Capitolo 9
Passarono i giorni ma nessuna nuova giungeva dal regno di Nefeirn ed allo scoccare del decimo giorno, nonostante i preparativi per la spedizione fossero quasi terminati, Manha si sentiva sempre più agitata e d'animo cupo a causa del silenzio del suo maestro.
La giornata non si era destata dalla parte giusta del letto e da ore piangeva lacrime di pioggia che rendevano il suo umore ancor più nero ed inquieto; ma il peggio doveva ancora arrivare.
Per l'intera mattina Manha non era riuscita a trovare Helena, nonostante avesse girato per tutto l'accampamento, neppure Amy sapeva dove fosse finita.
Avrebbe tanto voluto parlarle perché la considerava il suo punto di riferimento, una figura con la quale potersi confidare, alla quale raccontare i propri dubbi e paure.
La sua assenza la intristiva e l'incessante pioggia la innervosiva.
Sapeva bene che la sorella aveva tutto il diritto di andare dove voleva e lei non poteva avanzare nessuna pretesa o chiedere alcuna spiegazione, ma si sentiva ugualmente nervosa nel non sapere dove fosse.
Soltanto nel tardo pomeriggio la virago fece ritorno all'accampamento ma non era da sola, assieme a lei vi era la guardia che le due avevano incontrato al matrimonio della principessa del regno: Aragh.
Manha era salita a far compagnia alle sentinelle e fu la prima a vederli ridere insieme. Helena sembrava molto divertita e lui visibilmente occupato nel corteggiamento e Manha venne assalita da un'onda d'ira e gelosia mai provate prima di allora; con passo veloce andò incontro alla coppia felice e si rivolse loro con tono dal quale traspariva tutto il suo disappunto.
"Helena sei scomparsa per l'intera giornata, sei avevi una missione da compiere ti avrei potuto accompagnare io al posto dell'uomo di latta".
Il volto della bionda amazzone restò perplesso per qualche istante non aspettandosi quel discorso, soprattutto da Manha.
"Oltretutto cosa ci fa nel nostro accampamento? Non è che un vile omuncolo con l'armatura di latta", continuò con l'animo colmo di rabbia, sottolineando le ultime parole ed indicando il soldato, come se fosse la cosa più disgustosa che avesse visto.
"Piano con le parole- intervenne questo, irritato da quel comportamento- o ne risponderai al giudice: questo è oltraggio".
"Io non devo rispondere a nessuno, tantomeno a voi", Manha aveva la voce acuta e quasi isterica, la sua ira aveva rotto gli argini e le aveva invaso l'anima.
"Vi ordino di lasciare questo luogo all'istante". Gli disse portandosi ad un palmo dal suo viso con aria di sfida.
Aragh stava per ribattere ma le sue intenzione furono interrotte da Helena, arrabbiatissima. Non poteva credere alle proprie orecchie, lei era un essere libero e l'aveva pagata cara la sua libertà e non doveva spiegazioni a nessuno.
"Adesso basta, voi due. Tu- rivolta a Manha- lui è mio ospite ed io non devo giustificarmi con te se porto qualcuno nella mia tenda, ma soltanto con la regina ed è quello che stavo per andare a fare" lo sguardo che lanciò alla sorella avrebbe potuto sciogliere un intero ghiacciaio.
Poi si rivolse alla guardia "tu taci, ci penso io, non ho bisogno dell'intermediazione di un uomo". Quello si limitò ad alzare le braccia al cielo ed a lanciare un'occhiata di scherno a Manha.
Dopo aver compreso a cosa avevano portato le proprie parole, la mezza rimase solo qualche istante a subire la furia della virago, il proprio comportamento le risultò stupido ed infantile. Come le era venuto in mente di farle una scenata simile?
Non aggiunse nulla e scappò via inseguita da una stupita Amy che era rimasta ad osservare l'intera scena, non riuscendo a riconoscere la dolce mezz'elfa in quella creatura carica di rabbia che aveva travolto Helena ed il suo amico e che si era quasi fatta arrestare per oltraggio a pubblico ufficiale.
La vide correre sotto la pioggia e la seguì finché poté, ma ben presto la perse di vista e decise di tornare indietro. In fondo Manha sapeva difendersi e se aveva voglia di stare da sola, era un suo diritto: non appena si fosse calmata, avrebbe fatto ritorno, ne era certa.
Il giorno dopo avrebbe avvertito la virago e cercato di capire cosa fosse accaduto ed il motivo che l'aveva spinta a portare un uomo tra loro.
La regina non era molto propensa ad ospitare creature di sesso maschile e doveva esserci una buona causa per quell'evento.
