Nona puntata [4/6]
Jade sentiva la rabbia montare. Percepiva gli occhi di Carter su di sé mentre la guardava allontanarsi in solitudine. Avrebbe riconosciuto il tocco possessivo e insondabile ovunque, ma non si girò perché sapeva, sentiva, che lui non avrebbe mosso un passo verso di lei, e Jade non sarebbe stata la debole della situazione, pronta a chiedere scusa per aver assecondato fino in fondo il volere di lui, non quella volta.
Si sedette vicino al bagnasciuga, sbirciando con la coda dell'occhio il tendone leggero che ospitava la festa, con la consapevolezza che nessuno aveva badato al fatto che se ne fosse andata, oltre al cantante.
Poteva ancora vedere Carter in lontananza, appoggiato al palo di ferro, mentre la osservava senza fare nulla.
Lo detestava perché non solo aveva preteso da lei risposte che non era in grado di dare nemmeno a se stessa, ma non aveva fatto niente per giustificare il suo atteggiamento, cambiato radicalmente dopo il loro bacio. Lui pretendeva ma in cambio non dava mai, ed era stufa marcia di quell'atteggiamento che l'aveva intossicata; si era ribellata e ora scontava il prezzo di quella specie di amore malato a discapito della loro amicizia.
Lo odiava ancora di più perché, nonostante tutto, era lì a fissarla con lo sguardo impenetrabile come se fosse la tempesta in procinto di abbattersi dal mare, e non aveva mosso un passo verso di lei; ma Jade, soprattutto, odiava se stessa, perché nonostante tutto il male che le aveva fatto e che le stava facendo desiderava con tutto il cuore che lui la raggiungesse, perché probabilmente era l'unico in grado di riempire il vuoto che sentiva, anche se Carter non era la sua anima gemella. Si detestava perché nonostante il dolore che lui era in grado di provocarle, lo voleva accanto a sé fino in fondo, fino alla fine.
Appoggiò il bicchiere sulla sabbia per poi scavare un piccolo posto e far sì che si reggesse in piedi da solo, così da permetterle di abbracciare le gambe e portare il mento sopra le ginocchia. Voleva fingere che la musica proveniente dal gazebo non esistesse nel tentativo di confondersi con il rumore del mare, che di solito la tranquillizzava.
«Ehi piccola pazza.» La salutò dopo un po' la persona che aveva invaso la sua privacy. Aveva gli occhi così fissi sul nero dell'acqua da essere convinta di averli chiusi. «Cosa fai qui tutta sola? C'è una festa in corso, e ha bisogno di ogni singolo contributo!»
«E tu cosa ci fai qui, allora?» rispose con un sorriso divertito alla sua frase.
Senza attendere risposta, Spencer le si sedette accanto e prese un sorso della birra che aveva portato con sé.
«Vengo a recuperare la principessa caduta in depressione per riportarla al party e salvare la serata.» Rise prima di continuare con il suo tono canzonatorio. «Non te l'ha detto nessuno che sono il vero protagonista di questo programma? Tutti invidiosi del sottoscritto.»
Scherzò nel tentativo di divertirla e toglierle l'espressione triste che non abbandonava la faccia di Jade da tutta la sera.
«Ho sempre apprezzato la tua modestia» rispose lei, allegra.
«Non mi inganni con del sarcasmo, bambolina, anche se quel taglio ti dona particolarmente e sei una fantastica distrazione.» Jade annuì con la testa per ringraziarlo del complimento mentre Spencer riprese a parlare. «Come mai sei triste e senza un cavaliere pronto a consolarti?»
«Perché avevo bisogno di stare da sola.» Sospirò, sapendo di non poter scappare da quelle domande, eppure si decise a rispondere con sincerità, Spencer non era lì per giudicarla, ma per distrarla e farla parlare nel tentativo di sfogare un po' tutto quello che aveva dentro. «E penso che i miei cavalieri si stiano contendendo le attenzioni di un'altra principessa.»
Indicò con il mento la festa che stava andando avanti senza di loro, focalizzandosi su Scott in pista avvinghiato a Leighton e Carter seduto sui divani, intento a parlare con altra gente e a controllare gli altri due.
«Ho saputo quello che è successo in queste settimane... mi dispiace.»
Le piaceva il fatto che non lesinasse in sincerità, apprezzava molto che arrivasse dritto al punto senza tanti giri di parole.
«Per cosa? Per il fatto che io abbia mentito o che io non venga calcolata dalle persone con cui decido di aprirmi?» Tradire ed essere tradita, le facce di quella medaglia che pensava in quel momento la rappresentassero alla perfezione.
«Mi dispiace perché sei innamorata della stessa persona che ti ha ferita» sussurrò Spencer, con voce bassa e comprensiva. La vide pronta a ribellarsi a quell'affermazione, ma la interruppe sul nascere: «Non provare a negare, non puoi fregare un uomo che si trova nella tua stessa situazione.»
Sorrise amaro, con un solo angolo della bocca, e prese un altro po' di birra. Aveva passato troppo tempo in compagnia dei suoi pensieri e dei sentimenti per Daisy, sapeva riconoscere una persona che si trovava nella stessa impasse.
«Io non sono innamorata» replicò Jade con terrore.
Non poteva arrivare lui dopo nove settimane e dire certe cose con una facilità simile, era da tempo che cercava di combattere contro se stessa e i propri sentimenti, non aveva il diritto di metterla davanti alla verità con una frase così scarna e cruda.
Jade non riusciva ad ammettere che il trasporto per Carter fosse più reale di quello verso Scott, perché aveva capito che la sua anima gemella era il tatuatore, anche le cerimonie di accoppiamento portavano tutte in quella direzione, non poteva ammettere che il suo interesse si basasse su una forma distorta di paura e convincimento, non era pronta a fallire così miseramente per l'ennesima volta.
«Ammettiamo che non si tratti di amore, il fatto che tu non voglia confessarlo a te stessa e con lui, non rende il coinvolgimento meno reale.» Spencer era comprensivo, ma sapeva quanto potesse essere difficile parlare con Jade della cosa, quando era la prima a negare l'evidenza.
«Io... non so cosa farci. Ci abbiamo provato e dopo un solo bacio è andato tutto all'aria. E ho perso un grande uomo che avevo almeno come amico.»
Era la sintesi più chiara degli ultimi avvenimenti: si erano baciati, convinti di essere coinvolti, e dopo un unico bacio qualcosa tra loro si era rotto, frantumando l'amicizia cresciuta nel corso di otto settimane. Due mesi a stretto contatto ogni giorno, piccoli gesti che accrescevano l'intimità, il senso di appartenenza e la chimica, e aveva perso tutto in una giornata, senza nemmeno sapere il perché.
Poteva un bacio rovinare tutto?
«Forse perché non gli basta essere solo un amico.» Una conclusione quasi ovvia per una simile osservazione. Spencer sperò di essere risultato incisivo e convincente.
«Ho rispettato il suo volere.»
«E dove siete finiti agendo in questo modo?» Il ragazzo continuò a insistere su quel punto. Essere amici, tra loro, non aveva funzionato. Era il modo d'agire a non essere giusto, invece loro pensavano di aver sbagliato qualcosa lungo il percorso, non all'inizio di quello. Era chiaro a tutti ormai.
«Senza parlare, senza la persona più importante per me qui dentro e fuori.» Jade e il primo barlume di verità.
Carter era stato importante fuori dal programma, prima che lo conoscesse, poi però era diventato fondamentale, e nemmeno lei si era aspettata una simile cosa. Era diventato reale e umano, passibile di errori e pieno di difetti, ma mai come in quel momento tutti quei dettagli lo avvicinavano a lei in maniera straziante, perché erano piccole cose che Jade aveva imparato a conoscere e di cui prima non era al corrente. Non poteva esserlo, perché Carter, prima, non era reale per lei.
