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Prima puntata [1/3]


Disclaimer: Il format del reality e le prove citate non mi appartengono, ma sono di proprietà della Lighthearted Entertainment e trasmesse da MTV. Questa storia è stata pubblicata senza alcuno scopo di lucro.

Ryan è una persona reale e, con questo mio scritto, non intendo darne una rappresentazione veritiera né offenderlo in alcun modo. Ho soltanto riportato il suo ruolo nel programma.

I personaggi creati, invece, sono interamente di mia proprietà. Per cui, su questi ultimi, tutti i diritti sono riservati all'autrice, ovvero la sottoscritta.

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I capitoli, al posto di essere lunghi, saranno frammentati in molte parti. Le puntate racchiudono una settimana intera di trasmissione. Dunque, per rendere la lettura fruibile dai cellulari e annoiarvi meno, li ho interrotti anche DURANTE alcune scene. Spero possiate capirmi e che diate comunque una possibilità alla storia, perché c'è sia da ridere che da soffrire.

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Jules si accomodò sul divano, davanti alla televisione, eccitata e impaziente.

«Tesoro!» urlò per farsi sentire. Non era più giovanissima e le pesava alzarsi per andare in cucina e prendere una singola cosa.

«Sì?» le rispose con lo stesso tono l'uomo dalla cucina. La voce roca e piena, virile. Una carezza che la faceva stare subito meglio. Di amore ce n'erano tante forme e lei aveva conosciuto quello più totalizzante di una madre per un figlio anche se, con Logan, era stato diverso. Era il nipote che aveva dovuto crescere quando Emeraude – sua sorella – e il marito erano morti in un incidente, insieme al proprio marito, eppure lo considerava come suo figlio.

«Ti ricordi i pop corn?» Sorrise nella speranza che Logan non le rispondesse come suo solito, ovvero con una battuta sarcastica sulla sua pigrizia o – peggio – la sua ingordigia.

«Li sto facendo giusto ora» rispose lui, neutro e soddisfatto, mentre fissava il sacchetto gonfiarsi nel microonde. Quello era un vizio di famiglia: tutti, da sua zia a suo cugino – e lui stesso compreso – adoravano godersi uno spettacolo con dei pop corn caldi e salati in una bacinella gigante, una dimensione decisa in proporzione alla loro gola.

«Prendi anche da bere» aggiunse dopo essersi sistemata al meglio i lunghi capelli grigi dietro le orecchie e aver girato su MTV per essere sicura di non perdersi nemmeno un secondo del programma. Il countdown ormai ammontava a una manciata di minuti e lei era sempre più agitata. Allungò le gambe sottili per appoggiare i piedi sul tavolino davanti a lei, prima di precisare: «Solo acqua, per favore.»

Logan sbucò qualche minuto più tardi dalla cucina con i pop corn appena sfornati, un paio di bottigliette d'acqua e un'espressione contrariata sul volto: «Non sei divertente.»

Grugnì accomodandosi accanto a lei sul divano in tutta la sua maestosa stazza. Più che un batterista assomigliava a un giocatore di basket. Il confronto con sua zia non poteva essere più diverso: minuta lei ed enorme lui, occhi verdi per Jules e quasi neri per Logan, capelli grigi e lunghi contro quelli castani scuri e in crescita di lui. Spesso si domandavano cosa avessero in comune, ma avevano imparato che essere una famiglia non dipendeva dai tratti che si condividevano, quanto più dai sentimenti.

Intanto MTV sembrava prenderli in giro: continuava a trasmettere la pubblicità.

«Oh, credimi, non è stato divertente venire a recuperarti in carcere quella sera. Non ho più l'età né la forza di ricevere queste notizie come un tempo» rispose divertita prima di bere un sorso d'acqua.

Era una faccenda chiusa da poco quella dell'arresto di Logan, ma qualche volta Jules si divertiva a punzecchiarlo: metterlo in imbarazzo era uguale al vederlo tornare il bambino senza difese che era stato fino al liceo, quando aveva imparato a difendersi da solo e nel modo peggiore possibile.

