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Chapitre 1

~Un anno prima~

«Sei sicura Ann?». Mi chiese mio fratello Karl ed io annuii nuovamente. Lo volevo con tutto il mio cuore. «Perché non provi a farti accettare senza cambiare identità?».

«Ci ho già provato, sono anni che guido monoposto, ho vinto più di una volta il campionato svedese ed il campionato di F3, ma a quanto pare le ragazze non le vedono». Sbuffai io, mentre legavo i capelli biondi in una coda di cavallo.

«Come farai con la voce?». Scossi le spalle.

«Non è molto acuta e questo gioca a mio vantaggio, cercherò di camuffarla il più possibile. Indosserò una parrucca e delle fasce, che coprano il più possibile le mie forme».

«E se ti chiedessero di toglierti la maglia durante gli allenamenti?». Ci pensai su, effettivamente non avevo preso in considerazione questa opzione. «O magari anche durante gli esami».

«Troverò una scusa. Ad esempio, che mi sento a disagio a dovermi spogliare davanti a loro. Potrebbe essere credibile?». Mi guardò leggermente stranito, ma poi annuì.

«Sì, potrebbe andare». Si voltò nuovamente verso il computer. «Al massimo ti espellono dalla Formula 1 per il resto della tua vita, ma non dovrebbe avere conseguenze così negative». Roteai gli occhi.

«Grazie del sostegno, Karl». Appoggiai la mia mano sulla sua spalla e lo vidi sorridere. Premette un altro pulsante e, subito dopo, allargò le braccia.

«Ce l'ho fatta. Ora sei ufficialmente Theodor Karlsson. Il resto è esattamente uguale alla realtà». Lo abbracciai.

«E se dovessero cercare tra i partecipanti del campionato svedese e vedessero il mio vero nome?». Iniziai a girovagare per la stanza. «Ma, soprattutto, se cercassero la mia famiglia?».

«Non devi preoccuparti di questo. Continuerai con il campionato svedese, affermando di essere tuo fratello e di dover gareggiare per il resto della stagione al tuo posto, poiché ti sei resa conto di non riuscire più a mantenere i ritmi di quella vita».

«E perché dovrebbero scegliere il mio alter ego maschile?». Lo guardai accigliata.

«Perché cercherai di convincerli di essere un grande pilota». Sorrisi. «Così vincerai il mondiale e qualcuno in Formula 1 potrebbe notarti, chi lo sa»

«Speriamo, sto facendo questo solo per veder realizzato il mio sogno».

«Anche se non condivido pienamente il modo, spero che tu ci riesca, sorellina». Mi strinse a sé. Non vedevo l'ora.

«Dai Theodor, muoviti o faremo tardi alla tua prima conferenza stampa». Stephan, il mio preparatore atletico ed anche addetto stampa "abusivo", non faceva altro che chiamarmi. Theodor. Il solo pensiero che nessuno, per ben un anno, si fosse reso conto del mio vero sesso, mi faceva ridere. Ero un'attrice migliore di quanto mi aspettassi.

«Arrivo Steph, fammi prendere il cappello e gli occhiali». Afferrai quello che mi serviva in quel momento e camminai al suo fianco per tutto il paddock. Mio fratello, alla fine, aveva avuto ragione. Gli organizzatori del mondiale svedese preferirono il mio alter ego maschile, vinsi il mondiale e fui notata da una scuderia della Formula 1, la Toro Rosso, che cercava un pilota che potesse affiancare Daniil Kvyat. Ero davvero emozionata. Gli esami erano andati alla grande, non mi avevano obbligato a spogliarmi e ne ero felice.

«Teso?». Mi domandò lui.

«No, o almeno non molto. Più che altro sono emozionato». Mi sorrise ed appoggiò la sua mano sulla mia spalla.

«Vedrai che andrà benissimo». "Speriamo", pensai.

Ben presto ci ritrovammo in sala conferenza, dove fui lasciata sola da Stephan. Dopo aver fatto un gesto della mano, andai a sedermi accanto a Pierre Gasly ed a Lewis Hamilton, il cinque volte campione del mondo. Tutti mi sorrisero e ne fui davvero sollevata. La conferenza iniziò pochi minuti dopo, ma quasi tutte le domande erano rivolte ai veterani, definiamoli così.

«Ora, però, avrei una domanda per Theodor Karlsson». Feci cenno con la testa di continuare. «Come ci si sente ad essere arrivati in Formula 1, dopo aver solamente vinto un mondiale nel proprio campionato? È una cosa piuttosto rara». Avvicinai il microfono alle labbra ed iniziai a parlare.

«Per me è sicuramente una grande emozione, non solo partecipare in Formula 1, il mio sogno da quando ero bambino, ma anche e soprattutto rappresentare il mio paese, la Svezia. Effettivamente è stato strano per me, essere preso fin da subito. Mi allenavo anche prima, solo che quello è stato il mio primo campionato. Quando mi hanno comunicato la notizia sono rimasto sorpreso, non me lo sarei mai e poi mai aspettato». Sembrò soddisfatto della risposta ed allora fu un altro giornalista a pormi una domanda.

«Abbiamo saputo che lei ha una sorella gemella, Ann-Christine». Mi pietrificai sul posto.

«Sì, esattamente». Parlai, cercando di trattenere l'ansia.

«Anche lei gareggiava, non è così? Perché ha abbandonato?».

«Credevo che le domande riguardassero me» Risi nervosamente. «Be', si era resa conto che quell'ambiente non era fatto per lei, non riusciva a reggere il continuo stress a cui era sottoposta». Non rivelai di più, temevo potessero scoprirmi.

Mi posero altre poche domande, quasi tutte simili e ben presto la conferenza terminò e Stephan venne a recuperarmi.

«Tost vuole parlarti, sei pronto?». Annuii e ci incamminammo, ma ben presto fui affiancata da Pierre.

«Come ti è sembrata la tua prima conferenza stampa?». Mi domandò lui, infilando le mani nelle tasche.

«È stata davvero fantastica, anche se noto che i giornalisti sono fin troppo curiosi». Scosse la testa in segno di assenso.

«Domani girerai per la prima volta nelle prove libere. Sei emozionato?».

«Certo, non vedo l'ora di dimostrare quanto valgo». Gli sorrisi e lui ricambiò il mio gesto. Era davvero molto bello.

«Sei competitivo, andresti bene con Max».

«Lo penso anche io». Ridacchiai. «Anche tu sei emozionato per il primo anno in Redbull?». Domandai io, per poi scalciare una pietra che era posta davanti ai miei piedi.

«Abbastanza, sì. Con Verstappen diventa tutto molto più difficile». Sorrise teso.

«Immagino, ma sono convinto che andrà tutto bene». Ad un tratto Stephan si fermò e mi fece cenno di seguirlo. «Io ora devo andare, ci vediamo in giro». Lo salutai con un gesto della mano e mi allontanai. Quella nuova vita stava per iniziare.



Angolo autrice
Ebbene sì, questo è il primo capitolo della storia su Pierre. Come ho anche scritto nella descrizione, è parzialmente ispirata a "She's the Man", quindi potrebbero esservi delle somiglianze. Chiaramente, non tutto ciò che narrerò in questa storia sarà reale, eccezion fatta per i risultati, anche della nostra protagonista, che corrisponderanno, grosso modo,  a quelli ottenuti da Alex l'anno scorso. E niente, spero che anche questa fanfiction, come le altre due, sia di vostro gradimento.
Un bacio,
~Aury

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