Ottava puntata [3/6]
Un paio di giorni dopo la situazione si era ridimensionata: i ragazzi avevano capito che Olivia era comunque parte del gruppo e del programma come tutti loro, dato che era l'anima gemella di qualcuno, però potevano escluderla dai rapporti e dalle dinamiche che li coinvolgevano, e così fecero, riducendo all'osso ogni contatto con lei.
La cosa aveva intenerito Drew che, solo a causa della mancanza di Daisy nella casa e del fatto che adducesse il comportamento di Liv alla presenza di Carter, aveva iniziato a farle compagnia, conscio che lo scontro avuto con il cantante – e le conseguenti rivelazioni di quell'ultimo – lo avevano allontanato dal gruppo tanto quanto Olivia.
In quei giorni alcune coppie, tramite calcoli, confronti tra le varie puntate, osservazioni e un progressivo conoscersi, erano giunte alla conclusione abbastanza certa di essere dei match perfetti.
Non ne avevano la sicurezza, ma erano convinti di essere sulla strada giusta, come se i pezzi a loro disposizione avessero iniziato a combaciare a meraviglia.
Mark aveva abbandonato il proprio interesse verso Larissa per conoscere meglio Taylor, l'altra aveva dichiarato il suo coinvolgimento convinto per Liam e, infine, Simon e Dakota avevano compreso di essere anime affini. Ne capirono il motivo dopo la rispettiva conoscenza, ma avevano percepito che tra loro non avrebbe potuto esserci altro se non un'ottima amicizia, che si accentuava durante le sfide con un gioco di squadra che li vedeva davvero affiatati.
C'erano ancora persone ben lontane dall'avere le idee chiare, nonostante fossero a due settimane e mezzo dalla fine del gioco, e se Scott e Leighton erano indecisi tra due persone interessanti, Jade e Carter erano abbastanza convinti di chi fossero le loro anime gemelle, anche se a volte percepivano la scelta come forzata, quasi sfuggisse loro qualcosa.
Inoltre c'era il discorso Olivia, che al momento era la variabile impazzita per molte coppie, perché se Scott era sicuro di non essere il suo match, lo stesso non poteva dire Carter, anche se a riguardo aveva ormai le idee chiare.
Il gruppo aveva capito che trovare l'anima gemella di Liv era la loro priorità affinché lei si mettesse il cuore in pace riguardo Carter e perché loro riuscissero a tornare tranquilli senza avere la sensazione di essere in presenza di qualcuno pronto a tramare alle loro spalle.
Era percepita come una minaccia, e l'unico modo per neutralizzarla era trovare la sua metà, e tutti in quel gioco erano sacrificabili.
Carter sembrava aver raggiunto una nuova complicità con Leighton, più tranquillo e a suo agio quando lei era nei paraggi, e i momenti che di solito dedicava a Olivia era diviso tra lei e Jade, con il quale passava sempre più tempo nel loro piccolo angolo di normalità, al riparo da sguardi indiscreti.
Ed era stato così anche quella volta. Uno dei due si era grattato l'occhio con l'indice e si erano ritrovati seduti sotto l'ombra di un albero a parlare per un tempo indefinito. Anche la troupe delle riprese aveva perso le speranze con i propri richiami e non aveva ottenuto risultati quando aveva provato a cercarli, Jade aveva trovato un posto in cui non erano facilmente rintracciabili e si divertivano a spese della crew quando li cercavano e se ne andavano poi con un nulla di fatto, nonostante fossero vicini.
Quella era una giornata come tante, in cui qualcuno stava usando la griglia per cuocere la carne mentre Taylor pensava a piatti vegani mentre gli altri si rilassavano in piscina, con gli ultimi rimasti che si dedicavano alla palestra per non perdere la tonicità acquisita prima di entrare nel programma.
Jade irruppe dalla vegetazione attorno alla casa con fare deciso, diretta verso la casa.
Era pallida e lo sguardo era allucinato. Continuava a passarsi le dita come suo solito sul contorno delle labbra, nel tentativo di calmarsi. Chi si era soffermato a guardarla aveva trovato il suo atteggiamento strano, ma quel concetto non riusciva più ad assumere il significato canonico, se associato a Jade.
Passò accanto a Haylee, vicina alla griglia dove Dylan stava controllando la cottura della carne, senza davvero accorgersene.
«Non ci posso credere...» Mormorò tra sé, con fare poco convinto. Aveva rallentato il passo, ma non aveva smesso di camminare, né tantomeno aveva prestato attenzione alla domanda di Haylee se si sentisse bene o meno.
