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Matrimonio - Parte prima


Hey, ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Buona lettura!

Salgo le scale con piedi pesanti come macigni, che fanno tremare tutto e scricchiolare il legno dei gradini. –Draco- chiamo dolcemente, affacciandomi timidamente alla porta della camera di Ron. Vedo subito il Serpeverde, che non mi risponde ma muove la testa nella mia direzione, lo sguardo triste. È seduto ai piedi del suo letto, la schiena dritta, le ginocchia piegate a sostenere il peso delle braccia e delle lunghe ombre sul viso. La luce del sole è ormai scomparsa completamente, lasciando spazio a quella fredda della luna, questa sera ridotta ad uno spicchio sghembo. -È andato via- dico avvicinandomi, prima di sedermi davanti a lui a gambe incrociate.
-Cosa voleva?- domanda lui debolmente, guardandomi storto.
-Silente ha fatto testamento- rispondo sincera, mostrandogli la bacchetta che mi è stata data.
-Una bacchetta?- domanda confuso, senza cercare una risposta. –Non ti serve una bacchetta- continua subito, rigirandosela tra le mani imbronciato.
-Lo so- alzo le spalle. –Ma è sempre un buon piano B- inclino involontariamente la testa. –In caso di emergenza, no?-.
-Non credo, è molto vecchia- fa lui scettico. –La tua era nuova e ti è durata poco più di un anno, con questa potrai fare ben poco, il legno è già venato- conclude, indicando la pietra incastonata sul manico, da cui parte crepa frastagliata ma sottile.
-Non sono d'accordo- con un gesto veloce cerco di riprenderla, ma lui la allontana. –O meglio...-sorrido al ragazzo che ancora imbronciato torna ad esaminarla quando ritiro la mano. –Inizialmente ho avuto lo stesso pensiero, ma Silente era un mago potente, se l'ha usata lui, sicuramente potrò farci qualcosa anch'io-.
-Se lo dici tu- alza le spalle il ragazzo, appoggiando la bacchetta sul pavimento con un gesto stizzito, lasciando che rotoli fino a me. –Preferirei avessi un "piano B" più sensato- sbuffa spostando lo sguardo versa destra e appoggiando la testa sull'avambraccio.
-Tutto bene, Draco?- domando io, sentendo il tono del ragazzo così duro e distaccato. –Sei arrabbiato?- domando confusa.
-No- bofonchia imbronciato, spostando gli occhi freddi su di me, senza muovere la testa.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- raddrizzo la testa e la schiena, innervosita a mia volta dal suo comportamento.
-No- ripete di nuovo. –Non sei tu- si affretta ad aggiungere. –Scusa, tutto questo mi mette a disagio- alza di nuovo la testa, guardandomi triste. -È un mese che sono chiuso qui, a vedere sempre le stesse persone e avere paura ogni volta che compare qualcuno in fondo alla strada- abbassa gli occhi sul pavimento. –Quando lui mi troverà, perché lo farà, cercherà di uccidermi- aggiunge impassibile.
Il Draco tranquillo e silenzioso che spesso in questi giorni ho visto aggirarsi per la Tana è solo la facciata che lui mostra davanti agli altri, ma dentro di lui c'è un Mangiamorte che sa bene cosa significhi tradire Lord Voldemort.
-Non lo farà- dico debolmente, scivolando sul pavimento, finché non arrivo al suo fianco e posso appoggiare la testa sulla sua spalla. –Non se...-.
-Per ancora quanto tempo pensi che il Signore Oscuro cercherà di avvicinarti con le buone?- dice serio.
-Queste sono le buone?- domando io. –Tentare di marchiarmi per avere più controllo su di me, farmi drogare da Piton per potermi rapire e ordinare ai suoi Mangiamorte di buttarmi giù da una scopa volante non mi sembrano proposte efficaci per potarmi dalla sua parte-.
-Sì, sono le buone- sospira lui, appoggiando a sua volta la testa sulla mia. –Se non l'ha già fatto, si stancherà presto di questo gioco e io sono l'esempio perfetto per dimostrarti che fa sul serio- fa una breve pausa. -Torturarmi e uccidermi davanti a te potrebbe essere la tua punizione per non aver scelto lui- la sua mano scivola sulla mia e subito la sua voce cambia intonazione, apparendo più dolce alle mie orecchie. –Scusa- dice piano. –Non dovrei tirare fuori argomenti del genere proprio oggi-.
-Perché?- domando subito io. –Perché compio gli anni? È un giorno come un altro- dico con fermezza. –Ti sembrerà strano ma preferisco restare qui con te a parlare di cose vere, anche se inquietanti, piuttosto che andare giù e fingere che vada tutto bene-.
La sua testa si solleva, dando alla mia la stessa possibilità, e i nostri occhi si incrociano, prima che lui annulli la poca distanza tra le nostre labbra, baciandomi delicatamente.
-Dovremmo scendere?- dice serio quando le nostre labbra si separano, lasciando la mia mano e alzandosi lentamente.
-Dovremmo- annuisco con forza e accetto la mano che mi porge, per alzarmi a mia volta. Quando sono in piedi le sue dita si stringono di nuovo alle mia e il ragazzo si avvicina, prima di alzare la mano libera fino a sfiorarmi il viso, per poi baciarmi con dolcezza. Ricambio il suo bacio, stringendomi a lui fino a quando le nostre labbra non si separano, lasciando che i nostri occhi si incontrino, vicinissimi. –Possono aspettare ancora qualche minuto- lascio la sua mano e sistemo le piccole ciocche di capelli finissimi che sono scivolati sul suo viso, colpiti dalla luce notturna sembrano fili d'argento. Sorrido e lascio una carezza sul suo viso, prima di superarlo e spostarmi nella stanza, seguita da lui. Mi siedo sul letto e subito lui mi imita, tornando a baciarmi.
La stanza cala nel silenzio e quando anche il nuovo bacio si esaurisce le braccia di Draco mi stringono, avvolgendomi in un braccio urgente che quasi non mi lascia respirare.
-Mary, tutto bene?- una voce lontana ci raggiunge, attraversando la casa, facendo sussultare il giovane che subito mi lascia andare. –Hai trovato Malfoy?- continua mio fratello dal piano di sotto.
-Sì- dico io, abbastanza forte perché Harry possa sentirmi. –Scendiamo subito- dico, alzando gli occhi al cielo, prima di portarli su Draco e sorridergli, tirando un angolo della bocca. Lo vedo sospirare con la fronte aggrottata, ma poi si alza e mi prende per mano, convincendomi a seguirlo fuori dalla stanza, giù per le scale e oltre la cucina.
Raggiungiamo il giardino in silenzio, scambiandoci sguardi ogni volta che le nostre mani fremono nel buio, stringendosi con forza. Avrei voluto chiedergli di restare da soli di sopra, ignorando Harry, come probabilmente lui avrebbe voluto chiederlo a me, ma ormai ci stiamo sedendo alla lunga tavolata e il massimo dell'intimità è relegata sotto la tovaglia, dove le nostre ginocchia si sfiorano.
Alla luce tenue delle lanterne, fuori dalla mia testa, la conversazione ruota tutta intorno a Silente e ai suoi lasciti, mentre le varie portate della cena si susseguono, fino al taglio della torta. I gemelli sfruttano ogni occasione per strappare una risata ai presenti, compreso Draco che cede a qualche battuta con un piccolo ghigno, subito notato dai due ragazzi dai capelli rossi che fanno di tutto per farglielo ripetere. Forse perché anche loro hanno notato la sua espressione seria, o forse perché io non posso fare a meno di controllare come il giovane reagisca.
La serata trascorre tranquilla, ma finisce in fretta visto che domani il matrimonio attende tutti noi. Solo io, Harry e Draco ci attardiamo per aiutare la Signora Weasley e quando tutto è di nuovo in ordine li vedo salire le scale in silenzio, rapita dalla donna che sostiene di aver dimenticato una cosa importante.
-Ecco qua- dice lei, raggiungendomi ai piedi delle scale, con una busta di pergamena sottile in mano. –Scusa, Cara, mi sono ricordata solo ora- dice affannata, consegnandomi la lettera, prima tornare i cucina a preparare le ultime cose per la colazione di domani.
Io mi rigiro tra le mani la busta, ancora sigillata dal simbolo di Hogwarts in ceralacca. Non c'è nessuna scritta sul suo retro, né un nome, né un indirizzo. La apro con cautela, sedendomi sul gradino più basso della scala. Riconosco immediatamente la scrittura di Minerva McGranitt che subito mi incolla alle poche righe.

Cara Mary,

Quando Molly Weasley mi ha invitata a cena sono stata costretta a rifiutare e non puoi immaginare quanto mi sia dispiaciuto doverlo fare. Spero potrai perdonarmi e ti garantisco che sto lavorando duramente perché al tuo ritorno ad Hogwarts la scuola sia sicura, almeno quanto il tuo rifugio attuale.
Per rimediare alla mia mancanza vorrei cogliere l'occasione per invitarti a pranzare con me il 2 settembre, così avrai la possibilità di raccontarmi tutto sulla tua estate e potremo discutere con calma dei prossimi passi riguardanti la tua istruzione.
Spero di rivederti presto e scambiare altre lettere con te nell'attesa, ora che sei finalmente al sicuro.

Minerva McGranitt


Minerva.
Si arrabbierà tantissimo quando saprà che non vogliamo tornare a Hogwarts, ma credo che in realtà già se lo aspetti. Non posso fare a meno di pensare che il suo invito a pranzo sia solo un modo per costringermi a dirle quali sono le nostre intenzioni e potermi spiegare che senza la giusta istruzione sarebbero troppo rischiosi i nostri piani.
Le risponderò dopo il matrimonio e le dirò la verità, anche la farà andare su tutte le furie.

Osservo il mio volto allo specchio, visibilmente perplessa. Ho il viso molto più tondo di prima, nessun segno delle lentiggini, i capelli biondi raccolti in un'acconciatura elegante, gli occhi più grandi, le labbra sottili e un vestito azzurro da cerimonia. –Come hai fatto?- domando ad una Tonks molto orgogliosa del suo lavoro. -Sono un'altra persona- sospiro stranita.
-Ora le braccia- dice lei con un sorriso stampato sul viso, prima di puntare la bacchetta su di me e agitarla. Immediatamente le cicatrici sfumano, lasciando le mie braccia prive di qual si voglia segno.
-Quanto durerà?- continuando a osservare la mia immagine riflessa.
-Diverse ore- dice soddisfatta. –Basterà per il matrimonio- mi sorride, appoggiando la testa sulla mia spalla, anche lei si è fatta bionda per l'occasione. –Non ti riconoscerà nessuno-.
-Va bene- sospiro. –Allora, ricapitolando, sono una strega francese, cugina di Fleur, che non sa una parola di inglese...- guardo storta Tonks. –E nemmeno di francese, direi-.
-Questo potrebbe essere un problema- dice divertita, sistemando il suo vestito. –Potresti essere la cugina muta di Fleur-.
-Che comunque non capisce una parola di francese?- domando, ridendo di gusto. –Perché non posso anche io essere una cugina dei Weasley?-.
-La versione ufficiale- la voce di Lupin ci sorprende dalla porta. È che tu sia un'amica di Fleur, incontrata nel suo periodo di permanenza a Hogwarts con cui ha mantenuto i contatti e ha voluto invitare al matrimonio. Dovrai capire e parlare inglese, il tuo nome è Joan Harris, ai conseguito i M.A.G.O. due anni fa con una votazione nella media, la tua casa era Corvonero e ora lavori presso il Ministero Babbano- dice soddisfatto. –Ma eviterei l'argomento- mi sorride.
-Questo mi sembra più adatto, grazie- annuisco. –Joan Harris- torno a guardarmi allo specchio. –Mi piace- sentenzio infine.
-Siamo pronte- dice Tonks al marito, avvicinandosi a lui, prima di stringere un braccio intorno al suo.
-Bene- fa lui serio e lentamente iniziamo a spostarci nella casa, in direzione del cortile, dove potremo mischiarci a tutti gli altri invitati.
-Draco e Harry come sono?- domando, seguendo la copia. -È vero che a loro avete fatto bere della Pozione Polisucco?-.
-Sì- mi risponde prontamente Tonks. –Harry, lo riconoscerai subito, è un Weasley a tutti gli effetti- dice divertita. -È quello ricciolino-.
-Volevamo usare la pozione anche per te- aggiunge Lupin, scendendo gli ultimi scalini. –Fred e George hanno sostenuto che in paese non c'era nessuno che andasse bene-.
-Così mi sono offerta io- dice orgogliosa la compagna.
-Non posso fare altro che ringraziarti- le sorrido, ricordando che solitamente il gusto della Polisucco non è esattamente una leccornia.
-Bene, noi andiamo- sentenzia infine Tonks, raggiunta la porta che dà sul cortile. -Tu dovresti ritrovare le scarpe e raggiungere il tendone tra qualche minuto- mi sorride. –Chiedi a Ron dove sederti-.
-Si- annuisco, vedendoli sparire tra gli invitati.
Le scarpe devo essere qui da qualche parte, Ginny me ne ha prestato un paio, sostenendo di averne del colore perfetto. Comincio a guardarmi intorno mentre mi sposto in sala, sperando di individuare delle scarpe con un tacco non troppo alto. I miei occhi cadono subito sulle calzature azzurro pastello che riposano vicino al divano, dal tacco non troppo lungo ma sottile che mi fa alzare gli occhi al cielo. Mi siedo e subito le indosso, pentendomi di aver data ascolto alla ragazza.
Mentre assicuro i piccoli lacci alle mie caviglie il mio sguardo cade sul giardino, dove i Weasley stanno accompagnando gli invitati dentro il tendone. Riconosco subito Harry, nonostante il suo viso sia completamente diverso i suoi gesti e la sua postura lo tradiscono.
La notte scorsa Harry mi ha presa da parte, prima che potessi raggiungere la camera da letto, mostrandomi ciò che ha scoperto confrontandosi con Ron ed Hermione in soffitta. Il Boccino che Silente ha lasciato a mio fratello ha rivelato una piccola scritta quando lui l'ha toccato con le labbra.
"Mi apro alla chiusura"
Cosa può intendere?
La prima parte è semplice, si aprirà e svelerà il suo contenuto, è ovvio.
E lo farà solo alla chiusura.
Alla chiusura di cosa?
Della nostra missione?
No, non avrebbe senso.
Perché lasciarcelo se non ci può aiutare?
Harry mi ha anche chiesto se avessi notato qualcosa di strano nella bacchetta, ma ovviamente la risposta è stata no.
È solo una bacchetta.
La mia mano scivola sulla gonna di tulle, finché sulla coscia non riconosce la forma della bacchetta che nascondo.
-Sei un'altra persona- la voce di Draco mi sorprende, facendomi sussultare.
-È la stessa cosa che ho detto io- alza lo sguardo su di lui, ma chi mi trovo davanti è completamente diverso da ciò che mi aspettavo.
Draco è sempre stato alto, ma mai così magro. Il suo viso, completamente stravolto dalla pozione Polisucco, è circondato da capelli corti e riccioluti, castani come gli occhi, ma il suo sorriso resta inconfondibile.
-Anche tu- dico, osservandolo.
-Sei pronta?- domanda gentilmente, alzando le spalle.
-Sì- mi alzo insicura sulle scarpe alte. –Anzi, è meglio che vada, mi sono persa come al solito nei miei pensieri- lo faccio sorridere. –Ci vediamo là fuori?-.
-Sarò quello che ti chiede di ballare- mi risponde con sicurezza, facendo sorridere me.
Lo supero, respirando il suo profumo fresco e inconfondibile, attraversando la cucina deserta e approdando finalmente in giardino. Punto un elegante Ron Weasley, mentre un vento leggero scompiglia i miei nuovi capelli biondi.

Eccoci di nuovo, come vi è sembrato questo capitolo?
Ci avviciniamo sempre di più al momento in cui i nostri personaggi dovranno lasciare la Tana, che accadrà?
Lo scoprirete col prossimo capitolo!
A presto, spero!

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