Anche il corpo va allenato!
Quando mi sveglio sono già le 12:13.
<<E potevano anche svegliarmi!>> commento con la voce ancora impastata dal sonno, stiracchiando gambe e braccia.
Non ho mai dormito fino a tardi, quella è una prerogativa di mio fratello, ma se non mi sono alzata finora deve pur esserci un motivo.
"Forse ho usato troppe energia e di conseguenza ho dormito più del solito per recuperare" rifletto alzandomi dal letto e dirigendomi in cucina, dove da un cassetto sotto i fornelli tirò fuori una tovaglietta e dalla lavastoviglie invece prendo una piccola, ma proprio piccola, tazza viola. Faccio per prendere il latte quando riguardo l'ora sul forno; mi rendo conto che non ha senso fare colazione quando fra un'ora o due pranzerò, perciò rimetto via tazza e tovaglietta e prendo il pane posto sulla mensola accanto ai fornelli. R cupreo un coltello e taglio un paio di fette.
Terminato lo spuntino torno in camera mia, mi vesto e poi mi sdoppio. Ora che il mio clone è qui, posso con tutta tranquillità tornare a New York.
La saluto veloce, avvisandola di informare mio fratello, per poi aprire il solito portale azzurrognolo ed arrivare sull'immenso balcone della Tower.
Il sole qui non è molto alto, quindi è ancora presto per sperare che gli Avengers siano svegli e pronti per allenarsi.
"Sono circa le 6, minuto più minuto meno, perciò potrei dedicare le prossime... vediamo... due ore circa a fare un giro in città. Tanto se mi perdo mi basterà nascondermi in un vicolo e aprire un portale per tornare"
Da dove sono si vede una parte di Central Park, ho sempre desiderato visitarlo e fare una passeggiata lì, perciò mi sembra ovvio che quella sarà la mia prima destinazione.
Apro un altro portale, questa volta concentrandomi molto su un punto preciso del parco, sperando che al mio arrivo non ci sia nessun passante che mi scopra; appena il portale è aperto, lo attraverso un po' incerta, non sapendo se arriverò intera a destinazione, o se arriverò nel posto giusto, non essendoci mai stata.
La mia mente è il mio unico limite; scommetto che potrei aprire portale per ogni dove, senza nemmeno il bisogno di visitarlo o solo vederli, ma purtroppo continuo a impormi come dei limiti, dovuti alla mia precedente condizione di 'piccola e semplice umana'; fare cose simili prima era roba da fantascienza, perciò ora per me è impensabile riuscire a fare certe cose, ecco perché continuo a pormi questi limiti, anche se forse è meglio averne che non.
Attraverso il portale, e fortunatamente mi ritrovo dove avevo immaginato: sono sul marciapiede appena fuori dal parco, vicino ad una delle entrate. Intorno non c'è nessuno, per mia immensa fortuna, così non devo stare a spiegare quale arcano mistero si cela dietro la mia improvvisa comparsa dal nulla, evitando poi risvegliare qualche trauma post-invasione*.
Entro nel parco, ammirando il verde che mi circonda e ascoltando il soffio del vento fra gli alberi. Il parco è davvero molto bello. Sopra un albero noto persino uno scoiattolo che corre e salta fra i rami, per poi scendere lungo il tronco e continuare la sua corsa verso un albero lì vicino.
Inizio a passeggiare seguendo la strada battuta che fa da sentiero, che più avanti si interseca con un'altra strada, dove noto che, in lontananza, un uomo sta facendo jogging. È alto, molto muscoloso, biondo e alquanto familiare... "Ma è Steve!"
Quando mi nota inizia a rallentare e a fissarmi, intento a squadrarmi per cercare di riconoscermi. Io invece continuo a camminare fino ad arrivare all'incrocio, dove in pochi secondi arriva pure lui.
<<Capitano>> lo salutò con un cenno del capo.
<<Ilaria? Cosa... ci fai qui a quest'ora?>> mi domanda perplesso. Sul serio non riesce ad immaginarlo?
<<In realtà a casa mia è già mezzogiorno, è per ingannare l'attesa ho pensato di fare un giro per la città>> rispondo tranquilla, facendo spallucce.
<<Ah. Senti, che ne dici di fare un po' di corsa con me? Giusto per passare il tempo>> mi propone. Direi che la sua è una vecchia abitudine da soldato.
<<Si, perché no. Però non andare troppo veloce, è una vita che non corro. Fortuna che mi sono messa vestiti comodi>> dico guardando il mio capo d'abbigliamento: una t-shirt nera degli AC/DC, leggins neri e converse bordeaux basse.
Lo raggiungo e insieme proseguiamo nella corsa, anche se di tanto in tanto lui accelera, senza nemmeno rendersene conto tra l'altro, e quindi mi tocca chiamarlo per farlo rallentare un po'. Non andiamo troppo spediti, così ci resta fiato, o almeno ne resta a me, dato c'è lui non sembra avere tanti problemi, per parlare un po'.
<<Vieni sempre qui a correre la mattina presto?>>
<<Si, è una vecchia abitudine. Da quando mi sono risvegliato dal ghiaccio non ho perso le mie abitudini da soldato>>
"Ecco, appunto" penso sorridendo.
<<Tu invece? Hai detto che a casa tua è già mezzogiorno. Ti alzi sempre così tardi?>> mi chiede curioso.
<<In realtà no. Infatti mi sono alzata alle sette e non riuscendo ad addormentarmi ho sfruttato un po' di tempo per fare... una cosa>> spiego non sapendo bene come dirgli 'ho creato una stanza magica dov'è posso fare tutto quello che voglio, ma tu non puoi capire dato che, probabilmente, ancora non capisci come si usa un cellulare touch'.
<<E cosa esattamente?>>
<<Una stanza speciale dove allenarmi da sola>> rispondo, dopo aver riflettuto sulle parole da usare.
<<Potresti allenarti alla torre, a cosa ti serve un altro luogo in cui allenarti?>> domanda confuso.
<<Mica posso sempre venire alla torre, rischio di farmi beccare dai miei. E poi è molto utile: nessuno vede o sente cosa accade all'interno, anche la stanza stessa è invisibile, oltre ad essere introvabile da qualunque apparecchiatura, quindi posso allenarmi senza che nessuno mi veda. Inoltre, ho aggiunto una caratteristica particolare alla stanza>> spiego, totalmente presa dal discorso.
<<C'entra con la 'storia divertente' che ci devi raccontare?>>
<<Si>> mi limito a rispondere, ormai a corto di fiato, tanto che sono costretta a fermarmi.
Il Capitano si ferma a sua volta, controllando poi l'ora sul suo orologio da polso, probabilmente vintage.
<<Che ore sono?>> domando tra un respiro e l'altro.
<<Quasi le 7. Penso che per oggi possiamo fermarci qui.>>
<<Per oggi? Vuol dire che è in programma un'altra corsa senza sosta?>> domando strabuzzando gli occhi, colta di sorpresa dalla sua affermazione.
<<Certo. Non devi allenare solo i poteri, ma anche il corpo>> mi dice sorridendo, divertito dalla mia reazione.
<<Oh Gesù!>> dico esasperata, mentre con un cenno della testa mi sprona a seguirlo, riprendendo la corsa attraverso il parco e verso la torre.
Io lo seguo silenziosamente, concentrata a tenere regolare la velocità e a respirare dal naso e non dalla bocca, come mi ha insegnato il mio prof di ginnastica alle medie. Devo dire che mi è tornato molto utile, non che alle medie non fossi una brava corridori, solo che ora sono un po' fuori allenamento.
<<Non te la cavi male in quanto a resistenza>> afferma voltando un po' il capo per guardarmi correre, ad alcuni metri di distanza da lui. Fortuna che sta andando piano, altrimenti non gli starei dietro.
<<Ah ah>> bofonchio, iniziando a respirare dalla bocca, ormai stremata.
<<Resisti, siamo quasi arrivati!>> mi incita, come se ciò mi togliesse la stanchezza di dosso, ma ugualmente faccio come mi dice, riuscendo ad arrivare ai piedi della torre senza fiato, più morta che viva, con i polmoni che bruciano e il cuore che batte forte e veloce, tanto da sentire le tempie scoppiare.
<<Siamo arrivati>>
<<Ma va? Guarda, non me n'ero accorta>> rispondo sarcastica alla sua ovvia e inutile affermazione, recuperando pian piano la regolare respirazione.
Entriamo nella torre, avviandoci verso l'ascensore; lo chiamiamo premendo un pulsante e dopo pochi istanti arriva, e le porte di aprono.
Saliamo velocemente quasi tutti i piani della torre, fino ad arrivare al 45esimo, dove si trova il salotto e le stanze degli Avengers, o almeno di quelli che dormono qui, oltre a Tony.
Seduti sul divano ci sono Natasha e il dottor Banner, intenti a mangiare dei biscotti assieme a quello che dall'odore si direbbe caffè.
<<Buongiorno!>> li saluta allegramente Steve, mentre io, che sto ancora riprendendo fiato, mi limito ad un cenno della mano.
<<Non sapevo che stamane ti allenavi con Steve>> dice stupita Natasha.
<<Infatti non era previsto>> rispondo sbuffando, cosa che fa alzare gli occhi al cielo al Capitano.
<<Ti ha costretta?>> domanda incuriosito Bruce, staccandosi dalla tazza fumante e immischiandosi nella conversazione.
<<Più o meno>>
<<Ma non è vero! Te l'ho solo proposto, potevi benissimo rifiutare>> ribatte Steve, leggermente irritato dalla mia risposta.
<<Si ma potevi andarci leggero visto che volevo solo farmi un giro! E poi chi vuole correre alle 6 di mattina? Oltre te intendo>>
<<Ma non erano le 12 a casa tua?>> chiede con uno sguardo divertito e un sorrisetto sul volto di chi la sa lunga.
<<.... dettagli>> concludo sedendomi sul divano libero, abbandonando le gambe stanche sul pavimento e la testa sullo schienale del divano.
<<Dato che siamo in tema, oggi ti puoi allenare con me e Steve in palestra>> mi informa Natasha, decidendo la cosa sul momento.
<<Noooo! Non c'ho voglia!>> rispondo esasperata.
<<Eddai! Anche il corpo va allenato!>> ribatte decisa la rossa.
<<Non me ne parlare!>>
Note d'autrice
*mi riferisco all'invasione dei chitauri, avvenuta circa 3 anni prima delle vicende della mia storia (se non vi ricordate riguardatevi il primo film degli Avengers)
Commentate 🖊 e stellinate 🌟
Grazie a tutti quelli che leggono la mia storia 🤗
🌟🦋vostra Fra🦋🌟
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