Testamento
Hey!
Solo una settimana dall'ultimo capitolo e già ne esce uno nuovo?
Proprio così, era un sacco che non succedeva! Spero vi piaccia!
Buona lettura!
I miei occhi si aprono lentamente, infastiditi dalla luce e impastati dal sonno, come ogni mattina. Il vento, leggero e caldo fa muovere le tende in modo continuo e regolare a pochi metri da me, mentre dà sollievo al mio viso, ancora sudato per la notte disturbata dagli incubi.
Come ogni notte le mie visioni si sono susseguite senza sosta, ma non sono riuscite a togliermi energie, non come solo la magia riesce a fare. Ciò che ne risulta è una sorta di elettricità che scorre lungo il mio corpo, imponendo a me stessa la necessità di compiere incantesimi. Da quando abbiamo lasciato Hogwarts, però, ho dovuto mettere da parte questa necessità giorno per giorno, trattenendomi ogni mio muscolo, anche nei gesti più piccoli.
Mi metto a sedere di scatto, sentendo i capelli spettinati scivolare in ogni direzione, mentre un grande sorriso si apre sul mio volto.
Oggi non è un giorno come gli altri.
Lancio le coperte di lato e mi avvicino alla finestra, affacciandomi sul cortile, ricoperto da una grande macchia chiara. La tenda, ancora da alzare è circondata da Draco, Fred, George, Hermione, Ginny, Bill e il Signor Weasley che cercano di sistemarla al meglio per quando arriveranno i rinforzi. Anche ieri hanno provato ad alzarla per portarsi avanti coi preparativi, con il solo risultato di tardare a cena e mangiare la zuppa ormai gelida.
Se è possibile il mio sorriso si allarga ancora di più, mentre mi volto e inizio a correre più veloce che posso, aprendo la porta della camera e buttandomi sulle scale. Sono talmente di fretta da inciampare giù volte nei miei stessi piedi e sbattere contro i muri quando tento di girare un angolo, ma in breve tempo riesco a raggiungere la cucina e superare la Signora Weasley dicendo "Buongiorno" così veloce da rendere la parola quasi indecifrabile. Con la coda dell'occhio la vedo sobbalzare, ma io sono già alla porta che si apre, senza che io nemmeno debba sfiorarla, permettendomi di raggiungere il cortile.
Arrivo al prato accompagnata da una forte folata di vento che fa muovere le fronde degli alberi e subito punto la zona in cui stanno cercando di alzare la tenda da terra. Li raggiungo e passando tra Ginny e Hermione mi lascio guidare dal mio istinto ,senza fermarmi protendo le mani in avanti, alzandole poco prima di finire a camminare sul tessuto bianco. Un grande lembo di stoffa si alza e io vi scivolo sotto, sentendo il mio corpo vibrare per l'emozione.
Sento l'energia scorrere dentro di me, dalle dita dei piedi, ora saldamente ancorati al terreno, fino alla punta dei capelli che si agitano liberi, fluttuandomi intorno.
Ho bloccato la mia corsa scivolando sul morbido prato, prima di iniziare a compiere movimenti circolari con le braccia e vedere subito la tenda che risponde ai miei comandi, alzandosi intorno a me. I miei gesti diventano sempre più ampi e in pochi istanti la struttura fluttuante raggiunge la giusta altezza, fissandosi al terreno sotto gli sguardi increduli di chi prima non riusciva nemmeno a sollevarla.
Mi lascio cadere all'indietro sul prato verde, felice di poter finalmente usare la magia.
Due teste rosse entrano nel mio campo visivo, le sopracciglia aggrottate e una strana smorfia.
-Esibizionista- sentenzia la voce di George, prima che gli sfugga un sorriso.
-Non ho potuto resistere- mi alzo subito a sedere con il sorriso ancora stampato in faccia. Anche Draco si sta avvicinando a noi, seguito dal Signor Weasley.
-Buongiorno Mary- dice allegro l'uomo.
-Buongiorno- ricambio il suo saluto con energia, mentre Draco mi porge una mano. Accetto il suo aiuto per alzarmi, anche se non sarebbe affatto necessario.
