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Menta e parole


Hey! Eccomi tornata!
Spero che il capitolo vi piaccia, so che non tutti amano Mary e Draco, ma spero vi interessi comunque seguire questa mia versione alternativa dei libri!
Buona lettura!


La terra è morbida e fresca sotto la mia schiena, nonostante il sole risplenda alto su di noi, scaldando con sempre più intensità tutto ciò che tocca. La mia pelle potrebbe scottarsi facilmente, ma non mi importa, l'unica cosa a cui riesco a interessarmi è il giovane steso a terra insieme a me. La sua pelle, che ricordavo talmente pallida da sembrare malata, ora ha un tono più caldo, così come le sue guance colorate di rosa e non più scavate. Qualcosa in lui è cambiato, ma resta sempre Draco e non mi serve fare nessuna domanda per saperlo, lo posso capire dai suoi gesti, dal suo profumo e dal modo i cui i suoi occhi sfiorano i miei.
Potrei restare ore come sono adesso, in silenzio con le mani strette alle sue, osservando ogni suo piccolo gesto.
-Come è successo?- è lui a rompere il silenzio, accarezzando con le dita la benda bianca che ricopre ancora la mia mano.
-Non credo di poterlo dire con sicurezza- abbasso lo sguardo, posandolo sulle sue mani. –Ero completamente nel panico, dopo che i miei poteri non hanno funzionato contro Piton mi sono sentita in trappola-.
-Penso che chiunque avrebbe reagito così- risponde lui.
-Quello che non capisco è perché sia successo?- lascio scivolare le mani dalle sue e le porto sulla fronte, per creare un'ombra che mi consente di distinguere i bordi della casa e le poche nuvole sparse per il cielo, di un azzurro talmente intenso da sembrare finto. –Insomma, ho già lanciato incantesimi contro di lui- riporto i miei occhi in quelli grigi e freddi di lui. –Decine se non centinaia di volte-.
-Non ho mai sentito di una cosa simile- la voce di Draco è tranquilla e pacata. –Però è comprensibile- lo vedo alzare le braccia e piegarle dietro la testa. –Se ci pensi avete stretto un forte legame lo scorso anno- vedo le sue ciglia sottili e chiarissimi avvicinarsi tra loro, fino a che i suoi occhi non si chiudono, probabilmente infastiditi dalla forte luce. –Intendo...-lo vedo fremere improvvisamente. –Tu credevi in lui?- torna immobile. –Ti fidavi?- solo qualche ciocca di capelli si muove, a tempo con il prato, facendosi trasportare dal vento.
-Sì- rispondo io. –A volte credo di farlo ancora- continuo, sentendo improvvisamente una morsa allo stomaco. Il ragazzo resta in silenzio e qualcosa dentro di me mi spinge a continuare a parlare. –Insomma, so che è strano- mi sento arrossire. –Mi sono sempre chiesta che parte stesse in realtà e ora che si è rivelato...- stringo i denti sulle labbra inferiori, indecisa se condividere i miei pensieri. Non è che non mi fidi di Draco o che penso possa giudicarmi con cattiveria, ma dire ciò che penso ad alta voce rende tutto più reale. Vedo il giovane voltarsi verso di me, chiaro segno che vuole sapere cosa stavo per dire, quindi prendo un profondo respiro e sputo il rospo. –Mi sembra una bugia, ecco-.
-Non credo lo sia- è la risposta che giunge dopo qualche secondo. –L'hai visto coi tuoi occhi la notte in cui...- la sua voce scompare e quando riesco a voltarmi verso di lui vedo chiaramente i suoi occhi luccicare.
-Ne vuoi parlare?- damando, senza rendermene conto ho iniziato a sussurrare.
-Ne ho già parlato a lungo- chiude gli occhi lentamente e quando li riapre non c'è più traccia delle lacrime che avrebbero potuto cadere da un momento all'altro.
-Già, anche io- dico io, muovendo impercettibilmente le spalle. –Se devo essere sincera, però, tu eri l'unico con cui volevo parlare di ciò che è successo-.
Silenzio.
