Decima puntata [1/7]
La maggior parte dei concorrenti rientrò in casa felice dei risultati ottenuti e con la consapevolezza di dover invertire due coppie tra loro per ottenere i dieci match perfetti. Era tutto chiaro tranne per i diretti interessati, però, che sembravano più spaesati rispetto alle settimane precedenti.
«Dobbiamo invertire una coppia e abbiamo vinto!» Esordì Simon, entusiasta. Vedeva sulle facce dei suoi compagni di avventura la voglia di esporre ognuno la propria teoria. Dare il via a quella discussione, dunque, non era stato difficile.
«Già, ma quali?» Domandò Jade sconsolata. C'erano due coppie che non erano giuste, ma non avrebbe saputo dire quali fossero, non arrivati a quel punto.
«Jade, tesoro...» Haylee la guardò comprensiva, stava cercando un modo per dire la cosa con tatto, ma forse non esisteva. «Tu e Scott e Carter e Leighton. Bisogna scambiare i ragazzi, o le ragazze, e il gioco è fatto.»
Jade tolse la mano dalla stretta che prima l'amica le aveva dato a mo' di consolazione.
«Cosa?» urlò sconvolta. «No!»
Sperava di trovare l'appoggio della maggior parte della casa, ma la realtà era che tutti la guardavano con una certa indulgenza, quasi volessero indurla a capire una cosa che era sotto gli occhi di tutti. Leighton sembrava in imbarazzo, mentre Scott sfoggiava uno sguardo vuoto dietro il quale nascondeva i ragionamenti che gli passavano per la testa.
Carter, invece, era incredulo. Nonostante la buona volontà degli altri, Jade non voleva arrendersi ai fatti che sembravano davvero portare in quella direzione. Eppure lei continuava a negare la cosa, disgustata dalla sola idea. Il cantante non aveva mai pensato di essere l'uomo migliore sulla faccia della terra, ma non credeva nemmeno di essere una persona degna di tutto quel disprezzo.
Era passata la rabbia degli altri giorni, c'era solo la stanchezza per una situazione che l'aveva travolto e da cui non sapeva come uscire.
«Jade, pensaci» intervenne Dylan con fare pacato, nel tentativo di farla ragionare. «Nelle puntate otto e nove abbiamo ripetuto le stesse coppie, eccezion fatta per te, Scott, Carter e Leighton. Ma se prendiamo in analisi la cinque, quella in cui c'erano tre coppie giuste, abbiamo notato che due sono match perfetti, l'altro accoppiamento sensato che poi non si è ripetuto era formato da te e Carter.»
Jade scosse la testa con veemenza, aveva le lacrime agli occhi.
Aveva passato nove settimane a reprimere ogni tipo di sentimento e aspettativa nei confronti di Carter, e l'aveva fatto per compiacerlo e stargli vicino, e ora tutti volevano farle cambiare idea e dirle che era la sua unica alternativa?
Non poteva aver sbagliato tutto, di nuovo, e Carter non poteva starsene lì zitto senza intervenire. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, ma non conoscere il suo parere a riguardo la uccideva lentamente. Non dava segno né di essere d'accordo né di essere contrario, e Jade non era sicura di potersi lasciare travolgere da tutto ciò che aveva represso in quei mesi, probabilmente la verità l'avrebbe travolta schiacciandola.
«Non è detto che le coppie da sistemare siamo noi» replicò con un certo autocontrollo. «Magari sono Carter e Leighton con Mark e Taylor, oppure io e Scott con Liam e Larissa. O magari altre due coppie che con noi non c'entrano nulla.»
Voleva appigliarsi a quei concetti con tutta se stessa, ma sembrava che la sua convinzione fosse venuta meno dopo aver detto la cosa ad alta voce.
«Jade, è difficile negare l'evidenza. E sei l'unica che lo sta facendo.» Liam, comprensivo, cercava di mostrare la realtà dei fatti anche a lei. Le altre tre persone coinvolte non sapevano cosa dire a riguardo, ma sembravano accettare di buon grado, o quasi, le cose emerse da quel discorso.
«È vero» intervenne Scott. «Potrebbe riguardare altri, ma è anche vero che siamo le persone più indecise e coinvolte in... triangoli in questo momento, forse vale la pena tentare.»
Jade lo guardò con rabbia, non pensava di sentirgli dire simili cose. Pensò di essere stata pugnalata alle spalle, e si accorse che in casa era diventata una triste costante, l'unica che la riguardava.
«Vi dimostrerò che vi sbagliate, lo giuro!» Sbraitò Jade, preda della disperazione.
«E se a sbagliare fossi tu cosa succederà?» Haylee aveva deciso di prenderla di petto. «Saresti disposta ad ammettere l'errore e contribuire alla vincita di tutti noi?»
L'ultima scelta spettava alle ragazze, sapevano che se Jade fosse stata una delle prime a scegliere avrebbe potuto rovinare i loro piani, e lei era ben conscia di quel potere. Forse era persino pronta a sfruttarlo, fregandosene della vincita e di quello che gli altri volevano. Era stufa che tutti le dicessero come agire e, soprattutto, cosa provare.
«Lasciatemi in pace! Tanto l'ultima parola spetterà a me, lo sappiamo tutti» disse tra una lacrima e l'altra. «Voglio rimanere sola.»
Non attese risposta e corse di sopra, pronta a lasciarsi andare al sonno per non pensare ad altro.
Scott fece per raggiungerla, si sentiva in dovere di consolarla, confuso tanto quanto lei, ma Haylee lo fermò. «No, lascia che decida da sola. Se ti vede al suo fianco penserà che tu sia l'unico a capirla, ha bisogno di un po' di solitudine per fare chiarezza e ammettere un po' di cose, almeno con se stessa.»
Era stata risoluta ma gentile, tanto che convinse il tatuatore ad abbandonare ogni volontà riguardante Jade.
Poco dopo uno dei ragazzi della troupe portò una comunicazione ufficiale della produzione, foglio che venne aperto e letto da Larissa.
«C'è scritto che la prova verrà anticipata a domani pomeriggio, mentre la fuga d'amore si svolgerà martedì e la sera ci sarà la cabina della verità» comunicò al gruppo con una certa solennità. «Nel montaggio non verrà specificato perché non è rilevante ai fini del programma, ma dicono che la scelta è fatta per agevolarci, così dopo la prova abbiamo un bel po' di giorni per sistemare le questioni e capire quali coppie scambiare.»
Gli altri reagirono felici, grati che la produzione li volesse aiutare. Avere dei giorni liberi dall'ansia di sapere quale coppia potesse entrare nella cabina della verità era la soluzione migliore per tutti, perché avrebbero avuto degli elementi nuovi per capire come gestire le ultime strategie. Senza l'incombenza di dover prendere decisioni all'ultimo minuto tutti sembravano più sereni, erano convinti che dopo la cabina della verità molti avrebbero potuto aprire gli occhi.
«Bene» esordì Simon. «A questo punto dico di mandare Jade e Scott in cabina o, in caso, Leighton e Carter, e avere così delle conferme.»
«O ne avrà Jade» convenne Dylan, riportando il parere di tutti i presenti.
«Farò di tutto per vincere la prova, qualunque essa sia» concluse Scott convinto. Aveva bisogno di chiarirsi le idee a riguardo, voleva una risposta certa e avrebbe vinto la prova a qualsiasi costo. Tutto pur di levarsi ogni dubbio.
«Spero possa essere utile.» Dakota, una delle ragazze più sensibili del gruppo, sperava che quell'ultima settimana non urtasse i sentimenti di nessun presente, ma aveva un brutto presentimento a riguardo.
*
Jade si era svegliata e niente aveva assunto il senso che aveva sperato la notte potesse portare. Si era alzata con la voglia di evitare il mondo e di non rivolgere parola ad anima viva.
Nonostante il proposito le sembrasse il migliore per la sopravvivenza propria e altrui, l'umore non migliorava. Prima si era chiusa in camera man mano che la gente si svegliava, poi aveva preso a macinare un pezzo del pergolato esterno, ma con scarsi risultati, non riusciva a darsi pace.
Aveva deciso di lasciar perdere tutto, quel gioco non faceva per lei. Era stanca di buttarsi in tentativi fallimentari e lasciare che gli altri decidessero per lei cosa era meglio fare. Era stufa di Carter, di capire le motivazioni dietro il suo odio, e pure di Scott, perché non voleva sforzarsi di comprendere se fosse o meno la sua anima gemella.
Ci avrebbe pensato durante la sfida, il giorno dopo, perché aveva sentito cosa c'era scritto nel messaggio che aveva letto Larissa la sera prima. Era combattuta: da una parte era così stanca da voler abbandonare ogni idea e lasciare che le cose andassero come preferivano, al diavolo la logica, ma dall'altra c'era la voglia di dimostrare al gruppo che si sbagliavano e Scott era la scelta migliore per lei, anche se – doveva ammetterlo – non era più così sicura di essere così compatibile con il tatuatore. Poteva essere l'ideale sulla carta, ma non era certa che fosse ciò di cui aveva bisogno, perché forse necessitava di una persona in grado di scoprire lentamente ogni suo lato, ma l'idea era sfumata ancora prima di formularla.
Il problema di tutta la questione era che non si sentiva più se stessa. Non la fan entrata nel programma, non la persona che si sfogava con il proprio lavoro e il rispettivo passatempo, non era più nemmeno la ragazza che aveva trovato un amico nonostante dei limiti che non doveva assolutamente superare.
Aveva perso la propria identità, ed era stata lei a permettere che la cosa accadesse. Ogni volta in cui si era trattenuta, ogni volta in cui non aveva agito come voleva. Gli altri decidevano per lei perché gliel'aveva sempre permesso.
Uscì dal bagno e, lungo la mensola del corridoio dove di solito i coinquilini abbandonavano cose che non erano di utilizzo immediato, qualcosa attirò la sua attenzione.
Era la palette di trucchi super accessoriata di Olivia. Immaginò che nella fretta l'avesse dimenticata lì. La aprì e studiò il contenuto, dalla gamma di ombretti colorati che andava dal neutro al nero, alla matita e il temperino per farle la punta, a un piccolo eye-liner.
Jade sorrise, sapeva cosa fare. C'era un modo per ritornare in contatto con se stessa, ed era stata stupida a non averci pensato prima. Prese la palette e corse di sotto: quello che aveva in mente era il modo ideale per estraniarsi da tutto ciò che la preoccupava e che le permettesse che nessuno le si avvicinasse.
Nessuno disturbava una persona all'opera.
Si ritrovò davanti al muro bianco esterno della casa e si mise a pensare. Voleva qualcosa di piccolo ma incisivo, un solo simbolo che avrebbe rappresentato la permanenza in casa senza che rinvangasse i cattivi ricordi delle ultime settimane.
Estrasse la matita dalla trousse e iniziò a muoverla senza un vero criterio sul muro con tratti piccoli e delicati, in modo da creare una piccola ombra. Al diavolo, se il proprietario della casa poteva permettersi una villa simile, era anche in grado di passare sopra un murales e, nel caso, pagare una passata di bianco per far tornare tutto come prima.
Si guardò attorno per racimolare le idee e l'occhio le cadde sulla spiaggia e il mare in lontananza. Un sorriso le si dipinse sul volto e iniziò a disegnare.
Dopo un'ora l'albero era ben delineato, cosa non difficile dato che era un'ombra nera, era il tramonto oltre esso che richiedeva più cura, e fu così che decise di dare fondo ai colori aranciati e rosati che gli ombretti di Olivia offrivano. Insomma, già il fatto che avesse dimenticato in casa la palette voleva dire che non era poi così importante ma, soprattutto, anche se si fosse arrabbiata, non avrebbe avuto più occasione di rinfacciarle la cosa, perché domenica il programma sarebbe finito. E l'idea di rimanere impunita la soddisfaceva come poche altre cose in quel momento.
«Posso?» Fu riportata brutalmente alla realtà da una parola soltanto e sobbalzò, non si aspettava che qualcuno si avvicinasse a lei in quel momento, ma poi vide Scott e capì. Lui era l'unico in grado di poter capire quanto fosse bello disegnare per lavoro, ed era il solo che poteva apportare qualche modifica al disegno e insegnarle qualcosa.
«Sì e no.» Gli sorrise. «Dipende.»
Jade aveva le mani sporche e così anche i vestiti e la faccia, ma dopo settimane si sentiva bene. Il sorriso che gli aveva rivolto era sincero e leggero, un modo di fare che non le apparteneva da un tempo così lungo che non riusciva a capire come fosse sopravvissuta nel programma fino a quel giorno.
«E da cosa?» Scott, tranquillizzato dai suoi modi di fare pacifici, mosse dei passi nella sua direzione, fino a esserle accanto.
«Dal fatto che puoi darmi dritte sulle tecniche di disegno ma non metterci mano. Devi correggere le imperfezioni perché ho bisogno di migliorarmi e rinnovare il mio stile» rispose risoluta e professionale. Stava mostrando un lato di sé così sicuro da renderla più donna e seducente. «Sono aperta alle critiche, ma devi essere spietato.»
C'era stato qualcosa di totalmente diverso tra loro da farle capire che in quel modo poteva funzionare. Si era posta nei confronti di Scott in modo amichevole, ed era avvenuto senza sforzo da parte sua. Aveva usato lo stesso modo di porsi che aveva utilizzato con Carter nelle settimane precedenti, ma questa volta non si sentiva sbagliata o limitata. Senza la pressione del gioco attorno a loro, Jade riusciva a interagire con Scott in totale libertà.
«Spietato è il mio secondo nome» replicò sicuro lui con un sorriso strafottente, per poi prendere la matita nera per gli occhi e iniziare a indicare alcuni punti. «Il tuo stile mi piace, è semplice ma d'impatto. Per noi questa si chiama Old School. Non è facile da usare per tutti, difatti io sono migliore nei ritratti, nello stile watercolor e nel disegno geometrico. Quindi apprezzo questa differenziazione.»
La palma sul muro, nonostante fosse una sagoma nera in contrasto con il tramonto sullo sfondo, era ben dettagliata. Il tronco della pianta era sconnesso e dal profilo si percepiva, così come le foglie erano composte da tante pinne folte che formavano la chioma.
«Però ci sono delle imperfezioni» continuò sicuro e con sguardo attento fisso sul disegno. Puntò la matita sulla parete per indicare una parte precisa della sagoma. «Vedi qui? Ecco, per me i contorni così sfumati non vanno bene, servono un po' più marcati, dopo trovi un modo per renderli meno carichi.»
Jade si avvicinò a lui e al muro per capire meglio i propri errori.
«Posso?» Scott le chiese il permesso di mettere mano al disegno. Non voleva stravolgere l'idea originale, ma solo mostrarle la tecnica per ottenere il risultato che desiderava.
Jade annuì, curiosa di conoscere un modo per migliorare.
Si misero spalla a spalla per lavorare meglio e non perdersi il minimo dettaglio della cosa, Scott con la matita in mano e Jade pronta ad apprendere.
Fu in quel momento che passò Carter. Aveva fatto il giro della casa per cercare le proprie scarpe da ginnastica, abbandonate giorni prima in un luogo imprecisato del prato. Le aveva ritrovate vicino all'entrata, e il giro più corto per rientrare dal salotto lo aveva messo sulla loro strada.
Li guardò e gli venne il voltastomaco. Erano così affiatati e a loro agio da sembrare finti, usciti da quelle pubblicità dove a colazione erano tutti svegli e felici di essere al mondo. Apparivano complici e complementari, pensò il cantante; lui che le insegnava a disegnare perché era un tatuatore capace, lei così vicina per imparare al meglio ciò che poteva carpire: Scott era l'unico a cui era permesso entrare nel magico mondo di Jade e scombinarlo. Certo, gli altri – Carter in primis – non erano all'altezza per sconvolgerlo, quindi non aveva senso che lei si aprisse per mostrare cosa aveva davvero dentro.
Nonostante i pensieri sarcastici si sentì rimpiazzato con una certa facilità, e non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi per la cosa, era così abituato a sentirsi ferito da Jade che ormai ci aveva fatto l'abitudine, gli faceva male vedere come fosse riuscita a superarlo quando lui era ancora a leccarsi le ferite per il comportamento di lei.
Li sorpassò con fare gelido senza rivolgere loro lo sguardo, e i due interessati si fermarono in attesa di una sua mossa, quasi fossero stati colpevoli di chissà quale crimine.
Una volta che Carter fu entrato in casa la tensione se ne andò all'improvviso come era arrivata, e Jade e Scott tornarono a parlare tranquillamente, quasi non fosse successo nulla.
«E poi le sfumature... meno nette e più sfocate. Sono sicuro che tu conosca più modi di me a riguardo, devi solo affinare la tecnica.»
«Mh mh» mugugnò distratta Jade. All'improvviso i colori del tramonto non le sembravano importanti, l'unica cosa che aveva in testa era la tonalità distante e ferita degli occhi di Carter, sapere di essere la causa di quello stato d'animo la faceva stare male.
Erano più simili di quanto credessero, perché provavano le stesse sensazioni e non riuscivano a capire come smettere di farsi del male.
* * * * *
L E G G E T E M I !
Ciao a tutti! Come state? Vi scrivo perché ho una cosa molto bella da dirvi: sono arrivata alle semifinali degli Italian Writers Awards! Siccome per la categoria romanzi rosa e storie d'amore le storie in gara erano tantissime non mi sarei mai aspettata di passare, eppure sono stata smentita.
La seconda fase, però, non dipende più da me, qui subentrate voi.
Se avete voglia di aiutarmi, dovreste votarmi nell'apposito capitolo del concorso (di cui vi lascio il link nel primo commento, così diventa cliccabile).
Cosa dovete fare? È semplice:
Vi ho messo gli screen del capitolo nel quale votarmi e le modalità in cui deve avvenire il voto. Se non vi andasse non c'è alcun problema, io sarò sempre qui ad aggiornare la storia e non cambierà nulla. Anche perché le altre storie sono più belle e conosciute, so di non avere possibilità, ma almeno posso dire di averle tentate tutte!
Ci si vede sempre qui mercoledì, e ci sarà il simpatico sondaggio sugli aggiornamenti della prossima settimana.
Spero il capitolo vi sia piaciuto, Cris
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