Paure e ricordi
Hey!
Un altro capitolo, a stento mi riconosco!
Spero vi piaccia, buona lettura!
-No, secondo me non centra nulla- dico alzando le spalle, seduta scomposta su una sedia traballante della cucina. Non dovrei mettere il legno che la compone così a dura prova o potrei trovarmi presto sul pavimento, ma dopo la notte scorsa voglio solo sentirmi comoda. Fortunatamente la pozione di Hermione e qualche ora di riposo hanno fatto il loro dovere e la febbre è scomparsa, lasciando dietro di se solo un vago mal di testa, molto più semplice da tollerare.
La Grifondoro che ora siede davanti a me, picchiettandosi la testa con una penna, mi ha fatto promettere che oggi avrei saltato l'allenamento e per una volta ho deciso di darle ascolto. In ogni programma di allenamento che si rispetti qualche pausa è sempre necessaria.
E poi è stato facile tenersi impegnati tutto il giorno, tra lo studio delle mappe e degli appunti che siamo riusciti a raccogliere sul Ministero, contando sulle informazioni che ci ha fornito Ron e quelle recuperato origliando conversazioni di maghi e streghe.
-Sono certa che si tratti di Villa Malfoy- continuo, mentre lei non fa che rileggere le righe sotto al suo naso. Abbiamo trascritto insieme tutto ciò che ricordo dei miei sogni, nella speranza che almeno uno di noi possa capire qualcosa in più. –Tra quelli che faccio è il più vecchio e può significare solo una cosa-.
Ron si è arreso quasi subito, mettendosi a ricontrollare gli appunti sul Ministero, stufo di sentire me ed Hermione che ripetiamo le stesse cose.
-Sì, questo l'hai già detto- la ragazza alza gli occhi nei miei con aria preoccupa. –Credi che i tuoi sogni ci stiano mettendo in guardia? Perché l'unica cosa certa, secondo ciò che sappiamo, è che verremo catturati-.
-No, che io verrò catturata- insisto con la ragazza. –Che sinceramente, è spaventoso, ma non così tanto- alzo le spalle. –Voldemort non mi vuole morta, ne sono certa-.
Potrebbe essere doloroso oltre ogni immaginazione cadere nelle mani di Voldemort questa volta, dopo che ho convinto Draco a tradirlo è molto probabile che io non gli stia più molto simpatica. Come il Serpeverde mi ha detto alla Tana devo aspettarmi una punizione per ciò che ho fatto, probabilmente vorrà torturarmi, inibire i miei poteri e cercare un mondo per controllarmi. Non mi spaventa soffrire fisicamente, è terribile sì, ma non quanto vedere qualcuno a cui tieni che paga per i tuoi errori.
La ragazza torna a guardare gli appunti, poco convinta dalle mie parole. –Comunque non è il più vecchio, quello con la teiera che fischia c'è sempre stato, si è solo evoluto di recente-.
-Hai ragione- ammetto. –E questo ci porta a quello nuovo, ci sono voluti anni perché quello della teiera cambi, probabilmente moriremo tutti prima che io veda di più-.
-Questo non è detto, forse serve qualcosa per sbloccarli, un evento, una persona, un posto o magari...- la voce della ragazza si blocca e entrambe giriamo la testa verso la porta che dalla cucina porta alle scale. Qualcosa all'ingresso si è mosso e gli incantesimi di protezione si sono attivati, lasciandoci pietrificate. Harry è uscito da molto, potrebbe essere lui?
Kreacher, impegnato ai fornelli, è l'unico a restare sempre indifferente ai rumori che si sentono in casa. Ha vissuto in questo posto per talmente tanto tempo da conoscere alla perfezioni ogni singolo scricchiolio.
-Non ti ho ucciso io- dice la voce sicura di mio fratello, facendo rilassare entrambe. –Ho delle notizie e non vi piaceranno- urla e i suoi passi ci raggiungono frettolosi, fino a che non si affaccia in cucina con ancora il mantello stretto tra le mani.
-Via le scarpe, per piacere, padron Harry, e andate a lavarvi le mani prima di cena- lo raggiunge subito l'elfo domestico, prendendo il Mantello dell'Invisibilità dalle sue mani per andare ad appenderlo.
-Che cosa è successo?- domanda Ron, rimasto in silenzio fino ad ora.
Harry per tutta risposta alza una copia della Gazzetta del Profeta e la fa atterrare davanti a noi sul tavolo. Il mio sguardo cade immediatamente sulla grande fotografia in prima pagina di Severus Piton e quando anche quello del mago intercetta il mio mi alzo automaticamente in piedi con un balzo, come se me lo trovassi davanti.
-No!- esclamano Ron e Hermione mentre i miei occhi corrono sul titolo a caratteri cubitali.
"SEVERUS PITON CONFERMATO PRESIDE DI HOGWARTS"
Gli occhi mi pizzicano immediatamente e il male alla testa improvvisamente si intensifica, al ritmo dei battiti del mio cuore che sembra sul punto di voler scoppiare. Mi sforzo per respirare in modo più regolare e lentamente mi allontano un pochino dal gruppo, sperando che la mia reazione sia passata inosservata. Mi avvicino alla credenza, evitando volutamente di guardare di nuovo la fotografia e dando le spalle al gruppo, come se le vecchie tazzine tirate a lucido da poco fossero più interessanti.
Kreacher ha veramente fatto un buon lavoro, ha passato tutto il giorno a pulire.
Dovrei pensare a questo, ma la mia mente fatica a concentrarsi.
È per questo che non è venuto a cercarci?
La voce di Hermione riempie presto la stanza, attirando la mia attenzione, ma non i miei occhi. Dentro di me le emozioni sono in contrasto tra loro, da una parte ci sono paura, rabbia e confusione e dall'altra curiosità, perché fatico ad ammetterlo, ma una parte di me vuole sapere dove lui sia e cosa faccia, illudendosi di conoscere le sue abitudini o anche solo lui come persona. –Severus Piton, da molti anni insegnante di Pozioni alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, è stato oggi nominato Preside. È il più importante di una serie di cambiamenti nel corpo docente dell'antica scuola. In seguito alle dimissioni della precedente insegnante di Babbanologia, Alecto Carrow prenderà il suo posto, mentre il fratello Amycus ricoprirà la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure- legge la ragazza, mentre il sangue nelle mie vene sembra gelarsi. Riconosco i nomi per sentito dire e fatico a ricondurli a dei volti, ma sono certa si tratti di altri Mangiamorte. Forse erano ad Hogwarts la notte in cui Silente è morto. –"Sono lieto dell'opportunità di tenere alti i nostri più nobili valori e tradizioni magiche..."- mentre Hermione legge io sento la voce dell'uomo rimbombare nella mia testa col suo tono freddo e distaccato. –Come commettere omicidi e tagliare le orecchie alla gente, immagino!- la voce della ragazza esplode arrabbiata, convincendomi a girarmi. –Piton preside! Piton nello studio di Silente...per le mutande di Merlino!- urla lei, rossa in viso. –Torno subito!- grida ancora e alzandosi in fretta, dopo avermi lanciato un'occhiata, esce come una furia dalla stanza.
-Per le mutande di Merlino?- Ron ridacchia, ancora seduto al posto. –Dev'essere sconvolta- dice divertito, prendendo il giornale dal tavolo, dove l'amica l'ha abbandonato.
Vorrei tanto riuscire a prenderla come lui.
-Gli altri insegnanti non lo tollereranno- dice lei, facendo rimbombare la voce per la casa. –La McGranitt, Vitious e la Sprite sanno la verità, sanno come è morto Silente. Non accetteranno Piton come Preside. E chi sono questi Carrow?-.
Minerva.
Quanto sarebbe bello poterle parlare ora. Potrei raccontarle tutti i miei dubbi e sono certa che lei avrebbe dei buoni consigli per me, come sempre.
Come deve essere in pensiero adesso, almeno quanto io la sono per lei?
Avrà a che fare direttamente con in Mangiamorte, ma non lascerà mai la scuola.
Se ripenso alla lettera a cui non ho mai potuto rispondere mi sento stupida, perché ho bruciato quella che probabilmente è l'ultima possibilità che avevo per dirle quanto è importante per me.
-Sono Mangiamorte- rispondo a Hermione, abbassando lo sguardo sul pavimento, mentre la mia mente torna veloce su Piton, sentendo il giornale muoversi. Vorrei sapere che altro ha detto, perché anche se mi fa paura so che mi mancano le sue parole.
-Dentro ci sono le foto- dice mio fratello. –Erano in cima alla Torre quando Piton ha ucciso Silente, quindi sono tutti pappa e ciccia- lo vedo con la coda dell'occhio cercare la mia conferma, ma non ho il coraggio di farlo.
Dopo ciò che è successo a George e il mio tentato rapimento mentre andavamo alla Tana ho terminato le argomentazioni in difesa di Severus Piton, su cui insistevo con me stessa prima di allora. Certo, continua a sembrarmi tutto un grande scherzo molto stupido, ma dentro me so che non è così.
-E poi gli altri insegnanti non hanno alternative- crolla su una sedia Harry. -Se dietro Piton ci sono il Ministero e Voldemort, dovranno scegliere se restare a insegnare o passare un bel po' di annetti ad Azkaban, nel caso più fortunato. Secondo me resteranno per cercare di proteggere gli studenti- l'ultima frase che pronuncia mi attira e subito i suoi occhi si agganciano ai miei.
Annuisco, prima di parlare. –Sarebbe proprio da loro- dico, ripensando all'autoritarietà che spesso Minerva tradiva quando la facevo preoccupare.
Torno lentamente ad avvicinarmi al tavolo, notando che Kreacher è impaziente di servire la cena. Prendo posto vicino a mio fratello, sentendomi nervosa e desiderando solo cambiare argomento, ma so che non sarà facile.
Il giornale con la faccia di Piton stampata sopra è ora abbandonato sul tavolo e per quando io mi sforzi di non cercare il suo sguardo, finisco sempre per riportarci la mia attenzione, tanto da non rendermi conto che il piccolo elfo domestico mi stia servendo la zuppa. Gli occhi scuri di Piton incontrano di nuovo i miei, magnetici e profondi mi spingono a urlargli i miei dubbi anche se so bene che è solo un pezzo di carta.
Perché mi ha tradita così?
Perché non continuare a odiarmi e farsi odiare?
Per scoprire cosa?
Come faceva a sembrare così sincero?
-Grazie Kreacher- dice mio fratello quando anche a lui viene servita la cena e io non posso fare a meno di ringraziarlo mentalmente quando rivolta la Gazzetta del Profeta. Non so se si sia accorto dei miei occhi, ormai lucidi, o se semplicemente quell'immagine disturbasse anche lui. –Bhè, almeno sappiamo di preciso dove si trova adesso- continua sicuro.
Non rispondo a mio fratello e abbasso la testa sul piatto, sperando che i capelli che ricadono sul mio viso bastino a nascondere la mia palese tristezza al pensiero del professore.
-Ci sono ancora un sacco di Mangiamorte che sorvegliano la casa- dice Ron mentre iniziamo a mangiare. –Più del solito. Come se sperassero di vederci uscire coi bauli di scuola per andare a prendere l'Espresso per Hogwarts- si sporge per guardare l'orologio. -È tutto il giorno che ci penso. È partito quasi sei ore fa. Strano non esserci, eh?- domanda nostalgico.
Improvvisamente mi rendo conto effettivamente di che giorno sia e di quanto sarebbe bello poter tornare a Hogwarts, magari in una vita in cui Silente non è morto e Piton non si è preso gioco di me. Tornare alla routine, con le colazioni al tavolo di Serpeverde, le cene nell'ufficio di Minerva, gli allenamenti nel parco, i compiti in biblioteca con Hermione e le notti tra le braccia di Draco.
È solo una fantasia però, nulla potrà mai tornare come prima.
Mi mancano i gesti, le premure, i baci e...
Sento una lacrima scivolare lenta lungo la guancia sinistra, ma non mi sembra giusto interrompere la sua caduta, anche quando colpisce il legno scuro del tavolo. È un tributo che è giusto versare, in segno dei giorni felici e spensierati ormai lontani.
-Mi hanno quasi visto tornare un attimo fa- sento dire a mio fratello, ma non lo guardo e mi sforzo per mangiare la zuppa, anche se ormai non ho più appetito. –Ho fatto un brutto atterraggio sull'ultimo gradino e mi è scivolato il Mantello-.
-A me succede sempre- dice il rosso, seduto davanti a lui. –Oh, eccola- aggiunge poi improvvisamente, convincendomi ad alzare lo sguardo su Hermione, appena rientrata nella stanza. –Nel nome dei più consunti slip di Merlino, cosa è successo?-.
-Mi è venuta in mente una cosa- dice lei, ansimante. Tra le sue mani è stretto un grande quadro incorniciato che in tutta fretta infila a forza dentro la sua borsa di perline. –Phineas Nigellus- spiega lei soddisfatta.
-Scusa?- le domanda Ron accigliato.
-Anche io sono confusa- ammetto, mentre la borsa della ragazza atterra sul giornale emettendo un forte rumore, segno che le cose al suo interno sono ricadute una sull'altra.
-Nello studio di Silente c'è un altro quadro di Phineas Nigellus Black- spiega subito mio fratello. –Non te lo ricordi?- i suoi occhi verdi cadono sui miei e io scuoto la testa. -È in grado di viaggiare tra un luogo e l'altro-.
-Esatto- dice Hermione, agitandosi, come quando a scuola sapeva rispondere alle domande dei professori. –Piton potrebbe mandare Phineas Nigellus a dare un'occhiata qui in casa- dice lei soddisfatta, sedendosi vicino a Ron. –Ma se ci prova adesso, tutto quello che Nigellus riuscirà a vedere sarà l'interno della mia borsa-.
-Bella pensata!- dice Ron, sgranando gli occhi e io involontariamente sorrido perché il ragazzo ha ragione. Hermione è molto intelligente, la è sempre stata, ma ogni volta me ne sorprendo. Ha spesso idee brillanti e ricorda concetti che a me non verrebbero mai in mente.
-Grazie- risponde la ragazza, mentre le sue gote si colorano di rosso e lei inizia a mangiare. –Allora, Harry, cos'è successo oggi?-.
-Nulla- risponde Harry. –Ho sorvegliato l'ingresso del Ministero per sette ore. Di lei nessuna traccia. Però ho visto tuo papà, Ron. Sta bene-.
Sul volto di Ron Weasley si dipinge un sorriso in cui per un attimo rivedo quello dei suoi due fratelli maggiori. –Papà ha sempre detto che quelli del Ministero usano quasi tutti la Metropolvere per andare al lavoro. È per questo che non abbiamo visto la Umbridge: lei non andrebbe mai a piedi, crede di essere troppo importante-.
-E quella buffa vecchia strega e quel mago piccolo con il vestito blu?- domanda Hermione, riferendosi al piano che abbiamo attuato per entrare nel Ministero.
-Ah, sì, il tipo della Manutenzione Magica- incalza la domanda Ron.
-Come fai a sapere che lavora alla Manutenzione Magica?- è di nuovo Hermione a parlare, prima che Harry possa rispondere.
-Papà dice che tutti quelli della Manutenzione Magica hanno i vestiti blu- spiega come se fosse una cosa risaputa.
-Ma non ce l'hai mai detto!- la ragazza resta a bocca aperta, prima di lasciar cadere il cucchiaio nel piatto e avvicinarsi una delle mappe del ministero che prima Ron studiava. –Qui non dice niente di vestiti blu, niente!- controlla i fogli in modo compulsivo.
-Bhè, è importante?- alza le spalle il rosso, facendo comparire sul volto della ragazza un'espressione severa.
-Ron, tutto è importante! Se dobbiamo entrare al Ministero senza farci scoprire quando è ovvio che staranno all'erta contro gli intrusi, ogni particolare è importante! Ne abbiamo discusso tante volte, insomma, a cosa servono tutti i nostri giri di perlustrazione se poi non ti prendi nemmeno la briga di dirci...- la ragazza si scatena con la sua ramanzina.
-Accidenti, Hermione- la interrompe lui. –Mi sono dimenticato un piccolo...-.
Veder litigare i due un po' mi rincuora in certi giorni, permettendomi di tornare a Hogwarts dove discutevano sui compiti.
-Lo capisci, vero, che probabilmente non c'è posto più pericoloso per noi del Ministero...-.
-Credo che dovremmo farlo domani- l'affermazione di mio fratello arriva come uno schiaffo per noi tre che ci voltiamo subito verso di lui.
-Domani?- ripete Hermione con gli occhi sbarrati. –Non dici sul serio, Harry, vero?- domanda.
-È da pazzi, Harry- sostengo la ragazza. –Io non sono nemmeno sicura che la donna di cui dovrei prendere il posto ci sarà e la Pozione Polisucco?- scuoto la testa nervosa. –Io ed Hermione ne abbiamo parlato a lungo, è ovvio ormai che su di me funzioni nel modo sbagliato- guardo Hermione, che subito annuisce con decisione.
-Non possiamo essere più preparati di così, anche se ci appostiamo davanti all'ingresso del Ministero per un altro mese- risponde sicuro, prima di guardarmi negli occhi. –Prenderai più pozione di noi e se ti fossi appostata anche tu davanti al Ministero, invece che cercare Malfoy, ora sapresti bene quanto me che quella donna è sempre puntuale- mi punge sul vivo, facendomi sbuffare e distogliere lo sguardo. –Più rimandiamo, più il medaglione rischia di allontanarsi. C'è già la possibilità che la Umbridge l'abbia buttato via; quell'affare non si apre-.
-A meno che lei non abbia trovato un modo per aprirlo e ora sia posseduta- interviene Ron.
-Su di lei non farebbe nessuna differenza, è sempre stata malvagia- controbatte Harry e i miei occhi cadono automaticamente sulla cicatrice impressa sulla sua mano. –Sappiamo tutte le cose importanti- continua a parlare. –Sappiamo che hanno bloccato le Materializzazioni dentro e fuori il Ministero. Sappiamo che solo i funzionari più anziani hanno il permesso di connettere le proprie case con la Metropolvere, perché Ron ha sentito quei due Indicibili che si lamentavano. E sappiamo più o meno dove si trova l'ufficio della Umbridge, da quello che ha detto quel tipo barbuto al suo amico...-.
-Vado su al Primo Livello, Dolores vuole vedermi- ripete a memoria Hermione.
-Esattamente- annuisce mio fratello. –E sappiamo che si entra usando quelle buffe monetine, o gettoni, o quello che sono, perché ho visto quella strega chiederne uno in prestito alla sua amica...-.
-Che noi non abbiamo- protesto.
-Se il piano funziona, li avremo- è la sua risposta pronta.
-Non so, Harry, non so...c'è un mucchio di cose che potrebbero andare storte, contiamo troppo sulla fortuna...- Hermione si morde il labbro nervosa.
-Sarà lo stesso anche se passiamo altri tre mesi a prepararci- insiste lui. -È ora di agire-.
Nella stanza cala il silenzio, ma è chiaro che in realtà in ognuna delle nostre menti si stiano arrovellando mille pensieri.
Il nostro piano non è troppo complesso, ma pieno di falle che come Hermione ha appena ricordato dovrebbero essere sistemante da pura fortuna. Era troppo complicato restare uniti quindi ognuno dovrà trovare un modo per raggiungere la Umbridge quando ci separeremo, ma non io. Mi sembrava inutile e troppo pericoloso puntare tutti ad un solo obiettivo quindi ho proposto di creare un diversivo per permettere loro di portare a termine il piano.
-Va bene- Ron rompe il silenzio. –Diciamo che è per domani...credo che dovremmo andare solo io e Harry-.
-No- scatto subito io, la fronte corrugata come quella di Hermione.
-Oh, non ricominciare- fa la ragazza stanca. –Credevo avessimo deciso-.
-Un conto è ciondolare davanti agli ingressi col Mantello addosso, ma questa volta è diverso, Hermione- Ron punta il dito su una delle vecchie copie della Gazzetta del Profeta. –Siete entrambe sulla lista dei Nati Babbani che non si sono presentati all'interrogatorio!-.
-E tu dovresti essere alla Tana che muori di spruzzolosi!- insiste lei.
-E Mary ieri aveva la febbre e comunque non riesce nemmeno a battere me a duello-.
-Posso batterti quando voglio- incrocio le braccia nervosa. –Quando ci alleniamo, Ron, ti evito di proposito o saresti già morto-.
-Però tu hai una taglia sulla testa- continua lui convinto.
-Anche Harry- interviene Hermione. –Di diecimila galeoni per di più-.
-Va bene, io resto qui- mio fratello ribatte tranquillo. –Se riuscite a sconfiggere Voldemort, fatemelo sapere, d'accordo?-.
Il silenzio torna di nuovo tra noi, ma poi sia Ron che Hermione ridono, strappando un sorriso anche a me.
-Molto divertente- commento sospirando.
Proprio quando finalmente inizio a sentirmi più tranquilla, però, un gesto di mio fratello mi allarma. Il ragazzo ha spostato i capelli della fronte tornando serio molto in fretta e io rivedo la mia stessa preoccupazione riflessa negli occhi di Hermione. È ovvio che la cicatrice gli stia facendo male, come è ovvio che lui cerchi di nasconderlo.
-Bhè, se andiamo tutti, ognuno dovrà Smaterializzarsi per conto proprio- commenta Ron ignaro. –Insieme sotto il Mantello non ci staremo mai-.
Harry si alza improvvisamente con un gesto meccanico, pallido in viso, come se Ron non avesse detto nulla.
-Il padrone non ha finito la zuppa, il padrone preferisce lo stufato, o la torta di melassa che gli piace tanto?- gli corre subito incontro Kreacher, come se avesse sbagliato qualcosa.
-Grazie, Kreacher, torno tra un attimo- risponde Harry, avviandosi lentamente verso la porta. –Ehm...vado in bagno- dice come se avesse la mente altrove, prima di sparire, facendo riecheggiare i suoi passi nell'abitazione.
-Lo avete visto?- domanda Hermione preoccupata.
-Sì- annuisco subito io con decisione. –Deve fargli male la cicatrice- aggrotto le sopracciglia, alzandomi per andare alla porta e controllare la scalinata deserta.
-La cicatrice?- domanda Ron. –In che senso?-.
-L'ha toccata, non te ne sei accorto?- gli domanda incredula, sentendomi in ansia per lui.
Cosa prova quando la cicatrice gli fa male?
Starà soffrendo?
Vorrei poter dire o fare qualcosa per farlo stare meglio.
Mi sento inutile e impotente.
Non posso fare a meno di chiedermi se anche gli altri si sentono così quando sono io a stare male.
Delle urla riempiono improvvisamente la stanza e ancora prima che i nostri sguardi possano sfiorarsi sto già partendo, attirata da quel rumore. Salgo le scale il più in fretta possibile, sentendo Hermione e Ron alle mie spalle, fino a che non raggiungo il primo piano, dove Harry si è chiuso a chiave in bagno. Le sue urla rimbombano per tutta la casa, facendoci urlare a nostra volta, spaventati.
E se fosse entrato qualcuno?
-Harry!- grida Hermione raggiungendomi e iniziando a battere sulla porta. –Harry! Apri, Harry-.
-Spostati Hermione- dico io brusca facendo un passo indietro, mentre lei e il ragazzo dai capelli rossi estraggono la bacchetta. Inspiro e mi appoggio alla maniglia, mi concentro e non appena espiro la serratura scatta e io apro la porta con più forza del necessario. Il legno sbatte contro il muro con violenza, ma l'unica cosa che mi importa è mio fratello, accasciato vicino al lavandino, gli occhi socchiusi nella nostra direzione, il viso contratto e una mano premuta sulla cicatrice.
-Cosa stavi facendo?- domanda subito Hermione, seguendomi dentro. Io scivolo a terra, ma Harry scaccia subito via la mano che porgo verso di lui, visibilmente a disagio.
-Secondo te?- ribatte lui spavaldo.
-Hai urlato come un pazzo!- dice Ron.
-Oh, sì...devo essermi addormentato...- mantiene il tono strafottente che mi fa aggrottare la fonte infastidita, ricordandomi Draco, nelle sue giornate più nervose.
-Harry, per favore, non insultare la nostra intelligenza- gli risponde Hermione, più pacata di quando potrei mai essere io se aprissi bocca. –Ci siamo accorti che ti faceva male la cicatrice, sei bianco come un lenzuolo- dice, mentre il ragazzo si alza per appoggiarsi al bordo della vasca. Io resto inginocchiata a terra, guardandolo in modo truce, come se potessi fargli cambiare atteggiamento.
-Bene- sentenzia lui. –Ho appena visto Voldemort assassinare una donna- si incupisce ancora di più. –Probabilmente ormai ha ucciso tutta la sua famiglia. E non ce n'era bisogno. È stato come con Cedric, erano solo lì...- fa serissimo, sostenendo lo sguardo deciso di Hermione, apertamente contraria al fatto che Harry non abbia respinto il collegamento che ha con Voldemort.
Eccoci qua!
Come vi è sembrato?
E voi cosa pensate dei sogni?
Secondo voi cosa significano?
Io già lo so eheheh ma sono curiosa
Alla prossima!
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