24. ritorno ad Hogwarts
salii sul treno e raggiunsi la mia solita cabina, una delle ultime, e mi sedetti adagiando la fronte contro il finestrino. fortunatamente non avevo compagnia e potevo abbandonarmi all'angoscia e alla nostalgia.
«piaciuto l'incontro dell'altra notte?» mi aveva chiesto.
«chi pensi abbia aiutato tuo padre e i suoi seguaci ad uscire da Azkaban? inizialmente il piano prevedeva il rapimento solo di Harry, ma poi sei arrivato tu...» spiegò Joe sedendosi sulle lenzuola con le gambe accavallate mentre mi osservava con la testa leggermente inclinata.
era calma, una quiete spaventosa le padroneggiava la voce. inquietante.
«spero tu stia scherzando...» ammisi incredulo. «io ti ammazzo... TI AMMAZZO!» urlai avventandomi verso di lei.
Joe fu più veloce e mi lanciò uno schiantesimo.
«ho notato quanto sei affezionato a quel Potter, volevo spaventarti, volevo mostrarti cosa sono capace di fare per il nostro amore. dovevo eliminarlo.» continuò la ragazza con uno sguardo omicida nel volto.
«se non lo lasci io lo uccido.» mi minacciò.
«ciò che hai visto la scorsa settimana era solo un assaggio. lo uccido. e tu non vuoi vederlo soffrire vero?» domandò con tono di falsa offesa.
«c-cosa devo fare?» balbettai realizzando di cosa fosse capace quella Moira.
«lascialo, così possiamo vivere per sempre insieme.»
quel ricordo mi tormentava lacerandomi il cervello e gli organi interni, ogni parola era un taglio profondo nel cuore, ogni suono era attutito dalla sofferenza, tutto sembrava non importare.
tutto tranne Harry.
l'avevo perso.
per l'ennesima volta avevo permesso che qualcuno s'intromettesse tra il nostro rapporto, era successo anni fa ed era successo adesso.
mi interrogò su cosa preferissi, Joe o lui, lo fissai nelle pupille color smeraldo e non risposi, le mie labbra rimasero serrate mentre venivano scosse da leggeri tremolii.
«tanto lo sapevo che sarei stato solo un gioco.» mi aveva sputato quelle parole come fossero veleno che bruciava all'interno.
una lacrima salata donò una scintilla alla mia guancia, lasciai che attraversasse tutto il mio volto e che cadesse sul pavimento. come una cascata altre gocce scivolarono e non riuscii ad evitarlo. il dolore s'impossessava di me. mi tremavano i polsi e questa volta non c'era nessuno ad afferrarli.
le immagini scorrevano fuori dal vetro appannato, mille foglie verdi e centinaia di nuvole grigie dominavano il paesaggio.
torna da me.
«posso?» una vocina timida sbucò dall'apertura della porta scorrevole, dei capelli lunghi e di un rosso carota le scendevano sulla schiena, qualche ciocca nascosta sotto l'orecchio.
passai il palmo della mano sul viso ed evitai il suo sguardo.
«cosa vuoi Weasley?» sbottai.
«Draco, vorrei parlarti di cosa è successo a casa tua.» avviò la conversazione la ragazza sedendosi di fronte a me.
«ho parlato con Harry, mi ha raccontato tutto, anche del vostro ultimo litigio.»
disse quella parola, ultimo, come se fosse il termine più normale e ordinario al mondo, eppure nelle mie orecchie suonava come una scheggia conficcata profondamente.
ultimo litigio.
io ne volevo altri.
mille litigi per poi fare l'amore, mille pugni per poi curare le ferite altrui.
«non ho bisogno che tu me lo ricordi.» sussurrai mentre i singhiozzi mi riscuotevano il petto. stavo davvero mostrando la mia debolezza alla Weasley?
«volevo dirti che non sapevo della vostra relazione, non mi sarei mai permessa di baciarlo...» mi rivelò, poi aggiunse:
«va tutto bene Draco, ce la puoi fare, tu sei forte.» mi strinse la spalla con un gesto affettuoso e amichevole.
poi l'abbracciai, senza riflettere, agii secondo la mia impulsività, non pensai alle conseguenze, non pensai a chi avessi di fronte, si trattò di un millesimo di secondo. l'avvolsi in un abbraccio, non perché si trattasse necessariamente di lei, bensì per sentirmi protetto in qualche modo, cercavo un contatto fisico che potesse arrestare le mie lacrime.
stai calmo.
