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Minaccia aliena

Dopo la sfiancante corsetta con Steve, lui e Natasha mi hanno mostrato una tabella col programma di allenamento, presupponendo che, stavolta, sarei rimasta fissa a New York, 24 ore su 24, in modo anche di adattarmi al loro fuso orario.

<<Non che mi dispiaccia stare a New York, ma fra una settimana inizierà la scuola e io preferirei esserci>>

<<Sul serio ti preoccupi della
scuola?>> domanda Clint con un sorrisetto divertito.

<<Più che altro voglio stare con le mie compagne>> chiarisco.

<<Ora ha più senso questo innato amore per la scuola>> commenta sarcastico Tony.

Siamo tutti nel salotto, nessuno escluso, e quasi tutti hanno una fumante tazza di caffè in mano. Quando il mondo non è in pericolo, se la prendono piuttosto comoda.

Solo il Capitano e Natasha si sono alzati ad un'ora decente, beh, Steve anche troppo, ma almeno non si sono svegliati alle 10 come gli altri.

<<Tanto c'è il tuo clone, di che ti preoccupi?>> chiede ancora Clint.

<<Si, a parte che è un mio doppio, non un clone, ma comunque ciò non implica che le nostre menti siano collegate. Mi spiego meglio: io non vedo quello che fa l'altra me, se non quando ci riuniamo tornando ad essere uno; il resto del tempo è come se fossimo due persone senza alcun legame. Quindi, la mia intenzione è rifondermi col mio doppio, seguire il primo giorno di scuola, sdoppiarmi nuovamente e tornare qua. Semplice no?>> spiego, nel modo più semplice possibile.

<<Direi che si può fare>> stavolta è Steve a dire una propria opinione, <<a patto che poi resterai qui finché il tuo addestramento non sarà terminato>>

Gli altri Avengers annuiscono all'idea del Capitano, e anche io non posso non essere d'accordo.

<<D'accordo>> rispondo guardandolo.
<<Cominciamo?>> domando sfregandomi le mani, un po' per la tensione, ma anche per l'eccitazione.
"Che ficata! Mi allenerò con gli Avengers! Al diavolo la scuola, questa sarà la vacanza più bella della mia vita!!" penso, cercando di contenere l'emozione e mostrarmi seria almeno un po'.

Un perpetuo e fastidioso allarme interrompe il flusso dei miei pensieri; su uno schermo appeso alla parete appare la visuale di un satellite, o almeno penso che lo sia, visto che è ben visibile la Terra, il sole, molte chiazze di stelle e anche.... un'enorme astronave.

<<Signore, il satellite 3-ST69 ha rilevato la presenza di una nave aliena molto vicina al pianeta. Attivare i protocolli di sicurezza?>> sento chiedere la voce robotica di F.R.I.D.A.Y.

Un attimo di silenzio segue la domanda del programma informatico, tutto troppo interni ad osservare scrupolosamente lo schermo, cercando di capire chi possa essere così sfrontato da attaccare la Terra, ma anche tremendamente spaventati.
L'ultima volta che qualcuno ci aveva invaso non era stato un bello e piacevole spettacolo.

Stark sussulta impercettibilmente, sgranando gli occhi e, come molti, corruga le sopracciglia, perso a rinvangare i ricordi del precedente scontro con alieni.

Io passo lo sguardo dallo schermo a loro, aspettando che decidano la mossa da fare, o una qualsiasi altra loro reazione perché sembrano incantati.

<<Ehi, Terra chiama Avengers, ci siete? Bisogna decidere cosa fare, loro non aspetteranno i nostri comodi!>> li richiamo attirando la loro attenzione e, fortunatamente, risvegliandoli da quel momento di trans.

<<Ah ragione, non possiamo aspettare. Dobbiamo fermarli>> mi appoggia Wanda, indicandomi col capo, e io le rispondo con un piccolo sorriso ed un cenno del capo, ringraziando che almeno lei sia ancora con i piedi per terra.

Torno a guardare lo schermo, notando quanto si sia avvicinata l'astronave e che navi più piccole assieme alle "balene spaziali", le stesse che si erano presentate nella battaglia di New York alcuni anni fa, stiano uscendo da più hangar contemporaneamente.