Logan alzò gli occhi al cielo e si riempì la bocca di pop corn senza alcuna grazia. Se fosse stato Carter a fare una simile battuta l'avrebbe mandato al diavolo senza tanti complimenti, ma con sua zia, la sua seconda mamma, non si sarebbe mai permesso, quindi aveva sempre optato per non rispondere alle sue provocazioni.

Inoltre preferiva non pensare ai lavori socialmente utili che avrebbe dovuto iniziare a svolgere la settimana successiva: un prezzo da pagare se si voleva dimostrare di voler cambiare, soprattutto agli occhi dei propri amici. Quello, e una multa salata.

Mancavano un paio di minuti prima che il programma iniziasse e Logan si rivolse alla zia: «Mi domando come tu sia riuscita a convincerlo a partecipare.»

Sì, cambiare argomento era la seconda tecnica che usava con Jules per evitare di incappare in un linguaggio scurrile che a lei non si addiceva proprio.

La donna alzò le labbra con fare furbo, gli occhi che brillavano allegri. Era inquietante come il colore fosse quello di Carter, ma il taglio felino assomigliasse a quello del batterista.

Già, perché se Logan era il batterista, Carter era il frontman e il cantante di una band di fama mondiale, i Destination: Glory. Gruppo fondato in un garage di Tucson, aveva preso vita grazie alla riabilitazione in giovane età di Logan, e non sarebbe arrivato da nessuna parte senza il contributo di Oliver Fleming e Seth Benson, rispettivamente la chitarra e il basso che completavano il quartetto.

«Bambino mio...» esordì, prendendolo in giro.

«Per favore, ho trentadue anni!» rispose lui prima di alzare gli occhi al cielo, anche se non rifiutò la carezza che lei gli aveva lasciato sulla guancia.

«Gli ho detto la verità: che mi sarebbe tanto piaciuto vedergli fare un serio tentativo per trovare una donna con cui iniziare una relazione stabile.» Sorrise accondiscendente prima di riprendere: «Senza contare che gli ho detto che non è una cosa svilente. Da quando Brad Pitt ha partecipato a Dancing with the stars, Johnny Depp a Survivor e Robert Downey Jr alla versione vip di Masterchef la visione dei personaggi famosi nei reality è cambiata. Insomma, non vengono invitati perché alla fine della loro carriera e quindi in cerca di un po' di fama riflessa, ma proprio per mantenere alto l'interesse nei loro confronti.»

«Che per Carter ha significato: farsi conoscere come frontman di una band, oltre che come designer di moda. Insomma, gli hai fatto capire che è un buon modo per farci pubblicità, dunque?» Logan le rivolse uno sguardo felino, a metà tra il divertito e l'indagatore. «Specialmente ora che abbiamo iniziato la pausa per la registrazione del nuovo album e c'era da ripulire l'immagine dei Glory dal mio arresto. Questa cosa ci permette una certa visibilità anche in un momento così particolare in cui non saremmo molto visibili.»

Lei, in tutta risposta, prese una manciata di pop corn e rispose con un'alzata di spalle, prima di mangiarli: «Forse. O, forse, ci è arrivato da solo.»

Il batterista alzò un sopracciglio con fare scettico.

«Magari ha avuto bisogno di una spintarella.»

Logan alzò anche l'altro sopracciglio per sottolineare quanto la cosa suonasse assurda.

«O un paio.» Minimizzò la madre di Carter. In effetti ci aveva messo un bel po' di tempo a convincere il figlio a partecipare, ma gli aveva ricordato che poteva solo trarre vantaggio dalla presenza in quel gioco/reality: poteva farsi pubblicità, trovare una ragazza da amare e vincere dei soldi. Il tutto senza perdere dignità agli occhi del mondo.

Carter non era particolarmente convinto, ma si era detto che tentare non sarebbe stata una cosa negativa, e in quel modo avrebbe fatto felice la madre: avrebbe provato a costruire una relazione dopo anni, dato che nemmeno Logan sembrava intenzionato ad accasarsi e a darle soddisfazione. Così, se la cosa non fosse andata in porto, avrebbe potuto comunque dire di averci provato. La cosa dipendeva solo da lui.

«Non vorrei essere cattivo o disfattista, ma per me Carter combinerà solo casini» rispose mettendosi comodo. Iniziavano a passare i promo dei programmi dell'emittente, segno che di lì a poco il reality sarebbe iniziato.

Mise un braccio sulle spalle della donna a cui doveva la propria serenità per farla accomodare vicino a lui, quasi avesse voluto proteggerla.

Jules accettò l'invito, ma prima gli diede un leggero schiaffo sul petto: «Sii buono con tuo cugino, si sta mettendo in gioco. E sappi che se questa cosa funziona, l'anno prossimo ci finisci tu in questo game show.»

Accoccolò la testa sulla spalla di Logan con un sorriso soddisfatto.

«Ti ricordo che io ho già trovato la mia anima gemella» disse canzonandola. Sapeva che la zia non apprezzava particolarmente Kat, ma doveva farsene una ragione: si trovavano bene, stavano insieme e quello era tutto. Non sapeva cosa ne sarebbe stato di loro nel futuro, ma non voleva preoccuparsene al momento.

«Appunto.» Jules gli rivolse un'occhiata furba e affilata atta a evidenziare il sarcasmo di quella situazione. Suo nipote che stava con un'arrampicatrice sociale senza battere ciglio, non capiva come Logan non potesse accorgersi delle sue intenzioni poco limpide.

«Guarda, sta iniziando!» disse battendo una mano sulla coscia del ragazzo, eccitata. «Non vedo l'ora di sapere come vanno le cose.»

«Ti rammento che non sono in diretta, che Carter è già in Jamaica da otto giorni e che la serata delle coppie è avvenuta ieri, quindi quello che sta per essere trasmesso è un riassunto della prima settimana» la avvertì Logan.

«Ssssshhhh» Lo ammonì lei, concentrata sulla sigla del reality. «E comunque lo so. Ora silenzio.»

«Deduco che le impressioni sulle ragazze ce le scambieremo a puntata finita.»

«Deduci bene.» Lo prese in giro Jules prima di cadere nell'assoluto mutismo per concentrarsi sulla puntata ormai iniziata. Tra sé sperò solo che Logan le riportasse commenti da lei udibili.

Altra casa, stessa situazione.

«Ma ti rendi conto?» Amber si girò allucinata verso Oliver, smuovendo così i suoi soffici capelli color miele. «Carter in un reality alla ricerca dell'anima gemella. È un po' come dire che un angelo cerca la sua santità all'inferno!»

Il ragazzo la abbracciò mentre una risata divertita si diffondeva per la stanza: «Lo so, per questo sarà divertente.»

Le fece l'occhiolino, allegro come non mai. Vedere Carter in una situazione in cui non si sarebbe sentito per nulla a proprio agio per accontentare sua madre era una cosa... irripetibile. E interessante.

Prese il telecomando del lettore DVD e schiacciò il tasto rosso.

«Cosa fai?» chiese lei dopo aver attirato a se Bowie, il gatto che aveva portato con sé da quando si era trasferita a casa del proprio compagno.

«Lo registro». Oliver le sorrise sempre più divertito. I capelli neri, scompigliati per le continue volte in cui ci passava le mani, facevano risaltare gli occhi azzurri. La sua bellezza era meno evidente per i fan rispetto a quelle di Carter e Logan, perché era più semplice e schietta, ma non per questo era da sottovalutare. Oliver era bravo a mostrare il minimo indispensabile di sé, per poi lasciarsi andare con le poche persone con cui aveva a che fare.

Era legato ai cugini per via della band, ed erano prima amici che membri del gruppo, ma con Carter aveva un rapporto molto stretto, era uno dei suoi più cari amici, oltre a Kyle.

«E perché?»

«Perché così sarà più facile ricattarlo a vita e prenderlo in giro con Logan in queste settimane.» Il chitarrista prese il cellulare e iniziò a rispondere ai messaggi dell'amico che si sarebbe goduto il programma con la zia.

Per quanto i rapporti fossero più tesi dopo l'arresto di Logan, cercò di sfruttare la situazione di Carter per costruire un ponte nella direzione del batterista e appianare così i dissapori che a volte potevano esserci tra loro due.

«Perfido!» lo apostrofò Amber, dopo aver riso.

«Un po'.» La baciò veloce sulle labbra. «Ma mi ami anche per questo.»

Amber alzò gli occhi al cielo prima di restituirgli il gesto con decisione.

«Non ti posso nascondere niente.» Scherzò con la testa sulle cosce di lui e le gambe appoggiate al bracciolo del divano mentre Bowie si era raggomitolato sotto le ginocchia.

«Ti immagini Carter con una donna, in un rapporto come il nostro?» domandò durante la sigla.

«No, affatto. Anche perché tra i due sarebbe lui a portare i vestiti, e lei i pantaloni!» Risero entrambi.

Le accarezzava i capelli biondi con fare pigro, gli piaceva coccolare Amber con quelle piccole attenzioni.

«Oliver...» continuò lei mentre il presentatore, nella casa in cui i venti partecipanti avrebbero alloggiato, li introduceva nel gioco e al pubblico a casa. «Tu credi in lui?»

Lui sorrise solare: «Certo. Magari ci metterà un sacco di tempo per capire quale via intraprendere, ma una volta compreso il tutto avrà la certezza di percorrere la strada giusta.»

«Io spero che trovi davvero qualcuna da amare, sai? Penso se lo meriti. Carter non è fatto per stare solo. A volte si vede che gli pesa.»

«Sono convinto che la troverà. E se non sarà nel programma, fuori ci sarà quella giusta per lui... deve solo trovarla.»

«Che ragazzo saggio che ho.»

E Oliver lo era davvero, a modo suo. Era un uomo divertente, ma equilibrato.

«No, la vera saggia sei tu» rispose serio lui.

«E perché?»

Oliver ridacchiò divertito: «Mi hai accalappiato.»

«Ssssshhhh!» Seth alzò entrambe le mani per invitare il marito a fare silenzio.

Sì, era l'unico dei Destination: Glory a non essere assaltato dalle fan perché era felicemente sposato e, soprattutto, perché giocava nella squadra avversaria. Non aveva mai fatto mistero della sua omosessualità, diceva che non ci fosse nulla di cui vergognarsi nell'amare la persona che gli stava accanto, inoltre era contento di poter contare sull'appoggio degli altri membri del gruppo, sia nel pubblico che nel privato, per difendere i diritti degli omosessuali.

«Ma non è nemmeno iniziato!» Protestò Cody con un sopracciglio alzato. Suo marito tendeva a essere un po' melodrammatico, a volte.

«Non posso perdermi nemmeno un secondo, questa esperienza è epica.» Scacciò la mano di Cody che si era avvicinata per stuzzicargli un fianco. «Dimostra quanto Carter sia umano, non succede tutti i giorni, sai?»

«Lo so» gli ricordò lui. «Ma anche tu non scherzi.»

«Esagerato.» Lo rimbeccò Seth con un sorriso. Da quando erano diventati famosi tutti non facevano che trattarli come degli dei, in realtà erano dei semplici esseri umani le cui capacità li portavano a spiccare, perché la loro arte li posizionava sotto i riflettori. Era strano come fosse facile per il mondo dimenticarsi di quel dettaglio, era dunque bello avere accanto qualcuno che conosceva meglio il lato umano e non quello popolare, difetti compresi.

Seth, ancora concentrato sul promo del programma appena passato in televisione, si rivolse al marito con aria meditabonda: «Secondo te un programma simile per gay sarebbe fattibile?»

Cody gli passò una mano tra i corti capelli rossi e sorrise tra essi dopo averlo tirato a sé. «Non penso, sarebbe difficile trovare la propria anima gemella. Sarebbe confusionario, no?!»

