Pietro_Maximoff_5
Lo guardi negli occhi sconcertata.
- Che significa "non posso correre"?! -
- Cosa potrà mai significare? Che non posso più correre! Ho perso il mio potere, (y/n)! - grida, poi scoppia in singhiozzi.
Con la coda dell'occhio intravedi un frammento di palazzo scagliato a tutta velocità verso di voi e tiri giù la testa a Pietro per evitare di essere colpiti.
Senza perdere un momento rialzi gli occhi e li pianti nei suoi.
- Ma come? Le tue gambe funzionano benissimo... Ti ho visto correre! Ti ho visto correre veloce come sempre, sembrava tutto okay! -
Pietro è ancora piegato su sé stesso e la sua schiena è scossa da violenti singhiozzi. Trema come una foglia, non riesce a controllare la respirazione.
- Tu... Tu non capisci... - balbetta.
Con un sospiro ti alzi in piedi e premi un pulsante sul tuo orologio. I palazzi, la strada, le macerie: tutto si dissolve tranne voi e vi ritrovate nella palestra della Stark Tower attrezzata per le esercitazioni.
Sul muro davanti a voi c'è un monitor con una scritta lampeggiante a caratteri cubitali.
ESERCITAZIONE FALLITA.
Ti passi una mano sul volto. Pietro è ancora seduto vicino a te con il viso tra le mani, singhiozzando.
- Pietro... - gli sussurri con il volto serio rivolto dritto davanti a te. Sei frustrata, anche l'ennesima esercitazione è andata a monte e ormai sta coninciando ad essere sempre più dura restare concentrata.
Non risponde.
- Pietro, lo so che succede. -
- No... No, non lo sai! -
Sospiri di nuovo e ti volti a guardarlo. Ha gli occhi lucidi e le guance scavate, forse non dorme da giorni.
Un impeto di compassione ti travolge e la tua espressione si addolcisce. Mentre ti chini per raggiungere l'altezza del suo viso ripensi allo scherzo che ti hanno fatto lui e Clint poco tempo fa... Eppure sembrava tutto a posto.
- Hey...- mormori prendendogli ancora i polsi.
- Lo so che è dura, okay? Lo so. Credimi, lo so. Parlane con Tony, okay? O con Wanda, o con chiunque altro. Qualcuno di cui ti fidi. Guardami negli occhi e dimmi la verità. -
- Okay... Questa è la verità. Non posso correre. -
- Non prendermi in giro. L'altra notte mi hai fatta morire, tu e quell'altro stupido di Clint. Ricordi? -
Annuisce, ma sembra poco convinto.
- Okay. - sorridi leggermente rialzandoti.
- Dai, andiamo. -
Si alza in piedi anche lui passandosi entrambe le mani sul viso per asciugarsi le lacrime, poi vi avviate insieme verso la porta.
Quel pomeriggio, mentre cammini verso l'infermiera per fasciarti le ferite di una nuova, dura esercitazione, noti qualcuno appoggiato al muro. Guarda il vuoto e si tocca il mento con una mano, pensieroso. Scrolli le spalle e non ti fermi finché non sei proprio davanti alla porta, quando ti senti chiamare da dietro la schiena.
- Proprio te cercavo, (y/n).-
Ti volti di centottanta gradi con tutto il corpo e incontri lo sguardo serio di Clint.
- Devo parlarti. -
- Prima devo medicarmi le ferite. - rispondi allargando il colletto della tuta e mostrando un taglio piuttosto profondo. Lui annuisce ed entrate in infermeria.
Prendi un rotolo di garze e del disinfettante da un armadietto e ti siedi su un lettino, mentre Clint rimane in piedi.
- Che dovevi dirmi? -
- Volevo parlarti di Pietro. Mi ha detto tutto oggi. -
- Ah sì? - storci la bocca perché il disinfettante brucia sulla ferita fresca.
- Sì. È... -
- Distratto? Preoccupato? Ansioso? -
- Distrutto... Traumatizzato. -
Alza gli occhi, la sua fronte è corrugata.
Tu ti blocchi. Smetti di arrotolare la garza intorno al braccio destro che ha subito una leggera escoriazione e alzi lo sguardo.
- Per... Per le sue gambe, dici? -
Annuisce.
- Funzionano perfettamente. -
- Allora non hai proprio capito. -
- Perché continuate tutti a ripeterlo? Sì che ho capito! Credi che non lo conosca? Lo so che è così traumatizzato da non riuscire più a correre, dall'incidente non è stato più lo stesso e lo so che è tutta una sua cosa mentale, per questo gli ho consigliato di parlarne con qualcuno.-
- È inutile che ti chiudi a riccio, innervosirsi non servirà a nulla. -
- E allora cosa dovrei fare? -
- Prima di tutto, smettila di essere così scontrosa. Sei fredda e sembra non t'importi niente di lui... Ma ti senti quando parli? Metti le esercitazioni e le missioni prima di tutto e ti nascondi dietro la scusa del passato tragico, soprattutto negli ultimi giorni, solo perché l'incidente di Pietro ti ricorda il tuo! -
- Basta! - irrompi, colpita nel segno.
- Non parleremo di Madrid! Mi rifiuto! -
- Non era lì che volevo arrivare. -
Fa una pausa e chiude gli occhi, come se volesse cercare di esprimere qualcosa che non si può esprimere, poi riprende a parlare, pacato mentre tu ribolli di rabbia. Gli occhi ti luccicano e mandano bagliori di fuoco come quelli di un animale ferito e senza rendertene conto stai stringendo il rotolo di garza con troppa forza.
- (Y/n), dobbiamo aiutarlo. Non si tratta di te. Ti colpevolizzi? Ti ricordi Madrid? Non è questo il punto. Ti stai allontanando sempre di più. Da Pietro, da noi tutti. Ascolta, siamo una squadra, okay? E se un compagno ha bisogno di aiuto noi abbiamo il dovere morale di aiutarlo, perché siamo gli Avengers e gli Avengers aiutano sempre chi è nei guai, anche se dovesse sembrare idealista. Ora Pietro non ha bisogno di qualcuno che gli ricordi che fallisce ogni missione. Soffre di attacchi di panico e si è convinto di aver perso il potere. Lo sai di che cosa ha bisogno? Di supporto e sostegno... E di uno psicologo. Okay? Credi di poter mettere da parte il tuo trauma per il bene di un amico? Puoi farcela? -
Annuisci. Ha ragione.
- Grazie. Bello parlare con te. -
Si avvia fuori dalla stanza. Tu rimani sola con le tue ferite e le tue cicatrici.
Hey, amici notturni! Due aggiornamenti in una settimana? Wow, spettacolare! Megafotonico, direi!
Eccetto che questo capitolo fa schifo. Eh, lo so, mi dispiace, non ha né capo né coda, ma è il meglio con cui sono potuta uscire. Spero mi perdoniate, chiedo umilmente venia.
By the way, vi piace la nuova copertina? O preferivate quella di prima? O fanno schifo entrambe? Dai, raccontatemi, come vi semvra questa raccolta a questo punto?
A presto!
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