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Nona puntata [5/6]


«Ho fatto proprio un buon lavoro su questi capelli, sono davvero soddisfatta!»

Haylee era passata accanto a Carter, seduto sul divano a guardare due persone in riva al mare, e non aveva resistito, gli aveva passato una mano tra i capelli per attirare la sua attenzione.

«Sei bellissima stasera.»

Carter, dopo aver rivolto la sua attenzione a chi la richiamava, le fece il complimento più sincero che gli uscì dalla bocca, perché Haylee toglieva il fiato. Dylan era fortunato.

«Sì, lo so, grazie, ma ci sono ragazze più belle di me, giusto?» E, al posto di indicare la spiaggia alle spalle di lui, Haylee si sedette accanto al cantante. «No, non mi compri con un complimento, per quanto sincero e apprezzato sia.»

Gli sorrise bonaria. A dire il vero era da un po' che voleva parlare con Carter, e quella le sembrava l'occasione più adatta. Da quando aveva litigato con Jade non doveva avere molte occasioni di sfogarsi, voleva fargli capire che non era solo e avrebbe avuto sempre una spalla su cui piangere se ne avesse avuto bisogno.

«Sei sempre stata troppo intelligente per i miei gusti.» La prese in giro con affetto.

Eppure la frase le servì da appiglio.

«O forse i tuoi gusti erano semplicemente altri.»

Haylee sfoderò un'espressione tranquilla e comprensiva, non voleva irritarlo, solo fargli capire che c'erano cose così evidenti che erano sotto l'occhio di tutti, eccetto il suo.

«Se tu l'hai capito al posto mio potevi dirlo prima, no?» Cercò di sviare il discorso con un sorriso affascinante, ma sapeva quanto l'altra fosse un osso duro.

«Carter, non fare il finto tonto. Il fatto che tu abbia posto dei paletti tra te e Jade non avrebbe dovuto impedirti di aprire gli occhi.» Diretta e incisiva. Reputava Carter troppo intelligente per girare attorno alla questione, era convinta che una terapia d'urto, in quel momento, potesse risultare più efficace.

«Li ho aperti, e quello che ho visto non mi è piaciuto.»

Perché l'aveva vista tardi, nel momento in cui le sue sicurezze nei confronti di Jade erano venute a mancare, e non era stato piacevole. Per niente.

«Eppure, nonostante tutto, sei qui in punizione quando tutti – anche Olivia – si stanno divertendo. Non ti sei chiesto come mai?» Se pure l'arrivista per eccellenza era riuscita a buttarsi la situazione spiacevole alle spalle, voleva dire qualcosa. Carter, al contrario della stylist, non riusciva a superare il blocco che si era posto con Jade, e doveva capire perché non volesse allontanarsi da lei. «La vuoi nonostante ti abbia ferito e abbia compiuto delle scelte sbagliate. Io ho sempre visto del potenziale in voi, ma lei ha sempre avuto paura di andare contro il tuo volere, e tu... perché non me lo dici tu cosa ti frena, Carter?»

Concluse spaventata e confusa dopo qualche momento, sapendo che quella domanda era difficile da porre tanto quanto fosse complicata per lui per via della risposta.

«Non mi frena nulla, sono soltanto stato ferito da una persona di cui mi fidavo. Mi sento tradito.» Eppure era vero, era lì a cercare di fare un passo verso Jade o, meglio, sperare che lei chiedesse scusa per cancellare così l'ultima settimana. Ma non riusciva a dirlo a Haylee, per quanto fosse una ragazza fantastica, non era la donna con cui di solito si confidava.

«Ma se non ti importasse così tanto non saresti qui a struggerti, sbaglio? Perché è stato così facile andare avanti con Mia, e anche con Olivia, ma non con Jade?» Perché era perso, era coinvolto e non voleva perderla. Era così difficile ammetterlo?

«Perché non avevo instaurato lo stesso rapporto.»

Sì, doveva essere difficile accettare un sentimento così forte, soprattutto se aveva investito tutto se stesso nella sua negazione.

«Appunto. L'unica persona a cui hai permesso di avvicinarti davvero è stata Jade, non Olivia... o Leighton. È lei a cui ti sei mostrato, ed è Jade che si è mostrata a te sotto ogni lato, non a Scott.» Tentò di farlo ragionare. «Non ho capito perché siate gli unici a non voler vedere il potenziale che avete.»

Anche Scott e Leighton, seppur così coinvolti, avevano trovato strano quell'atteggiamento. Jade e Carter si erano allontanati proprio come Haylee e Dylan settimane prima, e tra loro il coinvolgimento era ben diverso dall'amicizia. E il fatto che a notarlo fossero stati proprio gli altri due aveva fatto capire ai coinquilini la gravità della cosa.

«Forse perché siamo gli unici a rendersi davvero conto della situazione» rispose Carter, fingendo una convinzione che non aveva. Era stanco e iniziava a cedere ai sentimenti che aveva cercato di arginare, ma non si era ancora arreso. Magari stare separati come in quel momento era la cosa più giusta perché, in realtà, non avevano nulla a che spartire.

«O magari siete terrorizzati dalla grandezza della situazione.» Alzò gli occhi al cielo, esasperata.

«Non riuscirai a convincermi Haylee. Apprezzo il fatto che tu voglia farmi sfogare e mi faccia sentire che non sono solo, ma non è questo il punto della questione.»

Il punto della questione era che non aveva Jade al suo fianco, e non sapeva come riaverla come prima, quando tutto era perfetto e positivo.

