Ottava puntata [1/6]
«Siete così imbecilli che vi lasciate manovrare da delle pedine!» Tuonò Haylee una volta in casa, assicuratasi che tutti fossero entrati e non si perdessero una sola parola della sua esplosione di rabbia. No, non aveva intenzione di risparmiare nessuno.
«Haylee, sei impazzita?» Taylor era sconvolta, non capiva le accuse né tantomeno la rabbia con cui le esprimeva.
«No, siete voi che siete idioti, è diverso» proseguì Haylee sempre più inviperita. Non riusciva a trattenersi, si sentiva in dovere di intervenire perché non riteneva giusto che lei e gli altri venissero presi in giro e, soprattutto, che Olivia la passasse liscia.
Erano due mesi che continuava a comportarsi in modo arrogante, come se Liv fosse stata migliore degli altri, e non aveva intenzione di sopportare oltre la cosa, dato che la stylist aveva dimostrato di non meritare un briciolo di pietà, non dopo tutti i suoi atteggiamenti e il piano che le stava andando fin troppo bene.
«Però, in vena di complimenti, eh?» Mia, colpita da quanto fosse dura con gli altri concorrenti, cercò comunque di spezzare la tensione che si era venuta a creare. Se Haylee era così turbata qualcosa doveva essere successo, ma non capiva cosa potessero c'entrare tutti loro.
«Forse è meglio se spieghi perché sei così agitata, altrimenti potresti sembrare un tantino pazza.» Dylan la invitò a sedersi per cercare di assumere un minimo controllo, ma riuscì solo a sfiorarle la gamba mentre lei gli passava davanti per guadagnare una posizione in cui tutti avrebbero potuto vederla e ascoltarla. Non aveva la minima intenzione di fuggire.
«Giusto un po'.» La prese in giro Larissa, non capendo quanto la sua posizione fosse in bilico in quel momento.
«Tu zitta.» Tuonò la parrucchiera con un indice puntato verso l'altra, un rancore tale da farla sobbalzare e vedere gli occhi spalancarsi, timorosi.
«Ok, mettiamo le carte in tavola» continuò Haylee. «La scorsa settimana ho sentito Olivia parlare con Larissa e dirle di convincere gli altri della casa, noi, a non votare per lei e per Carter, ma per un'altra coppia.»
Avrebbe voluto essere più incisiva, vedeva quanto gli altri fossero scettici dopo aver sentito quelle parole.
«Ma non avrebbe senso.» Liam, sensibile nei confronti di Larissa, voleva provare a ragionare e a vedere il lato positivo delle persone. Magari si era sbagliata, oppure non stava dicendo la verità.
«O sì che ce l'ha, se vuole che Carter continui a pensare che siano un match perfetto, e questo era lo scopo. Se fossero entrati nella cabina della verità e avessero scoperto di non essere una coppia perfetta, Olivia era ben conscia che Carter l'avrebbe lasciata perdere. Non entrando si è garantita di rimanere nell'incertezza affinché lui continuasse ad avere un rapporto e si innamorasse di lei. Non vi è sembrato strano che proprio la sua amica remasse contro di loro, anzi, vi incentivasse a votare per altri?»
Haylee aveva mimato il segno delle virgolette quando aveva riportato la parte dell'innamoramento, e si accorse che alcune facce, dopo la sua ultima domanda, avevano iniziato a dare qualche segno di cedimento davanti al suo discorso, segno che stava ottenendo ciò che voleva, stavano iniziando ad aprire gli occhi sulla faccenda.
«E vissero per sempre felici e contenti.» Si intromise Olivia dopo aver finito di sistemarsi un'unghia, limandola sui pantaloni ultra aderenti. «Sei brava a raccontare le favole, sai?»
La schernì con uno sguardo altezzoso. Era convinta di essere stata cauta quel giorno, ma Haylee non aveva prove a riguardo, non l'avrebbe incastrata in alcun modo.
«E tu a fingere. Cos'è, hai simulato troppi orgasmi nella tua vita?» Haylee fu felice di poterle rispondere a tono senza sembrare la cattiva della situazione, nessuno l'avrebbe giudicata per la risposta che aveva riservato.
«Sei sicura di quello che dici?» Dakota sembrava turbata, come se si aspettasse di tutto da Olivia, ma non che arrivasse a tanto. Eppure, a posteriori, il comportamento di Larissa riguardo al voto per la cabina della verità sembrava strano.
