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Nona puntata [6/6]


«E io che pensavo che Carter fosse intelligente!» Esclamò Amber, dopo aver visto la puntata.

Oliver annuì distratto, poi si rese conto di quello che aveva detto la sua ragazza e si irrigidì. Non capiva da dove provenisse tutta quella sfiducia, anche perché doveva credere che Carter fosse nel pieno delle sue facoltà mentali, se no chi avrebbe scritto i testi delle loro canzoni?

Se Logan si fosse occupato della questione ne sarebbe uscito un album di grugniti monosillabici, e se le avesse scritte lui... beh, probabilmente sarebbero assomigliate a invettive contro le ingiustizie sociali e animali. Sì, era un tipo da canzoni di denuncia e protesta. Se invece Seth avesse messo mano ai testi ne sarebbe uscita solo roba sconcia.

Non insinuava che lui, Seth e Logan non fossero in grado di comporre i testi delle canzoni, ma era Carter ad avere idee e input, colui che dava il la al gruppo e li indirizzava sulla giusta strada. Perdere la brillantezza di un simile elemento metteva a rischio l'intera band.

«Perché?»

«Oliver, davvero?» Scosse la testa, come se la cosa fosse evidente. «Jade è l'unica persona con cui ha litigato e poi ha cercato di chiarire. Nonostante tutto quello che è successo la controlla a distanza come se la sentisse sua, però durante la cerimonia sceglie Leighton? È infantile.»

Dio, era così ovvio che non riuscisse a staccarsi da lei e a lasciarla perdere, perché allora non dimostrarle che ci teneva e prendersela?

«Sveglia Amber! Gli uomini sono infantili da che mondo è mondo.» Le rispose Oliver con tono ovvio. Prima di continuare, però, fu interrotto dalla sua futura moglie.

«Un po' come il fatto che le donne e la ragione vadano a braccetto.»

Lui ignorò il commento per tornare a spiegarsi.

«Difatti avevi ragione tu all'inizio. Carter si è avvicinato a Jade tanto da rimanerne coinvolto, più del dovuto, ma ora è confuso e terrorizzato.» Era bello tornare a leggere il suo amico dopo i dubbi di un paio di settimane prima, gli faceva capire che Carter stava tornando se stesso ed era un buon segno. «Detesta sbagliarsi, figurati se dovesse capire di essere preso. L'ultima donna importante della sua vita è stata la stessa che gli ha spezzato il cuore, ed era stato pronto a sposarla. Biasimeresti una persona che aveva deciso di non mettersi più in gioco che, dopo anni, scopre di volerlo fare di nuovo con l'ultima donna con cui si sarebbe mai aspettato di farlo?»

Un ragionamento contorto forse, ma di sicuro accurato, perché riusciva a capirlo di nuovo, era sicuro di quello che aveva detto a Amber.

«Capisco il tuo punto di vista, ma Carter ha sbagliato. Aveva l'opportunità di riscattarsi, scegliendola durante la cerimonia, e invece ha preferito Leigh. Di nuovo. Non può pensare che Jade stia lì ad aspettare che lui si decida e si faccia coraggio, non funziona così.» Amber, comprensiva e risoluta, gli spiegava il punto di vista femminile della faccenda. Capiva Jade, e sapeva che si sentiva ferita, ogni suo gesto lo faceva capire.

E aveva dato opportunità a Carter per recuperare, tra tutte l'essersi allontanata in spiaggia durante la festa, ma lui non ne aveva mai colta una. Lei voleva essere raggiunta, salvata e rassicurata da Carter, non da Spencer, eppure non era andata così.

«Cosa intendi?»

«Potrebbe essere tardi. Lui ha paura, lei è convinta che la sua anima gemella sia Scott perché è confusa dal comportamento di Carter di tutte quelle settimane. Non pensi che possa aver già dato per spacciata la possibilità che ci poteva essere tra loro?» Jade probabilmente era confusa dall'idea di Carter che aveva sviluppato in precedenza e dall'ascendente che lui aveva su di lei, non era facile capire fino a che punto le proprie illusioni si mischiassero alla verità. Di certo non era un gioco accettare di essere coinvolta con il proprio idolo, doveva spaventare.

«Secondo te è davvero tardi?»

