Quarta puntata [1/5]
L'entusiasmo per i passi avanti fatti non si era smorzato dopo la serata di festa, anzi, i ragazzi continuavano a giovare di quella positività per avvicinarsi gli uni agli altri e studiare altre strategie per trovare coppie.
«Se continuiamo su questa strada sono convinto che troveremo altri accoppiamenti e, prima o poi, anche un match perfetto.» Simon era sicuro che continuare a pianificare le coppie potesse essere un modo per risolvere tutti i loro problemi, peccato che fosse una scienza che andava ancora provata.
«Ma non abbiamo certezze che le coppie giuste siano quelle basate sulle affinità che abbiamo notato.» Gli fece notare Haylee.
«In realtà non abbiamo proprio certezze» aggiunse Annah sconsolata.
«Siete pessimiste.» Spencer e Drew si trovavano d'accordo sulla visione del programma di Simon. Per loro era questione di dinamiche da studiare a tavolino e sperare che le persone accettassero quello che gli altri decidevano per loro.
«Non vorrei fare di nuovo lo stronzo di turno» si intromise CJ, dato che nel discorso erano coinvolti tutti, rilassato sul divano dopo pranzo. «Ma come fate ad avere tutta questa fiducia in dei tentativi? Avete per caso la certezza riguardo qualche coppia?»
Dopo la figuraccia della settimana precedente si era dato una ridimensionata, iniziando così a dialogare in modo efficace con gli altri componenti della casa, rendendo per tutti la permanenza più piacevole.
«Ha ragione CJ» disse Jade risoluta. «E sapete che mi costa ammetterlo.»
Aggiunse con un sorriso sincero nella direzione dell'interessato per dimostrargli che tutto era stato dimenticato, non poteva comunque giudicarlo per un errore, non era da lei.
«Però ci sono quattro coppie!» sostenne Liam entusiasta.
«Ma non sappiamo quali sono» intervenne Carter, calmo come sempre. «Facciamo così: ognuno dica almeno una coppia che secondo lui è un match perfetto tra quelle confermate ieri sera nella cerimonia.»
Fu così che a turno ognuno espresse la propria preferenza, dimostrando che gli scettici avevano ragione. Era emerso che almeno sei accoppiamenti avevano l'aria di essere quelli giusti secondo le loro percezioni, con qualche preferenza verso una coppia, quella composta da Dylan e Haylee.
«Avanti, per voi è palese!» insistette Simon.
«Però non abbiamo la certezza.» A dirlo era stato proprio Dylan. «E non potete pregare che a ogni sfida vinciamo la fuga d'amore per mandarci in cabina. Con i miei problemi di salute per me non è così facile. E come concorrenti non possiamo aspettare che uno di noi due vinca una prova, intanto c'è altra gente che deve tentare a entrare nella cabina, non siamo gli unici a dover far chiarezza sulla situazione.»
A malincuore anche i più ottimisti dovettero ammettere di trovarsi d'accordo.
«L'unica cosa sicura è che non abbiamo certezze» disse Leighton con un certo disappunto, cosa che non era da lei. «Quello che mi irrita da morire è come gestite la cosa. Siamo qui per cercare l'amore e vincere anche dei soldi, ma sembra che il concetto basilare sia sfuggito ai più. State conducendo la situazione come se fosse una partita a Risiko senza considerare le persone coinvolte e i loro sentimenti, e a me non sta bene.»
Era amareggiata e le sue parole colpirono tutti in profondità, facendo calare un silenzio sul gruppo che, fino a poco prima, era stato chiassoso.
«Non per deludere tutte» intervenne Nick. «Ma i soldi mi farebbero comodo, se poi trovassi anche l'amore tanto meglio. Non so, però, se posso sperare di avere tutto.»
Alcuni annuirono alle sue parole solo con accenni della testa per non essere osservati con sguardi di rimprovero.
«Però il modo in cui conducete il gioco vi si ritorcerà contro» rispose Olivia. «Molti di voi stanno facendo affidamento su supposizioni, che però vengono viste come certezze che in realtà non abbiamo. Non si può pensare di costringere gli altri a seguirli in una visione così... utopistica.»