«Sono accuse gravi» intervenne Nick, attento a capire quanto di vero ci fosse nella questione e arginare i danni. L'ultima cosa di cui avevano bisogno in quel momento era di un simile problema che avrebbe potuto separarli dalla vincita e dal trovare l'anima gemella. Il rancore e la diffidenza non erano le migliori compagnie per l'amore.
«Appunto, e non hai nemmeno le prove» La incalzò Olivia con un sopracciglio alzato che doveva esprimere tutto il suo scetticismo. In realtà era un modo per sondare il terreno e capire fino a che punto Haylee avesse i mezzi per metterla nei guai. «O sbaglio?»
«Lo sanno anche Dylan e Jade» rispose Haylee poco convinta. Sapeva che sarebbe arrivato il momento di fornire delle prove, ed era conscia di non avere nulla in mano per schiacciarla.
«Oh, la Mistery Inc... dove avete lasciato Scooby-Doo?» Olivia rilassò le spalle, capendo quanto le parole di Haylee, seppur vere, fossero innocue. «Vi divertite a svelare interessanti misteri, immagino.»
«Beh, perché non chiediamo a Larissa, allora» propose l'altra, nella speranza di mettere la complice alle strette e ritrovare il vantaggio avuto all'inizio della conversazione. «O aspettiamo di tornare a casa e guardare le registrazioni del programma, così il tuo piano andrà a puttane nel momento in cui hai appena raggiunto tutto ciò che hai sempre desiderato?»
Alzò le sopracciglia, soddisfatta.
Haylee aveva capito che Liv non aveva considerato un dopo, né tantomeno le registrazioni del programma. Era convinta che adescare Carter sarebbe stata la parte più dura, invece la vera difficoltà stava nel non perderlo, soprattutto se alcune bugie potevano mettersi tra loro, come quella.
Olivia si agitò e irrigidì, ma si rilassò subito per non darlo a vedere, pensando che Larissa avrebbe tenuto il segreto, le sarebbe convenuto perché cedere davanti alle pressioni degli altri l'avrebbe fatta passare per una bugiarda e per una persona meschina che aiutava l'amica nei piani diabolici.
«Dunque? Neghi che sia vero e che quindi mi sia inventata tutto?» Haylee si rivolse a Larissa nel tentativo di smuovere la situazione, ma in cambio non ottenne risposta, se non uno sguardo confuso e colpevole che non convinse gli altri. «Dimmi che motivi avrei!»
«Per avere attenzione» rispose Olivia per metterla in difficoltà agli occhi del gruppo che, silenzioso, seguiva lo scambio per capire quali conclusioni trarre.
«Mi dispiace, non mi chiamo Olivia, io. Sono entrata per trovare l'amore, non uno sponsor.» La rimbeccò Haylee, pronta a riportare l'attenzione sull'altra. «Ma torniamo su Larissa, la persona che può chiarire la situazione.»
La diretta interessata non sapeva come comportarsi. Non aveva preventivato di finire al centro di un tale problema, né di diventare la chiave di lettura della sua ipotetica risoluzione.
«Beh, ecco...» Non sapeva cosa rispondere. Aveva paura della reazione di Olivia e temeva soprattutto i giudizi del gruppo, in particolare modo di delle persone con cui aveva legato di più.
«Racconta la verità. Insomma... Spiega la tua versione dei fatti.» Liam tentò di convincerla a dire qualcosa, una qualsiasi cosa che avrebbe potuto fare chiarezza e l'avrebbe aiutata a tirarsi fuori dai guai. «Ti perdoneremmo. Capita a tutti di sbagliare.»
Nick, davanti a tanta titubanza, si innervosì, così decise di intervenire per spronarla a parlare. «Ma se perseveri non avrai una seconda possibilità.»
Forse era stato troppo duro, ma voleva davvero arrivare a capo della questione ed era sicuro di non essere il solo. Se Larissa avesse potuto aiutarli avrebbe dovuto farlo a ogni costo.
«È andata così?» Dakota, con cui Larissa aveva legato, le aveva messo una mano sulla spalla per indurla a fare qualcosa e per farle sentire che, nonostante tutto l'accaduto, non era sola.
Infine annuì arresa. A convincerla erano stati gli atteggiamenti dei compagni che sembravano pronti a darle un'altra chance se avesse ammesso la propria parte di colpa, e soprattutto il tono preoccupato di Liam. La paura di perderlo ebbe la meglio e la costrinse a confessare.
«Ma è mia amica, e ha detto che non avrebbe interferito con la nostra vincita. Dovevo solo rimandare la scelta del match perfetto di Carter per agevolare lei.»
«Perché l'hai fatto?» Liam, sconvolto, voleva capire le motivazioni dietro il gesto di Larissa, perché sapeva che per accettare un simile compromesso Olivia doveva aver lavorato bene sulle conseguenze in modo da non impensierirla troppo.
«Ho pensato che non ci fosse nulla di poi così osceno. Un po' di strategia personale... è mia amica, non pensavo potesse ledere a qualcuno la cosa» confermò Larissa davanti alle premure del ragazzo che le piaceva, e se ne rese conto proprio in quel momento.
«Tanto amica che spiattelli subito ai quattro venti la cosa pur di discolparti» la accusò Olivia con tono velenoso.
«Allora non neghi!» Drew alzò la voce, e da quel momento si scatenò il putiferio.
Un vociare irritato si alzò tanto da confondere ogni frase senza capire a chi fosse rivolta, anche se non era difficile da immaginare che la maggior parte delle recriminazioni fossero rivolte a Olivia.
«Tu con me hai chiuso» disse astioso Carter. «Tu e io, invece, dobbiamo parlare.»
Olivia era una faccenda passata, per quanto trovasse in lei più punti in comune in quel momento rispetto a prima. Erano entrambi calcolatori, manipolatori e audaci, ma nemmeno Carter sarebbe arrivato a tanto. Era troppo pure per lui. A ferirlo, però, era stata Jade con il suo silenzio. Lei sapeva e non gli aveva detto nulla, e da un'amica non si aspettava un simile atteggiamento.
«L'ho fatto per noi. Lo sai anche tu che siamo più simili di quello che sembra... meritiamo il meglio!» Cercò di giustificarsi Olivia, alzando la voce per farsi sentire sopra il frastuono che lei stessa aveva generato.
Carter non le diede importanza, concentrato sul da farsi. Fu però bruscamente riportato alla realtà di quel campo di battaglia da Drew.
«Certo, qui scatta il putiferio e tu pensi a liquidarne una e a parlare con l'amica, ma i problemi li dobbiamo affrontare noi. Fai con comodo, mi pare giusto, tu sei un vip che può permettersi di usare le donne a proprio piacimento e poi abbandonarle come uno straccio usurato.» Gli si era rivolto con un tono esasperato e cattivo che sovrastò le altre urla e fece fermare tutti, i quali smisero di questionare tra loro per seguire quel nuovo litigio, molto più interessante.
«Fino a prova contraria quello usato, qui, sono stato io.» Si indicò prima di puntare il dito contro Olivia. «Da lei.»
Ovvio, lui era la celebrità che vantava ex come Candice Carson e Laura Grayson e si aggirava per il mondo con a fianco modelle al limite della maggiore età. Peccato che la gente non si rendesse conto di quanto fosse uguale a loro, dato che si trovava li dentro allo stesso modo dei presenti.
Anzi, a dire il vero invidiava le persone attorno a lui, in quel momento più che mai. Erano sul punto di compiere una scelta, erano sì timorosi di attuarla, ma abbastanza convinti della persona con cui buttarsi in quell'avventura, nonostante non avessero la conferma che quello fosse il match perfetto, anche se i vari tentativi falliti alle spalle li avevano condotti nella giusta direzione. Invece lui era rimasto di colpo senza certezze, ma nessuno sembrava essersene accorto. La ragazza in cui aveva risposto ogni sua aspettativa l'aveva usato e pugnalato alle spalle, l'altra donna – quella ideale sulla carta – aveva un qualcosa che non riusciva a convincerlo fino in fondo a causa della scarsa conoscenza, tanto che si era interessata anche a un altro e, infine, rimaneva con la propria amica, un'altra persona su cui aveva dei dubbi riguardo la sua sincerità. Non era nella posizione privilegiata in cui molti lo credevano, ma non avevano l'accortezza di notarlo, perché non erano problemi loro e vederlo come un semplice essere umano sembrava un'impresa titanica.
Drew, incurante dei pensieri di Carter e di ciò che gli aveva detto, continuò con la sua invettiva.