«tranquillo, si risolverà tutto, ti va di parlarne? magari troviamo una soluzione.» mi allontanò delicatamente rivolgendomi uno sguardo di apprensione.
le raccontai tutto d'un fiato la faccenda con Joe e mio padre.
«volevano rapire Harry per ricattarmi e spaventarmi, così avrei sposato Astoria e avrei lasciato Harry. hanno organizzato tutto nei minimi dettagli.»
«ma non hanno detto di voler spaventare la gente per ristabilire il potere?»
«quello era uno dei loro obiettivi. stento ancora a crederci, sono malati, sono degli psicopatici.»
il treno rallentò e ci affrettammo ad indossare le nostre divise per Hogwarts; si torna a lezione!
almeno avrei avuto un'attività con cui distrarmi, stranamente solo lo studio riusciva a farmi concentrare su qualcosa che non fosse Potter ed il mio rancore nei suoi riguardi.
durante la cena intravidi Harry tra i Grifondoro e gli lanciai uno sguardo impassibile al quale lui rispose con un'occhiata fulminea; mi detestava, ero certo che provasse odio profondo ogni volta che pensava a me.
ed io non potevo farci niente.
il cibo non aveva sapore sotto i miei denti, ingoiai qualche boccone di quella poltiglia e fui uno dei primi a tornare nel mio dormitorio, attirando l'attenzione reso di me quando corsi via dalla Sala Grande.
pronunciai la parola d'ordine e mi rifugiai nella mia camera. corsi in bagno e mi rilassai sotto la doccia calda, tra le gocce che scivolavano sul mio volto c'erano anche quelle delle mie lacrime, salate e amare di nostalgia.
«posso?» Blaise bussò delicatamente alla porta e non ricevendo risposta aprì coprendosi con una mano gli occhi.
«Draco è arrivata una lettera per te.»
«ma è tardi per le lettere! chi l'ha invitata?» risposi dopo essermi schiarito la voce.
«ehm...Astoria. ti assilla ancora?»
sfilai dalla doccia avvolgendo un asciugamano al mio corpo, afferrai la lettera e lessi mormorando: ciao Dracuccio! come stai? tutto bene? ricorda il nostro patto...noi due stiamo insieme e nessuno si fa male.
emisi un gemito straziato e strappai la lettera in mille pezzi, tenendomi la testa fra le mani e dondolando come uno psicopatico.
«Draco smettila di fare il frignone. dille semplicemente che non ti piace.»
un pianto isterico s'impossessò di me e fui scosso da forti sussulti. a cosa mi sono ridotto? Draco Malfoy, un ragazzo noto come forza, astuzia e arroganza che si dispera come un malato per il proprio ex fidanzato.
a cosa mi sono ridotto?
sono sempre stato forte, ho sopportato situazioni complesse, ho affrontato problematiche intricate.
ma c'è altro Draco. questa volta ci sei dentro fino al collo.
è proprio vero. se rifiuto l'amore di Joe Harry muore. e non è un gioco.
se accetto il matrimonio muoio io.
«tu non capisci Blaise.»
«sarà.» uscì dal bagno facendo spallucce e lasciandomi solo davanti allo specchio.
quella notte non dormii, fu come tornare ai due anni precedenti, quando la paura di morire o peggio, di perdere la mia famiglia, mi divorava lo stomaco e si cibava nel mio sonno.
"comportati da uomo. affronta la situazione." erano queste le parole che mi aveva rivolto durante il nostro litigio.
e lo avrei fatto. Harry aveva ragione, avrei dovuto guardare in faccia la realtà e reagire, se da solo non ero capace di gestire la situazione dovevo comunque consultare Harry, lui avrebbe saputo cosa fare.
mi alzai dal letto e mi diressi verso la Sala Comune dei Grifondoro. sgattaiolai nel ritratto della Signora Grassa quando due ragazze pronunciarono la parola d'ordine e raggiunsi la stanza di Harry.
«Harry.» sussurrai.
«Harry!» lo chiamai più forte e ricevetti dei mugoli assonnati.
«altri cinque minuti zio Vernon...»
«sono Draco stupido di un mago!»
«cosa, ehm, cosa?» si sollevò dal cuscino ed inforcò gli occhiali fissandomi con una espressione mista a sonno e turbamento.
«ah, sei tu. sappi che non ho voglia di parlare. vattene.»
rieccomi! altro capitolo! penso che il prossimo sarà molto simile al pretendente, ma dal punto di vista di Harry. vi piace l'idea?
tanti bacini💗💗💗
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro