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9. Riflessi di desiderio

Sarebbe da stupidi, non credi?
Passare una vita intera a desiderare qualcosa senza mai agire.
~ George Jung ~

Izuku si contorse leggermente sotto di lui, piegando il busto e sollevando le braccia per tirarsi via la maglietta con un movimento un po' impacciato. Il tessuto gli si incastrò un attimo dietro la testa prima di scivolare via, lasciandolo a petto nudo sotto lo sguardo attento di Katsuki, che rimase fermo, le mani ancora poggiate ai lati del corpo dell'altro, osservandolo senza sapere bene cosa dire. Non era la prima volta che lo vedeva senza maglietta - con tutto l'allenamento che facevano insieme, ormai conosceva il suo corpo quasi quanto il proprio - ma quella volta era diverso. Molto diverso.

Si morse l'interno della guancia, cercando di ignorare il calore che gli saliva lungo il collo. «Perché ti sei spogliato?» chiese, la voce più ruvida del solito.

Izuku abbassò le braccia e gli rivolse uno sguardo timido ma deciso. «N-nel porno... prima si spogliavano.»

Katsuki sbatté le palpebre. Ah. Già. Quella cosa.

Non rispose subito, il suo sguardo ancora incollato al petto di Izuku, alle spalle larghe e ai muscoli tonici guadagnati con mesi e mesi di allenamenti. Le lentiggini erano ovunque, punteggiavano la sua pelle chiara e liscia, disegnando piccole costellazioni sul suo corpo.

Non aveva mai pensato di soffermarsi ad ammirarlo così, ma ora che lo stava facendo... era strano. Strano e dannatamente affascinante.

Izuku notò la sua esitazione e si morse il labbro inferiore prima di allungare una mano verso di lui. Le sue dita si chiusero con delicatezza intorno al polso di Katsuki, trattenendolo, come se fosse qualcosa di fragile e prezioso.

«Puoi...» iniziò, la voce un po' tremante ma sicura. «Puoi accarezzarmi? Mi-mi piace.», mormorò poi, la voce bassa e graffiata da un'emozione che non voleva definire.

Katsuki deglutì, sentendo il cuore accelerare senza motivo apparente. O forse il motivo era proprio lì, disteso accanto a lui, con quegli occhi verdi che sembravano scavare sotto la superficie ruvida della sua corazza. E non protestò nè si tirò indietro. Le sue dita rimasero sospese, incerte, poi Izuku guidò la sua mano al centro del proprio petto e lui poteva sentire il battito accelerato del cuore  sotto la sua mano, il calore della pelle sotto i polpastrelli. Il suo palmo copriva una parte del petto di Deku, che si sollevava e abbassava in respiri irregolari.

«E poi?» chiese, più per prendere tempo che per altro.

Izuku sorrise piano, spostando leggermente la mano di Katsuki, guidandolo in una carezza lenta e incerta. «Poi... in realtà non lo so....», e chiuse gli occhi per un attimo mentre la mano di Kacchan continuava a scivolargli sulla pelle. Ogni tocco, ogni sfioramento, sembravano risvegliare sensazioni nuove, come se ogni parte di lui fosse diventata più viva, più sensibile. Un fremito partiva dal petto e si propagava lungo tutto il corpo, mentre il biondo, con delicatezza e curiosità, tracciava la linea dei suoi muscoli pettorali, sfiorando a tratti l'area di pelle più sottile e sensibile attorno al capezzolo.

Katsuki lo guardava intensamente, cercando di concentrarsi sulle sensazioni che stava provando. Era strano, come una parte di lui fosse completamente immersa in quel momento, ma un'altra continuava a cercare risposte.

Cosa stava facendo esattamente? Aveva sempre mantenuto la sua distanza da chiunque, che si era sempre concentrato su ciò che doveva fare, su come non farsi distrarre dalle emozioni... Eppure, con Izuku lì accanto a lui, tutto sembrava diverso, tutto sembrava giusto. La sua mano venne poi guidata verso il collo di Deku, accarezzando la pelle morbida e tesa sotto le dita, e un altro brivido percorse il corpo di entrambi.