Rimasti soli Helena ed Aragh si diressero alla tenda di lei, non dalla regina.
L'amazzone era furibonda con la sorella il cui comportamento era stato inqualificabile, a differenza della guardia che gongolava ripensando al modo in cui la bionda si era liberata dell'altra ed alla serata che l'aspettava.
Il tragitto fu silenzioso e solo dopo essere giunti a destinazione Aragh prese parola,
"la tua amica stava rischiando una bell'accusa se tu non l'avessi rimessa al suo posto" disse ridendo con l'aria tronfia di chi si sente un gallo in un pollaio.
"Anche se... ripensandoci, potrei comunque farla arrestare o metterla alla gogna per qualche giorno in modo che impari la lezione".
Tuttavia non ebbe neppure il tempo di completare la frase che un sonoro schiaffo gli fece fare quasi mezzo giro su sé stesso, lasciandolo sbalordito ed incredulo.
"Non aggiungere altro, anche il tuo comportamento è stato scorretto. Lei risponderà delle sue azioni alla regina e non certo a te e lo sai benissimo",
lo sguardo fulminante di Helena non ammetteva repliche ed anche se Aragh avesse avuto intenzione di controbattere, non avrebbe potuto poiché la virago aveva poggiato l'indice sulle sue labbra
"e sono certa che non farai nulla se desideri continuare a vedere me", il tono suadente lo convinse e dopo il primo bacio appassionato la questione non venne più presa in considerazione.
Dopo la terribile scenata Manha era corsa via a perdifiato sotto la pioggia battente, si era fermata soltanto quando le sue gambe avevano ceduto e lei era crollata per la fatica, scoppiando in un pianto a dirotto e sentendosi in colpa. Come aveva potuto comportarsi in quel modo? E se Helena non le avesse più rivolto la parola? Se l'era cercata, riusciva sempre a rovinare ogni cosa.
Emotivamente sconvolta ed incapace di fare alcun ché era rimasta sotto la pioggia per tutta la notte, come se la cosa non avesse nessuna importanza e solo alle prime luci del giorno aveva deciso di tornare all'accampamento.
Con passo lento, come chi cammina nei sogni, vi arrivò solo in tarda mattinata, ormai completamente asciutta.
Ad attenderla, all'ingresso, vi erano Amy ed Helena: la prima aveva l'aria preoccupata, la seconda arrabbiata. Mentre andava loro incontro, immagino' che avessero già informato Nineria e molto probabilmente, adesso, le spettasse un'azione disciplinare per il comportamento che aveva tenuto la sera prima nei confronti di una sorella.
Fece un respiro profondo ed oltrepassò l'ingresso, in fondo meritava una punizione, sperava solo che non fosse in discussione la partenza imminente.
La sua missione era vitale e non sarebbe riuscita a sopportarne l'eventuale annullamento, doveva salvare la madre.
Per il resto non si sarebbe sottratta ed avrebbe pagato per il suo attacco di gelosia.
"La regina ha richiesto la tua presenza nella sua tenda", esordì Amy.
"Dove sei stata tutta la notte?"
La voce di Helena le risuonò strana alle orecchie, ma non riuscì a rispondere e si limitò ad abbassare gli occhi al suolo,
"andiamo", la esortò la bionda che senza aggiungere altro si mosse verso la tenda della regina. Non capiva come mai dopo averla vista si sentiva in colpa: Manha le aveva mancato di rispetto, aveva tutto il diritto di essere offesa ed invece si dispiaceva per aver portato quel tipo all'accampamento.
Non doveva essere lei a dover giustificare le proprie azioni. Questo sentimento la rendeva ancora più furiosa, più con sé stessa che con Manha, in realtà.
Manha non immaginava la sorpresa che l'attendeva.
"Mi spiace, il mio comportamento non ha nessuna giustificazione", cercava di trovare la parole per spiegare le proprie azioni, anche se era convinta che non vi fosse giustificazione sufficiente.
"Tu sei libera di fare tutto ciò che desideri nella tua vita ed io non ho il diritto di dirti nulla- sospirò- quell'uomo mi ha riportato alla mente un brutto ricordo, scusami se puoi". Detto ciò tornò a rivolgere lo sguardo al terreno e tacque. Amy si limitava ad osservare la scena, triste per l'accaduto e convinta più che mai che gli uomini portassero solo rogne.
Anche se la virago faceva finta di non ascoltare ciò che le veniva detto, capì che le parole della sorella erano sincere.
Non poteva più andare avanti così. All'improvviso si fermò e la guardò dritta negli occhi, rendendosi conto di averla già perdonata. D'altro canto, come si faceva a non farlo?
