Sotto copertura al Ministero - Parte prima
Ciao a tutti!
Come state?
Questo nuovo capitolo non è molto lungo, ma mi dispiaceva farvi aspettare ancora!
Buona lettura!
Il sapore della menta si unisce perfettamente a quello del cioccolato, mentre con foga bacio il giovane Serpeverde, stringendo le dita tra i suoi finissimi capelli.
Mi è mancato così tanto.
Dove è stato per tutto questo tempo?
"Ti cercavo" ha detto.
Anche io lo cercavo.
Sentivo il bisogno di averlo di nuovo tra le mie braccia e ora che è finalmente accaduto la sensazione è ancora più piacevole di quanto potessi immaginare. C'è chi dice che attendere qualcosa di piacevole sia la parte migliore, ma per me non è così. Quando l'ho visto comparire sulla porta non mi sembrava vero, volevo urlare, piangere, ridere. Mi sentivo come se potessi prendere il volo.
Il suo corpo si muove stringendo il mio, fino a che il fiato non ci manca e siamo costretti a separarci. Riapro gli occhi, il sapore dolce ancora sulle labbra, avida del desiderio di rivedere di nuovo il suo volto. Salgo sui suoi lineamenti appuntiti fino a che non posso guardarlo negli occhi...
Sono bianchi e vuoti, freddi come il suo corpo che immediatamente scivola a terra come un burattino a cui hanno tagliato i fili.
Indietreggio.
Cosa succede?
Inciampo.
Mani fredde e sottili artigliano la mia pelle, mi trascinano giù.
Il pavimento non c'è più.
Grimmauld Place non c'è più.
Lotto con tutte le mie forze contro quelle mani invisibili, ma non posso toccarle ne vederle o fermarle.
Sento l'acqua avvolgermi fino a che non raggiunge la mia gola e poi ricopre anche la mia testa.
Trattengo il respiro.
Devo resistere.
Sono così vicina alla superficie.
Gli occhi neri di Severus Piton mi osservano.
Le sue labbra si muovono.
Urlo.
L'acqua riempie la mia gola, fino a che non riesce ad arrivare ai polmoni.
Mi alzo di scatto a sedere, agitata e sudata, ansimando e tastando il divano sotto di me. Mi guardo intorno spaesata, cercando i miei compagni nel salotto buio, consapevole che non li troverò. Harry ha detto che era il momento di smettere di dormire nei sacchi a pelo e si è rifugiato in camera di Sirius ieri sera, come anche Ron ed Hermione sono tornati nelle loro vecchie stanze. Io ho preferito rimanere in salotto, passando dal pavimento al divano, dove posso sentire se qualcuno cerca di entrare in casa.
-Era solo un sogno- sussurro nel buio, spostando lo sguardo sulle finestre.
Un sogno normale, come quello di chiunque altro.
Spaventoso, ma normale.
Mi alzo, avvolgendomi nella coperta di stoffa grezza che deve aver lasciato Molly Weasley l'ultima volta che è stata qui. Ha il profumo della Tana, molto simile a quello di Fred e George che ultimamente sapevano sempre meno di bruciato.
Scosto le tende di una finestra e osservo la piccola piazzetta davanti alle casa, sorvegliata da cinque individui, imbacuccati nei loro mantelli scuri, intenti a scrutare ogni angolo della zona. Il cielo intorno a loro è scuro, ma qualcosa mi suggerisce che non manchi molto all'alba ormai.
Non avrebbe senso tornare a dormire e non ne sento nemmeno la necessità.
Respiro profondamente nella coperta color panna e me la sfilo di dosso, ripiegandola con cura prima di depositarla sul divano. Prendo la borsetta di perline di Hermione e ne estraggo una maglietta, una felpa, un paio di jeans e della biancheria pulita, per poi salire con decisione al piano superiore.
Raggiungo il bagno e chiudo la porta alle mie spalle, ripassando ancora una volta il piano che da qui a poche ore dovremo mettere in atto. Abbiamo passato ore a definirlo ieri sera, ognuno farà la sua parte e tutto andrà liscio.
Mi spoglio velocemente, lasciando i vestiti puliti vicino al lavandino a accatastando in un angolo quelli sporchi, prima di aprire l'acqua nella vecchia vasca da bagno e immergermici. L'ultima volta che sono stata in questa vasca l'acqua si è tinta di rosso, ricordo di aver impiegato più tempo di quanto volessi ammettere a farla tornare bianca, illudendomi che non fosse poi tanto sangue.
Stringo le gambe al petto e chiudo gli occhi beandomi del tepore che sprigiona.
Quanta paura avevo allora e quanta ne ho adesso.
Il collegamento che Harry ha con Voldemort è spaventoso, così come ciò che ci racconta. Hermione ha ragione, è pericoloso per mio fratello esporsi così, ma so quanto può essere difficile sottrarsi a un contatto simile, soprattutto se tra di loro sembra tanto semplice ottenerlo.
Mi insapono il corpo con la spugna che individuo mentre galleggia intorno a me.
Voldemort è arrabbiato e sempre più spietato e violento, ma perché lo è?
Ha ottenuto il potere che voleva, ha fatto uccidere Silente, controlla il Ministero e Hogwarts.
Noi siamo l'unica cosa che continua a sfuggirgli.
Perché siamo tanto importanti?
Osservo le mie mani scivolare sul pelo dell'acqua.
Vuole il mio potere e vuole mio fratello morto.
Chiudo gli occhi e per un istante vedo la nostra sconfitta, violenta e insanguinata con mio fratello ai piedi di Voldemort, come tutti quelli che amo.
Mi alzo in piedi di scatto, turbata dall'immagine che si forma nei miei pensieri. Esco dalla vasca attenta a non scivolare e incrocio subito il mio stesso sguardo, riflesso nel grande specchio appeso sopra il lavandino decorato da serpenti. I miei occhi scendono sul mio corpo nudo, stringendosi al pensiero dei vecchi lividi che lo ricoprivano solo pochi mesi fa.
Ricordo perfettamente ognuno di loro e la sofferenza che per settimane mi hanno portato, ricordandomi costantemente gli errori che commisi la notte in cui Albus Silente fu ucciso.
L'estate scorsa, poco più di un anno fa, quando Greyback mi ha portata via dall'orfanotrofio ricordo che il loro obbiettivo era di non ferirmi se non necessario, come la notte in cui abbiamo dovuto combattere al Ministero della Magia.
Ricordo Voldemort mentre mi squadrava dalla testa ai piedi a Villa Malfoy e come ancora ho le parole di Lucius Malfoy impresse nella mente: "Gli ordini che ci sono stati mossi prevedono di consegnarti all'Oscuro Signore con il numero di danni più limitato possibile".
Dopo il Natale in cui Bellatrix mi ferì lui mi voleva illesa, lo disse anche quella donna sulla Torre di Astronomia, ma forse non era tanto importante, visto quanto si sono spinti in là. Se fossero riusciti a portarmi via non sarebbero importate le condizioni, potevano sempre rimettermi in sesto con l'aiuto di Piton.
Mi chiedo se non siano cambiate le direttive ora.
La guerra è iniziata.
Ho convinto uno dei suoi Mangiamorte a ribellarsi.
La traccia che in passato mi ha frenata dal combattere ora non c'è più.
Sono una minaccia.
Mi vuole viva, ne sono certa, ma le condizioni non hanno più importanza. Pur di separarmi da mio fratello e controllare i miei poteri farebbe qualsiasi cosa.
Ricordo ogni livido che Greyback ha lasciato su di me l'ultima volta, ogni errore che ho commesso quella notte.
E se li ripetessi?
No
Basta!
Scatto in avanti e con un lungo passo raggiungo il lavandino, lo apro con decisione e getto l'acqua gelata sul mio viso, prima di colpirlo e tornare a osservarne i tratti.
Questa volta è diverso.
Le gocce fredde scivolano sulla mia pelle lente e inesorabili, facendo rabbrividire tutto il mio corpo.
Non mi fido più di Piton.
Non ci sono strane pozioni nel mio organismo.
Dimostrerò a Voldemort cosa significa avere a che fare con me.
Darò alle fiamme tutto il Ministero se servirà a portare a termine il nostro piano con successo.
Stringo le dita, sentendo le unghie conficcarsi nei miei palmi e le nocche diventare bianche per la tensione.
Ci siamo divisi e io sono circondata da maghi e streghe che non riconosco, ancora scossa dagli ultimi incontri con Dolores Umbridge e Yaxley ai piani superiori. Il Mangiamorte che ho incontrato nell'atrio insieme a Ron, Harry e Hermione mi ha squadrata dalla testa ai piedi, riportandomi ancora una volta con la memoria alla notte in cui Silente è morto. Per un momento ho temuto mi avrebbe riconosciuta, ma poi mi sono ricordata cosa mi ha detto Ron.
La persona a cui ho sottratto le sembianze è una purosangue, una donna svampita addetta all'archivio, a suo dire assunta unicamente perché figlia di un membro influente del Wizengamot. Forse lo sguardo di Yaxley era più gentile di quelli che solitamente rivolge ad altri colleghi, ma in ogni caso fin troppo lascivo.
Che schifo.
Era già previsto che io arrivassi agli archivi da sola, ma non che anche Harry, Ron ed Hermione prendessero strade diverse. Spero riescano presto a riunirsi, in tempo per prendere il medaglione e raggiungermi di nuovo nell'atrio, dopo che avrò dato fuoco a tutto. Abbiamo appuntamento davanti alla nuova raccapricciante statua del Ministero tra poco più di mezz'ora, nella speranza che la mia trasformazione duri fino ad allora. Ne ho presa più di tutti gli altri, ma non sono sicura che questo cambi le cose.
"Nono Livello" la voce gracchiante che parla attraverso l'interfono nell'ascensore mi fa quasi sussultare. "Dipartimento per l'Archiviazione Generale, Archivio Generale, Archivio Catastrofi e Incidenti Magici, Archivio Creature Magiche, Archivio Cooperazione Internazionale, Archivio Trasporti Magici e Archivio per il Censimento dei Nati Babbani".
Le porte si aprono e io sfreccio fuori con passo frettoloso anche se non so esattamente dove andare. Cammino sicura per il corridoio, fino a quando il mio sguardo non incontra la targhetta argentata con su scritto "Archivio per il Censimento dei Nati Babbani". Entro senza perdere tempo, cercando di ignorare una strega bassa e tozza che incrocia la mia strada.
Avrei dovuto salutarla?
Susan Anderson lo avrebbe fatto e ho attirato l'attenzione?
-Susan!- un ometto dalla voce squillante mi accoglie sorpreso, arrossendo violentemente. –Co...cosa ci fai qui?- domanda lui.
-Oh, buongiorno- dico sorridendo, la mia voce suona acuta e nasale, ma molto più dolce di quanto immaginassi. –Mi hanno assegnata qui- continuo sognante. –Ho sbagliato?-.
-Oh no- si affretta subito a rispondere lui. –Sicuramente no, devo aver sbagliato io- scatta in piedi, abbandonando la piccola scrivania ricoperta di fogli. –Vado a chiedere al Supervisore, tu accomodati- mi si avvicina, scivolando fuori dalla porta con passo svelto.
In che guaio ci siamo cacciati?
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