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Un posto sicuro


Hey!
Ecco un nuovo capitolo, c'è voluto un po' più delle altre volte e temo non migliorerà come cosa, spero però che questo capitolo vi piaccia!
Mi stavo chiedendo, avete qualche storia da consigliarmi? Spesso ho voglia di leggere, ma non sono quasi mai a casa quando ho tempo di farlo ahahah
In ogni caso, buona lettura!


Sfreccio a gran velocità sul mio manico di scopa, immersa completamente nella più totale oscurità.
Sono circondata solo da nuvole, talmente in alto da respirare a fatica, ma non riesco a fermarmi, quindi continua dritta, senza una meta.
Spero che Harry stia bene.
Spero che stiano bene tutti.
Cambio direzione e cerco di abbassarmi di quota.
Non so se qualcuno mi stia ancora seguendo.
Non so se è normale sentire gli abiti sempre più larghi e i capelli di nuovo lunghi così presto.
Non so dove eravamo diretti.
Non sono nemmeno sicura di ciò che sia appena successo.
Perché i miei poteri hanno risposto in quel modo?
La visione che ho avuto era reale, o è stato solo il frutto di tutta quell'agitazione?
E i Mangiamorte che ho colpito?
Sono morti?
Ho ucciso questa notte?
Rallento, stringendo la mano destra al petto e tenendo la sinistra bene salda sul manico di legno. Centinaia di piccole luci si estendono a perdita d'occhio sotto di me, calde e accoglienti mi invitano a scendere tra le vie deserte della Londra notturna. Fermo la mia corsa, cercando disperatamente qualcosa di familiare.
Ho solo due certezze.
Se Malocchio mi avesse ascoltato, o l'Ordine mi desse più credito, le cose sarebbero potute andare diversamente.
E, cosa più importante, non ho idea di dove sono.
Vivo da sempre nei dintorni di Londra, ma solo ora mi rendo conto di quanto sia grande e di quanto poco io abbia visto. Non mi sono mai allontanata più di tanto dagli orfanotrofi, dalla stazione di King's Cross o dal piccolo pub in cui incontrai Minerva per andare a sostenere il mio esame di ammissione.
Uno stridio mi raggiunge alle spalle, mettendomi immediatamente sulla difensiva. Mi volto di scatto, nascondendo la mano ferita dietro alla schiena, pronta a ricorrere ancora alla magia se necessario, a costo di perdere un braccio.
Osservo il buio con attenzione, in attesa di un nemico che sicuramente sta aspettando solamente il momento giusto per attaccare. Non è semplice concentrarsi con il vento che continua a scompigliarmi i capelli e la scopa che oscilla pericolosamente sotto la sua influenza.
Un secondo rumore, simile ad un frullio d'ali raggiunge le mie orecchie, prima che una piccola figura, più scura della notte stessa, cominci a volteggiare vicino a me.
-Shadow?- dico osservando il falco che, sempre più vicino, disegna piccoli cerchi in aria. –Cosa ci fai qui?- il volatile atterra sul manico di scopa con estrema delicatezza, prima di strusciare la testolina piumata sulle mie dita gelide. –Dovresti essere alla Tana- emette un piccolo verso e si alza di nuovo in volo, girandomi intorno e poi allontanandosi verso destra.
-Sei davvero tu?- sussurro alla notte, consapevole che lui non potrà rispondermi.
Shadow torna indietro, e compi di nuovo qualche giro intorno a me prima di tornare sulla sua strada.
Vuole che lo segua, ma se fosse una trappola?
Respiro profondamente e sposto il baricentro in avanti, facendo ripartire la scopa.
Se qualcosa andasse storto combatterò, non sarà una scottatura a fermarmi. Probabilmente ho ucciso poco fa e potrei essere costretta a farlo ancora, prima di arrivare in un posto sicuro.
-Shadow- chiamo il falco che subito mi raggiunge, posandosi nuovamente sul manico della scopa. –Non possiamo andare alla Tana adesso, non è sicuro raggiungerla così- inclina la piccola testa piumata, prima di avvicinarsi alle mie dita e strusciarsi contro di loro. –Non so quanti Mangiamorte ci siano sulla strada-.