"Discuteremo della faccenda in un'altra occasione- nella sua voce la rabbia era scomparsa- adesso andiamo", poi si voltò e le tre ripreso a camminare, la meta era vicina.
Non appena ebbe varcato la soglia della tenda a Manha quasi venne un colpo nel vedere Nineria in compagnia di Altarie: la convocazione non riguardava i fatti della sera precedente.
Gli sguardi dei due lasciavano trapelare che qualcosa d'irreparabile doveva essere accaduto.
Un silenzio gelido e carico di nubi nere si addensò sopra i presenti che rimasero a fissarsi per un tempo indefinito, come in attesa.
Fu il centauro a prendere parola per primo dopo aver lanciato un'occhiata significativa alla regina, come se questa sapesse già ogni cosa e lo stesse invitando a comunicarla al resto dei presenti.
"Manha", esordì incerto, come chi è alla ricerca delle parole adatte a dare una notizia che nessuno vuol mai sentire nella propria vita,
"ho ricevuto la tua missiva ed ho preferito venire io da te anziché darti una risposta per iscritto. Certe cose è meglio dirle di persona, invece di affidarle al foglio".
Sospirò ed a Manha parve che il maestro girasse attorno a qualcosa che non le riusciva a rivelare e questo la inquietava ed innervosiva; neppure Amy ed Helena erano immuni da tutto ciò.
"Parli chiaro", sbottò la virago, stufa di vedere la sorella tormentata dall'ansia e volendo anch'ella sapere.
Altarie annuì, "sono venuto a chiederti di annullare la tua spedizione e di lasciare le cose come stanno".
Appena ebbe terminato la frase diede un'altra occhiata d'intesa alla regina che intervenne,
"il tuo maestro ha ragione e dopo essermi consultata con lui ho deciso di interrompere i preparativi e cancellare la missione". Esordì lasciando la stessa Helena sopresa. Perché? Si chiese, non riuscendo a capire lo strano comportamento della regina.
La virago tentò di intercettare il suo sguardo ma l'altra fece di tutto per evitarlo. Persino Amy sembrava stranita.
"In seguito ad un'attenta valutazione ho compreso che l'impresa è pericolosa e noi non siamo sufficientemente preparate per affrontarla".
Helena ed Amy rimasero ancora in silenzio, ma si capiva dai loro occhi che non erano per nulla d'accordo con Nineria, non era atteggiamento da amazzoni quello.
Tuttavia nessuna delle due disse nulla poiché la regina, con una rapida occhiata era riuscita a zittirle prima che potessero replicare, solo Manha non si era accorta dello scambio di sguardi, troppo sconvolta dalla notizia ricevuta.
"No, non potete fare una cosa simile", urlò, con gli occhi celesti lucidi, i pugni serrati che mostravano tutta la sua disperazione,
"mi avevate assicurato il vostro aiuto: quali guerriere con un po' d'onore danno la loro parola e poi non la mantengono?"
Urlò ancora cercando di trattenere le lacrime che insistenti sgomitavano per guadagnare la ribalta.
La virago stava per ribattere qualcosa ma la regina la bloccò con le destra scuotendo la rossa chioma.
"Non ci avevi informate a dovere sulla reale situazione del regno, cosa che si è premurato di fare il tuo maestro". Spiegò con calma la regina.
"Non hai detto nulla sui dieci mila soldati che compongono l'esercito reale e ci hai nascosto che se ritorni nel tuo regno verrai uccisa all'istante; in quanto l'accusa di omicidio comporta la pena di morte che ti è stata mutata in esilio".
A quelle parole Helena sbiancò leggermente e lanciò un'occhiataccia a Manha che si limitò ad arrossire ed a rimanere colpevolmente in silenzio.
"Quindi, alla luce di queste nuove informazioni, è meglio non rischiare la vita di nessuno inutilmente. La decisione è definitiva e non voglio più discutere dell'argomento. Non sono ammesse repliche".
Concluse ma qualcosa nella sua voce lasciava trapelare una punta di preoccupazione e voglia di chiudere al più presto la questione.
"Mia regina- intervenne Helena che non riusciva più a frenare la lingua- noi amazzoni non ci siamo mai fatte intimorire da nulla e da nessuno, ciò che dici è assurdo" il tono di voce alto. La virago sapeva che l'impresa era rischiosa ma avrebbe protetto lei Manha, qualcosa non la convinceva.
Nineria le lanciò un occhiata di fuoco che questa sostenne con orgoglio, "la decisione è presa" ripeté.
"Bene, se non volete aiutarmi andrò da sola- sbottò Manha- non m'importa di nulla, io salverò mia madre ad ogni costo" poi si volse verso l'uscita intenta a partire all'istante ma il centauro riuscì a sbarrarle la strada.