«Sai cosa dovresti fare? Agire come ti fa sentire meglio, senza preoccuparti dei limiti che ha imposto Carter al vostro rapporto. Se questi confini hanno portato entrambi a soffrire vorrà pur dir qualcosa, magari che non è la strada giusta.» Un parere sul loro rapporto che sperava potesse aprirle gli occhi.
«Magari la strada giusta è quella intrapresa adesso, quella che ci vede separati.» Jade era sconsolata. Non si parlavano da giorni e nessuno dei due aveva la minima intenzione di tornare sui propri passi. Non si ricordava il motivo del litigio e della conseguente rabbia, sapeva soltanto che Carter l'aveva ferita e non sapeva come risolvere la cosa.
«Certo, ed è per questo motivo che è tutta sera che ti controlla a vista d'occhio.» Spencer girò il capo e vide il cantante che guardava nella loro direzione; sapeva con certezza che non era la prima volta. Poteva sembrare un gesto involontario, fatto più per dare un'occhiata in giro che per altro, ma sapeva cosa gli occhi di Carter cercavano, perché indugiavano su di loro qualche secondo di troppo anche senza fissare con precisione il punto in cui si trovavano.
«Tu come hai fatto?» Domandò all'improvviso Jade nel tentativo di spostare l'attenzione su Spencer, magari la risposta poteva tornarle utile.
«Io sto cercando di far capire a Daisy che se siamo anime gemelle c'è un motivo, e parlando prima o poi capirà quali sono queste motivazioni. Non ho fretta, so di essere la scelta giusta per lei.» Spencer alzò le spalle per minimizzare la cosa, ma la scelta fatta richiedeva un coraggio non indifferente, e lui era uno dei pochi all'interno della casa a poter prendere una simile decisione.
«Vorrei avere la tua stessa sicurezza» ammise lei a mezza voce.
«Ce l'hai, se no non avresti dubbi con Scott.»
«Non ho dubbi con Scott!» Aveva delle certezze, come per esempio il fatto che Scott fosse la sua anima gemella nonostante dopo il bacio di Carter non fosse più così convinta di ricambiarlo, ma non poteva cambiare la cosa, era lì per trovare il proprio match perfetto e vincere i soldi, non era automatico innamorarsi del proprio partner, anche se non si era mai augurata una cosa simile per sé.
«E allora perché andare con i piedi di piombo nell'attesa che arrivi qualcun altro a baciarti o a salvarti da questa situazione?» Spencer aveva alzato un solo sopracciglio, nel tentativo di essere sarcastico e sicuro di se stesso.
Jade scosse la testa, non riusciva più affrontare l'argomento, era troppo difficile e delicato anche per lei.
«Cosa dicevi prima? Non eri tu quello che doveva salvare la principessa e la festa?» Cambiò argomento per fargli capire che non aveva più nulla da dirgli, soprattutto perché non era ancora giunta alle conclusioni che il programma le aveva offerto, non aveva intenzione di rivelare a lui cose che non erano chiare nemmeno a se se stessa. «Forse è arrivata l'ora di rianimare quel mortorio.»
Gli tese una mano per invitarlo ad alzarsi e a seguirla, chiaro segno che la conversazione era finita.
«Andiamo tigre, mostra la donna indipendente che sei, li avrai tutti ai tuoi piedi. Se vuoi mi sacrifico per farli ingelosire, sono un buon partito, sai?» Accettò la mano e, senza attendere risposta, prese il controllo della situazione, guidandola verso la pista mentre ammiccava per farla ridere.
«Tanto buono quanto bugiardo.» Lo prese in giro lei, divertita da quel fare arrogante. «Non ti crederebbe nessuno.»
«Allora sono in buona compagnia, ci sono bugie a cui non credono più nemmeno le persone che le dicono. Stasera ne ho avuto la prova.»
Jade non si arrabbiò, sapeva che Spencer cercava di spronarla, ma lei non era ancora pronta a farsi un esame di coscienza su Carter, non quando aveva la certezza che le risposte avrebbero cambiato l'intera visione del gioco e di se stessa.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro