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Il giovane Malfoy


-Sei sicura?- la voce di Hermione trema.
-Sicura- annuisco io. –Se sarò da sola sarà più semplice- guardo la ragazza per poi spostare gli occhi su Harry e Ron, accanto a noi. –Senza offesa, sono la più veloce e conosco bene la zona, dovessi trovare dei Dissennatori anche qui li seminerò in fretta-.
-Se prendi qualcosa dovresti lasciare dei soldi- Hermione comincia a frugare nella sua borsa.
-Hermione, ti preoccupi troppo- mi appoggia Ron mentre scuoto la testa.
-Tieni quei soldi per quando ci serviranno davvero- alzo le spalle. –Dove vado io picchiano i bambini, non meritano le tue premure-.
-Non vorrai rubare cibo a degli orfani?- fa lei esterrefatta.
-No- sospiro lasciando il piccolo gruppo all'interno della tenda per uscire nella fresca aria mattutina della periferia di Londra. –Non toccherò il cibo per gli orfani, ma quello delle istitutrici- mi volto a guardare i tre Grifondoro affamati che mi seguono. –Sono certa che hanno una scorta separata, non mangiavano la stessa sbobba che rifilavano a noi- mi avvicino a mio fratello, sfilando il Mantello dell'Invisibilità dalle sue mani, che lui trattiene, facendomi fermare.
-E se non trovassi solo Dissennatori?- domanda preoccupato. –Quello è l'ultimo orfanotrofio in cui sei stata, non è ovvio che tu possa tornarci?-.
-Perché dovrei tornare in un posto simile?- domando io, riuscendo finalmente a liberare la stoffa dalla presa di mio fratello. –Sarebbe uno spreco impiegare le loro forze a sorvegliare un orfanotrofio in cui non potremmo neanche nasconderci- gli sorrido. –E anche se fosse resterò tutto il tempo sotto il mantello e nessuno mi vedrà- insisto. -Andrà tutto bene, vedrai-.
Il ragazzo apre la bocca pronto a controbattere, ma prima di parlare il suo volto si spegne e lui sospira. –Non ti faremo cambiare idea, vero?- domanda stanco.
-Già- alzo le spalle.
-Va bene- risponde lui, probabilmente troppo affamato per avere la forza di tenermi testa. –Se dovesse succedere qualcosa di strano tornerai indietro?-.
-Lo prometto- gli sorrido, prima di voltarmi e allontanarmi da loro sul suolo sconnesso del campo in cui abbiamo sistemato la tenda. Prendere una storta mi sembra una pessima idea, quindi procedo lenta fino alla strada di ciottoli grigi che scivola tra i campi incolti della zona.
Mi guardo intorno, mentre il sole inizia pigramente a scaldarmi la pelle. Se non sbaglio siamo a circa due kilometri dalla vecchia abitazione in cui Lucius Malfoy mi trovò due anni fa e ad altrettanti dall'orfanotrofio, nella direzione opposta. Potrei tenere la casa come seconda alternativa, meglio portare della frutta che tornare a mani vuote, come è successo ad Harry per il mercato.
Mi brontola lo stomaco mentre inizio a camminare, ricordandomi una vecchia sensazione familiare che non riesco a definire completamente spiacevole.
Getto sulle spalle il mantello di mio fratello, scomparendo sulla strada. Bastano pochi minuti per rendermi conto che il sole è più forte di quanto immaginassi questa mattina, mentre una goccia di sudore scivola sulla mia fronte.
Il sole è un buon segno però, indica chiaramente che nella zona non si nascondono Dissennatori. Non indosso l'Horcrux come ha fatto mio fratello giusto un'ora fa, ma di sicuro è meglio non avere a che fare con quelle creature.
Procedo veloce sulla strada, trovando in fretta la grande struttura in cui ho abitato. L'erba che la circonda è alta e poco curata, l'intonaco delle sue pareti resiste solo in alcuni punti e la mia vecchia finestra ha ancora il vetro rotto. L'edificio mi è subito chiaro sia troppo silenzioso per essere abitato, quindi scavalco subito la staccionata arrugginita, facendo attenzione a non rovinare il mantello.
Mi muovo in fretta e giro intorno alla struttura, ma prima di poter raggiungere la porta d'entrata mi blocco proprio davanti alla facciata principale dell'orfanotrofio, dove Arthur Weasley mi era venuto a prendere con una delle auto del Ministero. Un vociare sommesso raggiunge le mie orecchie e subito noto i due Mangiamorte fermi non lontano dall'ingresso. Incupiti e accaldati si guardano attorno parlottando tra loro all'ombra di un vecchio albero, spostando in continuazione le facce anonime lungo il cortile o le finestre della struttura.
Harry aveva ragione.
Voldemort deve proprio essere disperato se manda i suoi seguaci a sorvegliare pure questo posto.
Mi avvicino con cautela ai due, mi concentro e lasciando che i miei occhi si chiudano studio l'ambiente. La proprietà sembra essere circondata da molti incantesimi, ma proprio come quelli imposti dall'Ordine la scorsa estate non mi hanno intercettata.
Riapro gli occhi e ignorando le parole che i due si scambiano decido di entrare, scivolando verso la porta. Dove un foglio ormai ingiallito riposa attaccato al portone di legno lasciato aperto. "Divieto d'accesso" leggo distrattamente mentre lo attraverso, insieme alle parole "maltrattamento di minori" e "violazione delle norme di sicurezza".
L'ingresso mi accoglie fresco e silenzioso, il pavimento coperto di foglie secche e qualche muro segnato dai graffiti. Questo posto è vuoto da un po' di tempo, probabilmente da quando l'Ordine mi ha portata a Privet Drive. Che sia stata la mia magia a impedire che fosse chiuso prima? In effetti, è strano che non sia successo. Magari il mio non voler rischiare che si perdessero le mie tracce lo ha reso possibile, così come mi permette spesso di attraversare incantesimi di protezione senza allarmare nessuno.
Raggiungo le scale, ma subito mi blocco, osservandone la ringhiera tutta storta.
Non serve a nulla salire.
Cambio in fretta obbiettivo, spostandomi a destra e raggiungendo in pochi secondi la grande stanza coi tavoli, adibita a mensa. Anche qui ci sono molte foglie a terra e anche qualche finestra rotta da cui filtra la luce calda del sole, rivelando lo spesso strato di polvere sui mobili e qualche piccione arruffato che si nasconde negli angoli più bui. Arriccio il naso, colpita in fretta da un odore poco gradevole e mi affretto ad attraversare la stanza per arrivare in cucina.
La stanza risulta più buia della precedente, ma ugualmente impolverata e maleodorante.
Deve esserci qualcosa che è andato a male.
Mi faccio coraggio e sfilo il mantello, abbandonandolo su un ripiano. Comincio velocemente ad aprire ogni sportello della cucina, trovando presto frutta marcia e un piccione in decomposizione, in cima alla grossa kappa sui fornelli. Mi sforzo per ricordare che sia solo il ciclo della vita e proseguo nella mia ricerca, aggiudicandomi solo un paio di confezioni di ceci lessati ancora integre. Le lascio cadere nella borsa a tracolla che mi sono portata e mi dirigo verso la porta chiusa in fondo alla stanza.
Scommetto che si tratta della dispensa.
Spingo la maniglia con decisione verso il basso, ma la porta sembra essere chiusa a chiave. Un ottima notizia, direi. Le porte non vengono lasciate chiuse a chiave senza una ragione, sicuramente dentro sono rimaste delle scorte e nessuno è entrato o uscito.
Tolgo la mano dalla maniglia, faccio un profondo respiro e ripeto il gesto a cui questa volta segue lo scatto della serratura e un lento cigolio.
Tombola.
La piccola stanza buia e stretta rivela diversi barattoli di olive, sottaceti, zeppe pronte e confezioni di pane ormai ammuffito. Lascio l'ultimo al suo posto e incastro nella borsa tutto ciò che rimane. Abbastanza soddisfatta recupero il mantello e mi copro di nuovo, dirigendomi con attenzione verso l'uscita, cercando di evitare i punti più rovinati del pavimento che potrebbero scricchiolare. Dubito che i due Mangiamorte qui fuori si accorgano del rumore, ma se spaventassi i piccioni potrebbe venirgli voglia di controllare e non vorrei mai dimostrare a Voldemort che aveva ragione a far sorvegliare questo posto.
Raggiungo l'aria fresca e pulita del giardino con sollievo, pronta a tornare alla tenda col mio bottino, quando le loro voci mi raggiungono.
-Avresti dovuto vedere la sua faccia...- sghignazza il più alto dei due. –Se ne andava in giro vestito come uno sporco Babbano qualsiasi quando lo abbiamo trovato-.
-Sei sicuro di aver visto la sua faccia?- lo prende in giro il compagno. –L'Oscuro Signore ti ha mandato a sorvegliare questo posto con me come ringraziamento per avergli portato il giovane Malfoy?- ridacchia. –Dovevi fare una vita tremenda prima-.
Il giovane Malfoy?
Hanno preso, Draco.
Le mie gambe vorrebbe correre veloci come il vento, ma l'unica cosa che riescono a fare è tremare.
Voldemort ha Draco.
Da quanto tempo?
Lo ha ucciso?
Lo ha imprigionato?
Lo starà torturando in questo momento?
-Mi dai del bugiardo?- domanda il primo Mangiamorte. –Il Signore Oscuro mi ha concesso l'onore...- si interrompe velocemente a causa del frastuono che fa la mia borsa colpendo la ghiaia sotto i miei piedi e subito il tempo sembra rallentare.
Il sangue ribolle nelle mie vene e annebbia i miei pensieri, mentre le lacrime sgorgano dai miei occhi e una delle mie mani si stringe al Mantello dell'Invisibilità che strattono e getto a terra, scoprendo la mia figura alla vista dei due maghi. Vedo i loro occhi sgranarsi e le loro mani raggiungere le bacchette ed estrarle, ma non gli lascio il tempo di usarle contro di me.
Alzo le braccia davanti a me e con un gesto repentino ne porto una a destra e una a sinistra, incrociando le braccia e lasciandomi completamente guidare dall'istinto. Le due armi sfuggono alla loro presa volando a metri e metri dai loro proprietari, che a un altro mio gesto vengono sollevati da terra, completamente incapaci di muoversi.
-Dove si trova Draco Malfoy?- grido con forza.

Hey! Eccomi qua sono tornata con un nuovo capitolo!
Cosa ne pensate?
Riscrivendo dell'orfanotrofio ho notato di aver fatto un errore enorme in "Mary Lloyd, la chiave e il volto del male"! Per non so quale ragione scrissi che Arthur Weasley andò a prendere Mary con un'auto azzurrina, senza ricordarmi che la sua Ford Anglia sparì, se non sbaglio nel secondo libro, senza mai tornare all'uomo!
Scusatemi, me ne sono resa conto solo ora!
Spero di non aver fatto troppi errori in questo capitolo scritto un pò di fretta.
Alla prossima!

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