-Non serviva che scendessi ad aiutare- dice gentile. –Almeno oggi che potete riposare- ridacchia, riferendosi ai continui lavori che la moglie ci propina ogni giorno, ben consapevole che non siano realmente utili.
-Non c'è problema, Signor Weasley- dico dando qualche colpo ai pantaloncini che indosso, per liberarli dalla polvere. –Sembravate in difficoltà-gli sorrido, rendendomi subito conto che la mia espressione è più simile a un ghigno.
-Va bene, non mi resta che ringraziarti allora- sentenzia, appoggiando una mano sulla mia spalla, dopo una breve risata. –Credo, però, che sia meglio per voi due entrare ora- dice gentile, sorridendo a Draco. –Dovrebbero arrivare degli uomini per aiutarci con l'allestimento del giardino e credo sia meglio non farsi notare- mi fa l'occhiolino per poi allontanarsi.
Lo osservo mentre si dirige incontro a Bill, il passo deciso e la schiena dritta. Mi è sempre piaciuto il Signor Weasley, con i suoi modi gentili e il sorriso sempre pronto.
-Bhè...- George mi riporta alla realtà, schiarendosi la voce. –Fred andiamo a fare quella cosa?- domanda sollevandosi sulla punta dei piedi per tornare subito a terra.
-Sì- scatta meccanicamente il gemello. –Quella cosa importante- fa indietreggiando insieme a George. –A dopo-.
Il ragazzo al mio fianco si porta subito una mano alle tempie, massaggiandole, prima che dalla sua bocca esca un sussurro. –Ridicolo- dice, più che altro mimando la parola con le labbra. La risposta pronta dei due Weasley è un largo sorrido e una fuga veloce verso il retro della casa.
-Cosa state trama...- cerco di domandare, rivolgendo uno sguardo confuso a Draco, ma i suoi occhi bloccano ogni mia parola. La luce diretta li colpisce rendendone la pupilla minuscola, dando al ragazzo un'aria molto strana, quasi buffa, che mi fa sorridere. Il ragazzo si avvicina e mi bacia dolcemente, posando le mani sul mio viso.
-Buon compleanno- sussurra quando le nostre le labbra si separano, dopo aver appoggiato la fronte alla mia. –Hai già aperto i regali?-.
-Quali regali?- allontano il viso dal suo, inclinando leggermente la testa.
-Vieni- sento la sua mano stringersi alla mia, prima che lui mi conduca verso la casa. Ad ogni suo passo i capelli gli ondeggiano sulla testa, ormai lunghi tanto da sfiorargli le spalle.
Non appena attraversiamo la porta che dà sulla cucina mi rendo conto che durante la mia corsa ho tralasciato l'enorme pila di regali che ci sono sul tavolo. La carta di ogni pacchetto ha un colore diverso e in alcuni casi si vede che ne è stata riciclata una natalizia, ma quella visione riempie il mio cuore di gioia. È il secondo compleanno che festeggio seriamente e non poteva accadere in un posto migliore.
-Oh eccoti qui- la Signora Weasley mi viene incontro allargando le braccia e superando Draco mi stringe con forza. –Buon compleanno- dice felice, facendomi sorridere. –Allora, cosa vuoi per colazione, cara?- domanda facendo subito un passa indietro, prima di accarezzarmi il viso. –Ho fatto le uova, ma ci sono anche bacon, funghi, dei toast- si avvicina al fornello, riprendendo a cucinare. –Altrimenti c'è il porridge da fare in dispesa e ci sono anche i muffin salati, o i fagioli in salsa-.
-Direi che le uova vanno benissimo- sorrido alla donna, anche se è troppo indaffarata per potersi voltare. –Grazie-.
-Perché intanto non apri qualche regalo?- chiede Draco, seduto non lontano dalla pila di pacchetti. –Questo per ultimo- dice nervoso, mettendone da parte uno, grande più o meno come la sua mano. Mi avvicino a lui lentamente e sedendomi al suo fianco noto subito i biglietti che ci sono sui regali, piccole strisce di carta che riportano il mio nome o quello di Harry e in un angolo quello di chi lo ha preparato.
Io e Harry abbiamo deciso di non farci regali a vicenda, sia perché non avevamo occasioni per comprare qualcosa di interessante, sia perché in fondo non desideriamo niente che si possa comprare.
