Capitolo 4 - Nuovi arrivi
JESSICA'S POV
Erano passate due settimane dal litigio con Edoardo, qualcosa era cambiato da allora, tutti erano più distaccati da me, non capivo perché. Mi svegliai, Edoardo e Ciro ancora dormivano e le celle erano state aperte.
Decisi di uscire ed andare da Milos, a vedere se ancora dormisse; nella sua cella c'era solo lui ancora sdraiato, i suoi compagni di cella non c'erano.
Volevo capire cosa c'era che non andasse, così chiamai cardio e gli chiesi se potesse far in modo che nessuno entrasse per una decina di minuti perché volevo parlare con Milos.
Entrai nella cella mi chiusi le sbarre alle spalle e tirai la tenda.
Lui era a pancia in su sdraiato, bello come il sole ancora dormiva.
Mi mancava, lui era sempre stato super affettuoso con me, ma nelle ultime due settimane sembrava essersi allontanato.
Mi avvicinai e lo chiamai, lo scossi leggermente e lui aprì gli occhi.
"Principè che ci fai qui, devi ascì su, Liz ti starà cercando per raggiungere le altre."
Era così dolce nello sguardo.
"Mi' che succede? Mi manchi."
"Teso' stong semp ca. Come ti faccio a mancare? C' vremm tutti i giorni."
Decisi di avvicinarmi di più e gli salì a cavalcioni.
"Da quanto tempo è che non mi abbracci? Eh!"
"Je' devi scendere se ci trovano così la rischiamo grossa." Le sue mani si posarono sui miei fianchi per farmi scendere.
Le sue mani sui miei fianchi mi facevano venire i brividi.
Strinsi le mie mani sui suoi avambracci.
"Ja Mi' abbiamo ancora una decina di minuti per stare assieme. Ij vogl' sta nu poc cu te."
Mi sistemai meglio su di lui facendo scontrare i nostri bacini.
Lo sentì sospirare, il suo respiro stava diventando un leggero affanno.
"No. Devi andartene da qua dentro. Non mi interessi in quel senso Jessica. Scendi subito."
Scesi da lui e uscì incazzata nera dalla sua cella ignorando anche il cardio.
Arrivai nella mia cella e decisi che quel giorno mi sarei divertita, era mercoledì ed avremmo passato la giornata assieme, ragazzi e ragazze.
Aprì l'armadio senza badare alla mancanza di Ciro ed Edoardo nella cella.
Decisi di mettere una gonna in jeans chiaro ed un top blu elettrico. Indossai la catenella d'oro che Ciro mi aveva regalato quando diventai ufficialmente parte del suo gruppo, misi le mie Nike bianche e blu, degli orecchini oro a cerchio e mi incamminai fuori dalla cella per raggiungere Liz.
"Uè bellil' staj cu noi oggi dai!"
"Comm si bell! Tutta sola."
Superai commenti e fischi e raggiunsi Liz.
"Giagliuncell' commè che si accussì bellil oggi?"
"Ja Liz, per darti un po' di competizione no? Ma tu sei sempre la più bella!!"
Liz mi fece passare avanti e raggiungemmo assieme le ragazze.
"Ciùciù ma comm' si bell!"
Menomale c'era silvietta.
"Silviè! T'agg parlá pur a Nadi, ja c'ogg pariamm!"
Trascinai Silvia con me verso la ragazza dalla chioma rossa, Naditza, una ragazza zingara dal cuore d'oro.
"Ma che succede oggi? Hai deciso di portarti tutti quanti ai tuoi piedi?"
"No raga voglio solo fargliela rodere un po' al gruppo di Ciro ed Edoardo. Mi stanno snobbando ultimamente, non capisco il perché." Raccontai alle due del fatto accaduto la mattina.
"Mo sai cosa? Gliela fai pagare a sto scemo e agli amici suoi."
"Forza ragazze! Andiamo adesso vi dividete in gruppi, 6 ragazze andranno con 6 ragazzi in barca con Beppe ed il comandante."
"Ja Liz noi 3 andiamo in barca!!"
"Non sta a voi decidere!!"
"Ja Liz guarda Jè commé bell' ogg! E su fatela uscire!" Silvia sapeva sempre convincere Liz con i suoi occhioni dolci.
"Allora tre delle sei ragazze saranno Jessica, Silvia e Naditza, poi le altre tre saranno Serena, Ginevra e Karim. Non voglio sentire proteste ragazze, prossima settimana sarà il turno di altre sei se oggi dovesse andar bene."
"E chi saranno i ragazzi eh? Diccelo Liz eddai!"
"Camminate e seguite il comandante forza! Non mi ci fate ripensare!"
Tutte e sei eravamo proprio un bel gruppetto ma io conoscevo bene Liz e sapevo già chi più o meno sarebbero stati i ragazzi.
"Ragazze mi raccomando sulla barca senza fa casini! Forza che i ragazzi ci aspettano nel van!"
Seguimmo il comandante e salimmo sul van della polizia, all'interno c'erano Milos, Ciro, Edoardo, Pino ed altri due ragazzi che credevo di non conoscere. Il ragazzo biondino per un attimo mi sembrava essere il ragazzo a cui avevo sparato quel giorno in piazza, non poteva essere lui.
"Ragazze, Ciro, Edoardo, Milos e Pino già li conoscete, vi presento questi due nuovi ragazzi, Giovanni e Vincenzo."
Vincenzo. Mi si gelò il sangue. Era proprio lui.
Rimasi zitta per tutto il viaggio, una volta scese dal van raccontai tutto alle ragazze che incredule mi chiesero se fossi sicura che fosse proprio quel Vincenzo.
Io ne ero sicura.
Salimmo in barca ed ero pentita di aver scelto quel look in quel momento, Vincenzo me l'avrebbe fatta pagare, ora che non avevo nemmeno dei rapporti saldi con i ragazzi come avrei fatto? Me la sarei dovuta cavare da solo.
Fuori di qua le famiglie di Ciro ed Edoardo ancora si occupavano dei miei fratelli e di mia madre, a me invece ci avrei pensato io.
"Ragazze venite un attimo v'agg parlà." Mi appartai con Nadi e Silvia in un lato della barca.
"Devo farmi perdonare da sto ragazzo prima che torniamo all'IPM, una volti tornati non potrei più dormire serena."
"Je' parlane prima con Ciro e gli altri. Vedi loro che vogliono fa'."
"No me la devo cavare da sola. Non posso più accollarmi a loro! Non vedete come sono distanti oggi?"
Mi alzai e mi incamminai verso Vincenzo e Giovanni sotto gli sguardi di Ciro e gli altri.
Vidi Edoardo e Pino partire ed alzarsi ma furono trattenuti da Ciro ed in seguito da Milos.
"Posso parlarti?"
Vincenzo balzò in piedi e mi venne contro.
"Che m'ha ricr tu eh?!"
"Ti vogl sul parlá niente di più."
"Giova' famm un favore, fai sedere sta ragazzina qui."
Il ragazzo accanto a Vincenzo si sollevò e si spostò in piedi dietro di lui.
"Dimmi pure."
"No stong cà p' me scusá. L'ho fatto perché dovevo, pe-"
"Quindi sei stata obbligata da Conte?"
"No. L'ho fatto perché io pensavo che fosse la soluzione per salvarmi. Tu m'avevi minacciata. Sparandoti sapevo che almeno la mia famiglia sarebbe stata al sicuro."
"E tu adesso come credi di essere? Al sicuro?"
"Lo so che adesso sono più a rischio di prima ma non mi importa. In qualsiasi modo andranno le cose la mia famiglia è al sicuro. È ciò che conta."
"Sai cosa? Io lo capisco che hai pensato prima alla tua famiglia, ma ora non è di te che mi voglio vendicare. Tu se vuoi potrai farti perdonare facilmente. Sappi solo di essere in debito con me e che se vuoi che tutto vada liscio dovrai farti perdonare."
"Io non penso di poterti essere d'aiuto in qualche modo. Non penso di potermi far perdonare da te. Posso solo chiedere scusa."
Feci per sollevarmi ed andarmene ma lui mi tirò con un braccio a sè.
"Che cazzo fai!"
"Ti ho presa subito al volo no? Inizia ad andartene salutandomi per bene e vedrai che inizierai a farti perdonare da me."
Non lo capivo.
"Non ti seguo. Non ti sto capendo Vincenzo."
La sua mano scese dalla mia schiena al mio culo e con l'altra mi afferrò un fianco sistemandomi su di lui.
"Che succede qua ragazzi! Jessica tutto ok?"
Menomale il comandante mi proteggeva davvero.
Sapevo che se avessi detto al comandante che non ero a mio agio Vincenzo me l'avrebbe fatta pagare.
"Tutto bene comandante, stiamo facendo conoscenza, non è vero ciùciù?"
Io annuì e sorrisi al comandante.
Quest'ultimo si allontanò e ci lasciò soli.
Vincenzo riprese a palparmi il culo.
"Ma che fai?!"
"Ti inizio a perdonare no? Come pensavi di farti perdonare? Con un semplice scusa?"
Aveva ragione dovevo immaginare che aveva altre intenzioni.
"Senti va bene, ma non qui, ci stanno tutti, non capirebbero. Ja lascia stare per ora per favore."
Lui tolse le mani dal mio lato b e iniziò ad accarezzarmi i fianchi.
"Certo, ci rifaremo stasera, tranquilla."
Mi lasciò un bacio sul collo, mi fece rialzare da lui e mentre mi girai per andarmene mi diede una pacca sul sedere. Non potei fare nient'altro che fingere un sorrisino.
Andai verso le ragazze e mi sedetti con loro.
"Je' ma che cazzo vuole quello. Ci penso io se vuoi. Lo annego all'istante se vuoi." Nadi era sempre pronta a proteggere me e tutte le altre ragazze ma me la sarei cavata; non avrei più coinvolto nessuno in questa storia.
"Stai tranquilla, anche tu Sil non succederà niente di grave, mi devo solo far perdonare ed ecco tutto. Vedrete che risolverò tutto. Vi fidate di me o no ragazze su?!!"
Le abbracciai e ci mettemmo a ridere tutte e tre.
"Nenné vieni un attimo."
Era Ciro a chiamarmi.
"Non te la prendere Cirù ma adesso mi sa che io e le altre ci prendiamo un po' di sole qua."
Ciro si sollevò e venne lui da me.
"Pccrè non tirare troppo la corda forza. Comandante posso insegnare a Jessica come usare le vele?"
"Certo Ciro, bravo, ci piace quest'iniziativa! Invece di stare come altri a prendere il sole."
"Forza pccrè andiamo." Mi trascinò con sé verso la vela maestro.
"Che stavi facendo con quello. Vedi che noi siamo qui per proteggerti. E a questo lo accirimm mo se solo mi dici che è stato inopportuno con te. Ma me lo devi dire tu, perché se io lo uccido faccio scoppiare fuori di qua una guerra tra famiglie."
"Non ce n'è bisogno. Stavamo solo facendo conoscenza non vi dovete preoccupare, me la so cavare."
"Meglio così! Nennè lo sai che ti voglio davvero bene ij vero?"
Si abbassò alla mia altezza e lo abbracciai.
"Perché allora state facendo così in queste settimane, siete lontani, parliamo poco e nulla, non scherziamo come prima. Lascia stare Ciro."
Mi stavo aprendo ma poi lo guardai negli occhi e non volevo farlo dispiacere.
"Senti Ci' andiamo dagli altri ti prego, fai tornare tutto com'era prima della discussione con Edo."
"Ja sal 'ngopp pccrè."
Mi prese sulle spalle e andammo dagli altri.
"Comandà putimm fa nu bagn?"
Il comandante annuì sorridendo mentre seduto parlava con Beppe e Lino.
Vidi lo sguardo di Edoardo cadere su di me, ma lo distolse subito.
Io scesi dalle spalle di Ciro e mi tuffai tra le braccia di Pino e Milos.
"Ja ragazzi! Mi mancate, mi manca scherzare con te Pino e stracciare sti sfigati al biliardo, e mi manc tu Milos, mi manca darti i baci, abbracciarti e fare gli scemi prendendo in giro Gaetano sssieme."
Pino mi strinse a sè.
"Tu sei sorella a me, pure tu mi sei mancata, non ti lasciamo più, o' vero ragazzi?"
Milos a sua volta mi abbracciò mi diede un bacio sulla guancia ed annuì alle parole di Pino.
"Ja ragazzi c' facimm sto tuffo o no?!" Ciro si tolse la maglia e si buttò in pantaloncini, lo seguirono a ruota Milos e Pino.
Edoardo un po' seccato si sollevò.
"E tu? Non ti va di chiarire?"
"O' Jè ma cosa dobbiamo chiarire eh? Va bene così, non ti ho mai promesso che avremmo costruito un legame, hai la mia protezione e anche la tua famiglia ce l'ha. Siamo apposto."
Si sollevò e si tolse anche lui la maglietta, per poi raggiungere gli altri in acqua.
"Dai Je' buttiamoci pure noi!" Le ragazze si buttarono in acqua in intimo, Io, Lino, Beppe, Vincenzo, Giovanni e il comandante eravamo rimasti sulla barca.
Non sapevo nuotare, non mi sarei mai buttata.
"Pccrè tu non vai?"
"Non so nuotare comandante."
Sentì tutti ridere sulla barca e Vincenzo si incamminò verso di me.
"Ja forza ti insegno io, andiamo dai."
"Ja nennè devi imparare prima o poi!" Lino mi spronò seguito a ruota dal comandante e Beppe.
Mi tolsi il top e la gonna rimanendo in intimo, vidi lo sguardo di Vincenzo scorrermi addosso.
"Forza dammi la mano che ci buttiamo assieme."
Da sotto la barca c'erano in acqua le ragazze ad incitarmi mentre i ragazzi mi guardavano in silenzio.
"Guarda me."
Mi voltai e lo guardai.
"Fidati ti aiuto io a risalire, non lasciarmi la mano."
Io e Vincenzo saltammo ma la mia mano scivolò via dalla sua e in quel momento ero certa di morire.
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