Sembrava incredula e un po' sconvolta, ma niente che non potesse essere risolto con un po' di pace, cosa che la casa in quel giorno offriva.
Haylee e Dylan si scambiarono uno sguardo stranito che però non conteneva preoccupazione, si dissero che probabilmente aveva incontrato qualche animale nel tornare dalla piccola giungla lì attorno e non diedero peso alla cosa.
Poco dopo videro spuntare Carter dallo stesso posto da cui era sbucata Jade. Sembrava distratto e meditabondo. Continuava a muovere le labbra come se stesse parlando tra sé, ma non riuscivano a capire cosa stesse dicendo.
Carter, dal canto suo, si chiedeva come potesse essere successo e quando tutto quello gli fosse sfuggito di mano. Era confuso e glielo si poteva leggere in faccia, non credeva di poter aver commesso un simile errore di valutazione e di essersi sbagliato, non era da lui. Riteneva inammissibile dimostrarsi fallibile e detestava doversi ricredere, lo rendeva umano e detestava la sensazione che la cosa gli conferiva.
Come in quel momento.
Eppure Carter era segretamente felice. Aveva dimenticato da troppo tempo la sensazione di leggerezza data dall'avere qualcuno con cui condividere il peso di quello che lui era senza farglielo nemmeno notare. Si sentiva di poter essere se stesso senza essere giudicato eccessivo.
Si sentiva bene. Ed era merito di Jade.
«Impossibile.» Lo videro i due mormorare tra sé. «Non riesco a capire come possa essere successo.»
Sembrò loro di vederlo articolare prima di averlo nei paraggi.
«Carter, stai bene?»
Si fermò e parve risvegliarsi dai propri pensieri. Sbatté le palpebre e li fissò confuso un attimo, poi sorrise più padrone di se stesso, anche se sembrava una sicurezza forzata.
«Sì, io... sto cercando qualcuno. Ah ecco» disse adocchiando la persona di suo interesse. «Scusate, con permesso.»
Non aspettò risposta, li sorpassò e si diresse verso il ragazzo.
«Scott» esordì per farlo girare. «Ti va se riprendiamo la discussione della settimana scorsa?»
Mai come in quel momento Carter sentiva il bisogno di conoscere la verità a riguardo, la cosa si dimostrava fondamentale dopo i recenti sviluppi di cui non riusciva a capacitarsi.
«Ehm... certo.» Si girò per vedere se il cantante si era accorto della presenza di Leighton nei paraggi, era da un po' che si scambiavano qualche bacio innocente e aveva paura della reazione di Carter se l'avesse scoperto, ma non sembrava arrabbiato o pronto ad aggredirlo, quindi si tolse l'espressione colpevole dalla faccia e gli sorrise più rilassato, pronto per ascoltare ciò che Carter aveva da dirgli.
L'altro lo guidò in un posto tranquillo della casa, ben lontano dal terrazzino della camera dove Jade avrebbe potuto rifugiarsi. Voleva evitare che qualcuno li interrompesse anche quella volta e decise di sedersi vicino all'ingresso, dove aveva affrontato la discussione incriminata riguardo a cui voleva conoscere la verità.
Non poteva più aspettare, doveva sapere, specialmente dopo quella giornata.
Forse non era corretto ricorrere a Scott, ma era l'unico che gli avrebbe garantito la verità senza tentare di spiegare le ragioni del proprio gesto, come aveva fatto Jade giusto un paio di giorni prima riguardo la scelta di tacere la storia di Olivia. Aveva capito le sue decisioni e le aveva apprezzate, ma non c'era molto da giustificare se avesse scoperto che aveva cambiato risposta, quindi voleva sapere quello che cercava da qualcuno esterno alla vicenda e che non gli avrebbe posto domande a riguardo, né avrebbe tentato di portare acqua al proprio mulino.
Era troppo confuso riguardo Jade e in quel momento aveva soltanto bisogno di più chiarezza possibile, e aveva deciso di prendersela in qualunque modo.
Stava iniziando a cedere e ad aprire gli occhi, e non voleva rimanere di nuovo scottato da una scintilla di speranza che gli sembrava di scorgere in una persona, era stufo di osservare le cicatrici che ogni passaggio lasciava nella sua vita.
«Di cosa volevi parlarmi?» Scott, curioso di sapere cosa Carter potesse volere da lui, aveva deciso di mostrarsi intraprendente e dare il via a quel dialogo.
«Prima di iniziare devo porti due condizioni imprescindibili: discrezione e sincerità. Sei l'unica persona che può chiarirmi un dubbio e, per quanto mi dispiaccia non chiedere alla diretta interessata, preferisco affidarmi a te e alla tua imparzialità.»
