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Capitolo sei - Si pazz'

JESSICA'S POV
"O' pccrè ja scetat."
Sentì scuotermi, aprì gli occhi e lì c'era Edoardo.
"Eduá amma parlá."
"Secondo te perché stong ca? Dai alzati che chiariamo sta situazione."
Mi sedetti e gli feci spazio sul letto; lui si sedette accanto a me e si schiarì la voce.
"Parto col dirti che mi spiace per ste settimane di lontananza. Jé quando io ti ho detto quelle cose l'ho fatto per te per-"
Non gli permisi di terminare la frase.
"L'hai fatto perché lo pensavi davvero, l'hai detto per questo motivo e basto Edo e va bene, però non puoi credere che io cambi atteggiamento con tutti solo perché a te non sta bene. Io non appartengo ai Conte e tu lo sai, tu mi devi protezione e nient altro, non ti sto chiedendo niente e nemmeno la voglio più la tua protezione qui dentro, mi basta che tu la dia alla mia famiglia fuori di qui."
Ecco che nasceva di nuovo la solita discussione.
"Sentimi bene ragazzina, io ho avuto pazienza e son venuto qua per parlare e chiarire, ma se tu manco mi lasci parlare allora mi sembra chiaro che tu non vuo chiare con me. Vuo' fa' la zucculell' e falla. Vuo' fa e tarantelle co tutti, bene accomodati, ma non venì a cercarmi più. La tua famiglia lo sai che sarà sempre al sicuro fuori da qua, ma io con te ho finito, non hai più la mia protezione, lo sapranno tutti che non m'appartieni più!"
"Non ti sono mai appartenuta cess' io n'appartengo a nisciun! E comunque c'ho chi mi vuole bene qua dentro, statti tranquillo frat ro cazz, nun teng bisogno i te!" Gli urlai addosso e lo spinsi, ma questa volta lui reagì.
Mi spinse contro al muro e mi mise le mani al collo.
"Non ti proteggo più nemmeno da me, quindi o mi porti rispetto o l'otterrò da solo. Sta volta ti lascio andare zoccl ma la prossima volta che mi manchi di rispetto mi dovrai pregare in ginocchio di avere pietá."
Mi lasciò andandosene; io mi accasciai a terra piangendo.
Adesso dovevo iniziare a temere per la mia vita.
Ora che Edoardo Conte non mi proteggeva più avevo davvero paura di quale sarebbe stata la mia sorte.
"Lino! Lino per favore puoi venire qui!"
Lino arrivò a passo svelto verso di me.
"Crè pccrè?! Che strilli?"
"Mi vuliss i' a fa na doccia."
"Va bene vai, io ti aspetto fuori."
Presi la mia roba e mi incamminai fuori verso le docce.
"Aspetta pccrè che forse ci sta qualcuno."
Lino entrò a controllare ma era impossibile, in quel momento dovevano essere tutti in mensa o in sala comune, infatti non capivo come Edoardo fosse passato in cella poco prima.
"Forza ragazzi veloci che c'è la ragazza che si deve lavare, voi avete il turno dopo con gli altri ragazzi."
Uscirono a petto nudo con un asciugamano in vita Milos ed Edoardo.
"Ma ci dovete scassa o cazz?! Non se la può fare dopo che ho finito?"
Edoardo si era lamentato ma non mi aveva guardata.
Se voleva provocarmi bene ci avrei pensato io a rispondere a tono.
"Lino mi fai il piacere di farli uscire che io mi voglio fare la doccia in santa pace, senza chest ca fet' e merd!"
"Il linguaggio Miraverde!"
Loro uscirono seguiti da Lino ed io entrai soddisfatta in spogliatoio.
"Così pensi di portarmi rispetto scem?" Mi si gelò il sangue, sapevo che era lui e dal tono si sentiva che stava incazzato.
"Te l'ho detto prima no? Non hai più la protezione mia e mi devi portare rispetto, e se non lo farai con le buone allora te lo insegnerò con le cattive." Io mi ero voltata e lo guardavo.
"Eduà che vuo' fa? Vedi che urlo! Lino arriva in un secondo."
Si avvicinava sempre in maniera minacciosa.
"Non penso proprio, anzi gli ho detto che avevamo bisogno di dieci minuti per noi pccrè. Mo' impari a portarmi rispetto."
Io ero immobile, avevo paura, ma non potevo chiamare aiuto, l'unico che potevo chiamare era Milos, ma dalla cella sua non mi avrebbe mai sentito.
Edoardo mi girò attorno e si sedette sulla panchina dietro di me.
"Ja forza vatti a fa sta doccia."
Era serio, il suo sguardo non traspirava emozioni se non rabbia.
"Edoà dai che stai facenn, vatten!"
"Te l'ho detto devi imparare a comportarti con me, non mi fa' incazzá di più Jè. Spogliati e fatti sta doccia."
Ero lì impalata, di fronte a lui che lo guardavo. Non riuscivo a muovermi. Non faceva sul serio.
"Vabbè che è ti devo dare una mano?" Si sollevò e venne verso di me.
"Edoà Ja non puoi farmi questo."
"Crè con Milos ci provi e di me ti spaventi? Su forza che se vuoi sai essere brava a provocare, nun fa a timida."
Questo non era l'Edoardo che conoscevo io, c'era qualcosa che non andava.
Mi poggiò una mano sulla spalla e mi tirò giù una bretella della canottiera.
Io tremavo.
"Pccrè non devi avere paura di me, io non ti farò mai del male, ma se stai senza la protezione mia questo è quello che potrebbe succedere."
Mi lasciò qualche bacio dal collo alla clavicola.
"Ja vatti a fa sta doccia, ij t'aspett fuori."
Non lo capivo, era un avvertimento? Mi voleva solo spaventare?
"Eduá cos'era tutta sta scenetta?"
"Principè ma secondo te io ti avrei davvero fatto qualcosa contro il tuo volere? Mai. Ma devi capire che se stai senza protezione qui dentro chiunque potrà fare di tutto con te senza problemi."
"Me ne vado allora, mi faccio trasferire. Mammá mi potrà venire a trovare anche fuori Napoli ora che ha l'aiuto della tua famiglia."
Si girò verso di me e a falcate mi raggiunse.
"No pccrè tu devi rimanere con me, io ne ho bisogno."
"Perché Eduá? Ij teng paura p me."
Mise le sue mani sui miei fianchi e mi tirò a sè.
"O' Jè, ij ti voglio bene, ti proteggerò a prescindere dalla cap e cazz che sei alle volte. Ij teng bisogno i te però, nun te n'ha i'."
Mi accarezzava i fianchi, mentre i nostri visi erano distanti millimetri.
Lo abbracciai forte, avevo anche io bisogno di lui, ma non sapevo quanto ne avessi bisogno.
Mi prese in braccio e poggiò le mani sul mio di dietro.
Si sedette sulla panca con me a cavalcioni su di lui.
Iniziò a baciarmi il collo e scese man mano verso il seno.
"Eduà... aspè."
Non mi dava retta, continuava a baciarmi. Con una mano mi teneva salda a sè e l'altra vaga sul mio corpo.
Dovevo prendere il controllo della situazione.
Gli afferrai il mento e gli sollevai il viso.
Lo baciai. Baciavo per la prima volta Edoardo Conte.
Mentre lo baciavo le mie mani passarono attraverso i suoi capelli scompigliandoglieli per poi mettergliele attorno al collo.
Iniziai a muovere il bacino lentamente su di lui, andavo piano finché non lo sentì ansimare nella mia bocca e stringermi il di dietro ancora di più.
"O' Jessica non ce la faccio più!"
Si sollevò sempre tenendomi su di lui ed entrò in una doccia, scesi da lui e poggiai i piedi per terra. Lui mi tolse la canotta, lasciandomi in reggiseno. Avevo ancora la gonna di jeans che avevo messo in barca, lui aprì l'acqua della doccia e continuò a baciarmi con foga.
D'un tratto mi girò poggiandomi faccia al muro, sentì la sua mano vagare verso il basso e sollevarmi la gonna.
"Edo che vuo' fa?!"
"Ah nennè, fai silenzio. Ja che pariamm nu poco."
La sua mano cercava di sfilarmi le mutande.
Mi cercavo di girare ed oppormi, ma lui aveva troppa foga.
Iniziai ad urlare.
"Edo lasciami! Edo togli ste mani!!"
"Nennè stai nu poc ferma, ci divertimm e poi basta e' ja, prima non parevi tanto casta no?"
"Edo nun vogl! Lino!! Milos!! Aiuto!! Lino!!!"
