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40. San Valentino

qual era il posto in cui io ed Harry ci eravamo incontrati? molto probabilmente L'Espresso di Hogwarts, ma era impossibile da raggiungere...
era stranissimo, ricordavo alla perfezione il suo viso ancora precoce, privo di barba, con i lineamenti della giovinezza scolpiti sul volto, ricordavo le esatte parole che mi aveva rivolto, ma non riuscivo a richiamare in me il ricordo del posto in cui era successo.

«beh?» m'incalzò la Granger.

«ehm, può darsi ch'io non lo ricorda.» mi grattai la nuca imbarazzato.

«ma come! che razza di fidanzato sei?» chiese la ragazza ironicamente.

«penso sia a Diagon Alley...eravamo in un locale, un negozio...si! stavamo provando le nostre divise per Hogwarts!» ebbi un'improvvisa illuminazione e guadai fuori dalla finestra, dove dei fitti saggi di luce filtravano dal vetro. era una bella giornata, fredda, secca, ma comunque una bella giornata.

«Draco, non penso occorra andare fino a Diagon Alley, Harry potrebbe intendere qualcos'altro.»

«forse il posto in cui ha capito chi sono realmente, in quel caso ci sarebbe la Stanza Delle Necessità.»

corsi al terzo piano e quando attraversai il corridoio intravidi sul pavimento un pezzetto di carta ripiegato accuratamente più volte. lo raccolsi e lessi ad alta voce, nel frattempo ci avevano raggiunto anche Weasley e sua sorella.

pensi a me quando dormi?

«tu pensi a lui quando dormi?» domandò Ginny divertita, indicando il bigliettino.

«no! cioè si...no!» balbettai aggrottando le sopracciglia.

«penso ch'io debba andare nel mio dormitorio, nel mio letto dovrebbe esserci qualche indizio.» riflettei avviandomi nella mia stanza a passo svelto. la curiosità invadeva la mia mente padroneggiando il mio corpo. non sono mai stato un ragazzo paziente, odio attendere.

sollevai le coperte e tastai il lenzuolo alla ricerca di un bigliettino e nel momento in cui il mio letto era vuoto, notai di non aver controllato sotto il cuscino. lo afferrai e sotto vi era un bracciale d'argento, lo passai tra le mani e mi accorsi di una piccola incisione sul dorso: giorno per giorno.

quella frase richiamava un pensiero familiare, l'avevo già letta eppure era avvolta da una nube di mistero ed ambiguità.

ovviamente non avrei mai permesso che Granger e i due Weasley entrassero nella mia stanza così aspettarono fuori, e quando mi videro con un semplice braccialetto nella mano, iniziarono ad interrogarsi su quale potesse essere la soluzione.
sembravano più interessati loro alla caccia al tesoro che io.

«c'è scritto "giorno per giorno". mi ricorda qualcosa ma niente di concreto.» dissi riferendomi all'incisione nell'argento.

«fammi pensare...fammi pensare...» mormorò la Granger.

«io non sono bravo in queste cose.» Ron alzò le mani come se volesse rassegnarsi.

giorno per giorno...
qualcosa a che fare con l'amore...
una poesia forse...

«ci sono! è il titolo di una poesia di Ungaretti, uno scrittore italiano!» esultai sapendo dove avrei trovato il libro contenente la poesia.

«dove stai andando?» mi rincorse la Weasley.

«nella stanza di Harry, lì ha un libro con questa poesia.»

Granger pronunciò la parola d'ordine e mi precipitai nella camera di Harry, rivoltando l'armadio, il letto e la scrivania sin quando non trovai la raccolta di poesie sul comodino. un segnalibro vi era incastrato tra le pagine un po' logore ai bordi.
lo aprii e lessi la poesia.

Mai, non saprete mai come m'illumina
L'ombra che mi si pone a lato, timida,
Quando non spero più...

In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null'altro vedano
Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...

E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto

Inferocita terra, immane mare
Mi separa dal luogo della tomba
Dove ora si disperde
Il martoriato corpo...
Non conta... Ascolto sempre più distinta
Quella voce d'anima
Che non seppi difendere quaggiù...
M'isola, sempre più festosa e amica
Di minuto in minuto,
Nel suo segreto semplice...

Non più furori reca a me l'estate,
Né primavera i suoi presentimenti;
Puoi declinare, autunno,
Con le tue stolte glorie:
Per uno spoglio desiderio, inverno
Distende la stagione più clemente!

non compresi l'intera trascrizione ma alcune frasi rimasero impresse nel mio cervello come quando guardi una lampadina e la sua ombra permane anche quando chiudi gli occhi. essa si cela dietro le palpebre e costituisce una dolce presenza.

«le parole sono bellissime, ma, adesso dove diavolo devo andare?» domandai rassegnato, un po' stanco ma allo stesso tempo euforico.

«nel caso potresti controllare nella Stanza delle Necessità.» consigliò Weasley.

«no, dev'essere qualcosa legato ai libri...ma certo, la biblioteca!» diedi un colpo sulla fronte pensando a quanto fossi stato sciocco a non comprenderlo prima.

appena entrai in biblioteca c'erano diverse coppie appartate negli angoli, intente a coccolarsi. sulla prima scrivania avvistai un bigliettino azzurro, lo lessi:

ultima tappa
due parole
Umbriedge, Lupin
(vieni da solo)

iniziai a riflettere riguardo cosa avrebbe potuto riferirsi Harry con i nomi di due ex professori di Difesa Contro Le Arti Oscure. ammetto di aver pensando di recarmi in cimitero, ma rammentai che la Umbriedge fosse ancora viva. porsi il biglietto agli altri e la Granger formulò delle ipotesi.

«entrambi hanno insegnato, forse devi cercare nel libro di Difesa.»

andai nel mio dormitorio, sfogliai le pagine del manuale ma non trovai nessun indizio.

«e se fosse un luogo come la biblioteca?»

«potrebbe essere l'ufficio di Difesa cont-...ma certo!» esclamai «Harry è il nuovo insegnante, quindi è il suo ufficio!» così accelerai il passo, ma quando vidi gli altri seguirmi, gli fermai con un gesto della mano.

«Harry ha detto che devo andarci da solo. smammate.» Ginny sbuffò.

«ehy» li richiamai «grazie per avermi aiutato.»

Granger e Ginny sorrisero mentre Weasley si limitò a rivolgermi un cenno del capo.

«si può?» bussai con le nocche sul duro legno della porta dell'ufficio di Harry.

non ricevetti risposta, tuttavia schiusi la porta lentamente per poi spalancarla e entrare nella piccola stanza.

«sei venuto.» mi salutò Harry inclinando leggermente la testa.

era una visione divina, aveva una semplice camicia bianca sbottonata sul petto e dei jeans neri, era poggiato col sedere sulla scrivania e mi rivolgeva uno sguardo irresistibilmente sexy.

«ma ciao.» mi avvicinai a lui mordendomi un labbro e mantenendo un'andatura provocante.
gli passai una mano sul dorso nel collo ed Harry l'accarezzò, guardandomi il polso.

«hai messo il bracciale.»

«è bellissimo. a proposito, questo è per te.» infilai una mano dalla tasca a prelevai una scatolina blu scuro. Harry l'aprì e i suoi occhi si illuminarono.

«è...è l'autografo di Glynnis Griffiths! il cercatore delle Holyhaed Harpies!»

«si, lo so. sono magnifico.» ridemmo insieme e il suono della sua risata mi scosse l'anima.

il moro richiuse la scatola e la poggiò sulla scrivania. poi mi prese i fianchi ed iniziò a baciarmi prima con lentezza, poi aumentammo il ritmo.
i nostri bacini si toccavano e potevo sentire il profumo di Harry invadermi le narici, assomigliava alla fragranza del giglio.

«lei è così sexy, professore.» sussurrai all'orecchio di Harry che sorrise nel bacio.

lo sollevai da terra e lo misi sulla scrivania, con le gambe divaricate ed io in mezzo; non era una posizione molto consona, ma a me importava solo averlo e possederlo. le sue gambe mi circondarono il bacino e quando le sue mani entrarono nei miei pantaloni emisi un gemito.

in qualche secondo ci privammo dei vestiti, con la mano gettai tutti i libri e i vari fogli dalla scrivania ed iniziai a baciare il petto di Harry, sfiorando con i polpastrelli quella pelle profumata.

«dobbiamo farlo qui?» mi chiese.

«non vuoi?» domandai insicuro che volesse continuare.

«certo che voglio.» affermò tirandomi a sé, permettendomi di accedere al suo corpo.

ciao a tutti, come state? fortunatamente oggi ho aggiornato, non vedevo l'ora di scrivere un capitolo sul loro primo San Valentino! aspettate di sapere cosa succederà in seguito...
tanti bacini🌸💘⚡️💌

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