Quelle creature fanno intendere al volo chi sia la minaccia e che non c'è un minuto da perdere.
Stark da il consenso per l'attivazione dei satelliti anti-alieni, come li ha definiti lui, che ha ideato e poi lanciato nello spazio in questi anni, dopo gli eventi traumatici e rivelatori di New York.
Dopo essere venuto a conoscenza che la minaccia di altri invasori alieni era ben fattibile, ha pensato bene di progettare delle armi, anche se un po' controvoglia, visto che già da alcuni anni aveva smesso categoricamente di fabbricare armi di ogni tipo (ad eccezione delle sue fantasmagoriche armature), in modo da essere pronti ad una prima difesa in caso di eventuali successive invasioni, e non posso che dire che ha fatto più che bene.

Le navicelle e quei mostriciattoli volanti si avvicinano velocemente, tanto che, guardando fuori dalle vetrate del salotto, riesco a scorgere le prime astronavi arrivare, dalle quali si notano i singoli mezzi dei chitauri uscire e disperdersi nel cielo, diretti in tutta la città.

<<Dobbiamo evacuare la città
subito!>> esclama il Capitano, ora con lo scudo in mano, chissà quando lo ha preso poi.

<<Io avverto Fury, voi...>> Natasha non fa in tempo a concludere la frase che uno di quei bastardi alieni, a bordo del suo mezzo, ha infranto i vetri fiondandosi dentro l'edificio, iniziando a sparare a raffica in ogni direzione tentando di colpirci.

Mi abbasso e rapidamente mi fiondo dietro il divano per ripararmi, mentre Steve rovescia un mobile usandolo per ripararsi assieme a Wanda, Clint e Natasha.
Visione non fa una piega, dato che i colpi lo attraversano per merito della Gemma che ha sulla fronte, e con la stessa colpisce con un raggio di energia lo sgradito ospite, permettendoci di uscire dai nostri nascondigli.

Nel frattempo Natasha ha avvertito Fury della minaccia, Tony si è indossato l'armatura mentre Thor ha richiamato a se il suo martello, preparandosi a colpire i prossimi nemici; il Tonante si fionda dalla finestra, non prima di averci avvisati che intende attaccare e distruggere le astronavi più vicine, e spicca il volo aggrappato a Mjöllnir.

Anche Tony prende il volo dopo aver attivato la ricetrasmittente ed averne date poi una ciascuno, me compresa, così da ideare un piano nel mentre fermiamo il pericolo per il quale serve il piano. Chiaro no?

Il panico dilaga nelle strade di New York, i cittadini urlano in preda alla più viva paura per il ritorno degli alieni, gli stessi dell'ultima volta tra l'altro, che non si fanno scrupoli a sfondare le vetrate degli edifici e far fuoco su ignari lavoratori, favorendo il veloce diffondersi del caos in tutta Manhattan.

Noi altri rimasti alla torre non perdiamo tempo, ci fiondiamo all'ascensore e in pochi secondi siamo al piano terra e raggiungiamo l'esterno.

Io seguo il gruppo a ruota, cercando di farmi venire qualche idea le sfruttare al meglio i miei poteri.
Osservo Wanda distruggere alcuni di quei cosi volanti che passano sopra le nostre teste; ricordo gli istanti in cui ero con mio fratello, facendolo impazzire e sentendolo deridermi per fingermi uno jedi...
Ma certo!

Di nome non lo sono, ma di fatto sono come uno jedi! Che ideona!
Alla fine aver sprecato ore e ore per guardare un sacco di film mi tornerà utile!

Sento il frastuono di una bomba appena esplosa, voltando il capo a sinistra noto l'entrata di un edificio che sta crollando, sotto il quale però sta passando, o almeno stava passando, una coppia di persone.
Allungo veloce il braccio sinistro teso verso i detriti che stanno per schiacciarli, bloccandoli appena in tempo. I due mi guardano esterrefatti un secondo, per poi riprendere la loro corsa all'interno dell'edificio in cerca di un riparo.

La sensazione che provo è indescrivibile; poter usare la telecinesi, sentendo l'energia come uno spostamento d'aria che ha circondato quei massi permettendomi di tenerli sospesi in aria, una cosa assurda! Quello che sono capace di fare è assurdo! Le altre cose che mi sono appena balenate in mente, che molto probabilmente posso fare, sono assurde! Ma non ho il tempo per i test, meglio limitarsi a fare qualcosa che sono certa di riuscire a fare, anche se non è molto.

Affianco Wanda, coprendoci le spalle a vicenda e aiutando i civili in zona a trovare rifugio, allontanando con i nostri poteri i chitauri vicini ai terrorizzati newyorkesi.

Un gruppo di alieni ci circonda, dandomi la possibilità di divertirmi un po'; anche se siamo nel mezzo di una battaglia, dovrei essere seria e attenta, continuo a pensare come una ragazzina nerd intenta a giocare ai videogame. Non mi è ancora familiare tutto questo, mi sembra una cosa astratta, lontana ed estranea, una cosa che non è davvero reale, è solo come uno dei tanti sogni che ho fatto, come uno dei tanti pensieri folli e stravaganti che ho concepito durante le infinite e noiose ore di scuola.

Sono nel mezzo della battaglia, eppure ho una sicurezza dentro che mi sembra strana, lo stesso mix di ansia e determinazione che provo ogni volta che, in un sogno, mi ritrovo in mezzo ad uno scontro, perché alla fine ogni sogno è o finisce in uno scontro.
Questo da conferma alla mia precedente teoria: i miei sogni non erano altro che una preparazione, probabilmente indotta dalle Gemme, al fine di essere pronta non appena esse si sarebbero fuse con me, rendendomi l'Avatar.
Ma cosa vuol dire Avatar? Qual è il mio compito? E perché sono stata scelta io?

<<Attenzione!>> sento urlare da qualcuno che riconosco come Falcon, facendo sollevare a me e Wanda gli occhi al cielo, dove uno di quei mezzi alieni sta per schiantarsi addosso a noi.

Entrambe ci allontaniamo correndo, evitando di poco i resti del veicolo, ridotto a ferraglia.

Torno a guardare su, osservando Falcon allontanarsi inseguito da 4 di loro; non so come siano messi gli altri, nemmeno come è messa la situazione in generale.

<<Ragazzi mi ricevete?>> domanda la voce di Tony all'auricolare che ho posto all'orecchio destro.

<<Forte e chiaro>> risponde Wanda premendo un pulsante sull'aggeggio.
Poi Tony riprende a parlare, la voce  decisamente preoccupata.

<<Sono troppi, non riusciremo a fermarli>>

<<Ce la abbiamo fatta l'altra volta, ci riusciremo anche questa>> ribatte fiducioso il Capitano.

<<Sono molti più dell'altra volta, e stavolta il centro di comando è molto più protetto, non possiamo abbatterli come l'ultima volta>> spiega, la voce affranta di uno già sconfitto.

<<Non possiamo mollare!>> ribatte ancora Steve, deciso a dare il tutto per tutto.

<<Non abbiamo possibilità! Non hanno invaso solo New York, sono in tutto il mondo!>> continua, sempre più preoccupato, Tony.

A quell'affermazione tutti ci fermiamo per quel che istante, metabolizzando le parole da lui appena pronunciate.

<<Stai dicendo che non possiamo fermarli?>> la voce tremolante di Natasha interrompe il silenzio che si era creato; sono ancora incredula, le cose sono precipitate nel giro di poco, troppo poco tempo.

<<Questa volta è game over per la Terra>> dice infine Tony, completamente sfinito, non per la battaglia, ma per l'effettività della situazione.

I chitauri sono ovunque, e noi riusciamo a malapena a bloccare quelli a Manhattan.
E loro sono solo i pedoni; quando arriverà il pezzo grosso, allora non avremo più vie di scampo. E io so perfettamente chi c'è a guida dei chitauri, i loro vero comandante; Loki non lo era di certo, era il generale in carica per quell'occasione, ma lui.... lui è molto peggio.

Altri chitauri accerchiano me e Wanda e iniziano a spararci con quelle specie di lance; il Capitano, che era in zona, si unisce alla mischia aiutandoci come può perché sono davvero molti, tanto che ci stanno sovrastando.

Con la telecinesi ne allontano uno, un altro lo faccio sbattere contro il compagno; poi noto un'auto e la scaglio contro un gruppo alle spalle del Capitano che, impegnato in un corpo a corpo con tre di loro simultaneamente, non ha visto gli altri arrivargli alle spalle.