Sentì dei passi correre verso le docce, erano Lino e Milos
Dovettero scollarmelo tutti e due di dosso.
Edoardo sembrava sotto qualche stupefacente. Senza di loro non si sarebbe mai staccato.
"Prima fa la zoccola con me e poi ci ripensa a metà opera!!"
"Eduà ma che cazz ti prende!"  Lino lo prese dal colletto e se lo tirò dietro.
Milos rimase lì fermo.
"È vero? È la verità quello che ha detto Edo?"
Non riuscivo a rispondergli non sapevo che dire.
Lo guardai negli occhi e lo vidi guardarmi con del disgusto.
Era finita, qualsiasi cosa fosse, ora non avevo più alcun rapporto con lui.
Lui uscì dallo spogliatoio, io mi cambiai e dopo aver messo il pigiama mi diressi in cella.
Mi sdraiai nel mio letto e mi addormentai.
EDOARDO'S POV
Che cazzo avevo fatto.
Avevo perso il controllo, lei aveva voluto sfidarmi ed io ero solo stato al gioco.
"O' Lì lassm'. Non l'ho toccata senza che lei volesse, chiedilo pure a lei, teneva il gioco, poi ci ha ripensato e si è spaventata. Ja Lino non le farei mai nulla."
"Eduá n'altra strunzat e' chest e agg parlá con la direttrice."
"Oi Lino non ti preoccupare. Ci parl i' con sta ragazzina."
Lino mi lasciò tornare in cella dato che oramai stavano tornando tutti.
Dovevo muovermi a parlare con Jessica e chiarire questa situazione.
Entrai in cella, la vidi lì sdraiata nel suo letto che dormiva.
"Oi Jè. Ja scetat ammá parla 'mpress."
Lei aprì gli occhi e a vedermi si sollevò di scatto.
"Che vuo' fa Eduá? Per favore lasciami, ho imparato la lezione. Ti porterò rispetto te lo giuro."
Piangeva, era spaventata e si era fatta piccola piccola contro il muro.
"No Jè non devi avere paura di me. Vien accà pccrè." Mentre mi avvicinavo lei si attaccava di più alla parete, terrorizzata da me.
Mentre cercavo di avvicinarmi a lei entrò Ciro.
"Crè che sta succerenn ca? O' Eduá che ha sta pccrè. Nennè che succede? State discutendo? Ancora e ja!!"
Lei non parlava stava lì con gli occhi lucidi e sgranati dal terrore.
"Cì niente tranquillo adesso chiariamo figurati, andrà tutto bene, tornerà tutto come prima, lasciaci soli altri cinque minuti."
Ciro aveva annuito e stava per uscire ma Jessica si sollevò dal letto e corse verso Ciro.
"No Cì, non lasciarmi da sola con lui, non voglio più, per favore Ciro, te lo chiedo come mio fratello non come cumpagn."
Ciro mi fulmino con lo sguardo, la abbracciò e si abbassò alla sua altezza.
"Jé non devi avere mai paura di nessuno tu, specialmente della gente di cui io mi fido. Iss è fratello a me e quindi lo è anche per te. Vieni andiamocene a dormire, dormiamo assieme stanotte, così ti tranquillizzi."
"O' Cì, ti posso spiegare, i-"
Provai a spiegare ma mi interruppe subito.
"Edoà domani se ne parla, ora non ci scassá u cazz. Andiamo a dormire forza."
JESSICA'S POV
Ciro mi prese per mano e si avviò con me verso il mio letto. Lui si sdraiò e mi fece spazio per infilarmi accanto a lui.
"O' nennè, ricordati che finché stong ca cu te tutto andrà per sempre bene. Mo dormiamo nu poc, stong cu te."
Mi sdraiai accanto a lui, lo abbracciai e lui ricambiò. Mi addormentai tra le sue braccia e col suo profumo, lo amavo tanto, un vero amore fraterno, senza di lui non so come sarebbe andata quella sera.
"Ciro ti amo, sei davvero mio fratello e qualsiasi cosa tu avrai bisogno io sarò fedele a te e ai Ricci."
"Tranquilla tu ai Ricci ci appartieni da quando ti ho vista, sei sorm." Mi lasciò un bacio sulla fronte ed entrambi cercammo di cadere tra le braccia di Morfeo.

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