Jade le diede ragione con un veloce assenso. Odiava essere d'accordo con lei, ma era la prima volta che le usciva qualcosa di sensato dalla bocca e non poteva sottovalutare la cosa.
Era chiaro che su quell'aspetto in casa ci sarebbero state delle spaccature, perché nessuna delle due fazioni era disposta a cedere il passo in favore dell'altra, non dopo la parvenza di aver raggiunto dei risultati grazie a delle strategie in cui Jade si era trovata coinvolta solo in parte nel momento in cui aveva vinto la prova, e tanto le era bastato.
Lei se ne sarebbe chiamata fuori e avrebbe cercato la sua anima gemella a modo suo, non come se fosse stata una partita a monopoli. I soldi non le sarebbero affatto dispiaciuti, ma erano la questione secondaria della faccenda. Lei era lì per trovare qualcuno da amare, non che quantificasse il sentimento che tra i due doveva nascere.
«La verità è che ci basiamo ancora sull'attrazione fisica e poco altro, ed è il motivo principale per cui abbiamo deciso di partecipare a questo programma. Se non ci basassimo su criteri sbagliati non avremmo bisogno di aiuto per trovare la nostra anima gemella.»
Le parole di Annah, lo sapevano tutti, erano più che vere, ma era difficile accettare la verità.
«Quindi come pensate di risolvere la questione?» chiese Simon sapendo che non c'era una soluzione al problema.
«Ci sto pensando. Ho in mente qualcosa, devo capire se possiamo metterla in atto.» Lo zittì Jade, meditabonda.
«Maaa» Larissa interruppe tutti, cercando di alleggerire la tensione. «Trovare l'amore che abbia i soldi è così difficile, qui dentro?»
Sapevano che non stava del tutto scherzando, ma apprezzarono il fatto che, alla fine, fosse riuscita a smorzare i toni e distendere il clima, tanto da far archiviare la questione e passare ad argomenti più frivoli e neutri.
*
L'idillio era comunque durato poco e a interromperlo, inaspettatamente, erano stati Haylee e Dylan.
Avevano iniziato a litigare per una sciocchezza, ma, approfondendo il discorso davanti a tutti, non preoccupandosi di dare spettacolo, erano emersi due caratteri forti che potevano entrare in netto contrasto a causa delle opinioni divergenti.
La situazione si era fatta seria e i motivi per questionare reali, tanto che gli altri coinquilini, prima interessati alla loro conversazione, ora cercavano modi alternativi per fuggire dal salone.
Se all'inizio erano sicuri che comunque la cosa si sarebbe potuta risolvere con delle scuse e nel giro di pochi minuti, il continuo discutere e l'accentuarsi dei toni mise in allerta gli altri ragazzi della casa. Erano davvero anime gemelle o il loro feeling era basato solo su una più estemporanea attrazione? Iniziavano a credere che il litigio potesse aprire crepe più profonde del previsto e dimostrare che forse non erano fatti l'una per l'altro come avevano creduto fino a quel momento.
Oppure era solo un momento di defaillance, magari dovuto a una situazione che non riusciva a delinearsi?
Nel caos generale Jade non si accorse di avere vicino qualcuno.
«Seguimi.»
Si voltò e vide Scott stringerle le dita attorno al polso e trascinarla fuori senza che nessuno se ne accorgesse. Lo seguì senza opporre resistenza, grata di quel salvataggio inaspettato.
Aggirarono la piscina e si sedettero sul prato, in un angolo della casa, a fissare il cielo pieno di stelle. Era strano poterne vedere così tante, erano abituati alle luci delle grandi città che ne offuscavano la visuale.
Respirarono l'aria a pieni polmoni, grati di essere lontano da quel vociare così fastidioso, e finalmente si guardarono. E si sorrisero.
«Grazie. Non avevo pensato di fuggire da lì. È stato come assistere a un incidente in autostrada: vorresti evitare di guardare, ma non puoi impedirtelo perché vorresti capirne le dinamiche.» Jade spostò i lunghi capelli dietro la schiena, così da godere della leggera brezza di quella sera. Non sapeva come, ma era sicura che avrebbero faticato a dormire se quei due avessero continuato a urlare così. Era convinta che avessero bisogno di qualcuno pronto a dividerli e a farli ragionare, ma pensava che avessero bisogno di confrontarsi per capire se effettivamente potevano superare la cosa e costruire qualcosa di serio o meno.
«Di niente. ho pensato di avere bisogno di scappare da quel delirio, ma passare del tempo qui fuori da solo non sarebbe stato divertente.»
«Perché, ora sono diventata divertente?» Jade gli sorrise, allegra.
Le piaceva la naturale confidenza che si era instaurata tra loro, non credeva che sarebbe riuscita a sentirsi a suo agio accanto a Scott, di solito i ragazzi simili la mettevano in soggezione, almeno i primi tempi, ma con lui non era accaduto.
La verità era che un uomo che potenzialmente poteva piacerle metteva a serio rischio la sua sicurezza, una caratteristica che non le piaceva ostentare se non il necessario.
«Lo sei sempre stata» rispose con un sorriso caloroso. «Però non lo dimostri sempre. Sai, apprezzo proprio questo di te: i tuoi esilaranti silenzi.»
La prese in giro per cercare di metterla a proprio agio.
«Ah ah, simpatico. Sei fortunato, sono dotata di un grande senso dell'ironia.» Gli diede un leggero schiaffo sul braccio per cercare un contatto e sottolineare a quel modo che non se l'era affatto presa.
«Lo so, altrimenti non te l'avrei mai detto. Sei una delle poche ragazze qui dentro a capire il sarcasmo e a non essere permalosa.»
No infatti, non era permalosa, solo un po' bipolare durante il ciclo, ma niente che esulasse dalla sua normalità di appartenente al genere femminile.
«Mi fa piacere che qualcuno se ne sia accorto e che pensi sia un pregio.» Era bello scherzare così con qualcuno, o forse era gratificante aprirsi con una persona che avesse notato tanto di lei e non fosse Carter, la sua croce più grande e la sua ancora di salvezza fino a quel momento.
«Pregio, non esageriamo... diciamo che non è un difetto.»
«Un gentleman!» Lo prese in giro mentre si abbracciava le ginocchia.
«Beh, non posso svelare subito le mie carte, sbaglio?» Ammiccò verso Jade, ormai rapita dal loro discorso.
«Ah giusto, il fascino dell'uomo misterioso, come ho fatto a non pensarci!» Si batté una mano sulla fronte, fingendo una sbadataggine che non le apparteneva.
«Vuoi dirmi che non è la stessa tattica che stai usando tu?»
«Quale, quella di fingermi uomo?» rispose pronta lei.
«Scema.» Le diede una piccola spinta con la spalla. «Quella del mistero.»
«Oh no, io sono asociale e stronza di mio, è diverso. Nessuna tattica.»
Si stese sull'erba, sperando che Scott la seguisse. Non sapeva perché, ma desiderare di averlo sdraiato accanto a sé la faceva sentire una ragazzina. Sembravano di passaggio seduti vicini, ognuno nel proprio spazio che sembrava dovesse rimanere inviolato, nonostante il loro desiderio di abbattere quella riservatezza.
Scott si sdraiò accanto a lei, e di colpo l'atmosfera cambiò. Più intima e solenne, sembrava che l'ilarità di poco prima fosse lontana anni luce, come se il fatto di non guardarsi più in viso permettesse loro di approfondire altri aspetti fino a quel momento inesplorati.
«Posso farti una domanda?»
Jade se lo sentiva, d'altronde non c'era momento più giusto di quello.
«Chiedi quello che vuoi.»
Era pronta a dirgli che in caso non se la sarebbe sentita di rispondere.
«Non è strano per te essere amica di Carter? Insomma... lo conoscevi da prima, avrai avuto un'idea su di lui, no?»
Ok, doveva rivedere i suoi piani: non poteva evitare di rispondere, altrimenti avrebbe complicato la sua posizione di fan tanto da passare per quella che si era presa una bella cotta. Più volte il pensiero le aveva accarezzato la mente, ma si era detta che a ventisei anni era solo una grande stima spronata anche dal bell'aspetto di lui, nulla più. Doveva quindi optare per la verità, nonostante non le piacesse affrontare l'argomento proprio con Scott, non voleva rovinare ogni possibilità con lui, ma questo la portò a parlargli con estrema franchezza; se lo meritava.
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