CAPITOLO X.
La casa di Hiro rispecchiava perfettamente il senso di grandezza che il ragazzo aveva sempre tentato di emanare: due piani, pareti esterne tinteggiate di un rosso sfavillante, circondata da un enorme giardino curato alla perfezione.
Faceva voltare lo sguardo a chiunque passasse, ma pochi prescelti erano potuti entrare nel soggiorno all'ingresso: le pareti crema avevano ognuna di fronte un divano in grado di ospitare almeno una trentina di persone, e permettevano a chiunque vi ci sedesse di godere della vista di un immenso televisore al plasma ultimo modello appeso alla parete, oltre che delle foto di sé stesso che il padrone di casa aveva voluto appendere come fossero stati quadri di grande valore.
Fisso la casa di fronte a me, cercando di trattenere la rabbia mentre alzo la mano e suono il campanello; poco dopo, la porta si apre.
– Endo! Che sorpresa averti qui!- commenta Hiro, il suo solito sorriso sfrontato in volto.
– Posso entrare?- chiedo, ignorando la provocazione nella sua voce. Lui si sposta e mi lascia entrare.
– Che ci fai qui? Non penserai di riuscire a fare diventare frocio anche me vero?- ride.
– Ce l'avevi con me perché ero vicino a Minato. E va bene, lo capisco: sono il primo a essere geloso quando la persona di cui sono innamorato è molto vicina a qualcuno. Prenditela con me quanto vuoi, picchiami, prendimi in giro; ma non osare prendertela con lui! Non centra niente!- ringhio, alzando lo sguardo su di lui.
Sono stato arrabbiato tante volte in vita mia, ho detestato questo ragazzo per ciò che mi ha fatto passare, a lungo ho pensato di reagire e fargliela pagare: ma non l'ho mai odiato e disprezzato come in questo momento.
– Tsk, l'ho aiutato ogni volta che ho potuto e lui alla fine è sparito per stare in compagnia di uno stronzetto come te. Pensavo che valesse qualcosa, invece è solo un idiota da quattro soldi-.
Lo afferro per la maglietta, spingendolo contro il muro.
– Lui è una persona fantastica! Quel ragazzo è riuscito ad accettare i suoi errori e cercare di andare avanti, è cambiato dalla persona che hai cercato di costruire tu, e merita il rispetto di tutti noi!- ringhio. Non lascerò che infanghi il suo nome.
– Oi oi... cosa pensi di fare?-. Sento il suo pugno colpirmi la guancia; nonostante la rabbia, sono decisamente più debole di lui e l'impatto mi fa cadere per terra.
– Hai per caso dimenticato chi sono? Non pensare di poter fare la voce grossa solo perché adesso siamo grandi: posso ancora metterti al tappeto in un attimo!- mi afferra la maglietta e mi colpisce nuovamente.
– Minato... Minato non si sarebbe mai innamorata di te! E sai perché? Perché ha capito subito che sei una persona di merda! Non potrebbe mai stare con qualcuno che tratta male i suoi amici!- urlo. Lui assume un'espressione incazzata.
– Non mi farò dire queste cose da un frocetto come te!- mi tira un altro pugno.
– Preferisco essere un frocio che uno stronzo come te! Almeno io ho qualcuno che mi ama!-.
– Chi? Kosuke? Andiamo, lo sai meglio di me che sfrutta chiunque perché gli fa comodo! Non potrà mia provare niente per te-.
– Una persona arrogante ed egoista come te non potrà mai capire i sentimenti degli altri! Non hai il diritto di decidere cosa prova!- urlo.
– Taci!- mi sferra un altro pugno. Non so se sia l'abitudine o la mia rabbia, ma non sento neanche più il dolore. Dopo un altro paio di pugni, Hiro mi lascia. Mi alzo.
– "Generoso" o "grande"- dico. Lui mi fissa.
– Sono i significati che può assumere il tuo nome. Sei stato tu a scegliere il secondo... ma l'hai interpretato nel modo peggiore- faccio per superarlo, ma sento nuovamente la sua voce richiamarmi.
– Nessuno sarà gentile con te se non ti farai rispettare-. Mi blocco e mi volto verso di lui.
– Tranne lei; lei lo era con chiunque-. Lo fisso per un attimo: per la prima volta... mi sembra avere uno sguardo quasi umano.