Ne prendo uno rettangolare da parte di Hermione e subito lo scarto, rivelando un libro con avevo mai sentito nominare. "Guida avanzata alle arti magiche del sud" recita l'incisione sulla sua copertina, vecchia e fragile.
-Buon compleanno- dice allegra Hermione, entrando in cucina dal giardino. –Speravo lo avessi già aperto- aggiunge eccitata. –L'ho trovato in un negozio dell'antiquariato, ci sono capitoli interi dedicati alla magia senza bacchetta- dice con un gran sorriso.
-Grazie Hermione- dico sfogliando le pagine delicate. –Non vedo l'ora di leggerlo- le sorrido sincera, mentre si siede vicino a me. Draco prende il libro non appena lo poso sul tavolo e anche lui inizia a sfogliarlo, accarezzandone le pagine con le dita. Porta ancora gli anelli che gli ho sempre visto, un piccolo dettaglio che non credo abbandonerà mai.
Scarto tutti i miei regali, incapace di resistere, trovando una piccola collezione di trucchi da parte di Fleur, che sono sicura vorrà che io usi domani, una scatola di cioccolatini da parte dei suoi genitori, delle scarpe da ginnastica nuove da parte di Ginny e Ron e, infine, una scorta di invenzioni di Fred e George, accompagnate da un libro strampalato scritto da loro, sui sogni e le premonizioni.
-Posso aprire quello, adesso- chiedo a Draco, notando che una delle sue mani indugia ancora sul pacchetto, stropicciando il nastro colorato che lo lega.
-Certo- risponde lui nervoso, passandomelo in fretta. La Signora Weasley si avvicina subito, mentre leggo sull'etichetta il mio nome e la piccola frase che subito ne segue: da Draco, Molly e Arthur. Sorrido automaticamente, spostando il mio sguardo dal ragazzo alla donna, prima di tirare il nastro e scartare il regalo. Apro anche la piccola scatola che mi si presenta davanti, scoprendo un orologio da taschino con alcuni ghirigori incisi sopra.
-È una tradizione regalare un orologio ai maghi e alle streghe che compiono diciassette anni- dice allegra la Signora Weasley.
-Ti piace?- chiede subito Draco.
-Molto- rispondo io. –Ci avrete speso una fortuna- dico subito, seguendo con le dita il suo contorno. –Non dovevate-.
-Non dirlo neanche- la Signora Weasley mi sorride, scaldandosi subito.
-È usato- le parole di Draco escono veloci dalla sua bocca, come se stesse confessando un crimine.
-È bellissimo, non mi importa- in automatico una della mie mani sale ad accarezzare il suo viso. –Io non ti ho regalato nulla per il compleanno- gli faccio un sorriso un po' forzato.
-Draco ha dato tutti i soldi che aveva al Signor Weasley per prendere quell'orologio- dice dolcemente Hermione.
-Granger!- Draco si fa subito scontroso.
-Cosa c'è?- chiede lei divertita. -È stato un gesto carino, tu non glielo avresti mai detto- protesta Hermione, prima di rivolgersi di nuovo a me. –Ha anche passato un pomeriggio a lucidarlo-.
-...- vedo Draco che cerca di controbattere infastidito, ma subito mi avvicino a lui e lascio un bacio sulle sue labbra.
Osservo Draco con attenzione, la sua espressione concentrata mi fa sorridere. Si vede che si sente sotto pressione mentre cerca di avere una conversazione con Tonks, almeno quanto la è lei. Entrambi devono aver paura di dire le cose sbagliate, in fondo non si erano mai conosciuti prima di giugno e le poche notizie che avevano l'uno dell'altra non sono mai state lusinghiere.
-Credo che la Signora Weasley abbia bisogno d'aiuto- dice debolmente lui, dopo pochi convenevoli e qualche sorriso forzato. –Scusatemi- aggiunge con la voce tesa, come se si trovasse ad un evento formale, prima di allontanarsi verso la cucina.
