Primo settembre
Ciao a tutti!
Ecco un nuovo capitolo, mi sorprendo di me stessa perchè sono riuscita a pubblicare entro un mese dall'uscita dell'ultimo! XD
Devo ammettere che le ferie e questo nuovo lockdown mi hanno aiutato ad avere più tempo per scrivere un pò!
Voi come state?
Buona lettura!
Un fischio raggiunge le miei orecchie.
Costante e sempre più forte mi dà quasi fastidio.
I miei passi si avvicinano al suono.
Sono veloce.
Sento la curiosità.
È urgente.
Devo sapere.
-Da questa parte- suona lontana una voce.
C'è luce.
È forte, quasi mi acceca.
È mattina.
Il fischio scompare, sostituito da grida e risate.
Mi siedo e l'aria si riempie di scricchiolii.
Ci sono dei bambini.
Sono felici.
Anche lei è felice?
Una tazza decorata di ceramica tintinna davanti a me e un liquido ambrato la riempie.
È un bel colore, ma c'è un odore strano.
Questo posto puzza di vecchio.
"Rifiutato"
Un timbro rosso su carta stampata e ingiallita.
"Rifiutato"
Una sentenza agghiacciante.
"Rifiutato"
Rabbia.
Rancore.
Tristezza.
"Rifiutato"
Posso vederla?
No.
"Rifiutato"
Non è giusto.
La testa pulsa, sembra sul punto di esplodere.
Sento dolore.
Il sangue secco sul mio viso tira la pelle.
La collana di metallo si stringe sulla mia gola.
Non respiro.
C'è odore di sangue, di legno e di bruciato.
Ogni piccolo anello di metallo stringe la mia pelle.
Vorrebbe tagliarla, ma si spezza e io cado.
Precipito nel vuoto.
Per ore.
Respiro di nuovo e provo quasi sollievo.
Mi fermo.
La sofferenza torna.
Sono stanca.
Vorrei solo che finisse.
Socchiudo gli occhi e ne riconosco altri due.
Mi osservano.
Pelle chiara e sangue vivo al posto delle iridi.
Colpisco il pavimento e a malapena me ne accorgo.
La pelle inizia a bruciare come il sangue nelle mie vene.
Sono viva.
Il dolore che si diffonde lungo tutto il mio corpo me lo ricorda.
Soffro.
Vorrei rispondere.
Liberarmi e fuggire.
So che sarebbe sbagliato anche solo fare un tentativo.
Vorrei gridare, ma non è importante.
Sono viva.
Sono arrabbiata, ma questo è ciò che voglio.
È tutto calcolato.
È già successo.
Me lo ricordo.
Improvvisamente sono calma.
È un sogno?
Sì, è solo un sogno.
Rivedo me stessa, come in uno specchio.
Due lacrime rosse scivolano sul viso della mia copia, bruciando sulle mie guance.
Il dolore è più forte e il mio corpo si agita.
Le gambe tremano.
La schiena si inarca.
Respiro.
È solo un sogno.
L'ho fatto mille volte.
So cosa sta per succedere.
Non urlerò.
Mi sveglierò presto.
Volto la testa e trovo subito le piccole gocce di sangue sul pavimento di legno.
Non riesco più a capire se sono in piedi o stesa a terra.
Sono appoggiata ad una superficie dura con tutto il mio peso, ma i miei piedi sono ancora saldi a terra.
Alle mie spalle sento distintamente un rantolio.
Mi volto lentamente.
Voglio vedere.
Gli occhi grigi di Lucius Malfoy mi fissano supplicanti, prima che urli in preda al dolore.
Vorrei gridare, ma so che è solo un sogno.
Mi sforzo per guardare oltre a lui, ma tutto e buio e nella mia testa rimbomba solo il suo grido straziante.
Scintille colorate e bollenti si muovono intorno a me, mentre Villa Malfoy scompare e si trasforma in fumo nero e denso.
Scintille rosse e verdi si muovono veloci.
Scivolano ovunque.
Sono lontane.
Sono vicine.
Sono ancora in un sogno?
Non saprei dirlo, non lo riconosco.
La luce dell'alba si riflette su lenti rotonde.
Mi sento pesante.
Il mio corpo è scosso da brividi di freddo.
Apro gli occhi, stringendomi con foga al sacco a pelo. Sto tremando, nonostante la mia fronte sia imperlata di sudore.
Qualcosa di strano è appena accaduto nei miei sogni e io ne sono ben consapevole. Una nuova visione si è unita alle altre, appena accennata e ancora troppo confusa, ma sono certa che si ripeterà presto.
Severus Piton mi avrebbe detto di aspettare, è così sottile la differenza tra sogno e visione, ma così chiara per me quella tra immaginazione e realtà. È come un sesto senso, inspiegabile a parole. Una sensazione che torce le budella e ti fa sentire un passo avanti agli altri, ma anche dieci passi indietro.
Mi muovo, avvolgendomi nella coperta per raggiungere il camino del salotto, evitando di svegliare i miei tre compagni, stesi poco lontano.
Siamo tutti stanchi, col passare di agosto ci siamo velocemente resi conto quanto sia complicata la convivenza forzata. I Mangiamorte davanti alla casa sono sempre di più e uscire a prendere una boccata d'aria fresca diventa complicato, anche se abbiamo il Mantello dell'Invisibilità di Harry. Ci allontaniamo uno alla volta dalla casa, solo per poche ore, in cerca di provviste e informazioni. Spesso facciamo a gara tra di noi per accaparrarci questo diritto ed io e Harry finiamo spesso in un litigio. Lui sostiene che io perda troppo tempo a cercare Draco e io mento, dicendo che non lo faccio.
Ho girato Diagon Alley e Notturn Alley più e più volte senza trovare il minimo indizio della sua presenza. Sono entrata ogni volta nel negozio di Fred e George e ho lasciato messaggi ovunque, visibili solo a lui, ma non ho mai ottenuto risposta. La mia speranza resta accesa solo perché ancora vedo il suo manifesto da ricercato appeso ai muri e non leggo il suo nome sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta.
Se non posso uscire mi alleno, come oggi. Nella foga di avere ancora molto da recuperare nel pomeriggio ho esagerato con l'allenamento, fino al punto che un forte mal di testa si è impadronito di me e ha iniziato a sanguinarmi il naso. Hermione si è preoccupata molto e ha insistito con Ron perché concludessimo il nostro "combattimento" e dopo poco lui ha ceduto, dicendosi troppo stanco per continuare, nonostante le mie proteste. Hermione aveva ragione e il mal di testa non è più andato via e temo a lui si sia unita la febbre nel corso della nottata.
Mi sfioro la fronte con la mano, incapace di capire se realmente ci sia qualcosa di diverso dal solito. Piton saprebbe dirlo senza il minimo sforzo, ma lui non è qui.
Sospiro e allungo le dita verso i ceppi di legno che riposano all'interno del camino, le lascio schioccare aspettandomi una bella fiamma, ma l'unica cosa che ottengo sono alcune deboli scintille che si spengono subito, annerendo appena la superficie del legno, lasciandomi al buio e al freddo.
Una fitta forte alla testa mi spinge a prenderla tra le mani e soffocare un lamento.
Sono un'idiota.
Un forte e improvviso calore colpisce il mio corpo, delicato ma intenso mi scalda velocemente. La stanza si illumina e lunghe ombre si creano tutte intorno a me, mentre io cerco di capire come abbia fatto ad accendersi la fiamma. Mi è subito chiaro quando incrocio lo sguardo di Kreacher, il piccolo elfo domestico comparso sulla porta con in mano una tazza dal contenuto tanto caldo da sprigionare una traballante nuvola di vapore acqueo.
-Grazie Kreacher- dico in un sussurro, mentre lui si avvicina silenzioso e mi porge la tazza fumante che contiene un liquido dal colore ambrato, come quello che mi è comparso in sogno poco fa.
-Kreacher ha sentito i denti battere, padrona Mary- gracchia lui, facendo un profondo inchino, prima di iniziare a stropicciare il suo vecchio vestito.
Nelle settimane che abbiamo trascorso a Grimmauld Place ho notato spesso questi gesti da parte dell'elfo, delle premure e del nervosismo nei miei confronti. Credo non capisca perché i miei poteri non sono come quelli delle altre streghe e che questo lo spaventi, ma anche che lo incuriosisca allo stesso tempo.
-Se ne hai voglia puoi restare un po' con me davanti al fuoco- dico in un sussurro, non appena lo vedo indietreggiare. –Fa freddo per essere iniziato settembre solo da poche ore, vero?-. La creatura annuisce e si avvicina di nuovo, sedendosi non troppo lontano da me, probabilmente solo perché non vuole contraddirmi. –Mi dispiace se ti ho svegliato- cerco di essere gentile.
-Kreacher era già sveglio- dice semplicemente. –Kreacher è sempre sveglio a quest'ora e sente sempre padrona Mary e padron Harry sognare-.
-Davvero?- domando sorseggiando la bevanda. –Deve essere piuttosto spiacevole da vedere, so che mi agito un sacco e che spesso parlo- cerco di sorridere e bere un altro sorso, prima che mi vada di traverso e una lampadina si accenda nel mio cervello.
Lui mi ha sentita parlare per tutto questo tempo nel sonno.
Come faceva Piton.
Sa quello che Piton non mi ha mai detto.
-Tu sai cosa dico nel sonno?- domando sorpresa.
-Certo che Kreacher lo sa- gracchia. –Kreacher fa attenzione ai suoi padroni, controlla la casa e...-.
-E me lo potresti ripetere?- domando veloce, senza quasi accorgermene gli parlo sopra. La testa mi fa ancora male e il mio corpo è sempre scosso da tremiti, ma queste cose impallidiscono di fronte all'improvvisa curiosità che mi assale.
Un grugnito alle mie spalle indica che Ron si è svegliato, ma quando mi volto ci sono tre paia di occhi a fissarmi, stanchi e confusi. Capisco subito di aver parlato troppo forte e sento il viso diventare rosso per la vergogna.
-Che succede?- domanda la voce roca e contrariata di Ron.
-Scusate, non volevo svegliarvi- dico piano, mentre Harry si alza e si avvicina a me.
-Perché il camino è acceso?- domanda Hermione, seguendo il compagno fino a che entrambi non si siedono vicino a me. –Non hai caldo?-.
-A dire il vero no, credo di avere la febbre- alzo le spalle, prima di fulminare con lo sguardo la ragazza già pronta a parlare. –Sì, avevi ragione, non c'è bisogno che tu lo dica-.
La ragazza sospira, mentre anche il rosso si scopre, ma torna a coricarsi.
-Kreacher mi stava dicendo che sa cosa dico nel sonno- spiego a mio fratello che mi osserva confuso, mentre si avvicina, circondando le mie spalle con un braccio. Sistema gli occhiali, in bilico sul suo naso per essere stati inforcati troppo in fretta. –Non avevo più pensato a quello che Piton deve aver scritto sul suo quadernetto durante il monitoraggio dei miei sogni, ma non me lo ha mai fatto leggere- spiego brevemente. –Probabilmente è importante e devo ammettere che mi sento un po' stupida a non averci pensato prima-.
-Lo sappiamo tutti- grugnisce Ron, coprendosi gli occhi con un braccio.
-In che senso?- domando, guardando negli occhi mio fratello che subito annuisce.
-È difficile non sentirti- fa serio, la voce stanca, ma lontanissima da quella che ho sentito durante la nostra ultima litigata di qualche ora fa. –Anche quando dormivi nel ripostiglio a Privet Drive dalla cucina e dal salotto si sentiva tutto-.
-Perché non me lo avete detto prima?- domando ai tre, mentre Kreacher inizia ad allontanarsi da noi in silenzio, visibilmente a disagio. Non lo fermo, non voglio metterlo in difficoltà.
-Perché non ha senso ciò che dici- mi spiega Hermione, prima di alzarsi e raccogliere da un vecchio tavolino impolverato la sua borsa di perline. –Guarda- dice lei, estraendo alcuni fogli di pergamena stropicciati. –Alcune le ho scritte qui-.
Appoggio la tazza, ancora calda a terra e prendo il foglio, lo dispiego leggendo ad alta voce le parole tracciate con inchiostro scuro. –Non parlare- aggrotto le sopracciglia. –Dubitare- scorro gli occhi sul foglio. –Anima- leggo la parola, sottolineata tre volte.
-Quello lo dici in continuazione- mi guarda Hermione, preoccupata. –Altre volte sono solo nomi- continua lei. –Chiami George, Harry e Draco più spesso-.
-Anche Malocchio- interviene Harry. –O almeno, prima lo facevi-.
-Dici anche un altro nome che non conosco, Janine ti dice qualcosa?- domanda gentilmente la ragazza.
-No- scuoto la testa a disagio.
Janine.
Per quanto mi sforzi non ricordo assolutamente nessuno con un nome simile, né una studentessa di Hogwarts, né qualche bambina dei tanti orfanotrofi che ho girato durante l'infanzia.
Cosa può significare?
Perché non ho pensato prima a questa parte dei miei sogni?
E se invece lo avessi fatto e Piton mi avesse cancellato la memoria?
Forse ha cancellato tutti i miei ricordi sulle sedute e li ha sostituiti con altri.
Oppure potrebbe esserci entrato, praticando l'Occlumanzia mentre dormivo.
Scuoto la testa e stringo gli occhi, infastidita dalla forte emicrania. Qualcosa oltre le mie tempie brucia, rendendo ogni pensiero faticoso e insensato.
Sto delirando.
-Mary, ti senti bene?- domanda mio fratello. –Sei diventata molto pallida- dice debolmente.
-A dire il vero no- ammetto io. –Credo di aver bisogno di un po' di riposo-.
-Forse ho qualcosa per la febbre- dice la giovane Grifondoro vicino a noi. –Dammi solo un minuto- sentenzia prima di tornare a frugare nella piccola borsa, lasciandoci scivolare tutto il braccio dentro.
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