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37. soluzione

«raccontami per bene cos'è successo.» disse Harry con aria autoritaria mente camminavamo in Sala Grande per la colazione.

«dobbiamo cercare un modo per farle cambiare idea sul matrimonio...»

«si Draco, senza dubbio, ma ripetimi la faccenda di Joe che fa uscire tuo padre da Azkaban.»

«mi ha detto soltanto di averlo aiutato a sfuggire dalle guardie, a passare inosservato, e che il cambio del suo aiuto mio padre avrebbe accettato di spaventarmi con la tua tortura. adopera un sistema indiretto, facendoti del male fa soffrire me.»

«quindi ti ha ricattato dicendoti che se non l'avessi sposata mi avrebbe ucciso? ma io l'ammazzo.»

«è tutto così inverosimile...come siamo arrivati a questo punto?» chiesi allentando il nodo della cravatta.

«ho bisogno di parlare con Hermione, sicuramente scoprirà come ha fatto Astoria a far uscire di prigione quel verme schifoso di tuo padre.»

«Harry!» lo rimproverai con un sorrisetto nascosto tra le labbra.

«...però ha dei buoni gusti in fatto di donne, tua madre richiama l'uomo etero che è in me...»

«non parlare di mia madre in questo modo!» lo ripresi assestandogli un colpo sulla spalla.

«che c'è? è vero!» continuò il ragazzo tra le risate nel momento in cui iniziai a sfiorargli la pancia per fargli il solletico.

udimmo dei passi avvicinarsi ed immediatamente ci ricomponemmo, timorosi che ci avesse visto qualcuno.

entrammo in Sala Grande, ci sedemmo ognuno nei rispettivi tavoli, aspettammo che la stanza si colmasse di studenti e, quando delle gustose pietanze apparvero sul tavolo, intravidi la Granger e Lenticchia raggiungere Harry, per poi discutere fitto fitto con lui.
dedussi stessero dialogando riguardo la storia con Joe, così tentai di recepire qualche frammento di discorso, ma il chiasso nella Sala era assordante ed ero troppo stanco per concertarmi.
ultimamente non riuscivo a riposarmi abbastanza per ricaricare le mie energie, e la notte oramai era divenuta una tempesta di pensieri ed incubi, che si imbatteva costantemente nella mia testa, impedendomi il sonno.

non toccai la mia colazione.
anche se ero davvero sollevato dalla rappacificazione con Harry, lo stomaco mi si era serrato e il cibo non acquistava alcun sapore.

la prima ora di lezione era dedicata ad Erbologia, quel giorno inoltre avremmo dovuto mostrare la nostra ricerca sull'Artemisia alla Professoressa Sprite.

«molto bene...» riflettè la donna sfogliando l'approfondimento che avevo svolto con Harry.

«pieno voto per Potter e Malfoy! devo ammettere che non avrei mai pensato che voi due poteste collaborare.»

«tutto può succedere.» ammisi sorridendo ad Harry, che rispose mostrando due file di denti bianchi e perfettamente allineati.

alcuni miei compagni mi fissarono con espressione interrogativa e decisi di ignorarli. Potter era mio e sarebbe stato meglio che tutti lo capissero.

dopo pranzo mi incamminai verso il mio dormitorio quando una mano gelida mi tappò la bocca e il naso, impedendomi di respirare. mi lamentai ma uscirono solo dei suoni strozzati.

ero in procinto di assestare un pugno al mio aggressore quando mi voltai e trovai la Granger con aria confusa e scompigliata.

«devi venire nella mia Sala Comune, forse ho capito come frenare tuo padre e la sua orda di Mangiamorte.» affermò prelevando dalla borsa alcuni libri.

«Harry dov'è?»

«è già lì, vieni con me.»

«c'era bisogno di strozzarmi, prima?» chiesi mentre la seguivo.

«ho sempre desiderato farlo.» rispose con un sorrisetto complice.

questa è strana forte.

entrai nella Sala Comune dei Grifondoro e fui sorpreso nel trovarla densa di studenti. tutti mi scrutarono dalla testa ai piedi alcuni domandarono cosa ci facessi lì.

«tranquilli, sta con me.» sentii una voce irrompere nel vocio generale e notai Harry seduto ad un tavolino all'angolo della stanza.

«bene.» disse la Granger accomodandosi su una sedia.