– Questo era ciò che voleva che vedeste; impara a osservare e conoscere le persone per chi sono, e forse qualcuno farà lo stesso con te- affermo, prima di voltarmi per uscire da casa sua. Vicino alla mia macchina, vedo Minato.
– Come mi hai trovato?- le chiedo, avvicinandomi.
– E me lo chiedi? Maemi mi ha detto che lei hai chiesto di assistere Kosuke al lavoro. Era ovvio che avessi in mente qualcosa- afferma, osservandomi con aria preoccupata.
– Mi conosci eh?- commento, salendo in macchina; lei fa lo stesso.
– Come ti senti?- mi chiede. Non rispondo e parto; lei capisce che non ho voglia di parlare, così rimane in silenzio. Arriviamo poco dopo a casa mia, e non appena entriamo la vedo dirigersi in bagno; io invece mi lascio cadere sul divano, in attesa. Un attimo dopo, Minato torna con del disinfettante e del cotone e si siede di fianco a me, iniziando a tamponarmi delicatamente il volto.
La lascio fare: in questo momento, non sono nelle condizioni per occuparmene da solo.
– Cosa pensi di fare ora?- mi chiede. Serro le labbra.
– Non voglio che Kosuke rinunci al suo sogno per colpa mia- mormoro. La mia rabbia si è leggermente placata, al momento sono solo molto preoccupato per Kosuke.
– Non farlo- mi dice.
– Non fare cosa?-.
– Non allontanarti da lui senza spiegazioni. Hai promesso che lo avresti protetto no?-mi notare.
– Però non ci sono riuscito-.
– Non sai se lui la pensi così. Prima di prendere qualsiasi decisione parlaci, va bene?-si raccomanda. Annuisco. Ci parlerò. Ma se dovessi essere solo un peso per lui... allora io...
Minato finisce di medicarmi, dopodichè usciamo nuovamente di casa, diretti verso lo studio dove lavora Kosuke. Decido di aspettare fuori: non voglio peggiorare le cose, e non ho idea di quale reazione potrebbe avere nel vedermi conciato così.
– Souta!-. Alzo lo sguardo e vedo Kosuke corrermi incontro, seguito da Meami.
– Dov'eri finito? Che ti è successo?- mi chiede, preoccupato. Avverto un peso lasciare il mio petto: nonostante tutto... sono davvero felice di vederlo.
– Un piccolo diverbio... è andato tutto bene?- gli chiedo.
– Alla grande!-.
– Questo idiota ha detto a tutti di essere gay e che se non gli va bene possono anche licenziarlo- afferma Maemi, con aria seria. Sbarro gli occhi.
– Questo idiota è andato a menare Hiro... bè, ci ha provato- aggiunge Minato. Kosuke sbarra gli occhi.
– Perché l'hai fatto?!- esclama.
– Era ovvio che fosse stato lui, volevo fargliela pagare! Tu piuttosto, perché l'hai detto a tutti? Adesso potrebbero...-.
– Non mi importa! So quanto valgo, so di essere in gamba; se mi licenzieranno solo per questo, saranno solo degli idioti. Non intendo rinunciare ai sentimenti che provo per colpa loro!- esclama, fissandomi negli occhi.
Lo fisso a mia volta. Altro che lasciarlo libero... Il suo sguardo mi sta comunicando tutt'altro.
– Finchè ci sarai tu a proteggermi, io sarò libero di amarti!-. Io devo...
Lo stringo a me. Devo proteggerlo. Lo terrò con me a qualsiasi costo; continuerò ad amarlo per sempre.
🔞
Bacio delicatamente le sue labbra, avvertendo il suo cuore battere a mille contro il mio petto; nessuno dei due indossa la maglietta, sono finite da qualche parte sul pavimento della stanza, per cui riesco a sentirlo ancora meglio.
– Sicuro di volerlo fare?- sussurro, aprendo gli occhi e osservandolo.
– Mai stato così sicuro in vita mia- afferma. Faccio un piccolo sorriso e riprendo a baciarlo, mentre allungo le mani; lo spingo appena indietro, facendolo sdraiare, in modo da essere più comodo per tirargli giù i pantaloni. Lui allunga le mani e mi slaccia i miei, tirandoli giù con decisione insieme ai boxer.
Ci liberiamo velocemente dei vestiti e riprendiamo a baciarci; lo sento gemere leggermente quando le nostre erezioni si scontrano e spingo appena di più il bacino contro il suo. La sua pelle è così calda e morbida... potrei toccarla per ore.
Gli accarezzo delicatamente il corpo e lo sento rabbrividire leggermente di piacere mentre ansima leggermente. Poso le labbra sul suo collo, iniziando a succhiare e mordere appena la sua pelle; lui muove leggermente il corpo, spingendolo appena contro il mio e dei lievi gemiti lasciano le sue labbra delicate.
Inizio a muovere il bacino, spingendolo contro il suo, e lo sento gemere con più forza. Ha una voce davvero sensuale... il suo corpo è così caldo...
– Souta... inizia a... farmi male- mormora, ansimando.
– Cosa? Ti fa male qui?- porto la mano sulla sua erezione e lui geme leggermente più forte.
– Si- mormora.
– E se risolvessi il problema da qui?- sussurro, facendo scivolare delicatamente un dito vicino alla sua entrata. Lui sussulta appena.
– E come pensi di fare?- mi chiede, fissandomi negli occhi. Il modo in cui tenta di sfidarmi nonostante la sua insicurezza è fin troppo tenero.
Avvicino due dita alla sua bocca.
– Sai, per colpa di qualcuno che mi è saltato addosso all'improvviso, non ho avuto tempo per comprare tutto l'occorrente- affermo. Lui apre appena la bocca, imbarazzato; vi ci inserisco delicatamente le dita e lui inizia a succhiarle leggermente.
Cavolo, è diventato veramente bravo con la lingua... ed è bellissimo in questo stato. Continuo a fissarlo, osservandolo mentre lui mi fissa negli occhi, continuando a lubrificarmi le dita, il suo fiato caldo che mi sfiora appena la pelle, il volto leggermente arrossato; avverto l'impazienza crescere dentro di me per via dei suoi gesti, soprattutto quando inizia a muovere leggermente di più la lingua e rilascia un lieve gemito sommesso. Si, mi sta decisamente sfidando... Sfilo le dita e le avvicino alla sua entrata.
– Potrebbe farti un pochino male... concentrati su di me, va bene?- gli dico. Lui annuisce e si stringe appena a me.
Avvicino un dito alla sua entrata e lo penetro appena. Kosuke si morde il labbro per il dolore e si stringe leggermente a me. Lo bacio per distrarlo mentre inserisco anche un secondo dito; il suo corpo si muove leggermente mentre io inizio a muovere le dita dentro di lui, più piano possibil per evitare di fargli male e lasciarlo abituare.
Pian piano, i suoi versi di dolore cambiano e inizia ad ansimare dal piacere. Lascio le sue labbra, beandomi dei suoi versi, e inizio a baciargli il petto, scendendo sempre più in basso. Lo sento contrarsi appena quando sfioro il suo basso ventre, dimenarsi leggermente quando raggiungo i suoi fianchi, e iniziare ad ansimare più forte mentre mi sposto sempre più in basso, superando la sua erezione e arrivando fino alla sua entrata.
Tolgo le dita e gli alzo leggermente il bacino, avvicinando la lingua per iniziare a lubrificarlo. Lo sento gemere più forte e dimenarsi appena mentre il suo corpo trema per l'eccitazione. Serro appena le gambe, cercando di non lasciare che il mio istinto prenda totalmente il controllo; ma ha una voce così sexy...
– Souta... non ce la faccio più- geme; penso sia abbastanza lubrificato, e ormai mi sembra al limite, per cui mi tiro su leggermente.
– Non essere impaziente- mi sistemo le sue gambe sulle spalle – adesso ci penso io a prendermi cura di te- affermo, avvicinando il mio membro alla sua entrata.
Appoggio le mani sui suoi fianchi e lo fisso negli occhi, prima di spingermi dentro di lui. Lo vedo gettare la testa all'indietro mentre inizia ad ansimare più forte, stringendo leggermente le coperte sotto di lui. Porto una mano sulla sua gamba, tirandola appena verso di me e lasciandogli una scia di baci sulla pelle, mentre inizio a muovermi lentamente. Nonostante avesse un po' di paura, adesso sto riuscendo a scivolare tranquillamente dentro di lui, la sua carna calda mi sta accogliendo, senza alcun timore, come in attesa che io gli mostri tutto ciò che gli posso dare, stringendomi appena come per invitarmi ad andare sempre più a fondo.
