Maledetta Primavera
Mentre guidava lo scooter lungo le stradine di Ponza, Bianca ripensava alle parole della cartomante che aveva interpretato per lei i tarocchi.
Bianca non sapeva nulla della lettura delle carte e non era superstiziosa, ma non aveva saputo resistere alla tentazione di entrare sotto quella tenda alla fiera di Grottaferrata. Furono le amiche a spingerla ad entrare.
"Vai, Bianca, magari ti dice che la tua sfiga è finita" la spronò Alessia, minigonna e tatuaggi ben visibili ovunque.
La vecchia aveva fissato a lungo Bianca, prima di mescolare le carte e di disporle sul tavolo che aveva davanti.
Poi aveva parlato: "La primavera è la tua stagione, approfittane. Purtroppo il resto dell'anno non sarà altrettanto brillante".
Per questo aveva deciso di anticipare la sua gita annuale a Ponza dalla nativa Cisterna di Latina.
Aveva noleggiato lo scooter e stava girando per la piccola isola, godendosi il panorama.
Dopo una curva a gomito si fermò di botto.
Lungo il dirupo alla sua destra c'era un'auto capovolta. Sicuramente era successo da poco, perché una delle ruote del mezzo ancora stava girando.
Bianca si fermò, scese dallo scooter e si mise sul bordo della stradina, incerta sul da farsi. Chiamare i soccorsi o vedere se qualcuno aveva bisogno di aiuto.
Prima ancora che prendesse una decisione, da un finestrino rotto della macchina vide uscire strisciando una figura maschile.
"Aspetti, l'aiuto io" gridò, scendendo con attenzione lungo il dirupo.
"Tranquilla, non mi sono fatto niente" disse l'uomo alzandosi in piedi e spolverando con le mani la polvere che ricopriva i suoi abiti.
"Piacere, Samuele" disse, porgendo la destra, il ragazzo più affascinante che Bianca avesse mai incontrato in vita sua. Occhi verdi scintillanti, un ciuffo biondo per metà sulla fronte ampia e abbronzata, come il resto del viso. Una bocca con un sorriso da copertina.
"Io sono Bianca, piacere mio. Ma forse è il caso di chiamare un'ambulanza. Magari ha battuto la testa".
"Credo proprio di no. Le BMW sono supersicure: fra cintura e airbag sono sano come un pesce. Ma uno strappo fino al paese lo accetto di certo".
"Ho solo lo scooter".
"Va benissimo".
Il tragitto fino al centro abitato fu memorabile per la ragazza. Sentire le braccia del ragazzo attorno a sé, con le mani subito sotto il suo seno, la fece sentire come in un sogno.
Ma non era un sogno: la sera stessa Samuele la invitò al ristorante, dove fra spaghetti allo scoglio, pesce spada e vermentino, passarono ore indimenticabili. Almeno per lei.
Nei mesi successivi si videro ogni volta che il lavoro di Bianca lo permetteva, ma almeno tre sere la settimana.
"Ho trovato anch'io il ragazzo" disse eccitata alle amiche
"E quando ce lo fai conoscere?"
"Presto, spero. Entro l'estate di sicuro"
Per il solstizio d'estate, il 21 giugno, si erano dati appuntamento a Ponza.
Ma Samuele non si presentò. Dopo ore di attesa infruttuosa al porticciolo, Bianca compose il numero di cellulare del ragazzo.
Una fredda voce metallica la informò che l'utenza era inesistente.
Fu solo allora che la ragazza si rese conto che non aveva idea di chi fossero i genitori di Samuele.
Tornata a casa in preda allo sconforto cominciò a smanettare sul web partendo dal nome e cognome che il ragazzo le aveva dato.
Quando finalmente ebbe un numero di un'utenza fissa della provincia di Catania (veniva da quella zona, le aveva detto) lo compose con la mano tremante.
"Se è uno scherzo è di pessimo gusto, signorina" le disse una voce di donna. "Samuele è morto in un incidente stradale a Ponza il 21 Marzo".
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