"Non puoi andare, ti uccideranno senza alcuna pietà" ma lei sembrava non voler ascoltare, l'unico suo scopo era partire.
"Lasciami andare, mia madre ha bisogno di me ed io le ho promesso che sarei tornata e l'avrei portata via da quel posto", la voce stridula di chi non riesce ad uscire da una spiacevole situazione, lo sguardo disperato e colmo di lacrime quasi spezzarono il cuore di Altarie,
"tua madre non vorrebbe che ti accadesse nulla di male", tentò un'ultima carta ma Manha scosse il capo e tentò nuovamente di passare oltre.
Il maestro riuscì per un soffio ad impedirle di scappar via per andare a rischiare la vita in una missione impossibile: doveva dirle tutta la verità. Non avrebbe voluto, ma era l'unico modo per impedirle di fare sciocchezze.
La regina, intanto, si era avvicinata alle due amazzoni e le aveva condotte con sé in una piccola saletta presente all'interno della tenda. Helena dapprima si era dimostrata mal disposta nel seguirla, voleva bene a quella strana creatura dai capelli viola, ma lo aveva fatto per cercare di capire cosa stesse realmente accadendo e scoprire il vero motivo della sua decisione.
Nineria raccontò loro tutto ciò che il centauro le aveva detto, lasciandole senza parole.
"Non è giusto" riuscì a dire Helena mentre presa dall'ira colpiva un separé. Perché la vita riusciva sempre ad essere così cattiva con chi non lo meritava.
"Lo so ma non possiamo fare nulla ormai" aggiunse la rossa conducendo nuovamente le due nella sala principale dove Altarie stava per dire tutta la verità a Manha ancora intenta nel cercare di scavalcarlo ed uscire dalla tenda.
"Adesso basta", le urlò mentre con un colpo secco la lanciava all'indietro facendola atterrare a mezzo metro di distanza da lui. Nel vedere quella scena Helena sarebbe voluta correre dalla sorella, ma prima che potesse farlo la regina la trattenne. Lei si voltò e questa in cambio di limitò a scuotere il capo,
"non puoi fare nulla, deve essere lui a dirle la verità. Dobbiamo solo stare a guardare e starle accanto. So che non è facile". Helena si bloccò e volse lo sguardo in un'altra direzione, non voleva guardare.
"Non puoi tornare nel tuo regno e rischiare la vita per un impresa senza senso",
la mezz'elfa si alzò di scatto e ritentò l'impresa urlando "salvare mia madre non è un impresa senza senso".
Altarie le diede un altro spintone, "la principessa Iavanna è morta due mesi fa!"
Gridò, infine, il centauro vedendo che quella furia non demordeva e tentava nuovamente di scappare via,
"e non c'è più niente che tu possa fare adesso che non sia vivere la vita che hai ed esserne felice". Non avrebbe voluto dirglielo in quel modo, ma non gli aveva lasciato scelta.
All'improvviso Manha si bloccò come se la sua forza si fosse dileguata, restò immobile come una statua di cera, tutto perse di senso, tutto divenne offuscato e confuso, più nulla avrebbe potuto renderla felice: scemata l'adrenalina, le forze le mancarono e cadde svenuta.
Helena le andò incontro per cercare di farle riprendere conoscenza, ma appena la sfiorò notò che la fanciulla scottava e restò per qualche secondo ad osservare i presenti confusa.
"Ha la febbre, mettiamola a letto Amy", l'altra annuì e l'aiutò a sollevarla con delicatezza ed a condurla nella sua tenda.
Il centauro si limitò a scuotere mesto il capo,
"purtroppo dovevo dirle come stavano realmente le cose, resterò finché non si sentirà meglio, se non è un disturbo", cercava di restare calmo, ma lo scalpitio dei suoi zoccoli lo tradiva: era davvero preoccupato.
La regina annuì "nessun disturbo, vi mostro la tenda degli ospiti. Potete restare fino a quando lo riterrete opportuno".
I due uscirono e vennero raggiunti da Helena ed Amy che, avendo collegati lo stato di salute della sorella con gli ultimi eventi, li misero al corrente dei fatti della sera precedente.
"Piove sul bagnato" fu il commento della regina.
Helena si sentiva in colpa, ma non lo diede a vedere. Appariva calma, ma all'interno ribolliva di rabbia.
Angolo autrice:
Vorrei conoscere il parere di chi legge, i suggerimenti che vorrebbe dare e se consiglierebbe il racconto ad altri. Scrivere è meraviglioso, permette di svelare nuovi mondi, ma occorre chi li voglia scoprire.
In alto un possibile ritratto di Aragh.
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