Amber strinse le spalle, non essendo più sicura di niente. Era convinta che fossero anime gemelle, ma non era detto che avessero ancora il modo di scoprirlo e approfondire la questione.

«Non lo so, ma se non si parlano alla svelta le possibilità di riprendere la cosa sono basse, molto basse.»

«Chi potrebbe fare un primo passo tra i due?» Oliver si fidava di Amber, per quello la stava riempiendo di domande, sembrava avere un quadro più chiaro della situazione. Forse l'aveva sempre avuto.

«Non lo so, e questo mi spaventa più di tutto» ammise lei a malincuore.

Uno dei due avrebbe dovuto cedere, ed era difficile che accadesse prima che fosse troppo tardi, se considerava i caratteri delle persone coinvolte.

Non aveva un buon presentimento, non più.

«Però questo taglio gli sta bene. Lo preferisco così.» Cody annuiva convinto delle proprie parole.

«Cioè, quei due si scannano a vicenda, non si parleranno mai più e si divertono a fare i sadici con l'altro, e tu ti focalizzi sul nuovo taglio di Carter?» Seth era sconvolto. Non voleva la versione del marito di Jean Louis David, voleva il solito partner con cui analizzare la situazione che, nel caso non se ne fosse accorto, in quella puntata era precipitata.

«Beh, è davvero bello.» Alzò le spalle, sereno, per sostenere la sua idea con una semplicità disarmante.

«Io chiedo il divorzio.» Il bassista era sul piede di guerra.

«È stata una puntata altamente emotiva, sono sconvolto.» Cody si giustificò con voce quasi stridula. «Lo è stata tutta la settimana, in realtà. Ti rendi conto che Oliver si sposa?»

«Dovrei stupirmi, secondo te? Stanno insieme dal liceo. Mi sorprende che non sia successo prima.» Se si fosse presentato Logan alla loro porta con una dichiarazione simile, allora si sarebbe preoccupato.

Se fosse arrivato con la notizia di diventare padre di qualche modella raccolta ai lati del palco, beh, non ne sarebbe rimasto sorpreso.

«Scherzi, vero? Oliver è uno a cui piace rimuginare sulle cose. Troppo.» Oliver era famoso per essere una persona abbastanza razionale, al punto di pensare bene ai pro e ai contro di ogni situazione. Anche Cody, che non lo frequentava spesso come il marito, era riuscito ad avere un quadro preciso del suo carattere. «Inoltre è il primo Glory che mette la testa a posto.»

«Ehi, io chi sono? Il turnista dei Maroon 5?» Seth non sembrava molto colpito dal Cody di quella sera, era decisamente strano. Lui era il primo membro dei Destination: Glory ad aver messo la testa a posto, sposandosi. Oliver era il secondo, ed era più che normale che toccasse a lui.

«No, certo che no.» Il marito lo consolò con una carezza sulla nuca. «Ma loro sono dei bambinoni.»

«Oliver no.»

«Oliver meno degli altri, ma sono dei bambini troppo cresciuti.» E, nel dirlo, indicò lo schermo con il telecomando.

«In effetti...» ammise Seth a fatica.

«Guarda che darmi ragione non ti uccide mica.» Lo prese in giro l'altro. «Tra il taglio fatto per ripicca, il bacio rabbioso, lo slinguazzamento di lei con Scott e la scelta di Carter nella cerimonia di accoppiamento abbiamo raggiunto il picco massimo.»

Prima che Seth potesse aggiungere qualcosa, Cody continuò a parlare: «E per Carter non è facile da raggiungere, dato che ha spesso massimi conditi dalle sue manie di protagonismo.»

«Va bene, hai ragione.» Fu la confessione laconica di Seth. Quando entravano in gioco l'egocentrismo di Carter avevano tutti ragione.

«E ora è tutto rovinato.» Cody si buttò sul dramma, cosa per lui strana. «Io contavo su di loro. Avevo investito il mio lato emotivo. Sono distrutto.»

«Mi sembri un po' melodrammatico, ora.» Seth alzò un sopracciglio. Era lui la drama queen di casa.

«Tu lo sei sempre, ora voglio esserlo io. Avevano potenziale. Ce l'hanno ancora, ma dovrebbero mettere da parte l'orgoglio.»

«Decisamente. Ormai giocano a carte scoperte e l'interesse di entrambi è palese a tutti.» Conven, ne più serio del previsto.

«Tranne che a loro.» Sospirò il marito, con fare arreso. «Stanno facendo a gara a chi si racconta la storia migliore per non ammettere quello che provano.»

«Non oso immaginare quanto sia difficile per Carter.» Seth, che lo viveva da anni, sapeva bene quanto il leader dei Glory detestasse doversi ricredere, non era un tipo a cui piaceva ammettere i propri errori. «È contro tutto quello che aveva preventivato. Non solo perché è una fan, ma perché a lui interessa e avrebbe voluto che non fosse così.»

«Non può controllare i sentimenti» Cody era tornato serio. Sapeva quanto Seth ci tenesse all'amico, era arrivato il momento di mettere da parte l'umorismo. «Non sono le canzoni che scrive, cose che può rimodellare a suo piacimento.»

«Lo so, ma deve scendere a patti con la cosa. Ci vorrà tempo.» Seth sentiva lo sconforto nelle proprie parole, ma non era facile metterci un freno.

«Non ne hanno poi molto.» Perché, maledizione, mancava soltanto una settimana alla fine del gioco, e sarebbe stata la più veloce per loro da affrontare. C'era troppo in gioco perché il tempo fosse clemente. «È davvero così brutto rinunciare a un po' di cocciutaggine per aprirsi a un'emozione più profonda e sincera?»

«Se sei Carter Madden, sì.» Sospirò il bassista. «Ma ci arriverà anche lui a questa soluzione. Sono convinto che cercherà di rimediare.»

«Te lo auguri. È ben diverso.» Lo corresse Cody.

Seguì un silenzio carico di significati che confermò la teoria del più vecchio dei due coniugi.

«Comunque hai ragione.» Fu set a spezzare il mutismo tra loro.

«Cosa?»

«Questo taglio gli sta meglio. Anche io lo preferisco così.»

«Di' qualcosa.» Jules aveva la mano attorno all'avambraccio del nipote, le unghie conficcate nella pelle mentre gli occhi erano fissi sullo schermo.

Le era capitato spesso di vedere Carter arrabbiato, ma mai ferito e pronto ad attaccare per difendersi. Si sentiva male per lui.

«E perché devo iniziare io a parlare? Tanto quello che dico non va mai bene» replicò Logan a mezza bocca. Era scioccato tanto quanto lei, sperava che la zia dicesse qualcosa per sapere poi cosa rispondere a riguardo.

«Logan, sono preoccupata.» Smise di mordicchiare l'unghia per continuare il discorso. «L'ho visto stare male per una donna soltanto. Sono contenta che sia riuscito a farsi coinvolgere a tal punto da un'altra ragazza, ma... non lo vedo stare bene.»

Ed era solo colpa sua, sua e della propria voglia di vederlo felice. Come era potuto saltarle in mente che un simile programma fosse una buona idea?

«No, per nulla. Ha capito che gli piace e sta cercando di combattere la cosa» rispose il batterista, meditabondo. «Battaglia persa, tra l'altro.»

Jules si girò a guardarlo, incuriosita.

«Perché mi sembri tranquillo?»

Più che tranquillo era rassegnato, ma poteva soprassedere su quella minuscola svista.

«Conosco Carter.» Iniziò mentre cercava di dare un senso alle parole che gli passavano per la mente. «Magari ci ha messo tanto tempo a capirlo, ma non si lascerà sfuggire l'occasione. Dagli qualche giorno e ti stupirà.»

«Dici?» Jules, vista l'impasse in cui sia il figlio sia Jade si trovavano, non era affatto sicura che la situazione potesse sbloccarsi con facilità, né che uno dei due prendesse l'iniziativa per scusarsi o provare a chiarire la questione.

«Dico.» Annuì convinto Logan dopo aver incrociato le braccia al petto. «Conosco quello sguardo, è determinato. Sta... pensando a qualcosa.»

Non sapeva dire se fosse qualcosa di positivo o meno, ma era sicuro che Carter stesse cercando un modo per affrontare la cosa. Se una persona gli stava a cuore trovava sempre una via, non lasciava nulla di intentato, fosse stato anche solo per chiarire la presa di posizione assunta e giustificare la distanza presa.

«Un modo di agire?» Jules capì che la via non era una sola, e nemmeno Logan era a conoscenza di quale Carter avrebbe potuto intraprendere, ma non riusciva a farsi contagiare dalla speranza del nipote.

«Penso. Beh, spero.» Attese un attimo prima di continuare, ancora più serio rispetto a prima. «È preso, lo conosco, se si lasciasse scappare l'opportunità sarebbe un coglione. Glielo rinfaccerei a vita.»

«Non riesco a seguirti.»

Il fatto che Logan fosse diventato di colpo team Jade la lasciava perplessa. Quella ragazza le era piaciuta fin dall'inizio, nonostante gli errori commessi, e non era un mistero che con il tempo avesse conquistato anche le simpatia del nipote, ma una difesa così diretta e sentita non se l'era di certo aspettata.

«Ok, Jade ha mentito, ma lui l'ha ferita nel modo peggiore possibile, negandosi dopo averla baciata. Sono convinto che sia la persona giusta per lui. Non è detto che sia la sua anima gemella, ma di sicuro è la persona che fa al caso suo.» Vide zia Jules stupita da quelle parole, così decise di spiegarsi meglio e rendere l'idea che aveva in testa riguardo quella ragazza. «Lo supporta, ha fiducia in lui e non lo giudica. Jade è stata in grado di stargli accanto senza prevaricare le sue scelte, mai, e penso sia una dote fondamentale e per nulla facile da trovare in una donna, per chi fa il nostro lavoro.»

Jules era colpita dai pensieri di lui, tanto che non riuscì a proferire verbo.

«Chi se ne frega se è una fan!» Concluse Logan, ormai concitato. Aveva avuto ragione Jade durante la discussione con Carter, il fatto che fosse una loro fan non le impediva di essere altro solo perché lui non lo vedeva. E aveva davvero molto da offrire, era donna in modi che Olivia non si sarebbe mai sognata in una vita intera.

«A volte mi stupisco del fatto che tu non abbia ancora una donna accanto degna di te.» La madre gli accarezzò la guancia ispida. Con la scusa che i Glory erano in uno stato di pausa forzata, Logan aveva abolito il rasoio e le gite dal parrucchiere, come era solito fare quando registravano.

«Le evito... troppi casini!» Si permise di prenderla in giro per alleggerire i toni. «Ma se dovessi incontrarne una lungo la mia strada non la scanserei di certo come sta facendo Carter.»

Per sottolineare la cosa indicò la televisione con il mento.

«Spero soltanto che finisca bene la cosa tra loro, non me lo perdonerei mai se soffrisse ancora.» Jules si sentiva la responsabilità della felicità del figlio, soprattutto in quel momento. Non aveva preso in considerazione che Carter potesse rinfacciarle una simile scelta, ma lei aveva agito solo per il suo bene. «Non avevo pensato che potesse andargli male.»

La sciocca convinzione di una madre di avere un figlio ineccepibile che meritava solo il meglio. Era ancora convinta di ciò, ma non aveva pensato che anche Carter fosse passibile di errore e, quindi, il risultato non fosse certo.

«Su, tranquilla, c'è ancora una settimana e di cose ne possono succedere.» Logan la strinse a sé per consolarla, gli dispiaceva che si preoccupasse più del dovuto. «E sono certo che tu gli abbia fatto un favore.»

«Non ne sono affatto sicura al momento.»

Si morse un labbro per evitare di aggiungere altro e passare per una donna troppo sentimentale a cui piaceva crogiolarsi nel vittimismo.

«Io sì, invece. Aveva bisogno di sentirsi umano di nuovo e provare sentimenti forti che non fossero legati allo stare sul palco. Quest'esperienza l'ha riportato alla vita, qualunque cosa accada ne uscirà un uomo migliore.»

Era da tanto che non vedeva Carter così vivo e lo rincuorava parecchio. Suo cugino tendeva a considerare solo il proprio lato artistico che, seppur sensibile e spiccato, era troppo impeccabile per renderlo coinvolto, ma in quel momento l'aveva visto sfaccettato come solo una volta riusciva a essere. Era un uomo dai mille volti, ed era bello che tornasse a mostrarli tutti.

«Spero tu abbia ragione.» Jules posò il viso sulla spalla di Logan mentre si augurava che la cosa potesse concludersi per il meglio, voleva solo la felicità di Carter.

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