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L'ultima battaglia - parte 1

«Questo è tutto. Grazie ancora per l'ospitalità direttore Fury.»

«Nessun problema. Torna quando vuoi, Spidergirl. Ma evita di portarti dietro i problemi la prossima volta»

«Ci proverò. Allora Spidy sei pronto ad esplorare un altro universo?»

«Sicuro! Sarà un piacere aiutarti»

«Ricordati il piano: io distraggo Thanos e tu localizzi e liberi gli Avengers. Sperando che siano ancora vivi» sospiro all'idea che i miei compagni siano morti. Devo pensare positivo; non può averlo uccisi. Semmai lo farà non appena comparirò davanti ai suoi occhi. Thanos è un essere spietato e crudele, la cosa più logica è che abbia pianificato di farmi soffrire il più possibile. Spero solo che non abbia trovato la mia famiglia o i miei amici.

«Tranquilla! Ho già partecipato a missioni simili» si vanta testa di tela con aria da presuntuoso.

«Anche in situazioni di "fine del mondo/guerra più totale"?»

«Ehmmm...»

«Appunto»

Fury sospira esasperato, mentre io mi appresto ad aprire il portale che ci condurrà entrambi nel mio universo.

«Non mi mancava affatto il tunnel multicolore» commenta Spiderman al ricordo dei viaggi nel multiverso assieme a Goblin.

Non perdiamo ulteriore tempo e ci buttiamo nel portale, chiedendoci cosa ci aspetterà una volta arrivati dall'altra parte.




New York non è mai stata così spettrale.

Le strade sono desolate, piene di macerie e, purtroppo, cadaveri.
Una morsa mi stringe il petto alla vista di quei corpi martoriati distesi sull'asfalto.
Come hanno potuto essere così sadici?

«La pagheranno per questo» dico sottovoce stringendo i pugni.
«Forza Spidy, abbiamo una missione da compiere.» aggiungo poi.

Spidy attiva la modalità mimetica del suo costume, mentre io divento invisibile grazie ai miei poteri.

Il cielo è oscurato dalla moltitudine di astronavi che sorvolano il cielo; sopra la città Thanos ha postato la nave madre, ed è immensa, copre quasi tutta la città.

Passiamo inosservati alle pattuglie di terra come a quelle in cielo, proseguendo senza intoppi fino alla Avengers Tower, che troviamo deserta.

Spidy si mette al lavoro, avviando la strumentazione e in particolare Jarvis, mentre io mi preparo psicologicamente alla battaglia.

"Forza e coraggio. Tocca a me. È il mio destino, io sono l'Avatar. Thanos pagherà per tutto quello che ha fatto"

Già, pagherà un caro prezzo, ma avrò il coraggio di ucciderlo?
Ho sempre pensato, immedesimandomi in questa realtà che prima non esisteva, di ottenere dei poteri, ma giurando a me stessa di non uccidere mai nessuno.
Anche adesso la penso così, però stiamo parlando di Thanos: i suoi crimini contro intere galassie sono risaputi, la sua punizione sarebbe più che giusta. Eppure non riesco a convincermi che eliminarlo definitivamente sia la scelta più giusta.
Lo capirò quando lo avrò difronte.

«Io vado a fare un po' di casino, tu rintraccia gli Avengers. Conta che potrebbero trovarsi lassù, perciò tieni acceso il comunicatore» lo avviso ricevendo un segno di assenso.

Lo stomaco mi si stringe per la tensione, non ho mai provato una così intensa paura. Ma devo farmi coraggio.

"È per il mondo"

Mi butto dalla terrazza della torre rendendomi nuovamente visibile, sparando raggi di ghiaccio ai chitauri che incontro.
Vengo subito avvistata dalle truppe a terra, che immediatamente danno l'allarme.

Lo scontro finale è iniziato.

******

Ilaria si è buttata. Spero che non le succeda niente.
La conosco solo da una settimana, ma ho capito fin da subito che è una ragazza forte e determinata. Dolce e sensibile. Straordinaria e meravigliosa. Pazza come me. Sto diventando sdolcinato?

No, è carino fare dei complimenti a qualcuno.

Secondo me invece hai esagerato, sei stato schifosamente dolce. Però lei se li merita tutti.

Voi due che andate d'accordo? Aiuto! Il mondo sta per finire.

Ma ti sei guardato intorno?

Ah già..

Lo Spider-angelo e lo Spider-diavolo sono d'accordo su qualcosa. Wow. Mai successo. Che sia forse un segno?

Guarda lo schermo! Jarvis si è riattivato!

Grazie per l'indicazione, piccolo me.

Avere delle voci nella testa è sfiancante, ma sanno essere utili.

«Salve. Come posso esserle utile signore?» mi chiede una voce robotica ma in qualche modo confortevole.

«Signore, ooh, ma no dai, eh eh, così mi fai arrossire.» tossisco per riprendere il filo del discorso. «Jarvis, sai dirmi dove sono tenuti prigionieri gli Avengers?»

«Un attimo. Calcolo delle loro posizioni in corso. Avengers localizzati. Posizione attuale: Triskelion. Vuole che entri nel sistema di sorveglianza della base S.H.I.E.L.D.?» dice Jarvis.

«Sarebbe fantastico!» rispondo entusiasta. È stato più facile del previsto.

In un attimo Jarvis è penetrato nei sistemi di sicurezza del Triskelion, mostrandomi in seguito le riprese in tempo reale delle telecamere esterne, quelle dell'atrio e di alcuni corridoi e, infine, quelle delle prigioni, attraverso cui noto subito il signor Stark e Thor incatenati in celle separate. Probabilmente sono tutti nelle stesse condizioni: malridotti, pieni di ferite e forse con ossa rotte. Forse anche senza il forse.

«Jarvis, per caso hai un comunicatore da darmi così che possiamo comunicare?»

«Certo signore. Ce ne sono alcuni nel laboratorio al 64esimo piano.» risponde con lo stesso tono di voce.

«Perfetto.»

Velocemente vado a recuperarne alcuni, uno per me e altri per gli Avengers.

«Uuuh, ma cosa abbiamo qui?» commento con voce stridula, iniziando a spostare alcuni massi riportando in superficie i pezzi di una delle armature di Tony. Solo un guanto sembra funzionante; lo recupero e lo indosso, un'arma in più può sempre servire.

«Jarvis, guidami fino al Triskelion. È ora di liberare gli Avengers»

«Come desidera signore»

Sfreccio a tutta velocità fra i grattacieli di una devastata New York, chiedendomi dove si trovi in questo momento Ilaria. Ho paura che possa accaderle qualcosa di brutto.

Di volo sento l'auricolare vibrare, una chiamata in arrivo.

«Spidy mi ricevi? Spidy?» domanda con tono un filo preoccupato Ilaria.

«Forte è chiaro comandante! Li ho trovati, sono nelle prigioni del Triskelion!» la informo, rasserenato dall'averli già localizzati.

«Grazie al cielo!» sospira, decisamente sollevata. Non la biasimo, era preoccupata da morire che loro fossero...

«Ora è meglio se riattacco, sto per infiltrarmi» le dico.

«Fa attenzione» mi avverte, e sento chiaramente che, dal tono di voce che ha usato, non è per niente tranquilla.

«Sta tranquilla! Andrà tutto bene!»
cerco di infonderle un po' di positività. In questo momento serve ad entrambi.
Chiudo la chiamata e spengo l'auricolare, per evitare il rischio di essere scoperto a causa del rumore.

«Signore, la base è sorvegliata all'esterno da una cinquantina di chitauri. Preparo una manovra di infiltrazione?» mi comunica Jarvis dopo aver scandagliato attraverso i satelliti l'area.

«Eh? Ah si sì, sarà molto utile» rispondo. Non mi ero accorto che sono già arrivato al Triskelion: è ridotto a un disastro! A Fury verrebbe un infarto a vederlo ridotto così. L'edificio con le pareti un vetro è stato demolito; è una fortuna che gli edifici ai lati siano rimasti illesi.
Attivo la modalità mimetica, tenendomi pronto per l'operazione di salvataggio.

«Manovra pronta signore» mi informa Jarvis.

«Bene, si parte!!!» urlo, ricordandomi solo dopo di tapparmi la bocca. Il mio entusiasmo a volte mi fa dimenticare l'importanza del silenzio.

Entro nella struttura più a sinistra; mi introduco nei condotti dell'aria, finendo nella zona inferiore dell'edificio.
Esco poi da una grata, notando subito la presenza di numerosi chitauri.
Le prigioni devono essere vicine.

Vado avanti, svoltando numerose volte in quel labirinto di corridoi, ritrovandomi dopo 10 minuti davanti a un enorme portone di metallo.

