Matrimonio - Parte seconda
Hey!
Ecco un nuovo capitolo, mi dispiace per la lunga assenza e per il capitolo non troppo lungo, ma ci tenevo a pubblicare il prima possibile!
Il lavoro durante gli ultimi mesi mi ha lasciato pochissimo tempo per scrivere e ora che ho cominciato le ferie ho così tante cose da recuperare che mi sembra di averne ancora meno! Però prima di partire per Roma non riuscita a concludere questo, anche se (ve lo anticipo) devo lasciarvi col fiato sospeso!
Buona lettura!
Ho visto Harry seduto per tutto il pomeriggio, ad ogni tavolo parlava di cose noiose e importanti probabilmente, ma io mi sono lasciata trascinare da Fred e George, i miei capelli sono ormai scompigliati e le mie scarpe sono state abbandonate in un angolo della pista.
Ormai è sera inoltrata e io ho ballato fino ad adesso e forse bevuto qualche bicchiere di troppo, tutte cose che Severus Piton non avrebbe mai approvato, ma non mi importa di ciò che potrebbe dire se mi importasse ancora della sua opinione.
E non mi importa.
Decido io cosa è giusto per me adesso.
Quante occasioni avrò per fare ancora una cosa come questa, perché non godermi questa splendida serata?
Di certo lui non verrà a farmi la predica.
Muovo le braccia e tutto il mio corpo a tempo di musica, osservando con la cosa dell'occhio Fred e George che spariscono oltre il tendone, accompagnati da due ragazze francesi che gli sono girate intorno tutta la sera. Ho provato a chiedere loro delle ragazze che frequentavano fino a qualche mese fa, ma entrambi mi hanno risposto che la situazione era troppo complicata e ora sono liberi.
Complicata.
Tutto è troppo complicato.
Anche questo posto. Sembra di essere in un altro mondo con tutte queste luci, la musica e le persone che si divertono in ogni angolo della sala. E anche io sono di un altro mondo, ora che il mio viso non è più quello di prima e sono libera di fare ciò che voglio.
Il mio sguardo incrocia quello di un ragazzo dai capelli ricci e castani, la carnagione ambrata e gli occhi scuri. È l'opposto di Draco, ma io so che è lui, lo riconosco senza problemi dalla postura, dai gesti e dal sorriso che punta su di me.
Prima mi ha chiesto di ballare, quando la musica ha rallentato, ma Lupin si è messo in mezzo.
Non è una buona idea secondo lui, anche se nessuno può riconoscerci.
Meglio non attirare l'attenzione, ha detto.
Certo, Draco che mi osserva insistentemente da lontano perché non può venire a parlarmi attira molto meno gli sguardi degli invitati. Nessuno avrebbe dato peso a due ragazzi che ballano insieme, anche se non dovrebbero conoscersi.
Gli occhi di Draco scivolano in basso, prima che lui appoggi il bicchiere sul tavolo alle sue spalle e, lanciandomi un ultimo sguardo, si inoltri nel buio giardino, diretto verso la casa. Il mio ballo rallenta mentre lo seguo in ogni suo gesto, fino a che non mi fermo completamente e controllo velocemente i presenti. Ron e Hermione ballano non lontani da me, distraendosi a vicenda, Harry è seduto ad un tavolo conversando con aria seria con un uomo e una donna piuttosto vecchi, Lupin e Tonks sono lontani, impegnati con i Signori Weasley e gli sposi.
È la mia occasione.
Mi defilo in fretta dalla pista da ballo, raggiungendo le scarpe che ho abbandonato in un angolo, così se qualcuno dovesse fare domande posso usarle come scusa per raggiungere la casa. Chi negherebbe a una ragazza dai piedi doloranti un cambio di scarpe?
Sì, rientro in casa solo per mettere via le scarpe.
Mi precipito attraverso la porta della cucina, notando con piacere che la stanza è completamente deserta. Gli invitati che non si trovano più sotto il tendone sono divisi in piccoli gruppi sul prato, abbastanza vicini alla pista da sentire la musica, ma abbastanza distanti per poter parlare senza alzare la voce. Mi porto una mano alla bocca e mi schiarisco la voce, dopo aver controllato che nessun membro dell'Ordine mi stesse seguendo.
Non so esattamente come mi aspettassi, ma la cucina resta buia, vuota e silenziosa.
Questo, però, non basterà a scoraggiarmi.
Con decisione supero il pensili immacolati che la Signora Weasley deve aver pulito almeno una ventina di volte negli ultimi due giorni, per arrivare in salotto, dove le luci colorare della festa filtrano dalle finestre. I mobili si illuminano contagiati dai toni del blu e il viola, come il viso del ragazzo seduto su una delle poltrone.
-Cerchi anche tu un po' di calma?- domanda lui tranquillo, scoprendo i denti in un piccolo ghigno, mentre si sistema per essere più comodo. –Sembrava ti divertissi fuori-.
-Già...-rispondo io, sentendomi stranamente a disagio. -È così- poche ore fa, quando qui ho incontrato questo stesso ragazzo la sua voce era quella di Draco, ma adesso è più profonda. –Sono venuta a cambiare le scarpe- dico come se questo spiegasse perfettamente le mie intenzioni. –Queste sono scomode- aggiungo, appoggiandole vicino al divano, prima di fare qualche passo verso di lui. I suoi occhi scuri mi seguono in silenzio, fino a che non mi posiziono davanti a lui, creando una fascia d'ombra che copre il suo viso. –Avrei preferito ballare con te, Draco- sussurro seria, come se gli invitati potessero sentirci.
Lui si sporge in avanti, abbandonando lo schienale della poltrona, per prendere una delle mie mani e tirarmi a se. Assecondo i suoi gesti e mi siedo sulle sue gambe, prima di avvicinare i nostri visi e poi le nostre labbra che si sfiorano, prima di unirsi. Il nostro bacio ha il sapore di Whisky Incendiario e un forte e inconfondibile odore fresco di menta. Le sue mani si stringono sui miei fianchi e le mie si inoltrano tra i suoi fitti capelli scuri, fino a che non sento il fiato farsi sempre più corto e non sono costretta a separarmi da lui.
Prendo un profondo respiro e mi spingo più lontana, così da poterlo osservare e ancora prima di rendermene conto sto ridendo. Mi copro subito il viso con le mani, ma non riesco a smettere e osservo il ragazzo stranito attraverso le dita. -È troppo strano- dico allegra, sforzandomi di tornare seria mentre guardo quel viso a malapena riconoscibile. La mia risata si arresta improvvisamente quando mi rendo conto che sopra il suo sguardo corrucciato i capelli stanno lentamente cambiando colore e forma, ricadendo biondi sul suo viso. –Stanno tornando biondi- dico assorta, allungando una mano per spostarli dietro al suo orecchio sinistro.
Il ragazzo sbuffa sonoramente, iniziando a frugare in una delle tasche interne della sua giacca da cerimonia. Ne estrae presto una boccetta, ma prima che possa portarla alla bocca la mia mano lo blocca e i suoi occhi tornano nei miei. Li vedo cambiare lentamente e anche al buio mi rendo subito conto della differenza tra quel caldo marrone e il grigio freddo che lo sostituisce. Il ragazzo fa una smorfia, mentre il resto del suo corpo e la forma del suo viso cambiano con dei piccoli scatti. Poi ripone di nuovo la piccola bottiglia nella tasca del completo e mi tira nuovamente a se, apre la bocca per dire qualcosa, ma io non sono in grado di resiste e lo bacio ancora.
Proprio quando al sapore forte del liquore si sostituisce quello di menta è lui a interrompere il nostro contatto, osservandomi e schiarendosi la voce. –Per me è ancora strano- conferma lui, prendendo una delle mie mani con la sua per portarla alla bocca e baciarla con dolcezza, prima di rivolgermi un sorriso amaro.
-Capisco- dico dolcemente, incapace di trattenere una veloce risatina.
-Dovresti cercare le altre scarpe o la tua scusa non reggerà- dice con calma.
-Hai ragione- ammetto, guardandomi veloce intorno. –Le avevo lasciate proprio qui- dico sottovoce. –Ma qualcuno deve averle spostate- osservo la zona ai piedi del divano, come se fare avanti e indietro con gli occhi potesse farle comparire. Il ragazzo sposta il peso in avanti, allontanandosi dallo schienale, per controllare lui stesso.
-Erano lì quando siamo usciti- dice tranquillo. –Me lo ricordo-.
Alzo le spalle e gli rivolgo un sorriso divertito, prima che un silenzio improvviso ci avvolga facendo voltare a entrambi la testa verso le finestre. La musica si è fermata e anche le luci sono meno intense di prima e una strana sensazione mi prende lo stomaco, mentre tutta l'ilarità datami dall'alcol si spegne. Mi alzo in piedi, subito imitata dal ragazzo, ormai tornato completamente a essere se stesso.
Un grido fende l'aria.
La mano di Draco scatta veloce nella mia e senza avere bisogno di parlare o anche solo guardarci ci gettiamo verso la cucina e subito dopo in giardino, dove grida e esplosioni si alzate sotto il tendone bianco.
Eccoci qui, vi è piaciuto il capitolo?
Fatemelo sapere!
Alla prossima!
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