Carter era stato deciso ma non rude, mettendo Scott a proprio agio nonostante quel riferimento femminile non gli facesse presagire nulla di buono. Ancora una volta la mente corse a Leighton e si mise sulla difensiva, perché non era pronto ad affrontare l'argomento con lui, né tantomeno a lasciargli campo libero.
Sospirò sconfitto, perché si era appena ripromesso di essere sincero, e quindi la conversazione avrebbe potuto prendere una piega tutt'altro che pacifica, ma era pronto ad assumersi le proprie responsabilità e a dire le cose come stavano per lui.
«Ok, per me non c'è problema.» Si rilassò sul divano accanto a quello di Carter, aveva preferito sedersi in modo da osservarlo in faccia, non voleva fuggire da un contatto diretto, soprattutto visivo. «Di cosa si tratta?»
«Ho parlato con l'ex di Jade una decina di giorni fa...» Carter non sapeva da dove partire, così decise di affrontare l'argomento dall'inizio e con la dovuta calma, non voleva essere travisato.
«Quel tizio? Ma è un decerebrato!»
Carter rise divertito.
«Non posso che darti ragione.» L'espressione di Scott l'aveva divertito e gli aveva fatto piacere sapere che per un momento potevano essere dalla stessa parte, sperava di trovare in lui la collaborazione che andava cercando. «Però mi ha detto una cosa, e devo scoprire se è vera. Tu, in tutto questo, sei l'unico che può aiutarmi.»
Gli diede il tempo di assorbire la richiesta e attese una sua reazione, che non tardò ad arrivare.
«Spara, lo faccio volentieri.»
Sapere che l'argomento era Jade non era facile, ma forse era un terreno più neutro rispetto a Leighton, soprattutto per lui. Era quella convinzione a spingere Scott a essere collaborativo e affabile.
«So che più di un paio di settimane fa tu e Jade avete affrontato una discussione delicata... un discorso che poi ha affrontato con me.»
Scott non si stupì di quella confessione, lei e Carter erano amici, era normale che si confrontassero su questioni che discutevano con altri. Anzi, era felice che Jade gli avesse riservato una sorta di priorità, quasi fosse stata più curiosa di conoscere il suo parere e non quello dell'amico.
«Ah sì, e quale?» Era interessato.
«Quello in cui si parlava di cosa si voleva da una relazione.»
Scott alzò un sopracciglio, stupito. Ok, doveva ammettere che l'idea che si era fatto poco prima era sbagliata, perché era stato lui stesso a sollevare la questione, ma Jade l'aveva trovata così interessante da volerla affrontare con qualcun altro, e la cosa doveva tornare a suo favore, perché probabilmente lei lo considerava un tipo con un cervello e la cosa lo lusingava molto.
«Certo, ricordo» sorrise al pensiero, parlare con Jade era sempre piacevole e naturale. «Cosa vorresti sapere?»
Carter si prese del tempo per pensare a cosa dire e come dirlo, non voleva dilungarsi troppo o rivelare più di quanto fosse necessario. Inoltre l'idea di ricorrere a Scott non gli piaceva per nulla, ma sapeva che era l'unico modo per arrivare dove voleva.
Era un uomo, quindi avrebbe risposto come si aspettava: senza fronzoli e rispondendo soltanto alla sua domanda.
Si stava odiando, ma sentiva il bisogno viscerale di conoscere la verità su Jade, quel giorno più degli altri. Non poteva commettere altri errori di valutazione, non poteva lasciarsi andare con la persona sbagliata, di nuovo.
«Beh... Travis mi ha detto che a te ha risposto in un modo, a me in un altro. Vorrei capire se è vero e, in caso, comprendere il perché di un simile cambiamento.»
Stava arrivando al punto della questione con timore e pieno di sensi di colpa, e non era da lui. Jade, con i suoi modi di fare, gli stava incasinando la vita.
«Perché non chiederlo a Jade?» Scott aveva ragione e, anche se gli aveva spiegato il perché poco prima, sapeva che quella domanda era naturale, quindi Carter non se la prese, anzi rispose con sincerità e una calma che non pensava di avere in un momento smile.
«Perché lei, se fosse vero ciò che Travis mi ha riportato, mi avrebbe già mentito una volta, e non è detto che sarebbe disposta a rivelarmi la verità, inoltre tenterebbe di giustificare la propria scelta, ma al momento ho solo bisogno di conoscere la risposta» disse risoluto ma pacato. «Al resto ci penserò dopo.»
Scott non riusciva a capire tutta quella pressione per una risposta, ma era sicuro che se Carter voleva sapere quella cosa c'era un motivo importante a riguardo, era felice di poterlo aiutare.
«Ok, come vuoi» espirò pronto ad arrivare al punto. «Dimmi quello che vuoi sapere e te lo dirò.»
«Come ha risposto a quella domanda?»
Il tatuatore non ci pensò molto tempo, ricordava la risposta di Jade come se fosse successo ieri. Aveva adorato il suo modo di aprirsi con lui, il suo raccontarsi così spontaneo e sentito, non poteva dimenticare una sola parola, non sarebbe stato corretto. Gli piaceva Jade e gli piaceva ascoltarla, era interessante e mai banale.
«Ha detto che vuole essere scelta, perché con i suoi ex non è mai successo. Non vuole essere la priorità, ma vuole essere scelta ed essere considerata importante al pari delle altre cose fondamentali per la persona che la ama. Desidera che una persona abbia il coraggio di sceglierla e la accetti per come è, compresi i difetti. Soprattutto quelli.»
Gli era dispiaciuto rivelare quei dettagli, ma sentiva che Carter ne aveva davvero bisogno, e la sua faccia non smentiva l'urgenza che aveva dimostrato fino a quel momento. Aveva optato per una sintesi chiara e ridotta, giusto per non tradire ogni particolare che Jade gli aveva rivelato.
«Capisco.» Sorrise debolmente il cantante. «Grazie.»
Lo aveva ringraziato per averlo annientato.
No, lo aveva ringraziato per avergli detto la verità e aver rispettato la promessa di essere sincero.
Era stata Jade a mentirgli.
Non solo, aveva omesso una risposta così... complementare alla sua.
C'era qualcosa di spaventoso nelle loro risposte.
Aveva capito da poco di poter lasciarsi andare a quella sensazione familiare che solo lei gli trasmetteva, che aveva paura ma provarla era normale, e tutto se ne era andato nel giro di poco tempo.
Jade sapeva ma non aveva rischiato, così gli aveva mentito. Jade non lo considerava molto importante, o comunque pensava di poterlo prendere in giro.
Aveva preso le sue parti con Olivia, ma lei l'aveva pugnalato allo stesso modo. Anzi, era stato peggio, perché di Jade si fidava ciecamente.
«A te cosa ha detto?» Scott era curioso di capire perché Carter si fosse irrigidito tanto.
«Che voleva essere amata.»
L'altro strabuzzò gli occhi, colto di sorpresa.
«È stata la risposta che le ho dato io.» Jade aveva attinto parecchio alla loro conversazione, e Scott ne fu lusingato, anche se non riusciva a capire il perché di quel gesto. «Non ha giustificato la cosa?»
«No, sembrava che pure quella semplice risposta fosse di troppo.» Ora capiva il perché. Non era una risposta sua. Era stato il senso di colpa a impedirle di continuare.
Carter si domandò come avesse potuto anche solo iniziare a dire una cosa simile.
Lui, doveva ammetterlo, era stato stupido. Non era una risposta da Jade quella, non senza un'argomentazione valida, ma lui si era accontentato, come aveva sempre fatto con lei. Sbagliando.
«Magari aveva paura del tuo giudizio, o di esporsi troppo con te.» Scott lo consolò perché gli sembrava che Carter ne avesse bisogno, inoltre sapere che Jade aveva mentito al suo più grande amico lì dentro lo fece sentire potente, come se avesse avuto un vantaggio su Carter che prima non pensava di avere.
«Posso andare ora? Avevo promesso a Dylan di aiutarlo con il pranzo.» Gli dispiaceva farlo attendere oltre, si era preso le proprie responsabilità e non voleva passare per lo scansafatiche di turno, non era da lui.
«Certo, certo. Anzi scusa se ti ho trattenuto e grazie» rispose Carter, sempre più assorto nei suoi pensieri.
Scott si alzò e si fecero un cenno di intesa per dire che tra loro era tutto ok.
«Mi raccomando Scott, non dirle nulla.»
L'interessato annuì sollevato e se ne andò.
Ma quello che non aveva nulla da dire, a riguardo, era proprio Carter.
Si sentiva tradito, vuoto.
Come se avesse appena perso qualcosa di importante, o come se si fosse accorto che la cosa che considerava di inestimabile valore l'avesse perso tutto, rivelandosi un falso.
* * * * *
Risolto un mistero se ne presenta un altro... Anche voi avete la faccia di Edward dopo questo capitolo?
Scusate ma io Rob lo metterei ovunque. La mia big crush 😂
A lunedì!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro