estremità della treccia con l'elastico, poi la spinse dietro la schiena, soddisfatta.

«Perché» E si sedette sul proprio letto, quello più esterno posizionato ai piedi di quello su cui dormiva il cantante, seguita dalle altre. «ho i capelli talmente lunghi che mi danno fastidio mentre dormo. Se non li lego continuo a tirarmeli e a svegliarmi, e mi avvolgono quasi a soffocarmi. Così sono ordinati e non mi danno impiccio.»

Per sottolineare il concetto mosse la testa mostrando quanto poco spazio quella acconciatura occupasse, poi sorrise. «Pensavo che tu potessi capirmi, visto che, in quanto a capelli lunghi, non scherzi.»

Carter alzò impercettibilmente gli angoli della bocca in una smorfia soddisfatta e lusingata: aveva i capelli lunghissimi ormai, più lunghi e belli di quelli di molte donne anche all'interno della casa, ma sentire con le proprie orecchie quanto la cosa gli fosse riconosciuta era gratificante per il suo ego.

«In effetti non ci avevo mai pensato, eppure di notte spesso mi danno fastidio.»

Glielo dovette riconoscere.

Jade sembrò sistemarsi nel letto per continuare a parlare con le altre ragazze e, infine, addormentarsi, ma qualcosa glielo impedì.

«Jade?» la diretta interessata si girò solerte al richiamo di Carter, troppo invitante per essere ignorato. Annuì per invitarlo ad andare avanti. «Mi faresti la treccia?»

Jared Leto aveva fatto scuola.

La richiesta la stupì per più motivi e, guardandosi attorno, capì di non essere l'unica ad aver reagito in quel modo. Poté sentire lo sguardo contrariato di Olivia scivolarle sulla pelle, mentre Haylee – forte delle sue strane teorie su Jade e Carter – se la rideva sotto i baffi.

A farla cedere era stato l'aspetto innocente di lui: la sua domanda era parsa ingenua ma sentita, e lo sguardo chiaro aveva in sé un'eccitazione vista poche volte in Carter, tanto che le fece dimenticare di dare una risposta affermativa anche a voce.

Ma a sorprendere lei e gli altri coinquilini fu il tacito assenso a mettere mano ai suoi capelli. In casa era risaputo quanto Carter non amasse farsi mettere le mani addosso, se non per tocchi meno intimi e più lascivi, men che meno gli piaceva il fatto che qualcuno toccasse la sua chioma tanto curata. Era parsa dunque strana quella richiesta, non solo perché consentiva a Jade di potersi avvicinare a una parte di cui lui era estremamente orgoglioso e geloso, ma soprattutto perché gliel'aveva chiesto quasi come una preghiera nella speranza di indurla ad accettare. Tutti i presenti alla scena sapevano quale privilegio avesse concesso all'amica, cosa che fece storcere il naso a qualche presente di sesso femminile già citata in precedenza.

Jade annuì senza proferire parola, quasi questa avesse potuto infrangere il momento. Tante volte aveva fantasticato di far scivolare le dita tra i capelli di Carter, e ora quel momento stava diventando realtà. Certo, la situazione che lei si era figurata aveva un'accezione diversa, ma il fatto che Carter le avesse dato il permesso di arrivare a tanto la lusingò: sapeva con certezza che una simile cosa l'avrebbe concessa solo a lei e non ad altri in quella casa, e le fece provare una soddisfazione avuta poche volte in vita sua; era come avere potere su di lui ed era contenta di vedere che quel rapporto non era più a senso unico, ma sempre più equo.

Si alzò dal proprio letto per sedersi su quello di Carter dietro di lui, e la cosa le provocò un brivido. Era la prima volta che si trovavano così vicini sul letto, era strano.

Haylee, per deformazione professionale, non se ne andava in giro senza una spazzola e gliela lanciò soltanto dopo aver legato attorno al manico un laccio per capelli.

«Posso?» Jade mostrò a Carter la spazzola nella speranza che lui le desse l'assenso per continuare mentre le altre fissavano la scena con un misto di invidia e ammirazione.

Lui acconsentì e Jade continuò. Spazzolò i capelli di Carter e poi iniziò a intrecciarli come aveva fatto poco prima con i propri; movimenti meccanici ed esperti che in poco formarono una treccia del tutto simile a quella che portava lei.

Carter, una volta finita, se la portò davanti per poter ammirare il risultato e poi la ringraziò, contento di poter muovere la testa e sentirsi più leggero rispetto al solito.

Drew, in quel momento, entrò in stanza e senza pensarci due volte prese la treccia e la tirò mentre si chinava sulla persona in questione per sussurrare con voce bassa e quasi seducente: «Stai bene con la treccia.»

Carter si girò di scatto per incenerirlo con lo sguardo e, quando Drew si accorse chi era la persona a cui aveva detto quella cosa, si alzò con fare rigido e mortificato.

«Scusa, ti avevo scambiato per Mia» ammise con le guance rosse per l'imbarazzo mentre gli altri ridevano fino a provare male alla pancia.

Carter, in un primo momento offeso per essere stato scambiato per una donna, si unì al gruppo divertito della faccenda, anche se in cuor suo aveva preso la decisione di non dormire spesso con la treccia, non voleva creare spiacevoli inconvenienti.

*

Poco dopo pranzo le tre coppie lasciarono la casa e si diressero verso la loro fuga d'amore, lasciando il resto dei partecipanti a godere della casa e degli svaghi che essa offriva.

Jade, rispetto alla settimana prima, si era mostrata partecipativa e allegra. Era stato strano rimanere con la maggior parte degli altri concorrenti ma sapere di essere in meno, ed era ancora più bizzarro sapere che sarebbe stato così per una notte; non erano pochi, ma sembrava fossero tutti lì a portata d'occhio e che all'improvviso si fossero ristretti e il gruppo, da variegato, sembrava molto ridotto, quasi avessero potuto creare tra loro un'intesa non frazionata come poteva capitare invece con venti persone.

La giornata trascorse tra esercizi nella palestra di fortuna che la produzione aveva fatto allestire in una piccola stanza, un bagno in piscina e qualche gioco senza pretese che avevano ricordato per tentare di svagarsi mentre, a turno, venivano convocati nel salotto per votare sullo schermo principale la coppia da mandare in cabina, anche se c'erano pochi dubbi a riguardo. Siccome due coppie su tre erano nuove, e anche alquanto improbabili, decisero di puntare sugli unici due che nell'ultima settimana sembravano aver trovato una nuova dimensione. Inoltre votare per Spencer e Daisy voleva dire provare ad allontanare lei e Drew e far girare il gioco nella direzione giusta e, inoltre, dare un'opportunità a Spencer che non chiedeva di meglio.

Si scusarono con Drew, ma si giustificarono dicendo che c'erano anche i loro soldi in ballo, anche se qualcuno votò per loro perché credevano davvero che quella potesse essere una coppia perfetta.

Il giorno si tuffò in una sera in cui vide Jade in un primo momento a parlare con Scott, poi intenta a partecipare con il gruppo in un discorso senza alcun senso che li tenne distratti tutta la sera, anche se fece fatica a ignorare gli sguardi insistenti e impassibili di Carter.

Più la serata entrava nel vivo più le persone si allontanavano dal salotto per ritagliarsi spazi personali in cui flirtare o discutere in gruppi più piccoli. Fu così che verso le due Haylee, con un sonoro sbadiglio, abbandonò Carter e Jade sul divano per raggiungere gli altri, già quasi tutti addormentati.

«Non venite?» chiese raccogliendo i capelli rosso sangue in uno chignon spettinato.

«Prima mi faccio una tisana» rispose Jade nello stirare la schiena e le braccia in un gesto stanco e liberatorio. Le sembrava che Carter avesse qualcosa da dirle e voleva dargli l'occasione per parlare senza essere guardati male e, soprattutto, ascoltati da orecchie indiscrete, non le piaceva condividere quei momenti con nessun altro.

«Se non ti dispiace ti faccio compagnia.» Le sorrise serafico, una cosa che le infuse tranquillità.

Jade salutò Haylee e si diresse a far scaldare l'acqua per gli infusi.

Quando in cucina rimasero soli si scambiarono qualche convenevole e, una volta che le tisane furono pronte, si diressero sotto al portico per sedersi sul dondolo.

C'erano solo le stelle, il rumore dei grilli e il frusciare delle foglie al comando di una brezza appena accennata. Era tutto fantastico e rilassante, difficile credere che non fosse perfetto e infinito o che li seguivano delle telecamere, cosa a cui avevano fatto l'abitudine dopo i primi giorni e di cui si dimenticavano quasi sempre.

Si confrontarono su quella nuova settimana, più a loro agio con una tazza tra le mani, una coperta sulla spalle e un discorso bisbigliato che lo rendeva solo loro. Carter le chiese di Scott e in risposta ottenne l'accenno di un interesse che pareva essere un buon inizio, mentre quando Jade gli domandò di Olivia si sentì dire che era ancora presto ma le cose si stavano smuovendo. Insomma, era tempo di mettere la carne alla brace e lasciarla cuocere a puntino.

Si diressero in camera ridendo sommessamente e solo grazie ai fasci di luna che entravano dalle ampie vetrate poterono orientarsi nella quasi totale oscurità. E Jade scoprì che il proprio letto era occupato da Dakota che dormiva con Simon, non lasciando un briciolo di spazio alla legittima proprietaria.

La cosa la contrariò un bel po', soprattutto perché sei persone erano assenti e non capiva perché proprio quella sera due suoi coinquilini avessero deciso di addormentarsi sul letto di lei, poi vide che tutti, bene o male, si erano addormentati di traverso su più materassi e capì la scelta di quei due, principalmente perché non c'era più uno spazio libero per dormire.

«Psst» sibilò Jade per richiamare l'attenzione di Carter e non svegliare gli altri, un richiamo accennato che nel silenzio generale lo fece voltare senza esitazioni. Lei, conscia di avere l'attenzione di lui e il chiarore della luna a illuminarla, indicò il proprio letto, mostrando i corpi quasi catatonici che lo popolavano.

Carter rise divertito, prima di sussurrare: «Dormi nel mio, c'è spazio per entrambi.»

* * * * *

TO BE CONTINUED

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