Il vento fa muovere le foglie tra gli alberi, trasmettendo alla mia pelle una sensazione piacevole, subito sostituita dai caldi raggi del sole.
-Io non credevo che sarebbero venuti a cercarti- sono le parole che a fatica lasciano la sua bocca. –Non era quello il piano- lo vedo scuotere lentamente la testa.
-Avevi un piano?- domando io, ricordando la confusione di quella sera.
-Sì- evita il mio sguardo, concentrandosi sul prato sottostante. –Se lo avessero seguito...il nostro obiettivo era solo Silente-.
-Ti aspettavi veramente che seguissero il tuo piano?- alzo un sopracciglio, mentre con una smorfia mi metto a sedere, avvicinando le ginocchia al petto.
-L'Oscuro Signore voleva vederti- la sua voce si abbassa, sembrando solo un lamento lontano. –Aveva detto che non era necessario farlo quella notte- un fruscio alle mie spalle mi indica che anche lui si è mosso e quando giro la testa lo trovo seduto, appoggiato alle sue stesse braccia. –Diceva che ci sarebbero state altre occasioni e che nessuno ti avrebbe toccata se io avessi portato a termine il mio compito-.
-Probabilmente eri l'unico a credere a questa versione- dico io, prendendo una delle sue mani tra le mie.
-Ora lo so- è la sua risposta, prima che il silenzio torni tra noi. -Mi sento in colpa ogni giorno per ciò che ho fatto- è di nuovo lui a romperlo.
-Per Silente?- domando tranquilla. –Non l'hai ucciso tu-.
-Non direttamente- lo vedo sospirare. –L'ho reso possibile-.
-Non avevi scelta, Voldemort ti stava minacciando- insisto, stringendo con più forza la sua mano.
-È una scusa che ho smesso di raccontarmi- scuote ancora la testa. –Avrei dovuto ascoltarti, se fossimo andati da Silente ora le cose sarebbero molto diverse- dice con sicurezza, gli occhi fissi sul prato ad immaginare una realtà che solo lui può vedere. –Avrebbe fermato Piton-.
-Inizio a credere che non sia così- alzo le spalle io, lasciando andare la sua mano e tornando lentamente a stendermi. –Si fidava ciecamente-.
-Perché mi hai salvato?- domanda lui a bruciapelo, appena finisco di parlare.
-"Salvato" mi sembra una parola grossa- inclino la testa, sorridendo al ragazzo che si è voltato verso di me. La sua espressione è seria, però, quindi decido di cambiare anche la mia e cerco di dargli una risposta. –Perché mi fido di te, non sei una cattiva persona, Draco- cerco di addolcire la mia voce. –Abbiamo avuto una vita difficile entrambi e so quanto può essere difficile fare una scelta. Se non ci sosteniamo tra di noi, chi lo farà?- dico mentre il suo sguardo si fa sempre più pensieroso. –Siamo giovani e abbiamo ancora tempo per mostrare chi siamo, possiamo essere chi vogliamo e possiamo commettere degli errori, ma non ci definiscono-.
Rivedo finalmente un timido sorriso comparire sulle sue labbra. –Da quando sei così saggia?- torna a stendersi al mio fianco.
-Non la sono- rido io. –Sono brava a parlare finché non devo fare i conti con la mia testa, vedere le cose da fuori è sempre facile- gli sorrido, inclinando la testa.
Lentamente lo vedo muoversi verso di me e immediatamente capisco quali siano le sue intenzioni. Ricambio il suo bacio con dolcezza, accarezzando con la mano il suo viso. Quando si separa da me avvicina il resto del corpo e appoggia la testa alla mia spalla, nascondendo il viso nel mio collo mentre sospira.
-Hai saputo dei miei genitori?- domanda debolmente, muovendosi per trovare la posizione più comoda.
-So che tua madre è scomparsa e che tuo padre si trova ad Azkaban, o almeno sono le ultime notizie che ho avuto- appoggio la testa alla sua.
-Su mia madre hai ragione, non si è più saputo nulla, ma non credo che le abbiano fatto del male- sento il suo respiro sulla pelle. –Mia zia ha molti difetti, però, so che è molto attaccata a mia madre. Forse non contradirebbe l'Oscuro Signore, ma non lascerebbe che si vendicasse su mia madre. In fondo, spero che lei mi abbia rinnegato-.