Dove potremmo andare?
Ho bisogno di un posto sicuro per riposarmi e ragionare, un luogo riparato e nascosto che mi dia la possibilità di comunicare con l'Ordine.
Grimmauld Place?
No, Piton la conosce bene e sicuramente qualcuno la starà già sorvegliando.
Non so quali fossero i nascondigli da raggiungere per arrivare alla Tana ma...
Non lo so?
"Pronto Fred? Noi andremo al negozio" risuona chiara nella mia testa la voce del Signor Weasley, mentre quasi riesco a rivederlo mentre dà una pacca al figlio, trasformato dalla Pozione Polisucco in Harry.
-Sì- sussurro. –Shadow ho bisogno di raggiungere Diagon Alley, puoi portarmici?-.

Appoggio la scopa al muro di mattoni rossi davanti a me, felice di essere finalmente riuscita a tornare con i piedi per terra. Alzo la mano destra e la osservo, anche nella penombra in cui mi trovo è chiaro che non ha un colorito normale e che piccole bolle la ricoprono, più il tempo passa più sarà complicato guarire.
Devo sbrigarmi.
Un piccolo verso richiama la mia attenzione, Shadow mi osserva, appollaiato sul davanzale di una finestra dai vetri infranti, le piume arruffate e la piccola testolina inclinata che si domanda cosa io stia aspettando. Porto un dito davanti alle labbra per fargli segno di non emettere altri suoni, dobbiamo essere cauti, non sappiamo chi si avvii per le strade di Diagon Alley.
Mi sfilo lentamente la felpa, facendo particolare attenzione a non complicare ancora di più le condizioni della mia mano, la prendo per il colletto e me la getto su una spalla, spostando i capelli dalla parte opposta. Non ho nemmeno bisogno di fare qualche gesto che il falco si avvicina, planando delicatamente sul rivestimento che ho creato.
-Bene- sussurro al buio nel quale mi nascondo. –Andiamo- dico decisa gettando sull'altra spalla lo zaino, solo dopo averne estratto un vecchio cappellino con la visiera. Fred e George lo hanno modificato per me con uno dei loro incantesimi scudo, ripescandolo dai cimeli babbani che colleziona il Signor Weasley. Di sicuro non basterà questo a proteggermi da un Mangiamorte, ma se dovessero attaccarmi alle spalle avrò un piccolo vantaggio.
Cammino lentamente sul lato più buio del vicolo, imboccandone altri, fino a che non intravedo le luci più forti della strada principale. Mi accosto al muro e sbircio la via piena di negozi, sono sbucata dietro al Ghirigoro, a pochi passi dalla banca dei maghi. La strada sembra essere completamente deserta e per quanto vorrei muovermi per le vie secondarie se resto da questo lato finirò a vagare per Notturn Alley che, a partire dal proprietario di Magie Sinister, sicuramente pullula di spie dei Mangiamorte.
Getto un ultimo sguardo alle mie spalle e mi tiro su i pantaloni che continuano a scivolare, prima di lasciare il vicolo maleodorante e gettarmi sulla strada principale. Non avevo mai visto questo posto così, sembra molto più spazioso ora che sono l'unica a percorrerlo. Supero la Gringott quasi trattenendo il fiato, continuando a lanciare veloci occhiate in ogni direzione e aumentando il passo sempre di più.
Il negozio dei gemelli è in fondo alla via e spero di trovarci dentro sia Fred che il Signor Weasley, sani e salvi.
Raggiungo Madama McClan con il fiato già corto e mi fermo vicina alla sua vetrina che getta sulla strada un fascio di luce molto debole. Pochi manichini riempiono le vetrine e nessuno di questi è vestito a eccezione di uno, coperto dalla classica divisa di Hogwarts. Sembra che anche questo negozio fatichi a restare in attività.
Mi volto verso il fondo della via e faccio un respiro profondo, da qui riesco a intravedere le vetrine rotte di Olivander's, sembra che dalla scorsa estate non sia cambiato nulla.
Un rumore di vetri rotti rimbomba tra in negozi, facendomi letteralmente saltare sul posto. Subito torno ad appiattirmi contro il muro, cominciando compulsivamente a guardarmi intorno.
Chi c'è?
Chi è stato?
Mi hanno vista?
Premo una mano sulla bocca come se il suono dei miei respiri agitati potesse sentirsi da kilometri e resto immobile.
Un rumore metallico segue il precedente e infine un miagolio acuto annuncia l'arrivo di due gatti che si rincorrono attraversando la strada, sbucano dalla via per raggiungere Notturn Alley e si dirigono a gran velocità verso il Paiolo Magico.
Lascio ricadere il braccio lungo il mio fianco e sospiro sollevata.
Basta perdere tempo, devo raggiungere il negozio.
Prendo un profondo respiro e torno a camminare, scorgendo presto il negozio dai colori accesi. Nonostante sia notte e il posto sia chiuso, come indicano chiaramente i giornali che coprono le vetrate e l'insegna appesa alla porta, attira l'attenzione come la prima volta che l'ho visto. Dubito di poter passare dalla porta principale, quindi mi infilo velocemente nel vicolo che lo affianca, diretta alla porta sul retro.
-Ci siamo quasi- dico a Shadow, immobile al suo posto.
Raggiungo la piccola porta dietro alla struttura e leggo la scritta che riporta con un nodo allo stomaco: "Scarico merci, solo personale autorizzato".
Mi sento estremamente autorizzata, quindi allungo la mano sinistra e faccio forza sul pomello per entrare, ma ovviamente la porta non si muove. Provo a metterci più forza ottenendo un risultato identico al precedente che non fa altro che aumentare la mia agitazione. Non posso usare la magia, sono riuscita a far perdere le mie tracce e non posso rischiare che la mia traccia si attivi proprio ora.
Mi affianco alla porta e tento ancora, forse il problema è la mano sinistra. Il falco sulla mia spalla non si lascia intimorire e si alza in volo per picchiettare col becco sulla porta, ma non accade nulla e presto torniamo entrambi alla posizione precedente.
-Magari possiamo forzarla, però controlliamo se c'è una finestra ap...- cerco di dire, prima di essere interrotta da uno scricchiolio che mi raggiunge da dietro alla porta. Un altro rumore segue il precedente e subito mi incollo al legno vecchio, appoggiandovi l'orecchio per sentire meglio, individuando subito altri rumori, simili a passi. –Fred- chiamo senza riuscire a trattenermi. –Fred, sei lì dentro?- alzo la voce. Il rumore di passi che ho creduto di sentire fino a pochi secondi fa non c'è più e nessuna risposta arriva da dentro il negozio. –Fred, ti prego- dico in un sussurro, allontanandomi dalla porta di qualche passo.
Non c'è nessuno e forse non arriveranno mai.
Se li avessero presi?
Se fossero morti?
Mi volto, guardandomi intorno, dove dovrei andare adesso?
Come spiegherò alla Signora Weasley che per colpa nostra suo marito e suo figlio sono morti?
No.
Basta.
Scuoto la testa, cercando di calmarmi.
Forse sono già andati via, devo solo trovare un modo di entrare.
Uno scricchiolio più forte riporta la mia attenzione alla porta. Ora è aperta, al suo interno non trovo il volto rassicurante di Fred, ma quello serio del padre. Non ho mai visto il Signor Weasley con un'espressione simile, le sopracciglia aggrottate evidenziano le rughe della sua fronte e gli angoli della bocca rivolti verso il basso, insieme agli occhi verdi coperti dalle lenti, gli danno un'aria autoritaria. Lo sguardo è freddo e distante come non lo avevo mai visto nell'uomo.
Sorrido, incapace di trattenermi, sollevata di aver ritrovato qualcuno dell'Ordine. Faccio un passo verso di lui, ma capisco immediatamente di non dovermi avvicinare oltre, vista la bacchetta che mi ritrovo puntata contro. Shadow sulla mia spalla si agita, muovendo le ali e facendo qualche piccolo saltello.
-Va tutto bene- dico gentilmente, nel tentativo di calmarlo. Il falco mi dà ascolto, protestando con un piccolo verso.
-Falla entrare, è lei- dice una voce molto familiare da dentro.
-Non puoi saperlo, Fred- fa serio Arthur Weasley, senza mai distogliere lo sguardo da me.
-Con tutti gli incantesimi che abbiamo lanciato non potrebbe avvicinarsi così tanto- continua il giovane, nascosto nel buio.
-Va bene così- dico io mostrandomi sicura. –Non ho nulla da nascondere-.
Lentamente vedo il viso di Fred spuntare vicino a quello del padre, incredibilmente pallido mi osserva con attenzione. –Non avevi il falco prima- dice calmo. –E Malocchio? Vi siete separati?- la sua voce suona leggermente diversa dal solito, più lenta...più triste.
-Sì, hai ragione- osservo con la coda dell'occhio Shadow, impettito sulla mia spalla. –Shadow mi ha raggiunta poco fa, mi sono persa e senza di lui starei ancora vagando sopra a Londra probabilmente, o peggio. È una fortuna che sia testardo quanto me- abbasso lo sguardo, rivedendo l'occhio azzurro di Moody che cade nel vuoto. –Malocchio è stato...- guardo gli occhi chiari di Arthur. –Colpito- continuo, prima di schiarirmi la voce. –Chiedetemi quello che volete, ma vi prego, fatemi entrare-.
Arthur Weasley annuisce immediatamente. –Dove ci siamo incontrati per la prima volta?-.
-Sei venuto a prendermi all'orfanotrofio- rispondo sorridendo al ricordo, ero così agitata quel giorno. –Mi hai portata a Londra, avevo gli esami quel giorno-.
L'uomo abbassa immediatamente la bacchetta e i suoi tratti si addolciscono enormemente. –Vieni dentro, Mary- dice gentilmente. –Sembri avere molto da raccontare- annuisco e mi avvicino a loro.
-Dovrei chiedervi anche io qualcosa?- domando bloccandomi sulla porta.
-Sarebbe la cosa più sicura da fare- mi risponde l'uomo.
-Bene- dico indecisa, lanciando uno sguardo imbarazzato a entrambi. I loro capelli sembrano più castani che rossi, vista la poca luce che entra nella stanza e io mi rendo conto di non avere idee. Chiudo la porta alle mie spalle e vedo Shadow spiccare il volo per spostarsi in un angolo buio della stanza, dove probabilmente ha un posto più comodo su cui appoggiarsi. Siamo nel retro del negozio e ricordo perfettamente la conversazione che ho avuto lo scorso anno con George, proprio in questa stanza. –Sicuramente George te l'ha detto, la scorsa estate, dopo quello stupido gioco che abbiamo fatto alla Tana è successa una cosa tra me e lui- guardo dritto negli occhi di Fred, sentendo la mia pelle che si scalda. Mi sento in imbarazzo a chiedergli una cosa tanto stupida.
Lui guarda il padre e poi me, annuendo. –Ti ha baciata- sussurra al mio orecchio, dopo essersi avvicinato a me.
-Sì- distolgo lo sguardo e mi stringo a lui, stringendo le dita della mano sinistra sulla sua felpa, simile alla mia.
-Cosa è successo?- domanda Arthur gentilmente. Con delicatezza appoggia una mano sulla mia spalla e alza lentamente il mio braccio destro. –Non è messo bene-.
-Mi sono bruciata, non è niente- scuoto la testa, separandomi da Fred. –Mi è già successo, non fa nemmeno male- mento.
-Quello è sangue?- interviene serio come non lo avevo mai visto. -È tuo?-.
-No- non riesco a guardarlo in faccia. –Io non so come dirtelo Fred, hanno colpito Remus o...o...- come posso dire a Fred che la sua seconda metà potrebbe essere morta per quanto ne so.
-George- dice Fred funereo. –Hanno colpito George, perdeva sangue dalla testa, lo abbiamo visto-.
-Mi dispiace tanto- sento gli occhi pizzicare. –Volevo aiutarli...fare qualcosa, ma Moody me lo ha impedito e poi...- sento le lacrime scivolare sulle guance. –Voldemort, era lì-. Evito lo sguardo dei due e mi lascio scivolare sul pavimento, rendendomi conto improvvisamente di essere esausta. –Mundungus è sparito, Moody è morto e io mi sono ritrovata da sola, volevo tornare indietro ma era pieno di Mangiamorte e ne ho affrontati alcuni, ma erano veramente troppi- sento le mie guance diventare rosse per la vergogna. –Piton era lì e io sono scappata-.
-Hai fatto la cosa giusta- l'espressione del Signor Weasley è di nuovo severa. –Sei al sicuro adesso-.
-Credevo di non trovarvi più- osservo Fred che si siede accanto a me, gli occhi spalancati e l'aria triste. –A voi cosa è successo?-.
-Abbiamo perso la passaporta, fossimo arrivati poco prima non ci avresti trovati. Stavamo cercando una soluzione- mi guarda serio Fred, il volto pallido e stanco, evitando la parte più importante del discorso.
–Ci eravamo fermati ad aiutare Remus, ma poi i Mangiamorte era talmente numerosi che li abbiamo persi di vista- aggiunge Arthur Weasley, attraverso gli occhiali potrei giurare di aver visto luccicare i suoi occhi.
Mi sento in colpa per non essere riuscita ad aiutare durante la battaglia, ma posso solo immaginare come si senta lui, consapevole che uno dei suoi figli è stato ferito. Quante domande affollano la sua mente? E quante quella del ragazzo seduto accanto a me?
-Okay...-dico, cercando di riempire il silenzio. –Come andiamo via?- domando, sperando di distrarli almeno per un attimo. –Dobbiamo fare in fretta, giusto? Saranno preoccupati visto che la Passaporta deve essere arrivata senza di voi- dico seria, alzandomi in piedi e porgendo la mano sinistra a Fred.
Il Signor Weasley scuote leggermente la testa, probabilmente cercando di riordinare le idee. –Con te non possiamo Smaterializzarci, è troppo rischioso- mi guarda attentamente, attraverso le lenti tutte storte. –Creare un nuova Passaporta è rischioso e potrebbe farci scoprire- si volta verso il figlio. –Il vostro camino è ancora collegato con la Metropolvere?-.

Sento un forte senso di oppressione sul petto che mi costringe a tossire, nel tentativo di far uscire la polvere scura dai miei polmoni. Rotolo in avanti, fuori dal camino, consapevole che anche Fred e Arthur Weasley dovranno usarlo dopo di me. Quando finalmente sento di nuovo aria pulita mi sdraio sul pavimento e osservo il soffitto e le sue macchie, riconoscendo il vociare che mi si avvicina. Una nuova nuvola di polvere si crea nell'ambiente e subito vedo Fred, sporco di fuliggine ma sulle sue gambe che si guarda intorno in cerca del gemello, uscendo dal camino con aria agitata. Lo imito e mi alzo a sedere sul tappeto ormai sporco, proprio mentre anche il Signor Weasley compare nel camino, avvolto da fiamme verdi, senza alzare nemmeno un granello di polvere.
Kingsley è il primo volto a comparire dal lato opposto della stanza, la bacchetta puntata sull'uomo più anziano che si avvicina a lui con passo sicuro, estraendo a sua volta l'arma. –Ti dimostrerò chi sono, Kingsley, solo dopo aver visto mio figlio!- urla, seguito da Fred. –Adesso fatti indietro, se ci tieni alla pelle!- oltrepassa l'uomo, lasciandolo senza parole, prima di raggiungere il salotto.
Per qualche istante resto immobile al mio posto ascoltando i rumori che provengono dalla stanza vicina. Molly Weasley grida sollevata alla vista del marito, prima che lui chieda informazioni sul figlio, poi cala il silenzio.
Lentamente mi alzo e raggiungo l'uomo dalla pelle scura che ancora sosta sotto lo stipite della porta, i suoi occhi vagano su di me confusi, ma mentre lo supero non dice una parola.
Probabilmente si chiede dove siano Malocchio e Mundungus, ma...
Sento il mio cuore smettere di battere nel petto i polmoni perdere l'aria e le lacrime salire veloci agli occhi, prima di scivolare lungo le mie guance, trascinando con loro la fuliggine rimastami sulla faccia. Fred mi aveva detto di aver visto George quando è stato colpito, ma non immaginavo di trovarmi davanti ad una scena del genere, o forse non ci volevo semplicemente pensare.
Il giovane mago dai capelli rossi è steso sul divano, gli occhi socchiusi, un foro al posto dell'orecchio e sangue secco che ricopre tutto il suo volto e una buona parte dei vestiti. La madre accanto a lui impugna ancora la bacchetta, mentre il padre e il fratello sono inginocchiati sul pavimento, osservandolo con attenzione. Vorrei avvicinarmi, dire qualcosa o fare qualcosa, ma non riesco a muovermi, le mie gambe sono diventate pesanti come macigni e il mio corpo teme di fare un qualsiasi rumore e rischiare di attirare attenzione.
Qualcosa di caldo mi tocca la mano, ma mi ci vuole qualche istante per capire che alla mia è stretta quella di mio fratello, che mi osserva attraverso le lenti tonde. Mi copro la bocca con la mano ferita, sentendo la pelle bruciare, ma trattenere i singhiozzi mentre appoggio la testa sulla spalla di Harry è il mio solo pensiero.
-Come ti senti, Georgie?- domanda dolcemente la madre, quando lo vede muoversi, rompendo il silenzio che aleggia nella stanza.
-Romano- è la risposta sussurrata che arriva da lui, la voce roca e due dita sollevate a sfiorare il punto in cui prima si trovava l'orecchio.
-Che cos'ha che non va?- domanda subito Fred, visibilmente spaventato. –Ha subito un danno al cervello?-.
-Romano- ripete il ragazzo, questa volta con più forza, ricordandomi la sua solita voce. –Sai...mi sento un po' romano. Come il foro. Il foro, Fred, capito?-.
Il volto pallido di Fred riprende improvvisamente colore, fino a diventare rosso, tanto da quasi coprire le lentiggini. –Patetico- guarda il fratello, accennando un sorriso. –Con un mondo di battute sulle orecchie, scegli "romano"?-.
-Ah, bhe...- sorride alla madre George. –Adesso almeno riuscirai a distinguerci, mamma- dice, facendola singhiozzare.
-Ciao, Harry...sei Harry, vero?- domanda al ragazzo che sono felice di avere al mio fianco, prima di osservare tutti i presenti.
Solo ora mi rendo conto di essere circondata da altre persone, ognuno fortunatamente illeso. Hermione, Lupin, Hagrid e Ginny sono tutti intorno al ragazzo e lo osservano, felici che stia bene.
-Sì- annuisce mio fratello.
-Bhè...perlomeno ti abbiamo portato qui tutto intero...- dice, prima che i suoi occhi si scontrino coi miei. –Mary...- dice debolmente e subito allunga una mano verso di me, anche se sa bene di non potermi raggiungere. Resto immobile sentendo gli sguardi di tutti posarsi su di me, mentre arrossisco e altre lacrime scivolano sul mio viso. –Vieni qui- muove la mano a mezz'aria sorridendo. Lentamente faccio come dice, fino a che non raggiungo il divano, davanti al quale mi inginocchio, incapace di parlare. –Non piangere- dice gentilmente, accarezzandomi il viso con la mano, prima di sorridermi. –Se continui sarò costretto a cercare una nuova battuta per farti ridere e non credo di poter fare meglio di "romano"- dice e per accontentarlo mi strofino gli occhi con le mani e sorrido, allargando le labbra tremanti. –Meglio- commenta lui, prima di tornare a guardarsi intorno. –Perché Ron e Bill non sono chini al mio capezzale?-.
-Non sono ancora tornati, George- dice la Signora Weasley e subito il sorriso abbandona il viso del rosso, faccio per spostarmi ma lui prende una delle mie mani, stringendola con forza.

Ecco qua, questo è tutto per ora!
Cosa ve ne pare?
Secondo voi cosa accadrà ora? Sono sicura che una parte possiate già immaginarla, visto che in generale avrete notato che tendo a seguire la trama dei libri originali, ma spero di riuscire a sorprendervi!
Come state?
Io infinitamente stanca, ma felice di essere riuscita a postare di nuovo!
Alla prossima!

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