Prima puntata [2/3]
«Benvenuti all'esperimento di coppia più ambizioso che sia mai stato tentato. Questo è: Are you the one?» esordì Ryan, davanti ai ragazzi fuori dalla maestosa villa che li avrebbe ospitati. «Venti single da tutte le città degli Stati uniti. Siete qui perché avete tutti qualcosa in comune: fate schifo in amore.»
I ragazzi risero nervosi e colpevoli, ma anche divertiti. Si vedeva quanto fossero su di giri per quella nuova esperienza.
Ma Ryan aveva un compito preciso da portare a termine, così continuò il proprio monologo: «Ognuno di voi ha affrontato un lungo percorso di scoperta con psicologi, test di compatibilità, esperti di coppia, amici, famiglia... ed ex, e noi siamo stati in grado di trovare la vostra anima gemella. La persona è qui... il vostro compito sarà capire di chi si tratta. Avrete dieci possibilità di creare dieci coppie perfette, se ci riuscirete ve ne andrete dalla Jamaica con l'amore e non solo, perché vi dividerete il premio in denaro più grande della storia di MTV: un milione di dollari.»
Scattarono urla entusiaste, battiti di mani e sguardi interessati, dato che i ragazzi erano separati dalle ragazze.
«Ma, come avrete notato, per questa seconda edizione c'è qualcosa di diverso: le ragazze sono dieci, ma i ragazzi nove. Ebbene, non ci sono due anime gemelle per un ragazzo, il decimo uomo sta arrivando, ma abbiamo pensato avesse bisogno di una presentazione particolare, volevamo farvi una sorpresa.»
Aspettò le reazioni dei ragazzi che non tardarono ad arrivare: si guardarono sorpresi e interessati, alcuni impauriti, perché una presentazione a parte non preannunciava nulla di buono.
«Ho l'onore di presentarvi un uomo che, in realtà, non avrebbe bisogno di molte introduzioni... a parlare per lui basterebbe il Grammy vinto nell'ultima edizione degli Awards. Alcuni lo conoscono come il creatore di una linea di vestiti all'ultima moda, altri invece lo potrebbero conoscere come il frontman di una band di un certo successo: i Destination: Glory. Signore e signori, vi presento Carter Madden.»
Carter, sentito pronunciare il suo nome e spinto da altri addetti dello staff del programma, scese le scale d'entrata con il sorriso più accattivante che potesse cucirsi sulla labbra ostentando una certa sicurezza di sé che in realtà non aveva, ma decise di sfoderare le sue doti recitative, quelle che a furia di stare sotto ai riflettori aveva imparato.
Salutò le ragazze e si diresse nel gruppo dei ragazzi, dove ricevette un caloroso benvenuto, nonostante lo shock dei presenti.
«Carter è qui per il vostro stesso motivo. Tra le dieci ragazze si nasconde la sua anima gemella. Ora è uno di voi a tutti gli effetti: trattatelo bene, mi raccomando!» Si assicurò Ryan trovando il sostegno di molti compagni d'avventura del cantante.
Carter intanto aveva iniziato a guardarsi attorno: quelle erano le facce con cui avrebbe convissuto per dieci settimane, volti che avrebbero assunto un nome, un carattere e che avrebbero reso quelle persone reali, gente in grado di cambiare la sua vita, di sicuro una tra loro aveva quel potere. O forse di più, se i sentimenti per una ragazza fossero prevalsi rispetto a quelli per il proprio match perfetto.
C'erano ragazze bellissime e molto provocanti: alcune bionde, altre castane, che gli ricordavano le modelle che erano soliti frequentare lui e suo cugino, poi c'erano le altre ragazze. Sempre belle, ma meno seducenti, più ordinarie. Non che ci fosse nulla di male in questo, ma era strano avere a che fare con ragazze dall'aspetto così normale e puro, quasi ingenuo, non ricordava di aver avuto a che fare con una simile tipologia nemmeno al liceo.
«Bene» concluse Ryan, costringendo Carter a riportare l'attenzione su di lui. «Per me è tutto, ci vediamo a breve per la prova da superare, e poi tra una settimana per la prima cerimonia di accoppiamento. Buona fortuna ragazzi, andate a rompere il ghiaccio e sfruttate al meglio il tempo che avete a disposizione: cercate di formare più coppie perfette possibile!»