Vedendo che non gli fa male, riporto la mano sul fianco e inizio a muovermi più velocemente. Il mio corpo è sempre più caldo, ho il respiro pesante, e non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso. È arrossato, ansimante, la sua voce sembra darmi nuova forza ogni volta che un nuovo gemito lascia le sue labbra morbide. Spingo ancora di più e lui rilascia quasi un urlo, prima di riprendere ad ansimare più forte di prima. È troppo bello...
Porto una mano sulla sua erezione, iniziando a muoverla. Ormai sembra completamente in preda al piacere, e vederlo così mi sta facendo impazzire...
– Souta... se fai così io...- geme, dimenandosi appena.
– Va tutto bene: renderti felice è tutto ciò che voglio- sussurro, riprendendo a muovere la mano. Lui non dice altro perché riprende a gemere ancora più forte.
Stare dentro Kosuke... è una sensazione bellissima. Mi sembra quasi di aver trovato finalmente un posto in cui sono accettato.
Gli alzo ancora leggermente il bacino in modo da riuscire a chinarmi e baciarlo, continuando a spingermi più in fondo. Mi circonda il corpo con le braccia mentre ricambia il bacio; continuo ad aumentare la velocità delle spinte e a muovere la mano sulla sua erezione, fin quando non sento un liquido caldo riempirmi la mano.
Faccio per staccarmi da lui per fargli riprendere fiato, ma Kosuke mi tiene stretto a sè.
– Non provare ad andartene senza aver pensato anche a te- sussurra.
– Sicuro di non essere stanco?- gli chiedo, anche se sto reggendo a fatica.
– Neanche un po'. Voglio che finisci. Tienimi con te fino all'ultimo-. Faccio un piccolo sorriso.
– Va bene- lo bacio nuovamente e riprendo a muovermi dentro di lui con fare più animalesco di prima, spinto anche dai suoi gemiti. Kosuke ormai... non vuole più andarsene da me.
Un'ultima spinta e inizio a venire, riversandomi dentro di lui; dopo un attimo per riprendere fiato e assicurarmi che lui stia bene, mi tiro fuori e mi sdraio al suo fianco. Kosuke si volta verso di me e sorride.
🔞
– Ti amo-. Lo stringo a me con forza, il mio cuore che batte a mille per la gioia, allo stesso ritmo con il suo. Continuerò a proteggerlo fino alla fine.
Ho conosciuto Kosuke Takahashi alle scuole medie; mi ero trasferito perché soffrivo di bullismo. Lui è stato il primo a parlarmi: mi ha preso in giro per i miei capelli. Ma era la prima volta che, pur essendo preso in giro, non sono stato male: il suo sorriso era così sincero da sciogliermi il cuore. Ma anche lì... le cose sono precipitate.
Ho abbandonato il ragazzo di cui avevo scoperto paure e insicurezze per me stesso; e quando l'ho rincontrato, sono riuscito a superare tutte le mie paure. Ci siamo riusciti tutti. E ora siamo felici, perché non vogliamo più nascondere quelli che siamo. Io, di sicuro, non nasconderò mai ciò che provo per lui.
Osservo Kosuke, sdraiato di fianco a me, e non posso fare a meno di notare il raggio di sole che, entrato dalla finestra, gli sta sfiorando il volto.
Allungo la mano e gli accarezzo la guancia. Lui è stato il sole che è sorto nella mia vita, ha illuminato il mio mondo, mi ha dato il coraggio; il coraggio per proteggerlo e per essere chi sono. Per essere felice.
Kosuke apre gli occhi e mi sorride. Adesso, potremo esserlo davvero.
🪶🪶🪶
Siamo arrivati all'ultimo capitolo della storia! In realtà, non è proprio l'ultimo... visto che le idee non mi mancano mai, le prossime due domeniche pubblicherò anche due piccoli capitoli Spin-off, uno che riassumerà brevemente la storia dal punto di vista di Kosuke, l'altro dal punto di vista di Minato. E i progetti non sono finiti qui, ma ve ne parlerò meglio quando anche gli Spin-off saranno conclusi.
In ogni caso, la storia di Souta e Kosuke oggi giunge al termine, con i nostri due ragazzi finalmente felici insieme, finalmente liberi di essere loro stessi e di amarsi nonostante tutte le difficoltà! Spero davvero che questo capitolo finale vi sia piaciuto, e poi ovviamente una volta concluso tutto sono super curiosa di sentire i vostri pareri complessivi!
Per ora, vi saluto con la dolcezza di questo ultimo capitolo, e ci vediamo la prossima settimana con il primo spin-off; a presto!
~ Kyulia
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