«Ma perché sei qui? Tutti i problemi nascono dalla tua presenza. Se non ci fossi tu, tutto questo non sarebbe successo!» Si alzò dal divano, sempre più rabbioso. «Non hai nemmeno bisogno dei soldi! Cinquantamila dollari per te sono briciole, avresti potuto lasciare il posto a qualcuno che ne aveva davvero bisogno. L'unica persona senza scrupoli, qui, sei tu!»
Era da mesi che si teneva dentro quella rabbia repressa sviluppata nei confronti del cantante dei Destination: Glory, ma Drew non aveva mai digerito la sua presenza nel programma. Carter ai suoi occhi non aveva bisogno né di soldi né di tali mezzi per trovare una donna, se davvero l'avesse voluto.
C'era solo una cosa che non aveva considerato, ovvero il fatto che siccome era lì con loro, era proprio perché nel mondo che frequentava Carter non era facile trovare qualcuno interessato a lui per come era, e quell'episodio poteva esserne l'ennesima dimostrazione.
Il fatto che fosse circondato da donne belle non voleva dire che avessero qualcosa da dargli o che fosse facile trovare qualcuno da amare. Le cose a Hollywood non funzionavano così, affatto. Non era l'ambiente sfavillante formato da soli pregi che la gente comune riusciva a figurarsi, quella era la patina per chi guardava, la nebbia per distrarre i curiosi. Era un mondo formato da sottostrati che assomigliavano ai diversi gironi dell'inferno, e ognuno poteva solo scegliere di quale peccato macchiarsi.
«Beh, caro il mio professore che si permette di sputare sentenze senza sapere di cosa stia parlando... la vuoi sapere la verità? Eccola.» Aveva esordito rabbioso allo stesso modo, Carter. Odiava esprimersi in quel modo e dover giocare a carte scoperte, ma era arrivato il momento di mettere le cose in chiaro perché, per quanto non fosse un esibizionista capriccioso, non era nemmeno uno che si faceva mettere i piedi in testa dal primo presuntuoso che gli capitava a tiro. «I miei cinquantamila dollari vengono devoluti interamente in beneficienza, divisi tra associazioni per la cura per l'AIDS, i tumori e gli orfanotrofi.»
Tutti temi per cui aveva speso del tempo, sia personale sia lavorativo, e sperava sempre di poter sensibilizzare altre persone a riguardo, soprattutto fuori dal programma.
Drew sbatté gli occhi, impreparato e stupito. Non si era aspettato una simile reazione, né pensava che Carter potesse farlo sentire così stupido con la sola verità dei fatti.
«Io non ne sapevo nul...»
«Già, sono stato troppo discreto per i tuoi gusti, vero? Non rientra nell'idea della star pretenziosa che ti sei costruito. Non credevo di dover rivelare la cosa, né pensavo di dover ostentare le mie buone intenzioni. Quindi, qua dentro, sono forse l'unico che è entrato unicamente per cercare l'amore.»
Carter aveva perso tutta la rabbia, ma era esausto per essersi esposto a quel modo.
Rimasero tutti di sasso davanti a quelle dichiarazioni, tanto che dopo la fine del discorso del cantante nessuno si azzardò a dire qualcosa, così fu Carter a concludere il proprio monologo.
«E se proprio vogliamo dirla tutta... la colpa di questo casino non è mia, del perché io sia ricco, famoso o di bell'aspetto, ma vostra» e, nel dirlo, indicò i vari ragazzi della casa senza accanirsi su qualcuno in particolare. «Perché se vi foste preoccupati meno della mia presenza e più di rendervi interessanti e piacere alle ragazze, queste ultime non avrebbero provato a incastrarmi in alcun modo.»
Si avviò verso le scale nel silenzio generale, gli occhi di tutti puntati addosso.
«Detto ciò io saluto tutti e vado a dormire. Oppure ho bisogno della vostra approvazione anche per questo?»
Parlò con rabbia strascicata e orgoglio ferito, ma non si fece fermare da nessuno, né qualcuno si azzardò a mettersi contro di lui, aveva dimostrato di essere sempre stato il più limpido di tutti loro.
* * * * *
E niente, io sono tanto, tanto orgogliosa di Carter in questa parte di capitolo.
Voi cosa ne pensate? Sarei davvero curiosa di conoscere il vostro parere. Su, non siate timid*!
Poi, come avrete notato, questo capitolo avrà sei parti e non cinque. Accade perché, da questo capitolo, succederanno molte, MOLTISSIME COSE. I nodi verranno al pettine e, quindi, mi sono dilungata su ogni aspetto.
A mercoledì, Cris
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