«Perché?»

«Perché tra etero è semplice cercare la propria metà, sai che è da ricercare nel sesso opposto.» Cody continuò il suo discorso dopo essersi accarezzato il mento rasato da poco. «Se ci fossero venti omosessuali raddoppierebbero le possibilità di scelta rispetto alla sua versione etero, in dieci puntate sarebbe impossibile vincere i soldi o trovare l'amore.»

«È vero» convenne Seth, sempre pensieroso. Non sembrava convinto. Difatti, dopo aver trangugiato un frullato energizzante, tornò all'attacco. «Dieci donne e dieci uomini, tutti omosessuali. Ognuno sceglie il partner nello stesso sesso. Ci sarebbero cinque coppie gay e cinque lesbiche, le possibilità, se non sbaglio, dovrebbero dunque essere uguali a quelle di un programma etero. Una scelta su dieci per ogni uomo, o donna.»

Cody sorrise, divertito dalla positività del marito. «Sai cosa amo di te? Il tuo ottimismo.»

«Cosa c'entra ora?»

«C'entra, perché il tuo ragionamento è giusto, anche la logica riguardo alle coppie, ma ignori una cosa: siamo in un paese di perbenisti e moralisti, non permetterebbero mai che una cosa del genere possa accadere.»

«Maledetti bigotti.» Seth mise il broncio solo per il gusto di farsi consolare dal marito. Era come un bambino di cinque anni che chiedeva attenzioni, ma Cody amava tutto di lui, anche quel lato così infantile.

«Cosa pretendi da una nazione che si scandalizza per una tetta esposta al Super Bowl, quando siamo gli stessi ad avere un'industria pornografica tra le più fiorenti?» Cody lavorava nel campo pubblicitario e conosceva bene il significato di apparenza.

«Lo trovo ingiusto» Rispose il bassista, ancora corrucciato perché la sua idea era stata bocciata più volte. «Ci sarebbe da ridere.»

«Oh, non penso che qui le risate mancheranno.»

Cody indicò la sigla del programma, dove c'erano succose anticipazioni della prima puntata e, da quello che si era visto, Carter sembrava aver già dato spettacolo.

No, non avrebbero risparmiato i sorrisi.

Jamaica.

Si immaginava sua mamma e Logan davanti alla televisione la settimana successiva, eccitati e allegri, Oliver, Seth e gli altri suoi amici pronti a sostenerlo. E, purtroppo, anche a deriderlo.

Lui, invece, in quel momento non sapeva cosa aspettarsi. Era nervoso e solo perché gli avevano detto che Ryan, il conduttore, avrebbe fatto una presentazione a favore del riassunto settimanale senza di lui. L'avrebbe introdotto alla fine di un piccolo discorso per cogliere di sorpresa gli altri partecipanti e riprendere la loro spontaneità alla scoperta che un cantante di fama mondiale si sarebbe unito a loro nella ricerca del vero amore, che Carter era convinto fosse rivolto ai cinquantamila dollari che ognuno si sarebbe portato a casa se avessero trovato le dieci coppie perfette, e non alla loro anima gemella.

Sentiva Ryan pronunciare il discorso d'apertura e invidiava gli altri fuori: tutti esaltati e avidi di scrutarsi per capire quale ragazzo o ragazza avrebbe fatto al caso loro, mentre lui era bloccato lì come un animale in gabbia. Anzi, un trofeo da mostrare.

Ma chi gliel'aveva fatto fare di partecipare a una simile follia? Dio, doveva imparare a dire di no a sua mamma, se no di quel passo si sarebbe infilato in casini più grandi di lui, anche se aveva la sensazione di averlo già fatto.

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In via eccezionale questa settimana aggiorno martedì, giovedì e domenica.

Dalla prossima settimana i capitoli potrebbero essere pubblicati il lunedì, il mercoledì e la domenica. Se preferite il venerdì al posto di quest'ultima fatemelo sapere, accetto consigli!

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