Immagina:

Stai lanciando cose contro i manichini della sala di allenamento. Allenarti è l'unico modo che hai per distrarti e non farti schiacciare dai sensi di colpa che ti attanagliano lo stomaco dopo l'incidente. Ormai sono passate due settimane e l'hanno lasciato tornare alla Torre, ma non è ancora voluto uscire dalla sua stanza, né ha voluto parlare con nessuno al di fuori di sua sorella Wanda.
Ci sono momenti in cui ti ritrovi a singhiozzare istericamente con la testa fra le mani assalita dal rimorso finché Nat non arriva a calmarti e portarti un pacchetto di fazzoletti e altri in cui dai la colpa a quel maledetto mostro, allora esci, guidi fino a un posto isolato e ti metti a correre e urlare per sfogare la tua frustrazione.
Muovi rapidamente le dita spostando le "rocce" di cartapesta per gli allenamenti (un'idea di Steve) e schiantandole contro i manichini imbottiti che simulano i nemici, scatti indietro e ti volti verso l'entrata sentendo la porta aprirsi.
-Pietro!- gridi precipitandoti ad accoglierlo. Anche gli altri interrompono le esercitazioni e si avvicinano per salutarlo.
È un po' malconcio e bruciacchiato, ma si sta riprendendo. Gli occhi, però, sono vacui, lo sguardo è spento, il sorriso è triste e zoppica leggermente; non ci vuole una laurea in psicologia per capire che, più che fisico, il danno è stato emotivo.
-Allora... Come va?-
-I medici hanno detto che ho alcuni muscoli della gamba sciupati. Non sanno perché, in genere il fuoco non fa danni così gravi, contando anche che mi ha preso di striscio... Ma quel fuoco è alieno, e forse ha delle proprietà che non conosciamo.-
-Potrai correre di nuovo?- chiede Steve, e tu gli allunghi una gomitata.
Se non avesse potuto più farlo, dicendo in quel modo avrebbe soltanto infierito.
Comunque lui sembra non essere particolarmente triste dopo aver sentito ciò, anzi.
-In realtà non lo sanno di preciso. Sperano che potrò recuperare del tutto l'utilizzo della gamba.-
Sembra sollevato da queste parole. Il fisico è a posto. E il cervello?

Ti guardi intorno nel corridoio buio. Gran parte della squadra sonnecchia tranquillamente nelle rispettive camere.
Non riesci a dormire, così ti sei alzata per prendere un bicchiere di latte caldo. Stai per premere l'interruttore della luce quando senti un guizzo dietro di te. Tendi l'orecchio in ascolto, ma, non sentendo niente, scrolli le spalle e fai quello che devi fare. Guardi l'orologio: 4:00 a.m.
Stai per uscire dalla cucina e tornare a dormire ma all'improvviso senti tremolare una tazza dietro di te. Ti volti, ma ancora una volta non vedi nessuno. Sospiri e ti giri per dirigerti verso la camera da letto e davanti a te vedi una faccia pallida e spettrale che ti fissa. Senti il cuore battere a mille, e poi te ne accorgi.
-Idiota!- gli sibili.
-Quanto hai pagato Pietro per convincerlo a farmi questo scherzo infantile?-
Clint scoppia a ridere e dietro a lui compare Pietro, anche lui che si sganascia dalle risate.
-Vedi, Saetta?- riesce ad articolare Clint fra una risata e l'altra. -Queste sono le gioie della vita. Guardala, guarda com'è sconvolta! Dobbiamo farlo più spesso, assolutamente sì. Via, via, non essere così rigida, era solo uno scherzo...-
Potessi incenerirli con lo sguardo lo avresti già fatto. Non li hai appesi agli sportelli della cucina per un piede solo perché Pietro è appena tornato e non vuoi che si faccia male di nuovo per colpa tua.
-Se ci riprovate io... Io... Io...-
-Tu...?- ti rifà il verso Pietro.
-Io vi cucinerò la pizza con l'ananas!-
-Noooo! Che schifo! Bleah! Puah! Puh!-
È bello quando tutto finisce in una risata, quando potete tornare tranquillamente a dormire.
Peccato che la pace sia finita così presto.

Ciauuuuuu!
Siamo davvero davvero davvero vicini ai dieSCi cappa, grazie a tutti! Scusate se aggiorno solo la sera ma è l'unico momento libero della ggiornata. Ci vediamo al prossimo capitolo!
~Freccy♥