«Esatto. Il punto è, Carter, che Jade è la cosa più vicina a un'amica per me qui dentro, e vorrei vederla felice. E so che la cosa dipende da te.» Gli si rivolse guardandolo dritto negli occhi. Quando voleva sapeva incutere timore. «E mi piacerebbe vedere anche te contento, perché penso che tu sia la persona che qua lo merita più di tutti noi.»

«Grazie.» Non avrebbe saputo cos'altro aggiungere, non pensava che Haylee avesse una così alta opinione di lui, e la cosa lo rinfrancò. Nonostante i casini che aveva portato nel programma, i suoi compagni di avventura credevano in lui e nelle sue capacità.

«Prego.» Haylee sorrise prima di alzarsi. Jade stava tornando dalla spiaggia e non voleva impensierirla ulteriormente. «Spero che tu possa vedere al più presto quello che per gli altri è evidente, non te ne pentiresti.»

Cosa gli sarebbe rimasto di quel percorso affrontato insieme, se non l'avesse avuta al suo fianco?

Niente.

Avrebbe perso la persona più importante in un momento così particolare, come se quell'esperienza non l'avesse mai fatta e condivisa con lei.

Doveva solo capire se fosse valsa la pena volerla con sé e dimenticare ciò che era successo.

*

Il venerdì arrivò presto, e con lui la fuga d'amore.

Il sabato fu il momento della cabina della verità, la quale ricadde sulla coppia più improbabile: Drew e Olivia.

Tutti avevano convenuto che insieme potevano funzionare, data l'unione nel momento peggiore per entrambi, ma la vera motivazione per cui la maggioranza ebbe votato per loro fu che volevano sbarazzarsi di Olivia, e quello sembrava l'unico modo.

Quando sullo schermò comparve la scritta PERFECT MATCH, dunque, nessuno era pronto a credere che il loro piano avesse funzionato.

Olivia era distrutta: non riusciva a credere di dover rinunciare a Carter senza aver lottato fino in fondo, né tantomeno di aver trovato la propria anima gemella. Metà che, appena conosciuto il risultato, aveva espresso la propria felicità per raggiungere la persona che amava con una settimana di anticipo. Era il peggior incubo di Liv che si realizzava.

I ragazzi si presentarono alla cerimonia su di giri: trovare un quarto match perfetto non rientrava nei loro programmi ma li aveva galvanizzati, avevano la sensazione che il milione fosse veramente vicino. Erano sicuri di poter avere delle coppie in più per quella serata, e se i fasci di luce fossero stati nove voleva dire automaticamente vincere il programma, perché per forza avrebbe dovuto accendersi anche il decimo.

Prima di dare inizio alla cerimonia, però, Ryan fece accomodare Olivia e Drew sui divani accanto alle altre coppie tra lo stupore di quelle ultime, la gioia del resto dei concorrenti e la disperazione di Liv.

Poi Ryan, una volta completata quella parte, si dedicò al resto delle coppie, chiamando a sé Dylan, che senza indecisione scelse Haylee.

Dopo venne Mark, il quale puntò certo su Taylor.

La palla passò a Carter che scelse Leighton senza dimostrare la minima esitazione, e successivamente toccò a Scott che, con la stessa sicurezza del cantante, scelse Jade, ancora tesa per l'entusiasmo mostrato da Carter poco prima.

Liam chiamò Larissa e, infine, Simon rimase con Dakota, anche se la cosa non gli dispiacque affatto, dato che era voluta come situazione. Quasi tutte le coppie, quella sera, erano frutto di un pensiero ponderato che, inaspettatamente, combaciava ai voleri delle persone coinvolte, gli unici match a essere lasciati a loro stessi erano quelli composti dalle persone più indecise nella casa, ovvero Jade, Leighton, Scott e Carter.

Ryan, senza ulteriori esitazioni, fece in modo che si accendessero quattro fasci di luce, uno per ogni coppia perfetta indovinata, e lasciò che gli altri si unissero a quelli già presenti.

Da cinque divennero sei, facendo gioire i ragazzi, sperando di vederne accendere altri per arrivare almeno al record dell'altra volta. E così fu, perché si accese anche il settimo, facendoli saltare sulle sedute, e poi anche l'ottavo, che scandì il massimo punteggio raggiunto accompagnato dalla felicità della gente. Non solo erano vicini al milione, ma anche alla persona giusta per loro.

Invocarono in grazia il nono, chiamando a loro così anche la vittoria, ma come risposta ottennero un secondo di buio in cui i fasci si spensero per lasciare di nuovo spazio alle luci dello studio ricreato sotto il cielo stellato.

«Otto coppie ragazzi, complimenti!» Ryan era felice per i ragazzi, ormai vicini alla meta. «Vi manca tanto così per arrivare alla vittoria. Vi basta scambiare due coppie e otterrete il risultato perfetto. Avete ancora una settimana per far sì che la cosa funzioni, vi auguro di trovare la soluzione e vincere così i soldi e l'amore!»

Batté le mani seguito dai ragazzi, erano così euforici che non riuscivano a stare fermi sul posto, impassibili.

«Scommetto che avete qualche idea riguardo a cosa sistemare. Ora vi lascio tornare nella casa, così potete confrontarvi e cercare di risolvere la questione. Alla settimana prossima!»

Li seguì con lo sguardo, speranzoso, mentre percorrevano il vialetto verso la porta della villa. Si augurava che riuscissero a mettere a posto il tassello mancante; contava sul gruppo affinché i singoli non sbagliassero un'altra volta.

* * * * *

Se vi andasse, ho pubblicato giusto ieri una storia breve, romantica e un po' sofferta. Se aveste voglia di leggerla ne sarei felicissima!

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