Il giardino è bellissimo questa sera, molte lanterne fluttuano in aria illuminando la zona in cui sono strati posizionati i tavoli, rendendo l'atmosfera calda e accogliente. Una grande torta a forma di Boccino riposa sul tavolo, poco lontano da Harry e Hagrid, appena arrivato insieme a Lupin e alla ragazza raggiante che ho davanti. Molly Weasley mi ha chiesto se volessi fare qualcosa per festeggiare il nostro compleanno, ma io sono riuscita a dirle solamente che andava bene qualsiasi cosa e che preferivo si concentrasse su mio fratello. Non ho mai festeggiato il mio compleanno in grande stile e non ne sento la necessità ora, preferisco che mio fratello possa distrarsi per qualche ora.
-Sembra un bravo ragazzo- esordisce Ninfadora dopo qualche secondo.
-Ve lo avevo detto- alzo le spalle sorridendole. Mi sento ancora tesa nei confronti dell'Ordine, ma devo ammettere che ritrovare Draco mi ha tolto un bel peso dalla coscienza e gli incantesimi di questa mattina, uniti all'allenamento che ho fatto qualche ora fa, prima che Fleur insistesse per truccarmi, mi hanno permesso di scaricare un po' di tensione. –Ma non ha importanza adesso- le do un piccolo colpetto. –Mi basta sapere che è al sicuro e devo ringraziarvi per questo-.
La giovane donna mi sorride, i capelli colorati sembrano quasi scintillare giocando con la luce delle lanterne. Apre la bocca per parlare ma la voce della Signora Weasley copre la sua mentre torna in giardino, seguita da un Draco molto incerto.
-Sarà meglio che cominciamo senza Arthur- grida nervosa. –Dev'essere stato trattenuto al...oh!- le sue parole vengono interrotte da un filamento luccicante che irrompe in cortile, muovendosi delicato sul prato. La piccola donnola argentata si rizza poi sulle zampette posteriori, arrestando la sua corsa.
-Il Ministro della Magia sta arrivando con me- dice chiaramente con la voce del Signor Weasley.
L'espressione di tutti i presenti muta completamente, facendo sparire i sorrisi tutti e lasciando solo confusione sui volti.
-Noi non dovremmo essere qui- esclama subito Lupin, mentre Tonks si avvicina a lui ed Harry di corsa. Lo vedo scambiare qualche parola con mio fratello per poi allontanarsi insieme all'Auror e sparire oltre i confini incantati della casa.
Dovrei chiedermi perché sono andati via o perché il Ministro della magia venga qui, ma l'unico pensiero su cui riesco a concentrarmi riguarda Draco e subito mio volto verso di lui.
-Vai subito a nasconderti- vedo la Signora Weasley riferirsi al ragazzo, un secondo prima che i nostri sguardi si trovino. I suoi capelli chiarissimi sfuggono alla presa dell'elastico e ricadono in parte sui tratti spigolosi del suo viso, prima che tentennando indietreggi per poi fuggire dentro casa. Faccio un passo verso di lui, ma subito mi blocco. Vorrei seguirlo e non perdere nemmeno un secondo del tempo che abbiamo a disposizione da passare insieme, ma qualcosa mi spinge a voltarmi di nuovo verso i confini della proprietà dove subito i miei occhi intercettano le due nuove figure comparse al cancello. Rufus Scrimgeour e Arthur Weasley lo superano e si avvicinano a grandi passi, diretti verso la lunga tavolata dove la maggior parte di noi sono seduti.
-Mi spiace di interferire- dice subito. –Soprattutto perché sto rovinando una festa- accenna un sorriso. –Cento di questi giorni-.
Lentamente incrocio le braccia e raggiungo mio fratello che ringrazia l'uomo con tono pacato. Il mio sguardo si concentra su di lui e sul suo viso scavato, ma preferisco non proferire parola. L'uomo dalla postura elegante è cambiato rispetto all'ultima volta che l'ho visto, sembra come invecchiato improvvisamente, ora il suo viso è stanco e i capelli sempre curati sono prevalentemente grigi.
-Ho bisogno di parlarvi in privato- sentenzia, rivolto a me e mio fratello. –Anche col signor Ronald Weasley e la signorina Hermione Granger-.
-Noi?- domanda subito stupito Ron. –Perché noi?-.
-Te lo dirò quando saremo in un posto più intimo- continua il Ministro, prima di voltarsi verso il suo accompagnatore. –Esiste un posto del genere?-.
-Sì, certo...il...ehm...- vedo l'uomo scambiare uno sguardo nervoso con la moglie. –Il salotto- conclude la frase con più sicurezza.
-Fammi strada- dice subito il Ministro a Ron. –Non c'è bisogno che ci accompagni, Arthur- conclude poi, iniziando a seguire Ron verso la casa. Io, Harry ed Hermione li seguiamo scambiandoci sguardi carichi di ansia. Attraversiamo in silenzio la cucina finché non arriviamo in salotto, per tutto il tragitto non posso fare a meno di guardarmi intorno, sperando di non vedere Draco.
Sicuramente non sceglierebbe un nascondigli così stupido, ma non posso fare a meno di preoccuparmi.
Scrimgeour si accomoda sulla vecchia poltrona del Signor Weasley, mentre Harry, Ron e Hermione si stringono sul divano, e io scelgo di restare ferma vicino a loro, mantenendo le braccia conserte e rispondendo a uno sguardo interrogativo dell'uomo con un semplice e stizzito "sto bene in piedi".
-Ho alcune domande da fare a ognuno di voi- inizia a parlare. -Potete aspettare di sopra, comincerò con Ronald- dice serio, rivolgendosi a me, Harry e Hermione.
Vuole interrogarci?
Su cosa?
Di qualsiasi cosa si tratti non possiamo dividerci, sa bene di non avere molte possibilità di estorcerci informazioni se siamo insieme, quindi non ci dobbiamo separare.
-Noi non andiamo da nessuna parte- mi anticipa Harry. –O parla con tutti e tre, oppure non se ne fa niente- continua, facendo mutare l'espressione del Ministro da seria a glaciale, quasi adirata.
-Molto bene, allora starete insieme- sentenzia infine, tornando all'espressione precedente e usando un tono serio e pacato. –Sono qui, come certo sapete, a causa del testamento di Albus Silente-.
-Il Professor Silente ha fatto testamento?- domando immediatamente, completamente presa alla sprovvista.
Nella mia testa si sono formate diverse ipotesi negli ultimi minuti, ma Silente era lontana da ognuna. Credevo avesse scoperto qualcosa su Draco, sul fatto che non vogliamo tornare a Hogwarts o magari che volesse avanzare qualche richiesta, come ha fatto lo scorso anno con Harry. Al Ministero farebbe comodo avere mio fratello come "volto", che probabilmente tranquillizzerebbe la popolazione, ma non c'è ragione di essere tranquilli.
La gente scompare e muore a causa di Voldemort e non lo fermerà vedere Harry sulle copertine della Gazzetta del Profeta.
-Sì- risponde sorpreso a sua volta dai nostri sguardi. –A tutti e quattro...-.
-Silente è morto più di un mese fa- scatta Harry sulla difensiva, fremendo seduto al suo posto. –Perché avete aspettato tanto per darci quello che ci ha lasciato?-.
-Non è ovvio?- domanda Hermione guardandoci, prima che il Ministro possa dire qualcosa.
-Voleva controllare ciò che ci ha lasciato- dico io e scambio uno sguardo con la ragazza che subito annuisce, prima di spostare i miei occhi sull'uomo, squadrandolo torva.
-E non ne aveva il diritto!- continua la Grifondoro.
-Avevo tutti i diritti- dice con sicurezza Scrimgeour. –Il Decreto par la Giustificabile Confisca dà al Ministero il potere di confiscare il contenuto di un testamento...-.
-Quella legge è stata pensata per evitare che i maghi si tramandino oggetti Oscuri- risponde con altrettanta sicurezza Hermione. –E il Ministero deve avere prove schiaccianti che le proprietà del deceduto siano illegali prima di confiscarle! Ci sta dicendo che secondo lei Silente stava cercando di passarci degli oggetti Oscuri?- domanda, raddrizzando la schiena e stringendo i pugni.
-Pensa di intraprendere una carriera in Magisprudenza, signorina Granger?- domanda lui stizzito.
-No, spero di fare qualcosa di buono per il mondo- risponde sicura la ragazza, suscitando immediatamente la risata di Ron e facendo sfuggire un sorriso anche a me.
-E adesso come mai ha deciso di farci avere le nostre cose?- domanda Harry, serissimo scruta l'uomo attraverso le lenti rotonde.
-Perché i trentun giorni sono passati, non possono trattenere gli oggetti più a lungo, a meno di non dimostrare che sono pericolosi, giusto?- risponde ancora Hermione, incapace di trattenersi.
-Puoi affermare di aver avuto un legame speciale con Silente, Ronald?- il Ministro si rivolge al rosso, evadendo completamente dalla discussione in corso.
-Io? No...non proprio... era sempre Harry che...- dice Ron, colto alla sprovvista.
-Se non eri in rapporti stretti con Silente, allora come mai ti ha ricordato nel suo testamento? I suoi lasciti privati sono straordinariamente ridotti. La maggior parte delle sue proprietà come la sua biblioteca privata, i suoi strumenti magici e altri effetti personali, sono stati lasciati a Hogwarts. Perché pensi di essere stato scelto?-.
-Questo non la riguarda- intervengo io. –Non mi interessa chi lei sia, non ha il diritto di esprimere un giudizio sulle ultime volontà di Silente- faccio dura, stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
-Io...non so...io...quando dico che non avevamo un rapporto stretto...insomma, gli piacevo, credo....-.
-Sei modesto, Ron- fa Hermione, correndo in aiuto dell'amico. –Silente ti era molto affezionato-.
-È vero- mento io. –Parlava spesso di te-.
L'uomo si tira indietro sulla poltrona poco convinto, ma estrae da una tasca interna della sua giacca una pergamena e un sacchetto in tessuto che appoggia sulle sue gambe prima di iniziare a leggere. -Ultime volontà e testamento di Albus Percival Wulfric Brian Silente- fa ad alta voce. –A Ronald Bilius Weasley lascio il mio Deluminatore, nella speranza che si ricordi di me quando lo usa- l'uomo estrae dal sacchetto un piccolo tubo di metallo, molto simile ad un comune accendino. Passa l'oggetto a Ron che inizia a studiarlo, rigirandoselo tra le mani. -È un oggetto di valore- commenta poi. –Potrebbe essere unico. Di sicuro è stato progettato da Silente in persona. Perché ti avrebbe lasciato un oggetto così raro?- domanda, assottigliando gli occhi. -Silente ha insegnato a migliaia di studenti eppure i soli che ha ricordato nel suo testamento siete voi quattro. Perché? A quale uso pensava che avresti destinato il suo Deluminatore, signor Weasley?- si protende in avanti-.
-Per spegnere le luci, immagino- fa Ron, visibilmente a disagio. –Cos'altro potrei farci?- borbotta poi, stringendo il piccolo oggetto come se Scrimgeour potesse strapparglielo dalle mani.
L'uomo torna torvo alla posizione originale, stendendo di nuovo la pergamena davanti ai suoi occhi. –A Hermione Jean Granger lascio la mia copia delle Fiabe di Beda il Bardo- torna a leggere. –Nella speranza che le trovi appassionanti e istruttive- conclude estraendo dalla borsa un vecchio libro dalla copertina macchiata e spelata. –Perché credi che Silente ti abbia lasciato questo libro, signorina Granger?- mi volto verso Hermione e subito mi rendo conto che il suo viso ora è rigato di lacrime.
-Lui sapeva che amo i libri- risponde pronta, cercando di asciugare le lacrime.
-Ma perché proprio questo?-.
-Non lo so- singhiozza lei. –Avrà pensato che mi sarebbe piaciuto-.
-Hai mai discusso di codici o di modi per passarsi messaggi segreti con Silente?- insiste lui.
-No- fa secca lei, sbarrando gli occhi. –E se il Ministero non ha trovato codici nascosti in questo libro in trentun giorni dubito che ci riuscirò io- dice per poi premere la mano sulla bocca, trattenendo un nuovo singhiozzo, prima che Ron passi un braccio intorno alle sue spalle con fare protettivo.
-A Mary Lloyd Potter- continua poi Scrimgeour, lasciandomi un'occhiata lunga e indagatrice. Mi fa strano sentire il mio nome pronunciato in quel modo, quasi non ricordavo che su molti documenti il mio vecchio cognome è stato lasciato come una specie di secondo nome. –Lascio la mia prima bacchetta, nella speranza che possa essere un valido appoggio, come la è stata per me- legge ancora, prima di posare nuovamente la pergamena e estrarre dalla borsa una bacchetta di legno scurissimo, con una piccola pietra incastonata sull'impugnatura. La prendo dalle sue mani con delicatezza, rigirandola tra le mie con la massima cura, osservando la fascetta di metallo incisa appena sotto la piccola pietra. La bacchetta, visibilmente usurata, presenta delle piccole venature nel suo legno che però non lasciano intravedere il suo nucleo.
-Questa non è la bacchetta di Silente- aggrotto le sopracciglia, rendendomi conto che lo strumento non mi è affatto familiare.
-È la bacchetta che usò da studente- è la risposta dell'uomo. –Per quale ragione ti ha lasciato un oggetto tanto vecchio e malridotto?- domanda poi con prepotenza. –Cosa significa?-.
-Non significa nulla- raddrizzo la schiena e alzo di più la testa. –La mia bacchetta si è rotta mesi fa-.
-Questa è praticamente inutilizzabile- si sporge di più verso di me.
-Non mi importa- lo guardo con fermezza. –Silente è stato un grande mago e se questa bacchetta lo ha aiutato sono certa che possa aiutare anche me!- mi rendo subito conto di aver alzato i toni. –In più mi risulta che Olivander sia scomparso, quindi non ho molte opzioni- assottiglio gli occhi, lasciando che la mia opinione sull'incompetenza del Ministero si palesi col mio tono. Per un lungo istante il mago sostiene il mio sguardo, prima di tornare alla pergamena.
-A Harry James Potter lascio il Boccino che catturò nella sua prima partita di Quidditch a Hogwarts, in memoria delle ricompense che perseveranza e abilità meritano- legge, prima di tornare a fare domande. -Perché Silente ti ha lasciato questo Boccino?-.
-Non ne ho idea per le ragioni che ha appena letto, immagino- dice Harry, cercando di mantenere un tono pacato. -Per ricordarmi quello che si può ottenere se si...persevera e tutto il resto-.
-Credi che sia un ricordo puramente simbolico, quindi?-.
-Immagino di sì, che altro potrebbe essere?- il tono di Harry fatica a restare neutro.
-Le domande le faccio io- è la risposta acida di Scrimgeour. -Vedo che la tua torta è a forma di Boccino, come mai?- chiede accusatorio.
-Oh, non può essere un'allusione al fatto che Harry è un grande Cercatore, è troppo ovvio- interviene Hermione. -Dev'esserci un messaggio segreto di Silente nascosto nella glassa-.
-Abbia pazienza, ma le sue domande sono veramente....assurde- dico io, evitando con cortesia di usare la vera parola a cui avevo pensato.
-Signorina Potter, non sta a lei giudicare le mie domande. E no, non credo che ci sia qualcosa nascosto nella glassa, ma un Boccino sarebbe un gran bel nascondiglio per un piccolo oggetto. Sai perché, immagino?- si rivolge subito a Hermione.
-Perché i Boccini hanno una memoria tattile- fa lei sicura.
-Cosa?- dicono Ron e Harry in coro.
Davvero?
Perché?
Non capirò mai il Quidditch.
-Giusto- sentenzia l'uomo, porgendo a mio fratello l'oggetto. –Prendilo-.
Harry allunga la mano incerto, prima che il Ministro appoggi il Boccino sul suo palmo aperto. Tutti nella stanza trattengono quasi il respiro, ma l'oggetto si limita ad aprire le piccole ali e farle vibrare per qualche secondo.
-Davvero un gran spettacolo- commenta mio fratello sarcastico.
-È tutto, allora?- domanda Hermione all'uomo, visibilmente irritato.
-Non ancora- risponde lui, uno dei suoi occhi giallastri sembra quasi luccicare alla luce calda della lampada che illumina la stanza. –Silente ti ha lasciato qualcos'altro, Potter-.
-Che cos'è?-.
-La spada di Godric Grifondoro- dice.
-E dov'è?- domanda immediatamente mio fratello, guardandosi intorno.
-Purtroppo, Silente non aveva la facoltà di donare quell'arma. La spada di Godric Grifondoro è un importante oggetto storico, e come tale appartiene...- ritorna a parlare il Ministro, decisamente compiaciuto.
-Appartiene a Harry- torna a parlare Hermione con sicurezza. –L'ha scelto, lui l'ha trovata, gliel'ha consegnata il Cappello Parlante- si riferisce a una vicenda che io conosco solo dai racconti di Harry.
-La spada può offrirsi a qualunque valoroso Grifondoro- ribatte lui. –Questo non ne fa una proprietà esclusiva del signor Potter- guarda dritto negli occhi mio fratello, seduto vicino a me. –Perché pensi...-.
-Che Silente abbia voluto lasciarmi la spada?- Harry finisce la domanda, irritato. –Forse trovava che sarebbe stata bene sulla parete di casa mia- risponde, come se credesse veramente alle proprie parole.
-Non uno scherzo, Potter!- il Ministro irrigidisce ancora di più la sua postura. -È perché Silente credeva che solo la spada di Godric Grifondoro potesse sconfiggere l'Erede di Serpeverde? Ha voluto darti quella spada, Potter, perché era convinto, come molti, che tu sia il predestinato a distruggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?- avanza le sue ipotesi con arroganza.
-Interessante teoria, qualcuno ha mai provato a infilzare Voldemort con una spada?- domanda Harry, facendo trasalire Scrimgeour quando pronuncia il nome. –Forse il Ministero dovrebbe affidare questo compito a un po' di gente, invece di perdere tempo a smontare Deluminatori o a coprire le fughe da Azkaban. È questo che fa, Ministro, chiuso nel suo ufficio, cerca di aprire un Boccino? La gente muore, per poco non sono morto anch'io, Voldemort mi ha dato la caccia per tre contee, ha ucciso Malocchio Moody, ha quasi preso mia sorella, ma il Ministero non ha detto una parola, vero?- sputa ogni parola, al limite della sopportazione. –E lei si aspetta ancora che noi collaboriamo con voi!-.
-Hai passato il limite!- urla subito il Ministro, saltando in piedi come fa Harry. Scrimgeour fa un passo avanti e punta la bacchetta sul petto del Grifondoro, lasciando sulla sua maglietta una piccola bruciatura. Nello stesso istante anche io e Ron facciamo un passo avanti, lui con la bacchetta pronta e io con gli occhi fissi sull'uomo, mentre la luce della lampada inizia a tremare vistosamente d'intensità.
-No!- fa Harry secco. –Volete dargli una scusa per arrestarci?-.
-Ti sei ricordato che non sei a scuola, eh?- Scrimgeour dice con cattiveria.
-Se non abbassa immediatamente la sua bacchetta, le assicuro che non avrà il temo di arrestarci- dico cupa, impiegando tutta la mia forza di volontà per fermare la magia che cerca a tutti i costi di uscire dal mio corpo e esplodere violentemente sulla sua faccia.
-È una minaccia questa, signorina Potter?- domanda lui adirato.
-Ci può mettere la mano sul fuoco- stringo i miei occhi a due fessure.
-Vi ricordo che io non sono Silente, che perdonava la vostra insolenza e i vostri atti di ribellione! Non spetta a dei diciassettenni dirmi come fare il mio lavoro! È ora che impariate ad avere un po' di rispetto!- sbraita, perdendo completamente la calma. Istintivamente faccio ancora un passo avanti, immaginando l'uomo che vola attraverso al stanza, colpito da un mio incantesimo.
-È ora che lei se lo meriti- è la risposta di Harry, che alza un braccio trattenendomi.
Il pavimento inizia a tremare, ma non sono il a far si che accada. I signori Weasley entrano in salotto affannati, convincendo tutti noi a fare un passo indietro. –Noi...- dice la voce persa del signor Weasley. –Ci è sembrato di sentire...-.
-Qualcuno che urlava- conclude la moglie, preoccupata.
Eccoci qui!
Che ve ne pare?
Ci avviciniamo sempre di più al momento in cui le cose verranno un pò sconvolte!
Cosa accadrà?
Spero continuiate a seguire la storia per scoprirlo!
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