Per fortuna il mio sguardo non può incrociare il suo, perché non ho la minima idea di cosa dirgli.
Mi dispiace per sua madre?
Non saprei dirlo.
So che la cosa intristisce Draco ed è forse l'unica ragione che mi spinge a provare pena per i suoi genitori, ma qualcosa di buono lo devono pur aver fatto. Anche loro hanno avuto vite complicate come le nostre? Si sono sentiti anche loro senza via d'uscita?
-Mio padre, invece, non credo più che sia ad Azkaban- lo sento sospirare di nuovo. –Mi hanno detto che la scorsa notte diversi Mangiamorte che vi hanno attaccato dovevano trovarsi là con lui, quindi sono certo che sia evaso-.
-Potrebbero chiedere al Ministero?- domando io.
-No, non credo- scuote la testa contro la mia spalla. –Non lo ammetterebbero mai e poi sospetterebbero dei Weasley- sento la sua mano stringersi sul mio fianco. –Se il Ministero sapesse che io sono qui in poco tempo lo saprebbe anche lui e sono certo che verrebbe a cercarmi-.
-Temo tu abbia ragione- questa volta sono io a sospirare rilassando il mio corpo e chiudendo gli occhi. –Mi dispiace di per averti costretto a scegliere quella notte- dico dopo pochi secondi. –Pensavo che l'Ordine potesse fare di più per loro-.
-Non mi hai costretto- si tira su di scatto, appoggiando le mani sul terreno. -Quando mi hai chiesto di restare con te ero sollevato- mi sorride dolcemente. –Temevo non volessi nemmeno più guardarmi in faccia e invece...mi hai salvato da...-.
-Smetti di dirlo-sorrido scuotendo la testa, prima che lui mi baci di nuovo. Mi lascio prendere dal suo bacio e accarezzando il suo viso mi metto a sedere, ribaltando lentamente le nostre posizioni, fino a che lui non si ritrova di nuovo steso a terra.
-Noi partiremo- dico separandomi solo per un attimo da lui, per poi tornare a baciarlo. Il sapore di menta che avvolge la mia bocca non è cambiato di una virgola da quel primo bacio scambiato poco lontano dal Lago Nero. –Verrai con noi?-.
-Con tuo fratello?- lo sento ridere improvvisamente. –Non credo mi voglia-.
-A questo sto lavorando- alzo le spalle, avvicinandomi al suo viso, osservando le sue labbra, aspettando che la conversazione finisca per tornare a baciarlo.
-Mi sembra una buona idea- dice in un sussurro, rispondendo alla mia domanda. –Di sicuro non posso tornare ad Hogwarts-.
Lentamente mi avvicino di più per trovare di nuovo le sue labbra e nel momento in cui finalmente si sfiorano un brivido percorre la mia schiena.
-Mary?- una voce, fuori dal mio campo visivo mi fa sussultare e immediatamente allontano il mio viso da quello di Draco. Apro gli occhi di scatto e la prima cosa che vedo è il volto infastidito del Serpeverde, subito seguito da quello di mio fratello. Le sopracciglia di Harry Potter, a pochi metri da noi, sono leggermente aggrottate, ma subito si sforza di non darlo a vedere, distogliendo lo sguardo da noi. –La Signora Weasley ti stava cercando, voleva una mano a...non so esattamente per cosa- dice mettendo le mani in tasca. –Ha detto che è urgente-.
Come ho fatto a non sentire che si era avvicinato?
-Va bene- rispondo, anche se alzarmi è l'ultima cosa che vorrei fare. Sposto gli occhi su Draco e evitando di appoggiarmi alla mano ferita mi alzo in piedi, dando poi qualche colpo ai pantaloni, sicuramente sporchi di terra ed erba. Vorrei andare a vedere di cosa ha bisogno la Signora Weasley, ma come se non avessi il controllo di me stessa i miei piedi restano ancorati a terra.
Ho il timore di lasciare i due ragazzi da soli, per quello che potrebbero dirsi, ma soprattutto perché proprio ora che l'ho ritrovato, ho paura che Draco possa andarsene da un momento all'altro.
-Non vado da nessuna parte- dice tranquillo, come se mi avesse letto nel pensiero, così gli sorrido e mi allontano, tendendo le orecchie. –Potter- è l'unica cosa che riesco a sentire mentre raggiungo la porta che dà sulla cucina. Si scambiano un saluto neutrale come se entrambi non si fossero già incontrati poco prima a pranzo.

La questione urgente di cui la Signora Weasley voleva parlarmi?
Polvere.
Senza realmente avere una scelta mi sono unita alla squadra da lei costituita per far sparire da questa casa ogni traccia di polvere, in vista delle nozze tra Bill e Fleur. Non sono l'unica a essere stata indirizzata verso le pulizie, a tutti è stato dato un compito diverso e immagino che nei prossimi giorni non sarà diverso. La scusa principale per questi lavori forzati è il matrimonio, quella più gentile il volerci distrarre dalla scorsa notte, ma quella sincera è che non vuole farci organizzare la prossima fase. Da quando Harry ha detto chiaramente di voler andare via la sua agitazione non ha fatto altro che crescere, io sono stata debitamente informata da Hermione sui suoi tentativi di estorcere informazioni e sto solo attendendo il momento in cui cercherà di far parlare anche me.
Harry mi ha detto di non parlare con nessuno di ciò che faremo, ma sa bene che voglio che Draco venga con noi e se deve seguirci ovviamente dovrà conoscere i nostri piani. L'ultima volta che ne abbia discusso mi ha fatto promettere di non rivelare nulla per ora e che al momento giusto se ne sarebbe occupato lui.
Prima che la Signora Weasley li trovasse oggi sono passati almeno una ventina di minuti e non posso fare a meno di domandarmi se ne abbiano parlato.
-È pronta la cena- dice la sua voce, prima ancora che lei compaia nella stanza, come se sapesse che pensavo proprio a lei.
-Arrivo subito- dico alla donna dai capelli arruffati che sosta sulla soglia, ma lei non torna indietro e preferisce sedersi non lontano da me, sul bracciolo della vecchia poltrona. Le sorrido e torno a spolverare una vecchia fotografia che ritrae la famiglia al completo, sullo sfondo delle antiche piramidi. Passo a una nuova fotografia, questa volta di un giovanissimo Percy Weasley che mostra fiero la sua spilla da Prefetto, cercando di non far troppo caso alla donna.
Sento i suoi occhi fissi su di me, sotto il ripetitivo ticchettio dell'orologio, e proprio mentre sistemo l'ultima foto la sento sospirare. –Tutto bene, Signora Weasley?- domando senza voltarmi a guardarla.
-Oh...sì, cara- risponde, pronta a sferrare il suo attacco. –Sono solo un po' preoccupata- dice come se non volesse darci troppo peso. –Posso farti una domanda?-.
-Può chiedermi ciò che vuole- dico gentile. –Ma credo di sapere cosa mi vuole chiedere- mi volto finalmente, per incrociare i suoi occhi attenti. –Vorrebbe qualche informazione in più sui programmi che ho con Harry- continuo, prima che possa parlare.
-Bhè non mi voglio di sicuro impicciare...- dice agitando una mano.
Allora non dovrebbe chiederlo.
-So che lei si preoccupa- le sorrido. –E lo trovo molto dolce, ma non posso dirle cosa devo fare- alzo le spalle e mi allontano il più in fretta possibile, diretta verso la cucina, riconoscendo subito i passi agitati di lei che mi seguono.
-Mary, aspetta...- dice lei indispettita, ma io mi fermo solo un attimo prima di entrare i cucina, dove già sento che ci sono alcune persone sedute a tavola.
-L'unica cosa che posso dirle è che aiuterò mio fratello come posso- dico in un sussurro, voltandomi improvvisamente verso di lei. –Che proteggerò chi ci aiuterà con tutte le mie forze, che mi allenerò notte e giorno se necessario e che se Voldemort, o chi per lui, ci trovasse lo farei pentire di averlo fatto- dico tutto d'un fiato, decisa a terminare la conversazione il prima possibile.
-Siete solo dei...- cerca di dire lei.
-Non siamo più bambini, Signora Weasley, vogliamo fare la nostra parte- mi volto, entrando in cucina a testa bassa, nella speranza che lei non aggiunga altro.

Salgo le scale lentamente, senza dare troppo peso al continuo scricchiolare dei gradini. Mi sono allontanata da tutti prima ancora che la Signora Weasley servisse il dolce, troppo stanca per seguire i discorsi del tavolo o mangiare anche solo un altro boccone.
Mi è dispiaciuto lasciare Draco, ma ero sicura che ancora qualche minuto e la stanchezza avrebbe avuto la meglio, facendomi addormentare davanti a tutti. Il peso della giornata mi ha presa alla sprovvista durante la seconda portata, lasciandomi sfinita in pochi minuti.
Raggiungo subito la stanza che condivido con Hermione e Ginny, spogliandomi in fretta e infilandomi nel pigiama con un lungo sbadiglio che mi fa arricciare il naso. Mi trascino fino al bagno dove mi lavo i denti e mi sciacquo la faccia, riacquistando qualche secondo di lucidità, subito seguito da un nuovo sbadiglio.
-Mary?- la voce di Draco mi richiama oltre la porta chiusa, seguita da qualche colpo battuto sul legno. –Sei qui?-.
Apro subito la porta, incrociando lo sguardo di ghiaccio del Serpeverde che subito mi sorride.
-Hey-lo saluto avvicinandomi, subito accolta dal suo abbraccio. –Sei salito per me?-.
-Non voglio che tu abbia incubi- dice piano, depositando un bacio sulla mia fronte.
-Sei molto dolce, ma io credo sia arrivato il momento di averli- ammetto, stringendo le dita sul tessuto della sua maglietta, prima di fare un passo indietro e sciogliere l'abbraccio. –Ieri credo sia cambiato qualcosa e ho bisogno di capire di cosa si tratta- gli sorrido, cercando di concentrarmi su di lui e non sugli ultimi ricordi che ho di Piton. –In più non credo che gli altri accetterebbero con molta facilità la cosa- rido, spostandomi verso la camera.
-E se ti leggessi qualcosa?- domanda, rendendo evidente il suo bisogno di compagnia. –Sono fino a che non ti addormenti-.
Tra le energie che ho perso la notte scorsa e le emozioni della giornata non credo mi servirà aiuto per addormentarmi, ma annuisco. –Va bene- dico e sul suo viso compare un grande sorriso.
Mentre si allontana per prendere un libro io torno in camera e mi metto comoda sotto le coperte, vedendolo presto tornare con la sua scelta. Sono talmente stanca che non mi interessa cosa sia e nemmeno riesco a coglierne le parole perché, non appena lui si siede vicino a me e io mi appoggia lui, sento gli occhi farsi più pesanti.



Un forte fischio si fa strada nel buio.
Ci sono anche dei passi.
Sono veloci.
Sono decisi.
Sono i miei.
C'è solo il rumore prodotto dai miei passi, il fischio insistente di una teiera e alcuna risate lontane.
Da dove arrivano?
Di chi sono?
Sembrano bambini.
Si divertono.
-Da questa parte- suona lontana e ovattata una voce.
Mi siedo ad un tavolo.
C'è un odore strano.
C'è una strana atmosfera.
Il fischio si ferma.
Una tazza si posa davanti a me e un liquido chiaro e bollente ci viene versato dentro.
È un bel colore.
Ha un profumo dolce.
C'è anche un foglio, timbrato con una scritta rossa.
"Rifiutato"
Altre risate.
Vengono da fuori.
"Rifiutato"
Rabbia.
Rancore.
Tristezza.
"Rifiutato"
Non è giusto.

Hey, ecco qua!
Che ne pensate?
Che vi aspettavate dal capitolo?
Ho deluso le vostre aspettative o le ho confermate?
Vi avverto il prossimo è più corto, ma spero di non farvi aspettare troppo!
Alla prossima!

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