Capitolo 6
Da quel giorno Manha entrò a far parte della comunità amazzone e tentò con tutta sé stessa di farsi accettare dalle sorelle, cosa che non le risultò difficile essendo lei molto disponibile e loro prive di pregiudizi.
Cominciò a considerarle la sua famiglia, l'avrebbero appoggiata ed aiutata a raggiungere il suo scopo: salvare la madre.
Per rendere possibile la cosa si esercitava tutti i giorni, certa che a breve avrebbe potuto chiedere il loro aiuto.
Tutte le erano simpatiche, tuttavia colei alla quale si affezionò maggiormente fu la bionda addestratrice e virago Helena; questa sembrava averla presa sotto la propria ala protettrice e Manha come sorella maggiore.
Spesso le due andavano insieme a fare il giro di ronda per il bosco che nascondeva l'accampamento in cerca di eventuali visitatori sgraditi e fu durante uno di questi giri che conobbero un'altra di quelle persone che avrebbe considerato importante nella propria vita, al pari di Helena, e che come lei le sarebbe mancata più delle altre: Amy.
Tutto accadde durante una bella giornata di sole. La temperatura dell'aria mite, la mancanza di vento, il cielo limpido e privo di nuvole, gli uccellini cinguettanti ed allegri svolazzanti tra le fronde ed il profumo di fiori che si spandeva ovunque annunciavano che presto la primavera sarebbe divenuta estate.
Quella mattina, Manha ed Helena uscirono di buon ora dall'accampamento, dirette ad est per iniziare la loro ronda. Percorrevano il cammino da poco più di un'ora quando due distinte voci attirarono la loro attenzione: le voci appartenevano ad un uomo ed una donna che discutevano animatamente.
Le due, silenti e feline, si avvicinarono al luogo da cui provenivano gli schiamazzi per cogliere di sprovvista i litiganti. Manha incoccò una freccia al proprio arco ed Helena sfoderò la spada, entrambe pronte all'attacco. Giunte ad una piccola radura videro un uomo alto e magro, vestito da corsaro, con la carnagione abbronzata e la chioma bruna ed una giovane abbarbicata sopra un ramo di un robusto albero.
Ella aveva la carnagione chiara degli elfi, due prominenti orecchie a punta, una lunga e folta chioma corvina, le labbra rosee e sottili, due occhi furibondi di un intenso verde smeraldo ed un fisico minuto ma agile che le aveva permesso di arrampicarsi facilmente sulla ripida pianta.
Le amazzoni si scambiarono un'occhiata d'intesa e scattarono in avanti, uscendo dagli arbusti che avevano celato la loro presenza.
Manha puntò la freccia incoccata all'arco verso l'uomo, mentre Helena gli fu a pochi passi, pronta a colpirlo con tutta la propria forza.
"Fermo dove sei, altrimenti te ne pentirai", esclamarono in coro.
Il corsaro, che non le aveva sentite arrivare, fece quasi un balzo di lato per la sorpresa di quell'attacco improvviso.
"Bellezze, non sono affari che vi riguardano, quindi sloggiate…", furono le sue prime parole dal tono spavaldo.
Tuttavia, vista l'aria minacciosa delle due e vedendosi sotto tiro, moderò i termini.
"Perdonate il mio ardire, mi avete colto di sorpresa, volevo solo informarvi che non sta accadendo nulla di male, stiamo solo conversando", fu la sua patetica giustificazione.
Purtroppo per lui fu l'ultima cosa che riuscì a dire prima di ritrovarsi lungo disteso a terra.
Il mascalzone, per parlare con le due amazzoni, aveva voltato le spalle all'albero sul quale si trovava la giovane che non aveva perso tempo per reagire.
Si era alzata ben dritta sul tronco, aveva preso bene la mira e si era lanciata sul malcapitato finendo con entrambi i piedi sulle sue spalle e spingendolo in avanti. Con un ulteriore balzo all'indietro era riuscita ad atterrare al suolo illesa, mentre l'altro era stato sbalzato in avanti ed era finito con il viso nel terreno umido del bosco.
Scombussolato dall'accaduto si rialzò a fatica e voltò verso la sua assalitrice,
"sei matta?"
Le urlò furente, ma la ragazza non gli rispose e con un calcio lo rigettò nuovamente a terra.
Questi si rialzò furioso e pronto a dar battaglia, ma comprese che non sarebbe riuscito a spuntarla con nessuna della tre.
"Siete sleali, signore",
riuscì a dire con voce sofferente e carica d'ira, poi senz'altro aggiungere imboccò un piccolo sentiero che faceva capolino tra gli alberi e si dileguò. Alla vista di questa scena le tre scoppiarono all'unisono in una sonora risata.
Manha ripose la freccia nella faretra e rimise l'arco in spalla, mentre Helena ringuainò la spada; entrambe si avvicinarono alla ragazza.
"Tutto bene?" Esordì la mezza donandole un cordiale sorriso,
"si era solo un tipo poco educato in cerca di una bella lezione",
rispose l'elfa dandosi una sistemata all'abito scuro che indossava.
"Chi sei e come sei finita sull'albero?"
Aggiunse Helena, osservandola con sguardo indagatore di chi sa più di ciò che vuol ammettere.
"Il mio nome è Amy e mi trovavo sull'albero perché volevo riposarmi un po'. Purtroppo quella sottospecie di corsaro ha deciso di fare la sua comparsa, provando a fare il cascamorto con me",
una risata le sfuggì di bocca, ma subito riprese
"lo avrei sistemato per le feste anche senza il vostro intervento, ma vi ringrazio ugualmente; oltretutto vi stavo cercando".
Manha ed Helena si scambiarono un'occhiata interrogativa mentre la ragazza continuò il suo discorso più decisa che mai.
"Cercavo voi amazzoni, ho sentito dire che avete l'accampamento da queste parti, voglio essere una di voi".
Quelle parole e l'aria sicura e spavalda, accesero la curiosità della virago che lanciò un sorrisetto malizioso alla compagna e poi si rivolse ad Amy.
"Seguici allora e vedremo se sei realmente adatta a diventare una donna guerriera".
Poi girò i tacchi diretta all'accampamento.
L'elfa, scoprì in seguito Manha, era scappata di casa per rifarsi una nuova vita. Nata in una nobile famiglia, in un regno oltre il mare, non aveva mai potuto decidere nulla da se né durante l'infanzia né nell'adolescenza; tutto era stato programmato per lei dal padre, insensibile ed intransigente. La madre era morta dandola alla luce. Non aveva potuto scegliere neppure il futuro marito; il padre aveva combinato le sue nozze con un ricco rampollo viziato ed aveva approvato personalmente persino l'abito nuziale.
Amy aveva solo un'amica, una lupa grigia ed uno svago, cavalcare. Ogni giorno galoppava fino ad una caserma dove spiava i soldati in allenamento, sognando di trovare il coraggio per fuggire da quella vita che la soffocava. L'opportunità le si presentò una settimana prima delle nozze.
Il futuro sposo non gradiva che la moglie cavalcasse o che vagasse per il bosco ed un giorno la seguì di nascosto; scoprì così che Amy non solo spiava l'esercito, ma che familiarizzava con una lupa ed infuriato uccise l'animale sotto i suoi occhi. Furente per il dolore e la rabbia lei lo colpì con grosso pezzo di legno, stordendolo, salì sul fedele destriero e galoppò via verso la libertà.
Prima che riuscissero a trovarla aveva già abbandonato il regno, salpando sulla prima imbarcazione che era riuscita a trovare. Non tornò più nella casa natia e non vide mai più suo padre.
Giunte alla propria dimora, si diressero direttamente al recinto degli allenamenti. Helena vi entrò e fece cenno ad Amy di seguirla, mentre Manha rimase all'esterno ad osservare la scena con interesse.
"Cosa sei capace di fare?",
furono le prime parole della bionda amazzone mentre osservava l'altra con le braccia incrociate e lo sguardo sicuro e furbo.
"Ho delle conoscenze sull'arte della spada",
rispose a tono questa con lo stesso tono sicuro e spavaldo di chi sa il fatto suo.
"Bene- fece la virago e rivolgendosi alla mezza- portaci due spade".
Manha annuì e si diresse all'armeria, dalla quale prese le lame richieste, entrò nel recinto e ne consegno una ciascuno e poi lesta tornò al posto che occupava in precedenza ed attese.
"Prima di cominciare un breve duello per mettere alla prova le tue capacità vorrei che tu mi dicessi tutto ciò che sai sull'arma che tieni in mano".
Fu la richiesta di Helena che per un attimo osservò la mezza per ritornare nuovamente alla candidata.
Manha comprese da quell'occhiata che la virago le voleva offrire una lezione teorica sulla spada e sorrise cercando di non perdere neppure una parola di ciò che avrebbe ascoltato.
"La spada, che sia corta o lunga- cominciò Amy- è composta da un elsa che è l'impugnatura di metallo rivestita di cuoio o altro materiale",
mentre spiegava indicava la parte di cui parlava. Le sembrava un po' strano che le si chiedesse una cosa simile, ma nulla le avrebbe impedito di ottenere ciò che desiderava: una nuova vita.
"all'estremità dell'arma vi è il pomello che ha una forma sferica ed è dello stesso materiale dell'elsa. Esso serve ad avere una presa salda ed evitare che la spada scivoli di mano a chi la impugna".
Helena fu colpita nel vedere con quale sicurezza la giovane maneggiasse l'arma, ma restò impassibile come al solito. La ragazza non era da sottovalutare e certamente si sarebbe rivelata una valida amazzone, la sua esperienza non La faceva dubitare della cosa.
"La lama è divisa in tre parti: la porzione che parte dall'elsa è detta forte, è 1/3 dell'intero e viene utilizzata per difendersi dai colpi dell'avversario; La parte che occupa il centro della spada è definita media, si usa anch'essa per parare gli attacchi, ma serve anche per contrattaccare; infine vi è la sezione chiamata debole che include la stessa punta e serve all'attacco, poiché molto affilata".
Mentre parlava, di tanto in tanto, osservava la virago che restava immobile con la punta della spada poggiata al suolo ed entrambe le mani sull'elsa. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso e si ritrovò a voler conoscerne i pensieri, cosa che fino a qualche ora prima non le sarebbe neppure venuta in mente.
cercò di concentrarsi a non farsi distrarre, doveva passare quell'inusuale prova.
"Ogni arma possiede un filo dritto, parte affilata con la quale si posso sferrare i colpi di taglio ed un filo falso, opposto al primo ed affilato solo a metà, usato per contraccolpi". Non riusciva a capire perché cominciava a sentirsi in imbarazzo e con un po' di fatica spostò lo sguardo su Manha che ascoltava le sue parole come un allievo la lezione e capì l'intenzione della bionda: la stava usando come insegnare improvvisata.
Si sentì offesa, ma cercò di non darlo a vedere, il suo obiettivo era più importante.
Appena ebbe concluso la frase Helena tossicchiò interrompendola,
"basta così, adesso passiamo alla pratica", detto ciò si mise in guardia.
L'altra restò per un attimo sorpresa, ma ripresasi abbozzò un sorriso di sfida.
Reggendo con la dritta l'elsa, Helena portò la gamba destra un passo indietro, con la punta del piede rivolta verso l'esterno e divaricò leggermente le gambe, piegandole un po' in modo da poter assorbire il colpo. La gamba sinistra rivolse all'avversaria, la lama perpendicolare al suolo, lo sguardo ed il corpo frontali ad Amy che la imitò specularmente. Non si era sbagliata quella ragazza era davvero interessante.
Con la mano sinistra fece cenno a questa di attaccarla, in modo provocatorio, lasciando volutamente scoperto i fianco sinistro e poi lesta alzo l'arma reggendola con entrambe le mani, spostandola leggermente a destra, pronta al contrattacco.
"Mostrami ciò che sei capace di fare e non ti risparmiare, coraggio".
Fu l'ultima cosa che Manha udì, l'aspirante amazzone sferrò decisa il suo attacco con tutta la grinta che possedeva, dopo di che furono le lame a parlare la loro lingua metallica.
La mezza non dimenticò mai quel duello.
Amy dopo aver preso un piccolo slancio si portò velocemente alla sinistra della sua avversaria, accettandone la provocazione e caricando un fendente destro. Nessuno poteva sfidarla senza subire la sua risposta.
La spada compì una rotazione di 180° dall'alto verso il basso sibilando metallica verso il fianco sinistro della virago. Con i muscoli delle braccia tirati, l'arma stretta da entrambe le mani, ruotò il busto leggermente per mettere a segno un colpo perfetto.
Helena, aspettandosi quella mossa, riuscì a pararla grazie ad un singolo contraccolpo ben assestato che quasi fece perdere l'equilibrio ad Amy che non si diede ugualmente per vinta neppure davanti alla risatina dell'avversaria. Era certa che la ragazza avrebbe abboccato alla sua esca e questo la divertiva.
Dopo di che il duello entrò nel vivo e le due si affrontarono con ardore e senza risparmiarsi. Il confronto attirò molto pubblico e tifo sfegatato.
Manha si accorse che la stima che aveva per la sorella era cresciuta enormemente, come la curiosità verso la nuova arrivata.
Fu Helena a porre fine al duello, disarmando Amy con un colpo deciso e netto. Ormai si era fatta una sua idea e non serviva continuare: la ragazza era promettente ma un po' troppo frettolosa. Le serviva dell'addestramento, ma il talento non le mancava.
"Sei stata una degna avversaria, considerati una di noi, il tuo desiderio si è avverato"
La bionda appariva leggermente stanca ma soddisfatta e divertita dal duello.
Amy, quasi senza forze ed un po' in affanno sorrise soddisfatta,
"Per me questo è un onore, sarò all'altezza". Disse felice che fosse finita. Un altro minuto e sarebbe crollata. Oltretutto era quasi certa che la sua avversaria non si fosse impegnata al massimo per non umiliarla.
Manha raggiunse le due per congratularsi con la nuova sorella,
"sono lieta di darti il benvenuto tra noi, complimenti", le comunicò raggiante.
Quella sera stessa la giovane venne presentata alla regina e fu celebrato il suo ingresso ufficiale tra le amazzoni, come pochi mesi prima era successo a Manha.
Nota dell'autrice :
Salve a tutti, spero tanto che la storia vi stia piacendo.
Vorrei conoscere la vostra opinione a riguardo.
Lasciate un commento.
Condividere la fantasia è bello, ma piace anche avere un riscontro di ciò che si scrive.
In alto un possibile ritratto di Amy.
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