«Jarvis, puoi aprire la porta?» chiedo sottovoce nell'auricolare.

«Potrei signore, ma glielo sconsiglio. La zona è ben sorvegliata, sia da chitauri che da telecamere. Le consiglio di introdursi nuovamente nei condotti dell'aria, accedendo dal condotto nel corridoio a sinistra.» mi comunica velocemente.

«D'accordo, grazie Jarvis»

«Prego signore.»

Faccio come mi ha consigliato, e in meno che non si dica sono nelle prigioni.

Individuo subito le celle dove gli Avengers sono rinchiusi, il problema è che non sono le normali celle che usa lo S.H.I.E.L.D. Queste sono state migliorate utilizzando tecnologia aliena.

«Jarvis puoi aprirle?» domando speranzoso.

«Credo di poter fare un tentativo.»

Il che vuol dire che c'è la possibilità che non riesca ad aprirle.

«Temo di non poter ad nulla signore» mi avvisa.

Dannazione!

«Per caso hai bisogno d'aiuto?»

******

«Prendi questo lurido bantha!» sbeffeggio un chitauro colpendolo dritto in faccia con un pugno caricato di energia cosmica, facendo sí che vada a sbattere contro un'auto, che a causa della spinta viene sbalzata indietro di diversi metri. Grazie per la dritta Sakura!!!

Questi cosi sembrano non finire mai; saranno venti minuti che vado avanti stendendone uno dopo l'altro con calci, pugni, o ferendoli col fuoco e intrappolandoli in blocchi di ghiaccio o ancora smuovendo la terra e bloccandoli, evitando abilmente i colpi di blaster e le scariche di elettricità che fuoriescono da quelle loro lance.

Non ho tenuto conto di quanti ne ho abbattuti, ma sicuramente sono tanti.

«Aaaah, basta! Sto solo perdendo tempo! Dov'è quel verme di Thanos? Eh? Dove si nasconde??» urlo furibonda allontanando con delle correnti d'aria i chitauri davanti a me.

Salto aggrappandomi ai grattacieli, lanciando ragnatele per spostarmi altrove e avvicinarmi ad alcuni chitauri che stanno su quei loro strani trabiccoli volanti.

«Non ti dispiace prestarmelo vero?» domando, retoricamente, salendo sul mezzo e buttando di sotto il chitauro che era al comando. Credo che si sia fatto male. Ops.

Ci metto poco a capire come far partire quel mezzo, lo avvio e parto, volando ad alta velocità fini a raggiungere la nave madre, dove "spero" per così dire di trovare Thanos.

Sinceramente ho una fifa tremenda di incontrarlo, ma non posso fare altrimenti.
Sapevo che questo giorno era arrivato, lo avevo persino sognato una volta se non ricordo male, ed è compito dell'Avatar proteggere l'universo da esseri come lui.

Spero che Spidy nel frattempo abbia rintracciato gli Avengers; il loro aiuto, anche minimo, potrebbe rivelarsi decisivo per sconfiggere Thanos.

Forse è meglio chiamarlo, per vedere se è ancora vivo.

«Spidy mi ricevi? Spidy?» dico all'auricolare.

«Forte è chiaro comandante! Li ho trovati, sono nelle prigioni del Triskelion!» comunica felice.

«Grazie al cielo!» sospiro sollevata, continuando il tragitto verso l'astronave, ormai prossima a raggiungerla.

«Ora è meglio se riattacco, sto per infiltrarmi» mi avvisa.

«Fa attenzione» lo avverto, preoccupata per lui.

«Sta tranquilla! Andrà tutto bene!» replica lui per convincermi, ma forse per convincere anche se stesso.

Chiude la chiamata.
Forse gli servirà aiuto, sono certa che se fossero rinchiusi in delle banali celle non avrebbero problemi a liberarsi; è più probabile che le celle siano state rinforzate.

Meglio mandargli un mio clone, gli sarà d'aiuto.
Mi sdoppio nel giro di qualche frazione di secondo, inviando il mio clone, resosi invisibile, al Triskelion.

Nel frattempo, sono atterrata in un hangar stracolmo di chitauri. Loro vedendomi interrompono le loro attività, guardandomi dapprima confusi, realizzando solo dopo che sono un'intrusa, e puntandomi quindi le loro armi contro.

«Bene stupidi Hutt, let's dance!»

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