«ho consultato moltissimi libri, ho cercato persino nel reparto proibito, ma non ho ottenuto nessuna informazione su come abbia fatto Astoria a far fuggire tuo padre da Azkaban.» rivelò mentre le si sedeva accanto Weasley.

«però» infilò una ciocca dietro l'orecchio «so come catturare i Mangiamorte.»

«cioè?» intervenne Harry.

«usiamo Draco come esca.»

«cosa?!» domandai incredulo.

«dovrai inscenare un matrimonio con Astoria, invitare tuo padre e i suoi...ehm...amichetti; ovviamente lei penserà che vi starete sposando sul serio, ma in realtà...»

«sarà solo la giusta occasione per attaccarli.» concluse Harry, immerso nei suoi pensieri.

«dovremo attendere la fine della scuola però.» disse Lenticchia.

«a questo punto penso proprio di sì, non abbiamo fretta. per quanto ne so, non si stanno ancora muovendo, altrimenti avremmo avuto notizie di omicidi e cose varie.» risposi mentre ammiravo Harry, che aveva iniziato a tamburellare le dita sul tavolo.

si tolse gli occhiali e stropicciò le palpebre con aria esausta.

«oh Merlino...sto morendo di sonno, stamattina mi sono svegliato alle cinque...» mugugnò.

«e dove sei stato?» si incuriosì la ragazza.

il moro mi guardò con aria imbarazzata e a fatica trattenni una risata.

«con me.» rivelai intrecciando le mani dietro la nuca.

«Harry non ha potuto resistere alla mia bellezza ed è sgattaiolato nel mio letto.»

«questo non è vero!» il ragazzo diventò paonazzo in volto, scatenando le risate della Granger e di Lenticchia.

«io ti odio, Malfoy.» il suo sguardo caldo e così affascinante fece risvegliare qualcosa nei miei pantaloni, istintivamente mi morsi il labbro inferiore avvampando all'idea della bocca di Harry sulla mia.

«Potter, credo di aver dimenticato un libro nella tua stanza.» gli dissi facendo un cenno del capo.

lui sembrò interpretare il mio intento e mi condusse nella sua camera.

«quale libro avevi dimenticato?»

«mh, non so.» mi avvicinai a lui.

«questo.» sussurrai mentre la mia mano scivolava sul suo sedere.

il moro emise un gemito.

«o forse questo.» avvicinai il mio bacino al suo.

«oppure questo.» le mie mani si introdussero nei suoi pantaloni facendo sobbalzare Harry, che gettò la testa all'indietro e strinse la mia camicia all'altezza della schiena.

«non è molto sicuro stare qui.» disse tra i sospiri Harry.

allora avvolsi le mie mani alle gambe del moro e lo sollevai dal pavimento. Harry avvinghiò le gambe al mio busto e lo tenni dal sedere, quel perfetto e sodo e magnifico sedere.

inizialmente per il peso barcollai andando a sbattere ad una parete, Harry rise e lo trasportai fino al bagno, dove serrai la porta a chiave.

posai le mie labbra sulle sue e quasi non lo divorai nel bacio.

le bocche si muovevano all'unisono mentre le sue mani si affrettavano a sbottonarmi la camicia.

era strano ciò che accadeva ai miei sentimenti quando ero in sua presenza. era come se il lato malvagio, egoista e meschino della mia personalità venisse strappato dal mio corpo e sostituito con passione, affetto e bramosia.

e volevo tutto di lui.
i suoi baci, le sue carezze, la sua voce assonnata appena sveglio.
volevo essere la prima persona che vedeva di mattina e l'ultima che vedeva di sera.
volevo le sue lacrime e le sue grida disperate.
volevo il suo profumo di fiori impresso sulla pelle e la sua voce riecheggiante nelle orecchie.

non volevo che mi dicesse ti amo, io a lui non l'avevo mai detto e mai l'avrei fatto, non desideravo che mi riempisse di regali e smancerie.

quel ragazzo mi faceva letteralmente uscire di testa, ed era strano, perché non mi era mai successo con nessun altro.

salve drarry Shippersss! avete visto? ho pubblicato anche oggi! sono orgogliosa di me stessa ahahah, forse il capitolo non è un granché...sul serio, ho bisogno di sapere cosa ne pensate. commentate o scrivetemi in chat.
vi voglio tantissimo bene.
tanti bacini💋💘💗⚡️🚀

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