I concorrenti applaudirono e si diressero verso casa.
Ci fu chi si diresse al bancone del bar per preparare dei cocktail nonostante fosse passato da poco mezzogiorno, altri che invece si diressero a scoprire la casa e le camere in cui avrebbero dormito. Carter era tra quelli, perché aveva visto la disposizione dei letti nella prima serie e voleva accaparrarsi l'unico singolo lì dentro, nella stessa stanza con gli altri ma leggermente distante, giusto per garantirsi la propria riservatezza. Aveva trentun anni e, nonostante sembrasse più giovane, la promiscuità di quel posto gli stava un po' stretta. Certo, aveva delle preferenze sessuali a volte particolari, ma non voleva dire condividerle con il mondo. Quei ragazzi erano più giovani di lui e iniziava a domandarsi cosa c'entrasse con loro, che non avevano problemi a dormire tutti insieme, a bere nel primo pomeriggio e a chiudersi nella stanza del sesso per farlo con l'anima gemella di qualcun altro.
Beh, sotto quel punto di vista nemmeno lui a riguardo si sarebbe fatto scrupoli se gli fosse capitata l'occasione.
Dopo essersi accomodati scesero tutti al piano di sotto e passarono alle presentazioni.
Daisy, Liam, Nick, Haylee, Larissa, Olivia, Leighton, Dylan e molti altri.
«Lo sapete che non mi ricorderò mai un nome, vero?» disse sconsolato alla persona vicino a lui. «Tu sei?»
Il ragazzo rasato gli sorrise, cordiale. «Spencer.»
«Giuro che me lo ricordo» assicurò Carter, sapendo di promettere il falso. Spesso non ricordava il testo delle canzoni che lui stesso scriveva, come poteva ricordare venti nomi in una giornata soltanto?
«Sono belle, vero?» Si lasciò andare Spencer guardando le ragazze che si muovevano attorno a loro, tutte – o quasi – bramose di buttarsi su Carter per avere la sua attenzione, ma nessuna abbastanza coraggiosa per avvicinarsi, non ancora.
«Sono davvero bellissime, sì.» In effetti, nonostante fosse abituato a frequentare donne che molti reputavano ultraterrene, doveva ammettere che la cerchia ristretta della casa era composta da ragazze veramente graziose. Qualunque di quelle fosse stata la sua anima gemella, sarebbe caduto in piedi.
«Ma tu sei abituato a donne anche più belle» ammise sconsolato il ragazzo, come se si fosse accorto solo in quel momento di parlare con una celebrità che aveva avuto come ex ragazze Jennifer Lawrence e Kendall Jenner, giusto per citarne un paio.
«Le donne belle sono belle e basta» rispose con un sorriso. «Non importa che siano famose o meno. Queste ragazze non hanno nulla da invidiare ad Angelina Jolie o Charlize Theron.»
Spencer sospirò, quasi volesse dirgli che intanto lui le conosceva e, magari, erano pure in confidenza, quando per lui erano solo dei poster alle pareti di un cinema o delle foto in un sito di gossip.
«Ma chi è quella?» chiese Carter, di colpo interessato.
Una ragazza bionda e dal fisico perfetto, sguardo malizioso e capelli lunghi. Era sicura di sé, forse pure troppo, ma quel suo atteggiamento colpiva parecchio, tanto da non lasciarlo indifferente. Era l'esatto tipo di ragazza che avrebbe colpito suo cugino e lui, anche se non proprio per il motivo per cui si trovava in quella casa.
«Quella? È la ragazza più sexy della casa, e probabilmente dell'intero universo» rispose fiero Spencer, dato che lui l'aveva già conosciuta e Carter, a quanto pareva, no. «È Mia, e sembra attirare su di sé ogni sguardo.»
Il cantante avrebbe voluto frenarsi, ma qualcosa lo spingeva verso di lei. Un copione già visto più volte, ma era più forte di lui, aveva iniziato a desiderare quella ragazza dal momento in cui aveva posato gli occhi su di lei, nella speranza di posarci presto le labbra e le mani per approfondire la... conoscenza.
«Difficile credere il contrario.» Carter bevve un sorso del suo cocktail analcolico preparato da Dylan, il barman della compagnia.
Da quando Logan era entrato in riabilitazione per problemi di alcool e droga, aveva rinunciato a tutto quello schifo per evitare di rendergli difficile la vita. Un sacrificio non così difficile come aveva creduto.
«Però anche quella mi piace. Ha la faccia innocente e quasi spaurita... è strana. Diversa.» Il ragazzo indicò a Carter una ragazza che stava parlando con quella che doveva essere Haylee, o forse Taylor, e un altro ragazzo di cui proprio non ricordava il nome.
Era delicata, emanava candore. Aveva i capelli castani con riflessi ramati e le punte tendenti al biondo, ma niente di esagerato, così come la pettinatura semplice: capelli lunghi fin sotto al seno, pari e dritti come spaghetti.. La bocca era piena, piccola e a cuore, e gli occhi così azzurri che a Carter sembrò quasi di specchiarsi. Erano però grandissimi e molto luminosi, nemmeno lui avrebbe potuto competere.
Parlava con gli altri due ed era strano il suo atteggiamento, perché se tutti in quella casa al momento flirtavano o cercavano di colpire, lei stava facendo amicizia. Era interessata, ma in modo sincero e naturale, normale. Era ordinaria, se così si poteva definire una persona senza conoscerla, ma aveva un qualcosa di particolare, come se avesse molte cose da dire, ma l'avrebbe fatto solo con le persone disposte ad ascoltarla.
«Chi è? È molto carina.»
«Ehm... penso Janice, o Jade, o Jennifer. Non ricordo bene, anche se ci ho parlato.» Si scusò Spencer, colto in fallo. Come se fosse stato scoperto a voler una ragazza per il suo aspetto e non per come era, ma Carter non l'avrebbe giudicato. Dopo qualche ora insieme non potevano basarsi su altro, no?
Avrebbe voluto rispondere, ma fu interrotto da una mano sulla spalla.
«Scusa, non credo di aver ancora avuto il piacere di conoscerti.» Voce bassa e misurata, sorriso smagliante, occhi accesi e curiosi.
Carter studiò quei dettagli in pochi secondi e apprezzò ogni cosa che era riuscito a cogliere. Anche il seno coperto solo dalla stoffa della canotta, niente push-up a contenerlo. Non immenso, ma lui lo gradiva proprio per quello.
«Il piacere è tutto mio.» Si girò verso di lei mentre Spencer capiva di doversene andare, era giunto il momento di conoscere qualcun altro in quella casa. «Tu sei Mia, giusto?»
«Detto così suona bene.» Ammiccò lei. «Ma... come fai a saperlo?»
Cercò di mascherare la soddisfazione, ma si notava quanto non fosse stupita della cosa, anzi, quanto la lusingasse sapere che Carter fosse al corrente su chi lei fosse ancor prima di aver fatto la sua conoscenza.
«A quanto pare non sono l'unico a godere di una certa fama all'interno della casa. Soprattutto tra i ragazzi.»
«Ragazzi, appunto.» Li guardò con una smorfia insoddisfatta, passando poi un indice sul torace scolpito di lui, nascosto da una maglietta bucherellata in più punti, in cui i lunghi capelli biondo scuro del cantante si incastravano all'altezza delle spalle. «E cosa dicono gli uomini della casa?»
Carter bevve un sorso del proprio cocktail: «Beh... non possono che trovarsi d'accordo.»
Gli piaceva il suo fare sfacciato, non nascondeva molto all'immaginazione o, almeno, non lasciava spazio per fantasticare sui loro fini. Lei era una gatta che girava intorno al proprio topo, lui era la tigre che studiava la propria preda. A breve avrebbero iniziato ad annusarsi e assaporare quello che avevano da offrirsi.
E così successe. Mia era stata brava a non essere troppo invadente con lui per l'intera giornata e, soprattutto, serata. Aveva scambiato con lui dialoghi pungenti e interessanti al punto giusto per poi lasciarlo sospeso e libero di conoscere le altre ragazze, ormai rilassate e – quindi – pronte per fare un passo in più verso Carter. Però si scambiavano spesso occhiate tutto, tranne che innocenti.
E, quando si erano accomodati in giardino, con Carter che strimpellava la chitarra e molti altri ragazzi pronti a cantare qualche canzone, Mia gli si era seduta accanto e gli aveva lasciato un bacio tra la mascella e l'orecchio, maliziosa e più esplicita rispetto a prima, ma mai quanto avrebbe voluto esserlo davvero.
Carter rise con gli altri uomini della casa, mentre vide alcune delle ragazze che non si erano ancora presentate, tra cui quella carina di cui Spencer non ricordava il nome, alzare gli occhi al cielo con un piccolo sbuffo, quasi quello spettacolo – oltre a darle fastidio – le sembrasse un qualcosa di già visto.
Forse non era così male trovarsi lì, perché essere al centro dell'attenzione di tutte quelle donne non era così brutto, dato che la maggior parte facevano a gara per far colpo su di lui. Erano pronte a offrire tutto pur di farsi notare, anche loro stesse, e la cosa lo lusingava parecchio.
«Io ora andrei a dormire» aveva annunciato Carter seguendo l'esempio di altre persone nella casa, ancora abbastanza sobrie da decidere di smettere di bere per non dare spettacolo e dedicarsi a momenti più intimi con la persona con cui avevano avuto più feeling durante la giornata.
Carter, in realtà, aveva soltanto sonno, ma si era accodato volentieri per non andarsene da solo e dare modo a qualcuna di attaccare bottone, desiderava solo un materasso e un cuscino, al momento.
Si mise una delle canotte che usava durante i concerti e un paio di pantaloncini sportivi per restare comodo. Una volta sotto le coperte rilassò i muscoli e iniziò a pensare a quella giornata, agli scambi avvenuti e alle persone ancora da conoscere, cosa a cui avrebbe voluto rimediare l'indomani.
Era nel proprio letto con le braccia incrociate dietro la testa e gli altri ragazzi sui materassi tutti ravvicinati, intenti a scherzare in modo sommesso e tentare approcci più fisici con cuscinate e attentati ai danni delle ragazze che non facevano nulla per opporre una vera resistenza.
Le luci nella stanza era ancora accese, ma un paio di persone stavano già dormendo nonostante il casino, forse messe ko dal troppo alcool. D'altronde non era facile mettere d'accordo venti persone sui passatempi da tenere in una casa in cui si doveva cercare l'amore, tra un divertimento e l'altro.
Successe tutto in fretta: alcuni di quelli sul letto iniziarono a esibirsi in un bacio alla francese degno di un film porno, cosa che fece ridere lui e altri attorno, e che gli fece abbassare le difese. E, in quel frangente, Mia era apparsa in camera, ma al posto di mettersi a dormire si era seduta su Carter a cavalcioni. Ebbe solo il tempo di fissarla mentre si avvicinava a lui con decisione.
Sapeva cosa voleva la modella, che in quel pomeriggio gli aveva rivelato cosa faceva per vivere, e non aveva tempo per negarglielo, né tantomeno la voglia.
Al posto di aspettare che fosse lei a far tutto si allungò verso Mia e, con un colpo di reni, azzerò le distanze tra loro, dimostrando chi fosse l'uomo della situazione, per quanto gli fosse piaciuto lo spirito d'intraprendenza di lei, perché le donne così erano quelle più attive sotto le lenzuola. Magari avevano meno fantasia ed erano più remissive di quanto mostrassero, ma erano la scopata facile che gli andava sempre bene, quella che soddisfaceva il suo piacere senza troppi preliminari.
Le urla sorprese e divertite di chi era presente richiamò al piano di sopra anche gli altri concorrenti che corsero un po' spaventati, tranne i più furbi che avevano capito di perdersi qualcosa di interessante.
Tutti gli avventori erano divisi tra il fissare la scena sul letto principale, dove Annah e Liam erano intenti in un una lotta greco-romana con le loro lingue, e quello dove dormiva Carter che – ormai conscio di stare dando spettacolo – aveva messo da parte ogni delicatezza per concorrere con gli altri due.
Tra gli spettatori di quelle scene c'erano facce sorprese, altre divertite, altre ancora allibite e alcune invidiose. Di certo si aspettavano che qualcosa la prima sera sarebbe successo, ma non erano affatto convinti che Carter rientrasse tra le prime vittime del gioco, con sommo dispiacere delle ragazze.
«A una donna non si nega mai ciò che vuole» disse a tutti con tono accattivante, dopo aver smesso di scoprire ogni angolo della bocca di Mia.
«E io volevo augurargli la buonanotte» aggiunse lei tra una risata divertita e l'altra, prima di alzarsi per mettere fine allo show che iniziava a essere imbarazzante. Nel rimettersi in piedi, però, aveva strusciato un po' troppo sul bacino di Carter, giusto per fargli capire che, se avesse voluto, quella non sarebbe stata l'ultima volta.
Una mossa veloce che non diede nell'occhio di chi li stava guardando, ma che a Carter non sfuggì affatto, come l'occhiata maliziosa che lei gli rivolse. Sì, forse avrebbe dovuto ringraziare sua madre per averlo quasi costretto a partecipare a quel programma.
«Se qualcuna vuole augurare anche a me la buonanotte con la lingua nella mia trachea... beh, faccia pure e non sia timida!» sbottò Simon per cercare di riportare l'atmosfera ilare di poco prima, riuscendoci.
Tra risate e battute per rispondere al diretto interessato, l'interesse per le due coppie che si erano date da fare sotto gli occhi di tutti era scemato in fretta.
Carter avrebbe voluto aggiungere che concordava con Simon, e che se qualche altra intrepida ragazza avesse voluto augurargli la buonanotte nello stesso modo non si sarebbe certo rifiutato, ma non gli sembrava il caso di dimostrare quanto la sua mente fosse aperta, non voleva passare per la persona peggiore all'interno della casa e rivelare subito le sue carte.
Augurò una buonanotte generale a tutti e si mise a dormire davvero, contento dell'atmosfera frizzante della casa. Si addormentò con un sorriso accennato sulle labbra, convinto che sarebbe andata sempre meglio.
Peccato che a contraddirlo bastò la giornata successiva. Si era presentato ai restanti ragazzi e, soprattutto, alle ragazze, tra cui Olivia, Jade e Haylee, le figure più particolari della casa oltre a Mia, ma quest'ultima lo controllava a distanza, anche se con una certa finta indifferenza che le riusciva bene. Eppure sia lui che le ragazze sentivano un paio d'occhi puntati addosso, cosa che aveva fatto desistere in ognuno la voglia di approfondire un discorso, portando Carter a passare altro tempo con lei per non sentirsi in difetto.
Ed era arrivato il giorno della prova per guadagnarsi un appuntamento che nello show veniva definito 'fuga d'amore'. Mia gli aveva ripetuto più volte, ormai entrata in confidenza, che avrebbe fatto di tutto per vincere la prova e guadagnarsi un po' di tempo con lui.
Carter rimase con gli occhi spalancati perché Mia si stava prendendo troppa confidenza. Era vero, si erano baciati la prima sera ed era successo un altro paio di volte in quei giorni, ma non significava che tra loro ci fosse qualcosa, o che lei potesse avanzare pretese su di lui, erano passati solo quattro giorni dopotutto.
Forse vincere la prova non si sarebbe rivelata una scelta intelligente da parte sua, anche perché aveva sentito altri nella villa parlare del feeling tra lui e Mia, e si erano detti favorevoli a mandarli nella cabina della verità. Se si fossero rivelati una coppia perfetta, Carter e Mia si sarebbero separati dal gruppo per passare il tempo da soli in 'Luna di miele', raggiungendo il gruppo solo per la cerimonia di accoppiamento una volta a settimana. Quello voleva dire passare tutto il proprio tempo con Mia, e l'idea non lo allettava affatto, conscio che avrebbero esaurito gli argomenti dopo due ore, a meno che la ragazza non avesse iniziato a chiedergli le impressioni riguardo a ogni singola persona dello star system di cui lui stesso faceva parte, cosa che sembrava interessarle parecchio.
Eppure aveva sentito gli altri concordare su una loro ipotetica cabina della verità, dicendo che più coppia perfette avessero trovato nel minor tempo possibile, più avrebbero avuto accesso anche al premio. Carter però era convinto che i ragazzi, in fondo, temessero la sua presenza in casa per i loro giochi, quindi speravano di sbarazzarsi di lui il prima possibile, escludendolo dal divertimento e sentendosi così liberi dalla sua minaccia e la sua ingombrante presenza con le ragazze.
C'era solo una cosa di cui non avevano tenuto conto: Carter non era affatto stupido e anche lui avrebbe giocato, al pari di tutti gli altri.
Si era presentato insieme agli altri concorrenti convinto e determinato davanti a Ryan, ma nessuno sapeva che la sua forza era incanalata nella sfida per non vincerla.
«Eccoci qui per la vostra prima sfida. Le quattro persone che vincono andranno in fuga d'amore, ma del premio parleremo dopo. La prova che vi aspetta oggi riguarda un aspetto molto tecnologico della nostra vita: le foto. Tutti voi avrete un account Facebook o Instagram dove vi metterete a nudo. Beh, non letteralmente spero!» Ryan era un ottimo conduttore. Sempre neutro e obiettivo, cercava di essere chiaro e di far divertire i ragazzi in modo che l'attenzione fosse sempre alta. «Ora vi sarà consegnato questo dispositivo: dovrete fotografarvi alcune parti del corpo – niente di vietato ai minori, per favore! – e i due ragazzi e le due ragazze che indovinano più parti del corpo associate ai rispettivi proprietari vincono la sfida, chiaro?»
Ci fu un tripudio generale che fece capire a Ryan che le sue parole erano state capite e accolte. Lo staff del programma li accompagnò ognuno in una stanza diversa e consegnò loro un dispositivo per farsi delle foto.
Carter aveva perso la propria carica però: se anche lui non avesse vinto la prova, avrebbe potuto farlo Mia e sceglierlo per la fuga. Se avessero vinto entrambi non ci sarebbe stato alcun problema, ma se lui avesse vinto e lei no si sarebbe aspettata di essere la scelta del cantante, cosa che l'avrebbe messo in una posizione scomoda. Decise così di indovinare meno parti del corpo possibile, fatto non così complicato, tra l'altro, dato che non era riuscito a focalizzarsi sui particolari di ognuna con la dovizia che la prova richiedeva.
Lui, per sicurezza, fotografò dettagli del proprio corpo non molto riconoscibili: un piede, la lingua – stando però ben attento a non fotografare la barba, una parte del bacino da cui spuntava l'osso sotto gli addominali, un orecchio e una mano.
Tutte cose che non erano state sotto l'attenzione di tutti, a meno che qualcuno non fosse un suo grandissimo fan e lo seguisse su Instagram.
Ognuno tornò in giardino e furono posizionati davanti a degli schermi con i nomi di ogni concorrente. I ragazzi avrebbero dovuto indovinare le parti delle ragazze e viceversa.
Tra gli uomini vinsero Scott e Drew, mentre tra le donne era ancora un mistero, perché le seguivano dalla casa senza poter sapere chi fosse in vantaggio.
Lo staff li fece accomodare fuori mentre Ryan si consultava con qualcuno della produzione per avere i risultati certi da comunicare poi ai ragazzi e al pubblico.
E così fece poco dopo.
«Dunque, con ben sei parti indovinate, Drew vince la sfida al primo posto tra i maschi, mentre con cinque parti giuste Scott si aggiudica la fuga dopo di lui.» Gli altri applaudirono. «Tra le ragazze, invece, la prima classificata è... Mia, mentre la seconda, con quattro parti indovinate, è Dakota! Complimenti ragazzi, voi avete vinto la prima fuga che consiste in un giro in barca a vela per poi approdare su un'isola privata, dove vi verrà servito un ottimo pranzo e potrete godere di ogni comfort. Ora dovete dirmi con chi vorrete passare questa meravigliosa giornata.»
Carter avrebbe voluto chiudere gli occhi, perché Mia era arrivata prima e sapeva che sarebbe stata lei ad aprire le danze della scelta.
«Prima le signore» esordì Ryan. «Mia, tocca a te dato che sei la vincitrice della sfida.»
Lei sorrise radiosa e soddisfatta mentre rizzava le spalle assumendo una postura fiera.
«Io scelgo Carter.»
«Ho visto che tra voi c'è feeling» continuò Ryan mentre Carter, tra gli applausi generali, si recava verso Mia quasi fosse stato un condannato a morte.
Cercava di fissare le altre ragazze e percepire in loro un segnale che gli dicesse quale era la sua anima gemella, ma la gran parte di loro guardava altrove, già arrese all'idea di Mia "pigliatutto". Solo Jade, Olivia e Leighton lo guardavano, ma Leighton gli riservava un sorriso comprensivo, Olivia uno sguardo di fuoco, come se avesse visto la propria preda sfuggirle di mano e Jade abbassare lo sguardo, quasi a disagio per quello scambio fuori luogo, dato che lui era con un'altra.
«Beh, per ora ci stiamo conoscendo e le cose vanno bene. Una fuga in questo momento può esserci d'aiuto per capire in che direzione andare.» Mia aveva cercato di essere il più indifferente possibile, ma gli occhi brillavano come se avesse già avuto la vittoria in tasca.
«Bene» convenne Ryan. «E tu Dakota chi scegli?»
Fu così che preferì CJ, mentre la scelta di Drew ricadde su Larissa e quella di Scott, dopo un lungo attimo di indecisione in cui si concentrò su Jade, su Taylor.
Tutti si stupirono di come Drew non scelse Daisy, ma la sera prima avevano litigato e quindi era stata una sorta di vendetta da parte di lui, cosa che funzionò a meraviglia, perché Daisy si mostrò veramente contrariata.
«Perfetto ragazzi, allora vi auguro buona gita per dopodomani! Ci vedremo la sera per vedere quale coppia andrà nella cabina della verità. Mi raccomando, divertitevi e fate di tutto per trovare le dieci coppie perfette e vincere il milione di dollari! A presto.»
Ryan se ne andò e fino al giorno successivo Carter visse in uno stato d'ansia perenne, come se non fosse riuscito davvero a godersi il tempo che lo separava dalla gita.
La sera, prima di andare a dormire, da dietro la porta della camera da letto aveva origliato la conversazione tra molti altri inquilini della casa, ed era emerso che i ragazzi – la maggior parte – premevano per mandare la coppia di Carter e Mia alla cabina della verità, mentre le ragazze, più restie a perdere Carter così presto, tentennavano con la scusa di aver visto più feeling tra altre coppie, ma i ragazzi sapevano come convincerle: erano a conoscenza di ben cinquantamila motivi per ognuna per trovare un match perfetto.
Carter andò a dormire con l'angoscia di quel peso sulle spalle: da una parte le aspettative di Mia e della casa, dall'altra quello che lui desiderava che, però, passava in secondo piano, perché se la cabina li avesse dichiarati una coppia perfetta per lui il gioco sarebbe finito. Addio divertimento, tentativi e trepidazioni varie: si sarebbe dovuto dedicare alla sua anima gemella senza essere coinvolto in alcun modo, e la cosa lo terrorizzava. Si conosceva, e sapeva che per fare colpo su di lui non era questione di gesti avventati e audaci, era la costruzione di qualcosa di più profondo.
Sospirò arreso senza dare la buonanotte ad anima viva, aveva la sensazione di essersi cacciato in un bel casino.
Sperò di godersi la gita e trarne il meglio nonostante le proprie preoccupazioni. Mia non era perfetta, ma non la conosceva e non era certo il mostro che voleva intrappolarlo a tutti i costi. Inspirò a fondo e si addormentò nel giro di poco.
* * * * *
Il capitolo ha lo scopo di spiegare le dinamiche del reality a chi non lo conoscesse. Se qualcosa non fosse chiaro non esitate a contattarmi!
Allora, cosa dite, Mia sì o Mia no per Carter?
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