Izuku riaprì gli occhi e lo guardò, il volto arrossato ma sereno, i capelli scompigliati, come se stesse cercando anche lui di afferrare ciò che stava accadendo. «Sai...Mi... Mi piace quando mi tocchi così...» disse, la voce morbida, quasi un sussurro, mentre i suoi occhi cercavano quelli di Kaccan, cercando conferma, una risposta. «Mi fa sentire... bene.», e si premette la mano bollente del biondo contro la guancia, una carezza cercata e presa, un tocco deciso.

Il palmo sfiorò la pelle calda, tracciando una linea incerta lungo la guancia e la mascella, per poi spostarsi sulle labbra. Il contatto fu come una scossa, una scintilla che si propagò dal punto di contatto fino al petto, al ventre, ovunque. Katsuki trattenne il respiro, sentendo un nodo serrarsi nella gola.

Le dita di Izuku erano ancora strette intorno al suo polso, come se avesse paura che il suo Kacchan potesse sottrarsi da un momento all'altro. Ma il biondo non lo fece. Anzi, le sue dita si mossero con una lentezza quasi dolorosa, esplorando i contorni del viso di Izuku, poi scivolando lungo il collo, sentendo il battito accelerato sotto la pelle sottile.

Izuku chiuse gli occhi per un istante, inclinando leggermente la testa contro quella carezza incerta. Quando li riaprì, c'era qualcosa di diverso nel suo sguardo. Un'intensità nuova, una consapevolezza silenziosa che Katsuki non sapeva come gestire.

Poi si mosse. Lentamente, senza fretta, portò la mano di Kacchan di nuovo alle proprie labbra e vi sfiorò delicatamente le dita con un bacio leggero, quasi un sussurro contro la pelle. L'altro sentì un brivido corrergli lungo la schiena, la tensione accumulata esplodere in una fitta al ventre, dolce e dolorosa al tempo stesso.

E, Izuku, di contro, non disse nulla. I suoi occhi verdi, così limpidi e annacquati, si alzarono lentamente sul volto di Kacchan, mentre, con un gesto esitante eppure carico di una determinazione quasi ingenua, fece spostare la mano del biondo più in basso, verso il mento, le labbra a sfiorare ora m dolcemente il pollice. Katsuki deglutì a vuoto, sentendo la gola secca e ruvida come carta vetrata. «De-Deku...», provò a dire, la sua voce però era poco più di un sussurro, tanto da risultare quasi un avvertimento vuoto e tremante.

Izuku in realtà sembrava non sentirlo. O, meglio, sceglieva deliberatamente di ignorarlo. Le sue labbra si schiusero leggermente, calde e morbide mentre racchiudevano la prima falange del dito di Katsuki. Un calore umido avvolse la pelle ruvida, e una scossa elettrica esplose lungo il braccio del ragazzo, facendogli contrarre i muscoli delle spalle e della schiena involontariamente.

E mentre lui lo guardava con occhi sgranati, il respiro corto e irregolare, il calore nelle sue vene non sembrava avere intenzione di placarsi, e la presa di Deku sul suo polso si fece più ferma, come se una parte di lui - una parte profonda e istintiva che non riusciva nemmeno più a controllare - non volesse davvero che Kacchan lo lasciasse.

Il cuore gli martellava nel petto, rimbombando così forte che sembrava che si fosse spostato direttamente nelle orecchie. Ogni nervo era in fiamme, teso fino a un improbabile limite che neppure lui conosceva. E quel nerd non si limitava a tenere il dito in bocca: la sua lingua si muoveva lenta, tracciando la superficie callosa con una curiosità quasi metodica. Succhiava piano, creando una pressione leggera ma costante che gli stava facendo tremare perfino le ginocchia.

Era insopportabile. Era troppo.

Eppure non si mosse.

