Nona puntata [3/6]
«Venite, presto!» Olivia, in un moto di noia, si era messa a dare un'occhiata fuori, per vedere chi ci fosse e cosa stesse combinando. Vedere Jade e Scott avvinghiati era l'ultima delle cose che si sarebbe aspettata di trovare su un lettino attorno alla piscina. «Qualcuno si sta dando da fare.»
La soddisfazione con cui annunciò la cosa passò inosservata, i presenti erano intenti a capire di chi si parlasse, tanto che si misero all'erta, pronti a scattare.
«Chi?» domandarono quasi in coro.
«La finta vittima e il tatuatore codardo» rispose convinta, mentre i presenti si alzarono per correre alla porta finestra e assistere alla cosa.
«Finalmente ha perso la verginità nel programma.» La prese in giro senza che qualcuno la seguisse. «Agli occhi di tutti, questa volta. E con il suo consenso.»
Aveva guardato Carter, sapendo bene che nonostante fosse stato lui il primo uomo a baciare Jade, con la scusa che non era stato ripreso sarebbe contato meno di zero.
Scott aveva vinto.
Olivia lo guardava soddisfatta, un compiacimento che passò quando vide la tristezza di Carter, non pensava che potesse importargli così tanto di Jade.
«Attenzione.» Li mise in guardia Simon, incurante di quei pensieri e dei rispettivi gesti. «Forse c'è il bis.»
*
«Un ottimo spunto da cui partire» esalò Jade quasi vergognosa, mentre Scott le accarezzava la guancia con il pollice.
Si alzò come se fosse stata morsicata da una tarantola senza che il sorriso luminoso abbandonasse le sue labbra.
«Dove vai?» Era confuso.
«A riflettere sulle cose belle che accadono e possono complicarti la vita.» Gli rivolse uno sguardo malizioso. Se i baci complicavano le cose avrebbe desiderato solo situazioni indecifrabili, probabilmente. «Non credi?»
«Già» rispose lui con un sorriso trasognato. «Decisamente.»
Prima di allontanarsi si piegò su di lui e impresse ancora le labbra su quelle di Scott, con più convinzione e disinvoltura rispetto al bacio precedente, una cosa più spontanea e con maggiore coinvolgimento. Le piaceva la posizione di vantaggio e potergli reggere il mento tra pollice e indice.
Baciare Scott era liberatorio, la faceva sentire se stessa.
Sicura.
La sensazione di incertezza provata con Carter era sparita.
«E questo a cosa lo devo?» Scott si riscosse dal contatto, estasiato e confuso.
«Carter il suo secondo bacio se l'è preso con la forza. Io a te l'ho dato volontariamente... volevo farti capire la differenza.»
Non attese risposta, lo lasciò lì a pensare, esattamente come avrebbe fatto lei di lì a poco nella sua solitudine.
*
Si ritrovarono in spiaggia per la penultima sfida della loro esperienza, l'ultima se avessero trovato le coppie giuste alla cerimonia di accoppiamento.
Ryan spiegò loro che dovevano legarsi più punti del corpo stando schiena contro schiena, affrontare un percorso a ostacoli e recuperare la bandierine che c'erano alla fine di esso. Al ritorno avrebbe dovuto condurre chi non l'aveva fatto all'andata. Avrebbero vinto le tre coppie che portavano a termine il tragitto nel minor tempo possibile.
«Prego ragazzi, scegliete il vostro partner.» Li invitò con un gesto delle mani e i ragazzi scelsero la persona con cui affrontare la prova.
Jade si diresse verso Scott, ma lo vide già impegnato con Leighton, così si guardò attorno e l'unica altra persona libera era Carter. Entrambi si fissarono rigidi e a disagio, ma non c'era altra soluzione, dato che tutti avevano un compagno: avrebbero fatto coppia.
I coinquilini si guardarono soddisfatti: oltre a dare un po' di respiro a Leighton e Scott, coinvolti dagli altri due e – quindi – confusi, avevano pensato che l'attrito tra Jade e Carter potesse nascondere altro, e una loro unione poteva appianare i dissapori o metterli davanti alla realtà dei fatti; era un modo per aprire loro gli occhi sul potenziale della cosa, perché dopo le litigate dei giorni scorsi pensavano che ci fosse troppo coinvolgimento per essere una semplice amicizia.
Ma dovevano procedere con cautela, perché l'equilibrio era precario. Ci mancava poco che quei due si saltassero al collo per azzannarsi, se qualcuno avesse fatto capire loro che la cosa era voluta dal gruppo, questi avrebbe rischiato un tracollo collettivo e definitivo, perché erano sicuri che Jade e Carter non l'avrebbero fatta passare loro liscia.
Le coppie si legarono per le caviglie e la vita e poi Ryan diede via al tempo.
Carter e Jade partirono svantaggiati a causa della complicità che tra loro era sparita, rendendo la sincronia un'impresa ardua. Più volte Carter, che si era messo alla guida del duo, aveva confuso la sua destra con quella di Jade, causando delle incomprensioni che rallentarono l'avanzata verso la bandierina.
«Sembri un bradipo ubriaco con la labirintite!» Lo apostrofò lei, dopo che l'indicazione sbagliata del cantante li fece cadere a terra proprio in prossimità della bandierina, facendo ridere gli altri attorno.
«E tu sei utile come un navigatore in mandarino antico!» Carter le tornò il complimento dopo poco, perché gli aveva fatto prendere lo spigolo di un cubo con il piede, facendogli vedere le stelle.
«Non è colpa mia se hai delle pinne al posto dei piedi» disse Jade a denti stretti nel tragitto del ritorno.
A Carter parve di sentire anche un "ben ti sta" appena sussurrato. Se avesse avuto ancora i capelli lunghi avrebbe fatto di tutto per far sì che si impigliassero nelle corde che dovevano scavalcare, era un vero peccato li avesse tagliati.
Arrivarono quinti, e la cosa non permise loro di aggiudicarsi la fuga d'amore, ma non era contemplata, dato che non avevano la minima intenzione di trascorrere altro tempo insieme, soprattutto se costretti. Avevano partecipato solo perché non potevano esimersi.
Vinsero Mark e Taylor, Simon e Dakota e, inaspettatamente, Drew e Olivia.
«Bene, avete vinto un giro tra la giungla con i go kart e un barbecue in uno scenario coinvolgente come quello della foresta che vi accoglierà nella giornata.»
Ryan li salutò con una sorpresa. «Ma c'è di più: per premiare i vostri successi stasera ci sarà una festa sulla spiaggia solo per voi!»
Per un attimo tutti dimenticarono gli attriti e le tensioni per esultare. Una festa con della buona musica era una splendida occasione per divertirsi e lasciare che i più timidi e gli indecisi si sciogliessero.
Tornarono a casa elettrizzati e pronti a prepararsi per la serata, soprattutto le ragazze, che si sbizzarrirono con l'abbigliamento, il trucco e i capelli.
I ragazzi non si fecero trovare impreparati e ci misero del loro meglio per tirarsi a lucido e attenderle poi nel salotto. Quando le donne di casa scesero di sotto rimasero estasiati: forse ci avevano messo più del dovuto a prepararsi, ma ne era valsa la pena tanto erano belle. Era una sfilata di gonne corte, vestiti e pantaloni attillati che mettevano in risalto il lato seducente di tutte loro.
Era come sapere che la persona che interessava all'altra era nello stesso locale e i ragazzi erano pronti a sedurre la propria preda, in un gioco che ravvivava la routine data dal programma. Era una novità e tutti sembravano intenzionati a sfruttarla al meglio.
Si posizionarono sul piccolo pullman che di solito li portava alla spiaggia, e così fece anche quella volta, ma il posto era diverso dal solito, non era la striscia di terra dove si svolgevano le prove, ma un angolo un po' più nascosto dalle piante. C'era un pavimento di legno posizionato apposta per l'occasione, e negli angoli c'era una struttura in ferro nero che sorreggeva i teli bianchi che svolazzavano pigri al vento proveniente dal mare, mentre una band locale suonava musiche caraibiche molto coinvolgenti.
Per l'occasione si unirono a loro anche le tre coppie perfette, felici di poter passare del tempo con il resto del gruppo.
Si buttarono subito in pista, pronti per ballare con un cocktail in mano. L'atmosfera era frizzante e positiva, e tutti si erano messi d'impegno per seguire una specie di coreografia improvvisata da Simon, passi che ben si addicevano al ritmo passionale della musica caraibica.
Il risultato fu esilarante. Alcune ragazze si erano scoperte portate per la danza e avevano catturato molti sguardi, mentre gli uomini – fatta eccezione per Simon – facevano fatica a dimostrarsi all'altezza dei suoni incalzanti, e i peggiori si erano rivelati Carter e Liam. Liam era incapace di muoversi, avendo la stessa flessibilità di una statua di marmo, Carter, invece, sapeva dimenarsi, il problema era che non riusciva nemmeno per sbaglio a farlo a tempo, scatenando così le risate dei presenti. Ma lui, incurante delle reazioni divertite, ci provava con tutte le sue forze a ballare e a coinvolgere le ragazze con poco aggraziate piroette.
Nonostante l'incapacità dimostrata era riuscito ad animare la serata.
Una pausa tra una canzone e l'altra spinse i ragazzi ad avventarsi nuovamente al piccolo bancone del bar adibito per loro. L'alcool iniziava a disinibire i più, facendoli esibire in performance al limite della decenza, dove erano coinvolte bocche, lingue e mani lungo il corpo.
La festa stava prendendo la piega che tutti si erano aspettati, e anche Drew e Daisy non erano da meno. Vicini dopo settimane, potevano godersi più tempo insieme senza rispettare i tempi della cerimonia di accoppiamento, così si ritagliarono spazio per loro, incuranti degli sguardi tristi di Spencer, che decise di divertirsi e ballare con la gente che non ne voleva sapere di lasciare la pista da ballo, tra cui Jade, che vedeva Scott e Leighton flirtare e ferirla più del dovuto, ma non aveva voce in capitolo.
Era con Haylee, Dylan, Spencer, Taylor e altri pronta a dimenarsi. Aveva abbandonato i sandali con il tacco vicino a un divano sistemato al bordo della pista e si muoveva a ritmo con la solita eleganza che la contraddistingueva. Aveva indossato una gonna aderente e corta dalla fantasia tribale con colori tenui ma variegati, dal rosa al viola, al grigio e all'azzurro polvere, e aveva abbinato una canotta dello stesso azzurro da portare infilata nella gonna e un po' rimborsata, di modo che coprisse lo stacco dei due capi.
Carter, seduto sui divani più lontani dalla pista, continuava a osservarla, arrabbiato e famelico, e sentiva crescere dentro il disappunto. Stava iniziando ad aprire gli occhi e i gesti di Jade di quella sera non contribuivano a rendergli facile la cosa. Era elegante ma sfrontata, si comportava come al solito, libera dal ruolo di donna fatale che molte altre lì dentro interpretavano, per quello risultava molto più seducente. I suoi movimenti erano sicuri ma non esagerati, e la cosa la rendeva desiderabile. Lo stesso modo di scuotere i capelli ormai corti era un richiamo irresistibile per Carter, e si detestava per quello.
In quel momento quasi non si ricordava perché avessero litigato né il vero motivo per cui ce l'aveva con lei, poi però pensava a come fosse stato facile per Jade omettere più volte la verità nei suoi confronti, una realtà che lo riguardava da vicino entrambe le volte, e si sentiva tradito; ferito perché Jade non l'aveva ritenuto in grado di capire, o forse perché non lo reputava all'altezza della situazione. Faceva male sapere che la persona in cui si avevano riposto tutte le speranze, e qualcosa di più della semplice amicizia, non riusciva a reputare l'altro degno della stessa fiducia e del medesimo affetto.
Con Jade aveva ritrovato, soprattutto nelle settimane prima dei loro litigi, il senso di appartenenza che aveva dimenticato da tempo. Non doveva sforzarsi di contenersi o essere ciò che non era, non doveva smettere di essere quello che semplicemente era diventato con il tempo. Per lei era semplicemente Carter, e aveva capito che andava più che bene così. Eppure non sembrava che Jade avesse bisogno di più da lui, perché aveva Scott, e Carter si considerava un di più che, fino a una settimana prima, aveva capito di essere intenzionato a darle.
Ma era bastata la verità per spazzare via tutto, e al cantante sembrava un chiaro segno di quanto potessero essere fragili le sue sensazioni. Probabilmente erano anche sbagliate.
La cosa che dava più fastidio a Carter, però, era essere arrabbiato con lei: non avere la minima intenzione di chiedere scusa, ma non essere in grado di staccarle gli occhi di dosso e perdere anche un solo movimento avvenuto in quella serata.
L'essere il suo idolo, un punto che aveva sempre considerato a suo favore, era diventato in realtà un ostacolo, perché tra loro si era creato un muro invisibile che non erano più riusciti a superare con il tempo, ed era stato creato proprio da lui con le sue richieste iniziali della seconda settimana. Era doloroso rendersi conto della situazione e sapere di esserne stato il fautore, soprattutto se non riusciva più a scindere Jade e le sensazioni che la riguardavano da come lui si sentiva e si poneva verso il gruppo.
Carter si era reso conto in quel momento di avere dei punti deboli e che se li avesse uniti avrebbe disegnato Jade, e la cosa lo indisponeva. Capire di aver sbagliato il modo di vivere l'esperienza era un duro colpo da accettare, e non era ancora pronto ad abbracciare le proprie colpe.
Eppure Jade sembrava felice in quel momento, come se lei non fosse arrivata alle stesse sue conclusioni, come se non le fosse importato nulla di quello che era successo tra loro nelle ultime settimane e, soprattutto, i litigi che avevano caratterizzato le loro recenti interazioni, così Carter lasciò perdere i discorsi interiori, accantonò i pensieri e si diresse da Leighton per chiederle un ballo, convinto che fosse lei la sua anima gemella, nonostante non corrispondesse, allo stato attuale, a ciò che Carter prediligeva. Sperava soltanto di essere confuso dal coinvolgimento della festa.
Jade, una volta che Carter e Leighton si erano avviati verso la pista, aveva deciso di concedersi un cocktail al bar e parlare con le persone che non erano in casa da un po', almeno con le ragazze, rubando a Drew la piccola e innocente Daisy.
Con un bicchiere pieno di vodka lemon in mano si sedettero sui divani comodi e spaziosi, cercando di non badare al disturbo crescente che la vista di Leighton e Carter le dava.
Quando però partì il lento, con Leigh che venne rubata al cantante da Scott, fu troppo, e Jade chiese scusa agli interlocutori che si erano uniti a loro, ma aveva bisogno di prendere un po' d'aria.
Era triste. Aveva perso l'unico suo punto fermo in casa, e Scott non faceva altro che scegliere, anche se involontariamente, la compagnia di Leigh. In ogni caso non si sentiva mai all'altezza della persona con cui aveva scelto di intraprendere un percorso. Iniziava a pensare di non aver capito nulla di quel programma, ancora meno di quanto avesse creduto.
Si diresse verso la spiaggia libera e scura adiacente il luogo della festa per ritrovarsi un po', aveva bisogno di stare da sola.
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