Purtroppo però nell'impedire che Steve venga colpito non mi accorgo di uno di loro che, rialzatosi, ha impugnato nuovamente la sua arma, caricato il colpo e mirandomi, per poi colpirmi alla schiena.
Vado a terra, spinta dal colpo al plasma, rotolando un paio di volte, graffiandosi braccia e viso, provando un dolore lancinante nella zona bassa della schiena e sentendo le gambe un po' intorpidite dalla scarica.

Il Capitano, liberatosi dei suoi aggressori, mi ha vista cadere alle sue spalle e mi ha raggiunta subito.
Provo a sollevarmi facendo leva con le braccia, sentendo il dolore lievemente attenuato; forse le Gemme mi garantiscono una maggiore vulnerabilità ai colpi, anche se al momento dell'impatto il dolore era molto forte.

<<Stai bene?>> domanda preoccupato il Capitano, inginocchiandosi al mio fianco e aiutandomi ad alzarmi tirandomi per il braccio.

<<Tutto ok, non preoccuparti>> rispondo calma, ma nel farlo non riesco a nascondere una smorfia dovuta al dolore alla schiena.

Steve si guarda intorno, dove c'è la devastazione più totale, per poi riportare il suo sguardo su di me e fissarmi intensamente.

<<Ora ascoltami attentamente>> mi afferra per le spalle per dare più enfasi alle sue parole, portando la mia attenzione su di se. <<Devi andartene, fuggire lontano dalla battaglia>>

<<Cosa?>> urlo sconvolta, facendo sì che Wanda si volti ad osservarci.

<<Devi andare. Non puoi restare qui, ti uccideranno, non sei ancora pronta>>

Io continuo a guardarlo, sempre più confusa ma anche spaventata.

<<La cosa si sta rivelando più grande del previsto, e so che tu puoi risolvere le cose, ma non ora. Scappa adesso, torna quando sarà il momento>>

Capisco cosa intende il Capitano e gli faccio un cenno di assenso col capo, sapendo che non cambierà questa sua decisione e che sia irremovibile al riguardo.
Ma dove potrei andare? Stark ha detto che sono ovunque, non troverò mai un posto in cui ripararmi, e se anche fosse Thanos riuscirebbe a trovarmi in ogni angolo di universo dove io decida di nascondermi. A meno che...

<<Tornerò il prima possibile, resistete>>

Steve annuisce, per poi tornare a combattere lanciando il suo scudo, lo stesso fa Wanda coi suoi poteri, che si era concentrata per lasciare me e il Capitano parlare senza interruzioni da parte degli alieni.

Varco la soglia della Tower, che chissà come è sgombra, iniziando a concentrarmi sulla destinazione.
Forse Thanos potrebbe trovarmi ovunque io sia in questo universo, ma non certo in un altro.
Non so se riuscirò ad aprire il portale per un altro universo, ma vale la pena tentare.

Mi concentro più del solito, scavando dentro di me in cerca della Gemma dello spazio, che mi permetterà di compiere questo viaggio.
Non me ne accorgo, ma velocemente un'aura azzurra mi sta avvolgendo, più energia di quanta ne abbia mai raccolta, e sono certa che mi servirà tutta.
Quando credo che sia abbastanza rilascio con un gesto secco l'energia davanti a me, e il portale prende forma.

Mi guardo un attimo dietro, dove so che, oltre la porta di ingresso, la battaglia sta infuriando, impegnando Avengers, agenti di polizia e chi lo S.H.I.E.L.D. ha tra le sue file in una guerra che per certo non vinceranno.

Non oggi almeno.

E io sono qui che fuggo via, abbandonando i miei compagni, tutte quelle persone innocenti costrette a subire le brutalità di questo scontro, lasciando il mondo nelle mani di quel pazzo di Thanos.

Scuoto la testa, dicendo a me stessa che tornerò, promettendomelo come l'ho promesso a Steve, e li salverò, farò tutto il possibile per salvare il mondo e proteggere tutti i suoi abitanti, anche a costo di morire.
Perché andare contro Thanos è come tentare il suicidio.

Ma è giusto così.
È questo il mio compito.
Proteggere il mondo, proteggere l'universo da esseri pericolosi e malvagi come Thanos.
Il mio compito è custodire l'universo.

Con questi pensieri in mente, mi getto nel portale, venendo risucchiata da un tunnel colorato, volando nel vuoto.

Questa è l'ultima cosa che ricordo, poi il buio.

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