La nitroglicerina presente nel sudore delle mani dell'amico aveva un effetto davvero strano su Izuku: il battito del ragazzo sembrava accelerare ancora di più, il respiro diventava più profondo, quasi affannato. Le guance gli si arrossavano fino a scottare, e i suoi occhi... si riempirono di lacrime e sembravano più luminosi, più vivi. Sembrava... eccitato, ma non in un modo che il biondo riuscisse a comprendere del tutto.

Izuku si staccò lentamente dal dito, lasciando una sottile traccia di saliva che scintillava debolmente alla luce calda che filtrava dalla finestra della stanza, e osservava ogni minimo cambiamento, ogni respiro trattenuto, ogni battito che vibrava sotto la pelle di Kacchan. Era come guardare qualcosa di proibito, eppure non riusciva a distogliere lo sguardo.

Katsuki sentì un altro brivido scuotergli la schiena. E non capiva se fosse quella sottile paura che gli sussurrava di fermarsi e di non mandare tutto a puttane di nuovo o qualcos'altro. Ma l'unica cosa di cui era certo è che non riusciva a guardare Izuku senza pensare che fosse sexy con quell'espressione e che avrebbe voluto davvero fermare il tempo in quel preciso istante.

Quando Izuku sollevò di nuovo le palpebre, i loro occhi si incontrarono e fu come se tutto il resto svanisse. Non c'erano più domande imbarazzate da fare, né spiegazioni idiote da cercare. Solo quella consapevolezza cruda e semplice che entrambi avevano bisogno di restare, di sentirsi, di non fermarsi.

E quella era diventata per Katsuki una verità scomoda da metabolizzare, perché non era stato solo un gioco o un dannato esperimento da nerd sui Quirk.

Era Izuku. Era sempre stato Izuku.

E non c'era nessuna esplosione che potesse cancellare quella sensazione di benessere e pace che stava prendendo ora piede nel suo petto.

Katsuki si avvicinò ancora, spinto da un impulso che non cercò di reprimere. Le loro fronti si toccarono, poi, con un respiro tremante, premette le labbra contro quelle di Izuku, in un bacio che fu tutto tranne che delicato. Era un bacio carico di tensione, di rabbia trattenuta, di desideri mai confessati.

Il corpo reagiva da solo, le dita che si muovevano ora con più sicurezza e le mani di Izuku scivolarono lungo i fianchi di Kacchan, esplorando la pelle calda, tracciando percorsi invisibili che lasciavano dietro di loro una scia di brividi e pelle d'oca. Lui invece rispondeva con movimenti goffi, impacciati, ma carichi di una sincerità disarmante. Ogni carezza era una confessione muta, ogni sfioramento un ammettere qualcosa che non sapeva come mettere in parole.

Quando si separarono, entrambi ansimanti, gli occhi pieni di qualcosa di nuovo, Katsuki non disse nulla. Non ne aveva bisogno perché Izuku gli sorrideva appena, un sorriso incerto, ma autentico, e in quel momento capì che non servivano spiegazioni ulteriori.

Il suo sguardo cadde di nuovo sui pettorali sodi e sugli addominali di Izuku, e la lingua si mosse istintivamente ad umettare le labbra, come se quello fosse stato un piatto succulento dopo giorni estenuanti di fame e privazione.

«Credi che... Credi che dovremmo farlo per gradi?», sussurrò il biondo con voce roca, con un debole sorriso sulle labbra a riflesso di quello che vedeva sotto di sè, che si faceva ora più furbo.

Le dita di Izuku si fermarono sui fianchi tesi dell'altro e si morse nervosamente l'interno della guancia prima di rispondere: «Possiamo... se... se vuoi.». I suoi occhi verdi guizzarono verso il basso, le visibili erezioni di entrambi nei rispettivi pantaloni e ne sorrise. «Che ne dici? Vuoi... provare tu a stenderti?», gli mormorò a fior di pelle e Katsuki non gli fece ripetere quella domanda una seconda volta: si mise a sedere sui talloni, togliendosi la maglietta con un movimento fluido. Lo sguardo di Izuku era ipnotizzato dai muscoli che si muovevano sottopelle, da quel sottile velo di sudore che la rendeva lucida e quasi luminosa sotto i riflessi aranciati del tramonto che avanzava oltre le tende.

Il biondo si stese di nuovo accanto a lui, spostando spalle e bacino per farsi spazio e per dare spazio a Izuku di sistemarsi tra le sue gambe e poi sporgersi a sfiorare le labbra di Kacchan con un altro veloce bacio prima di decidere di spostarsi più in basso, ad accarezzare col naso la linea della sua mascella.

Katsuki gemette piano, inarcando la schiena all'improvviso per il calore della bocca di Izuku sul suo collo e poi sul petto. A quel suono, l'altro alzò lo sguardo per valutare la reazione di Kacchan prima di abbassare ancora il capo, le dita abili che scioglievano il fiocco di quei fastidiosi pantaloni della tuta. Katsuki inspirò profondamente, lo stomaco che si contraeva, mentre la bocca di Izuku si abbassava, depositando baci umidi lungo lo sterno del biondo fino al suo ombelico.

Il cuore gli batteva forte nelle orecchie, e si ritrovò a stringere forte le lenzuola per evitare di afferrare la testa di Izuku e spingerlo giù, preda di un desiderio strano e irrefrenabile di sentire quella bocca , dove l'erezione pulsava dolorosamente..

Izuku fece una pausa, alzando gli occhi per incontrare lo sguardo di fuoco dell'amico: «Se... Se vuoi che mi fermi, dimmelo, okay?».

Il biondo deglutì a fatica, scuotendo la testa e tremando leggermente sotto lo sguardo accaldato dell'altro. «Non fermarti! - quasi guaì - Ma...ehm...»

Il respiro caldo di Izuku gli lasciava così tanti brividi a fior di pelle che gli era incredibilmente difficile la formazione di una frase di senso compiuto.

«Ma cosa?», lo incitò gentilmente, aspettando un qualsiasi cenno prima di procedere.

«Io... non ho mai fatto... - esitò - E... non lo so... mi piace che tu mi tocchi, ma non così... Dio! Non voglio rovinare niente, ma sono solo... le tue mani... mi piace come mi accarezzi, ecco tutto...»

Izuku annuì comprensivo, un piccolo sorriso si allargò sul suo viso così come il rossore intenso sulle sue guance. «Va tutto bene, Kacchan...», mormorò, risalendo il corpo di Katsuki finché i loro volti non furono a pochi centimetri di distanza. «Nemmeno io... Per cui...»

Izuku si sporse in avanti, catturando ancora una volta le labbra di Katsuki, mettendo a tacere ogni protesta. Le loro lingue danzavano insieme, dapprima incerte, prima di diventare più insistenti.

Katsuki gemette nella bocca di Izuku, il suo corpo sussultava, mentre il piacere lo invadeva, a ondate. Izuku si staccò dalla bocca di Katsuki e abbassò la mano tra di loro.

La mano di Izuku tornò a sfiorare la pelle calda del busto di Kacchan, tracciando linee immaginarie sul suo petto, intorno ai capezzoli sensibili , lungo le dolci depressioni create dai suoi muscoli addominali, che si rilassavano e si contraevano ad ogni passaggio dei polpastrelli, fino a raggiungere l'ombelico, stuzzicandolo con lenti cerchi, sfiorando talvolta l'orlo dei suoi boxer che sporgeva dall'elastico della tuta, facendolo sussultare.

La sua mano continuava ad andare su e giù, torturandolo con tocchi leggeri alternati a prese ferree sulla carne del fianco o sui pettorali, che lo lasciavano senza fiato. Fu solo quando Deku sfiorò la sua intimità gonfia e tesa da sopra il tessuto della tuta, che Katsuki emise un vero e proprio gemito, quasi disperato, mentre i fianchi sembravano incontrare involontariamente quella mano calda che premeva sulla sua erezione.

A Izuku si seccò la bocca all'udire quel suono, mentre osservava il collo e le guance arrossate ed i capelli biondi ormai arruffati, le spalle di Kacchan tutte contratte per la tensione. Era incantato da quella bocca rossa di baci che si apriva e rilasciava fiati lunghi, sospiri e suoni che gli gonfiavano il petto e il cazzo nello stesso momento, soprattutto quando fianchi di Kacchan si scontravano contro la sua mano, cercando attrito e sollievo, contorcendosi sotto di lui, i suoi occhi rossi che gli fissavano la mano mentre sfregava lenti cerchi contro la parte anteriore dei pantaloni della tuta.

«Ti... piace?», chiese Izuku con voce rauca, la sua stessa erezione che pulsava dolorosamente nei jeans. Katsuki si morse l'interno del labbro, distogliendo lo sguardo per poter evitare gli occhi di Deku, per trovare un appiglio in qualcosa che non fosse il suo viso per smorzare il proprio imbarazzo e raccogliere quel briciolo di orgoglio che gli era rimasto in quel momento e, annuendo, emise un flebile "Sì..." sussurrato.

Izuku sorrise, spostandosi per sussurrargli all'orecchio, il respiro caldo che solleticava il lobo arrossato «E questo?», chiese poi con voce bassa, lasciando una scia di baci lungo il bordo dell'orecchio e il collo prima di scendere a mordicchiargli la gola.

Katsuki sussultò per l'improvviso cambiamento di sensazione, i suoi occhi si spalancarono mentre i denti di Izuku gli sfiorarono la pelle delicata sotto. Gli sfuggì un altro gemito mentre si inarcava sotto il tocco di Izuku, desiderando più contatto.

Le labbra di Deku viaggiavano lungo la clavicola di Katsuki, lasciando una scia di baci e morsi bagnati a bocca aperta, incurante del pizzicore che sentiva sulla lingua o del calore feroce che gli scaldava le guance. Le sue dita si arricciarono attorno al bordo della cintura della tuta, tirandola lentamente verso il basso, centimetro dopo centimetro, scoprendo quasi del tutto il basso ventre, sfiorandogli la striscia di peluria bionda celata sotto il tessuto, lasciandolo quasi agonizzante. «Fanculo!» grugnì il biondo, le sue dita ora si intrecciavano ai capelli di Izuku, tenendolo bloccato in quella posizione, con la bocca sul suo collo esposto stretto. «Continua...», implorò, muovendo ancora i fianchi mentre quello gli succhiava un punto sensibile sotto la mascella.

Izuku fece una pausa, alzando la testa per guardarlo dritto negli occhi. «Si-sicuro?», sussurrò, con il cuore che gli batteva forte nel petto. Katsuki deglutì a fatica, annuendo.

Lui sentiva il cuore martellargli nel petto mentre le sue mani, indecise e tremanti, decise, scivolavano lungo i fianchi del biondo. La pelle calda sotto le sue dita sembrava quasi bruciare, e il respiro dell'altro gli sfiorava le labbra, breve e irregolare. Con un gesto coraggioso nella sua incertezza, afferrò l'elastico dei pantaloni della tuta e dei boxer sottostanti, abbassandoli in un unico movimento, lasciando il biondo completamente esposto sotto di lui.

Il nome di Izuku divenne un gemito forzato sulle labbra arrossate di Katsuki, mentre sentiva l'aria fresca colpire il suo membro, bollente e pulsante, liberato dai suoi confini di tessuto in modo tanto goffo e impacciato.

E il mondo sembrò fermarsi per un istante.


You keep me connected to you, like I was your shadow
You're givin' me answers to all of my questions here on my pillow, oh
Can't nothing get in between us, baby
We've been waiting on this moment for so long
You wanna be reckless, restless, right until tomorrow
WaitWhen I put my lips on you
~ Maroon 5 ~

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