Chapitre 13
«Ann, posso prendere la tua auto?». Mi asciugai il sudore con un asciugamano e la guardai.
«Per fare cosa?». Domandai curiosa.
«Volevo fare una passeggiata, tanto qui non ho nulla da fare e tu devi allenarti». Le lanciai le chiavi e lei mi ringraziò, sorridendomi. Quando uscì dalla stanza, continuai gli esercizi che mi aveva affidato Stephan, ma ero troppo distratta per svolgerli correttamente.
«Ann, non ci sei con la testa. Cosa ti accade?». Feci spallucce.
«Perdonami, adesso mi concentro». Sospirai e ripresi la sessione, questa volta senza distrazioni. Dopo svariati minuti di silenzio, Stephan parlò.
«Comunque, mi sono dimenticato di dirtelo». Alzai lo sguardo verso di lui, in attesa che continuasse.
«Domani conoscerai la tua nuova addetta stampa, prima delle prove libere». Annuii.
«Fantastico». Riferii, afferrando l'asciugamano e circondandomi con esso il collo. Afferrai la parrucca e la indossai.
«Ed un'ultima cosa, stavo per dimenticarlo». Proferì, prima che uscissi dalla stanza. Gli feci cenno di parlare. «Pierre stamattina ti stava cercando». Spalancai gli occhi, ma subito dopo scossi la testa.
«Va bene, ti ringrazio». Lo salutai e, dopo essere uscita, mi resi conto di non avere la mia vettura con me e di non poter tornare in albergo. Mi stavo rassegnando all'idea di dover camminare, quando il francese parcheggiò la sua auto proprio davanti all'uscita del paddock.
«Hai bisogno di un passaggio?». Mi sorrise ed io vidi andare all'aria tutte le mie intenzioni di evitarlo.
«Sì, mi faresti un piacere». Lo ringraziai e presi posto al suo fianco. «Come facevi a sapere che non avevo la mia auto?».
«Avevo visto Julie guidarla, quindi avevo immaginato tu non avessi alcun mezzo per tornare in albergo». Mi gettò un'occhiata. «E poi volevo parlarti».
«Dimmi tutto». Mi voltai a guardarlo.
»In realtà è una domanda di Max, quella che ti sto per porre». Alzai un sopracciglio. «Be’, vuole sapere se tra te e Julie c'è qualcosa». Mi guardò imbarazzato.
«Lo sapevo». Esultai e lui non capì. «Sapevo che Max provava qualcosa per la mia migliore amica». Mi spiegai, sorridendo. «Comunque no, non c'è nulla». Feci spallucce. «Siamo semplicemente amici». Continuai e lui annuì. «Tu sei fidanzato o interessato a qualcuno?». La domanda mi uscii spontanea e sperai che non sembrasse troppo ovvia.
«Mi sono lasciato pochi mesi fa, ma sì, c'è una ragazza che mi interessa. Non la conosco da molto, anzi proprio da pochissimo, ma mi intriga». Sorrise. «A te interessa qualcuno?».
«Sì, sfortunatamente». Pierre scoppiò a ridere ed il mio cuore saltò un battito.
«Come sfortunatamente?».
«Preferirei non essere interessato a quella persona». Mi guardò confuso. «Perché è impossibile da raggiungere. Vorrei cercare di evitarla, di dimenticarla, ma mi è davvero difficile». Sospirai.
«Dubito che evitare quella persona potrebbe aiutarti, finiresti unicamente per ferire lei e te stesso. E poi perché sei convinto di non piacerle?».
«Per numerosi motivi Pierre, a partire dal fatto che non sono stato del tutto onesto con questa persona, le sto nascondendo una parte importante di me e della mia famiglia». Si voltò ad osservarmi per un breve lasso di tempo, per poi riportare lo sguardo sulla strada.
«Allora perché non gliene parli?». Sorrisi malinconica.
«Non capirebbe, è una situazione fin troppo contorta. Finirei per spezzarle il cuore».
«Così facendo la farai unicamente allontanare da te e, quando scoprirà questa verità di cui stai parlando, rimarrà ancora più delusa che se l'avesse saputo da te». Spense l'auto e solo allora mi resi conto che fossimo arrivati. Uscì dalla vettura ed io lo imitai, trovandomi davanti Julie, che mi guardava con un’espressione confusa mista a sorpresa. Le feci cenno con la mano che le avrei spiegato tutto non appena fossimo state da sole. Il francese mi salutò con una pacca sulla spalla e poi entrò in hotel, probabilmente per tornare nella sua camera. La mia migliore amica si avvicinò a me e mi affiancò.
«Non avevi detto che l'avresti evitato?». Mi passai una mano tra i capelli e nel frattempo ci incamminammo verso l'interno dell'albergo.
«Non avevo la mia auto e lui si è offerto di darmi un passaggio». Feci spallucce.
«Potevi rifiutare». Alzò un sopracciglio. «E tornare con Stephan».
«Era impegnato con Franz tutto il pomeriggio, avrei dovuto aspettarlo». Sbuffai. «E poi…». Mi zittii.
«E poi cosa?». Mi spronò a parlare.
«Mi ha detto che gli piace una ragazza». Abbassai il capo. Mi appoggiò una mano sulla spalla, come per confortarmi.
«Ti ha spiegato più o meno com'è fatta?». Scossi la testa.
«So unicamente che la conosce da poco». Mi strinse a sé, lasciandomi un bacio sulla fronte. «Perché sono così stupida?». Sussurrai, ma lei mi udì ugualmente.
«Non sei tu a decidere quale ragazzo deve piacerti, avviene e basta». Mi alzò il mento, per fissare il suo sguardo nel mio. «Purtroppo è successo con Pierre, ma ti saresti potuta anche invaghire di un'altra persona. È stato il suo modo di fare ad attirarti, non è stata chiaramente colpa tua». Mi passai una mano sul volto.
«Non posso neanche più evitarlo». Spostai lo sguardo in un altro punto.
«Per quale motivo?». Mi domandò curiosa.
«Perché gli ho detto che avevo intenzione di ignorare la persona che mi piaceva. Se adesso lo facessi con lui capirebbe e sarebbe anche piuttosto imbarazzante come situazione». Sorrisi amaramente.
«Questo è un bel casino». Mi circondò le spalle con un braccio e ci avviammo verso la nostra camera.
«Be’, potresti sempre trascorrere più tempo con qualche altro pilota, ma continuare a vederlo unicamente in “comitiva"». Fece il gesto con le virgolette. «Così da non evitarlo in modo troppo evidente».
«E se dovessi incontrarlo e lui volesse trascorrere del tempo con me?». Mi voltai a guardarla.
«A quel punto spetterà a te decidere. Conoscendoti, però, rimarresti con lui». Mi lanciò uno sguardo di sfida. «Non è così?». Annuii. «Io so che metteresti lui prima di te stessa, sei sempre stata così e certamente non cambierai adesso. Anche sapendo di soffrire, preferiresti aiutare Pierre piuttosto che essere felice. Non credi, però, sia giunto il momento di pensare anche un po' a te stessa?».
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