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(R) CAPITOLO 38: La mattina dopo



"Non riesco a crederci," mi ritrovai a dire. Mi facevano male i muscoli della faccia da quanto stavo sorridendo e ogni volta che vedevo la sua faccia e mi accorgevo che anche lui aveva un sorriso da ebete, la mia felicità raddoppiava ancora di più. Ormai non avevo più dubbi.

Lui mi rispose con una risatina imbarazzata e mi strinse più forte a sé. Eravamo sdraiati sull'erba, circondati qua e là da qualche petalo rosa del ciliegio che ci sovrastava. Il mio capo era appoggiato sul suo petto e il suo braccio destro mi teneva premuta contro di lui. Contrariamente a quanto si dice spesso, non formavamo un incastro perfetto, anzi, tra vestito e pettinatura ero davvero scomoda. La bellezza di essere abbracciati alla persona che ti fa battere il cuore non è di certo la comodità, ma il provare un'emozione talmente forte da far passare tutto in secondo piano rispetto al bisogno di vivere quella vicinanza: altro che farfalle nello stomaco, avevo dentro una tempesta di quelle potentissime e potevo solo sperare che non mi avrebbe fatto naufragare.

Mi tirai leggermente su e lo guardai. "Non riesco a riconoscerti sai? Non ti ho mai visto così... non con una ragazza almeno," ammisi mordicchiandomi il labbro.

Lui mi diede un bacio a stampo e mi sussurrò: "Non sei una ragazza qualunque Kate." Boom, morta. Quale ragazza non sogna di sentirsi dire quelle parole? "E poi di solito so cosa aspettarmi dall'altra parte, con te... te l'ho detto, temevo di rimanere fregato," aggiunse imbarazzato. Dannazione, era ancora più bello in quella versione, emanava purezza e sincerità, caratteristiche che non vedevo in lui da tanto tempo.

"Che cavolata," lo presi in giro. Effettivamente ero stupita del fatto che lui non avesse ancora capito da tempo che ero completamente cotta.

"Non direi. Tutte le volte che ho cercato di baciarti in passato non è andata a finire bene e ultimamente sembravi ben più interessata a qualcun altro che a me. Hai accettato anche il suo invito al ballo," puntualizzò, assottigliando lo sguardo.

"Eh?!" domandai allibita "Stai scherzando spero! L'ho accettato solamente perché stavo venendo da te e invece ti ho sentito invitare Gerianne."

"Come scusa? Ma se hai accettato prima che io glielo chiedessi!" esclamò Chris, spalancando gli occhi.

Scossi il capo, incredula. "Ti assicuro di no: eri dentro una saletta isolata, io sono passata e ti ho sentito formulare l'invito," gli spiegai, sfidandolo a ribattere.

Con mia sorpresa lo vidi rilassarsi in volto, mentre i suoi occhi si illuminavano di comprensione. "Mi hai sentito nominare Gerienne?" mi domandò, un sopracciglio alzato. In quel momento era lui a sfidarmi.

"No..." risposi in attesa di capire a cosa volesse arrivare.

"Mi vergogno un po' a dirlo, ma quello che hai sentito non era neppure lontanamente un invito per la dama," esitò, passando le dita tra i capelli, cosa che notai faceva spesso quando era nervoso. "Stavo provando un discorso. Un discorso per chiedere a te di accompagnarmi."

"Cosa?" balbettai, incredula. "Quindi mi stai dicendo che saresti voluto andare con me alla festa?"

"Ne hai ancora dei dubbi?" mi chiese accennando con il capo all'intreccio dei nostri corpi sull'erba fresca.

Mi partì un risolino, felice che si fosse trattato solo di un fraintendimento.

"Comunque, a parte il ballo, avevo mille altri motivi per dubitare del tuo interesse per me. Da quando è arrivato quel tipo sei stata sempre con lui."

"E tu da quando siamo arrivati stai sempre con quella gallinaccia," sbottai. Portai la mano alla bocca, consapevole della figura di acida gelosa che avevo appena fatto. "Ehm, intendevo Gerienne..." mi corressi spostando lo sguardo verso il cielo stellato.

Chris scoppiò a ridere e mi attirò a sé, dandomi un dolce e profondo bacio.

"Gelosa?" mi domandò poi, guardandomi con soddisfazione.

"Non direi. Dislessica al massimo." Prima regola di Kate: mai cedere, mai ammettere.

"Bugiarda," asserì, mentre strofinava il suo naso contro la mia guancia.

"Nah, sono la voce della verità," continuai a negare nonostante l'evidenza. "Ma direi che tu sì che sei geloso"

"Non lo nego," annuì lui. "Anche se ammetto che ero molto più preoccupato che geloso," aggiunse e in un attimo tutto quello che avevo accantonato mi cascò addosso. Mi tirai rapidamente su, seduta, volgendogli le spalle. Sapevo di doverglielo dire, sapevo che dovevo fare ancora i conti con quello che era successo, ma avrei voluto tanto dimenticare e cancellare tutto. Pensavo che con la piega che stava prendendo la serata avrei potuto farcela, ma mi sbagliavo.

"Kate..." mi richiamò dolcemente lui, accarezzandomi una spalla. Rabbrividii. "Che cose è successo?"

"Niente, sono solo una cretina e avrei dovuto ascoltarti, invece di urlarti di farti gli affari tuoi."

E gli raccontai tutto, a fatica. Me ne vergognavo, in parte, perché per orgoglio non volevo ammettere di aver dato fiducia a uno psicopatico complottista, ma ero anche furiosa e desideravo farla pagare a quel viscido.

Mentre parlavo non avevo la forza di guardarlo, ma percepivo come di fianco a me lui si stesse irrigidendo. Iniziai ad affievolire il tono della voce, spaventata della sua reazione, ma non potevo fermare le parole, ormai ero in un flusso continuo, bisognosa di buttare fuori il peso che avevo dentro.

Quando finii di raccontare, chiusi la bocca, ricacciando indietro le ennesime lacrime che spintonavano per uscire. Il silenzio che calò era straziante, avevo bisogno di un cenno, anche semplice, da parte sua, qualcosa che mi facesse sentire un po' meno sola.

"La pagherà," disse alla fine rompendo il silenzio. Parole dure e gelide, cariche di rancore e violenza. Rabbrividii.

Un secondo dopo mi ritrovai tra le sue braccia. Un altro ancora e mi stava baciando, come se volesse cancellare dalla mia mente il ricordo di quell'uomo. E ci riuscì, almeno per quella notte.

Una sera orribile era diventata una delle più belle e indimenticabili della mia vita.

Tutto solo grazie a lui.



Una delle cose più affascinanti delle storie d'amore è il dopo il primo bacio, quando le cose non sono ancora state definite, non sai cosa aspettarti, sei felice, ma pieno di paranoie. E poi c'è il discorso di venire allo scoperto.

Devo ammettere che questa cosa la sapevo soprattutto grazie ai libri, perché per come era andata la mia vita fino ad allora non avevo mai avuto un coinvolgimento così intenso da sentire ogni secondo l'ansia di cosa sarebbe potuto succedere e poi la società di Majesten, che non voleva coppie prima dei 18 anni, non aiutava in questo senso. Infatti, tutte le mie precedenti relazioni non erano mai state vissute alla luce del sole e avevo dedicato a esse una quantità di tempo piuttosto limitata.

Dunque, era la prima volta che mi sentivo di dover affrontare una situazione di quel tipo e non saprei catalogare le emozioni che provavo quella mattina al risveglio; ricordo solo che mi sentivo esplodere di vita.

La sera prima io e Chris eravamo stati ancora un po' di tempo insieme, parlando di cose vecchie, tempi passati, ricordi felici e imbarazzanti. Poi, iniziando a sentire freddo, ci eravamo decisi ad alzarci e, usando la mia tecnica segreta, avevo condotto entrambi fuori dal labirinto. Lui tenne il braccio per tutto il tempo posto sulla mia spalla, stringendomi a sé e dandomi ogni tanto qualche bacetto sul capo. Mi sembrava di sognare.

Fu tutto davvero molto romantico e sul mio viso ormai si era dipinto un sorriso incancellabile. Quella sera avevo scoperto un Chris completamente diverso, incredibilmente dolce e a tratti intimidito, ma senza mai perdere quella sua capacità di stuzzicarmi che mi faceva impazzire. Se prima di quel bacio ero presa da lui, dopo che le nostre labbra si erano fuse in numerosi baci ero coinvolta completamente. E per una volta mi andava bene così ed ero persino felice di provare paura. Mi sentivo vibrare.

Quando fummo di ritorno, la festa era praticamente finita e noi eravamo andati direttamente verso le nostre camere. Lui mi aveva accompagnato fino alla mia stanza, salutandomi con un dolce bacio. Chiusa la porta alle mie spalle, mi ero levata velocemente il vestito di dosso, tanto che sentii più di un crac sospetto, e sciolta i capelli, per poi buttarmi sul letto, crollando in pochi secondi, con il volto disteso in un'espressione felice.

Il mattino dopo però le cose diventarono più complicate. Addio Kate felice, benvenuta ragazza paranoia. Mi ero svegliata con un senso di beatitudine profondo, ma ogni secondo che passava, mi riempivo di paure. Il primo momento traumatico era stato quello in cui mi ero vista allo specchio: un panda dalle macchie storte. Avevo dato il mio primo bacio a Chris con quella faccia.

Schifo. Sospirai, dandomi una sistemata.

Tanti piccoli dubbi e paure si affollavano nella mente, anche se forse la cosa più grave era l'imbarazzo: cosa avrei dovuto fare quando lo avrei visto? Salutarlo come se nulla fosse? Di sicuro non avrei potuto baciarlo, dopotutto eravamo sempre in missione. E poi gli altri? Avrebbero capito?

Paranoia dopo paranoia, alla fine ero pronta per uscire. La colazione me l'aveva portata a letto la mia cameriera, quindi stavo uscendo dalla mia camera per andare... per andare dove? Scrollai il capo: non mi importava, avevo almeno bisogno di prendere aria e schiarirmi le idee.

Aperta la porta non ebbi più bisogno di trovare risposta al mio dubbio: appostata lì di fianco c'era Aly, il volto pensieroso.

"Ma che diamine... Aly, che cosa ci fai qua?" chiesi confusa.

La ragazza mi rivolse un sorriso ironico: "La guardia del corpo in gonnella," mi rispose indicando sprezzante il bellissimo vestito che indossava. "Non vedo l'ora di andarmene da qua e ritornare ai miei amati pantaloni."

"Mmh si, conoscendoti posso immaginare... ma cosa c'entra la guardia del corpo?" indagai perplessa.

"Colpa di Chris," rispose facendo spallucce "Comunque buongiorno anche a te."

"Buongiorno", risposi alzando gli occhi al cielo. "Cosa vorrebbe dire colpa di Chris?"

Aly mi fece cenno di seguirla, iniziando a camminare, e mi ripose: "Il nostro amico ha deciso di venirmi a rompere stamattina. Mi ha detto che sarebbe andato a chiamare gli altri e che dovevamo fare un incontro urgente, mentre io sarei dovuta venire da te per controllare che nessuno ti facesse del male e poi andare insieme al ritrovo. Suppongo riguardi in qualche modo Titanne, giusto?"

Ricordate che mi chiedevo come comportarmi una volta visto Chris? Iniziavo a sospettare che gli sarei saltata addosso, ma non per dar seguito ai baci del giorno prima, ma per ucciderlo. Ma gli avrei dato il beneficio del dubbio, forse...

"No, non sbagli," risposi freddamente. Sentii il suo sguardo scrutarmi curioso, ma per fortuna mi conosceva abbastanza dall'aver capito che in quel momento mi doveva lasciar stare.

Irritata e con il brutto pensiero di Titanne, che chissà cosa aveva intenzione di fare a quel punto con me, camminai per i corridoi verso il nostro luogo di riunione. Sperai che Chris avesse capito di non avere il diritto di raccontare quello che era successo: avrei comunque dovuto condividere tutto quello che avevo scoperto, tra complotti e tradimenti, ma non avevo nessun obbligo di parlare del mio incontro diretto con quel maiale. E non lo avrei voluto fare, infatti.

Arrivammo in una saletta che avevamo usato già più di una volta per i nostri ritrovi, isolata e apparentemente sicura, e aprii la porta per entrare. Prima ancora di vedere i miei compagni sentii la voce di Zac dire: "Dobbiamo proteggere Kate allora, non possiamo sapere a cosa può arrivare Titanne..."

Rimasi di sasso. Glielo aveva detto. A tutti, ne ero sicura. Altrimenti cosa avrebbero potuto intendere? Furiosa, ignorai completamente gli altri, rivolgendo tutta la mia attenzione a Chris, che dapprima mi rivolse un bellissimo sorriso, mentre imbarazzato giocava con la punta dei capelli chiari, felice. Io gli rivolsi un'occhiata glaciale e dissi dura: "Chris voglio parlarti un attimo." E quindi gli feci cenno di venire nel corridoio. Lui, perplesso, annuì, mentre il suo volto si oscurava.

Lo condussi abbastanza lontano dalla stanza, in modo che gli altri non potessero sentire quello che ci saremmo detti, dopo di che mi girai verso di lui e lo investii con la mia furia: "Che cosa ti è venuto in mente?! Come hai potuto dire a loro quella cosa senza prima parlarne con me? Io ora con che faccia torno di là, sapendo che mi guarderanno con pietà e... e che sanno quella cosa e... Non avevi alcun diritto e..."

"Kate!" cercò di fermarmi Chris.

"No, non mi interrompere! Non posso credere che tu l'abbia fatto, pensavo di potermi fidare di te e ora..."

"No, Kate rallenta!" cercò di bloccarmi di nuovo, inutilmente.

"...mi sento davvero una stupida a essermi lasciata andare in quel modo."

"Kate smettila!" mi scrollò alla fine lui afferrandomi il volto e costringendomi a guardarlo. Rimasi un attimo ammutolita da quel gesto e il secondo subito dopo fui presa dalla confusione vedendo il sorriso dolce che c'era sul suo viso.

"Non ho detto nulla di quello che credi tu. Dentro di te lo sai che non l'avrei fatto mai," mi spiegò accarezzandomi teneramente la guancia.

"Ma Aly davanti alla porta, Zac che diceva che Titanne poteva farmi del male..." mormorai con voce piatta e impacciata.

"Non ho detto loro quello che quell'orrore umano voleva farti, ma ciò non vuol dire che ti lascerò indifesa: ho detto loro che lui potrebbe essersi accorto che tu sei a conoscenza delle sue macchinazioni."

"Ah," riuscii soltanto a dire, senza parole. "Quindi su quella cosa non hai detto nulla?" ridomandai, iniziando a morire di imbarazzo.

"No," ribadì con un sorriso divertito.

"Okay," più che una parola sembrò un gemito: dopo la figuraccia che avevo appena fatto volevo solo sparire e non essere mai esistita.

D'istinto mi liberai dalla sua presa e mi voltai di spalle, la mano sulla fronte. "Che deficiente," borbottai vergognandomi al massimo.

Chris mi prese per una spalla e mi girò verso di sé, poi mi prese delicatamente il mento, cercando di alzarlo affinché lo guardassi, mentre io cercavo infantilmente di opporre resistenza.

"Kate, guardami," mi esortò lui dolcemente, ma non mi sfuggì un leggero tono divertito che mi fece venire ancora più voglia di affossarmi.

In risposta io scossi testarda la testa e allora lui aggiunse: "Andiamo Dothui, non è successo nulla." Scossi nuovamente la testa. E pensare che la sera prima pensavo di essere maturata molto negli ultimi tempi, invece eccomi lì a comportarmi ancora come una bambina.

"Ah, che sciocca che sei," mi prese in giro attirandomi fra le sue braccia e stringendomi forte. Veramente forte, mi stava davvero stritolando. "Chris!" biascicai. "Mi stai soffocando."

"Oh, finalmente parli," gongolò il ragazzo, allentando la stretta, ma senza lasciarmi. "Sai, mi chiedevo come sarebbe stato il nostro incontro stamattina, ma tra tutte le possibilità non avevo pensato a questa," scherzò lui, facendomi sorridere e portandomi ad alzare gli occhi.

"Chris, scusami, sono veramente un'idiota," ammisi a fatica, ma consapevole di dovergli delle scuse. "E poi tu sei stato così dolce, ti sei preoccupato che stessi bene senza però sbandierare quello che è successo. Mi dispiace tanto."

Mi diede forse l'unica risposta capace di farmi cambiare umore: un bacio di una dolcezza e intensità che mi fece dimenticare ogni imbarazzo o paura. Sciolta come un cioccolatino al sole, lo guardai con quello che dall'esterno sarebbe parso uno sguardo perso, ma che invece voleva dire che finalmente avevo trovato un posto in cui star bene, lì tra le sue braccia.

"Se avessi saputo subito che sarebbe bastato solo un bacio per farti spuntare questo sorrisone, lo avrei fatto subito," disse malizioso.

Scoppiai a ridere e gli tirai una pacca scherzosa sul petto. "Taci va". Poi, non potendo resistere mi allungai e gli diedi un altro bacio. Era mai possibile che in una sola notte le sue labbra fossero già diventate una vera e propria droga per me? Mi staccai guardandolo intensamente, e un secondo dopo la sua bocca stava già sfiorando la mia. Mi rendevo conto che se avessimo potuto saremmo stati l'intera giornata a baciarci, con dolcezza, con passione, con divertimento. Ci saremmo vissuti labbra contro labbra.

E pensare che fino al giorno prima non ci parlavamo quasi più. Quale follia, che stranezza, che meravigliosa magia nasce da due cuori che battono sinceramente l'uno per l'altro, da emozioni forti che non mi sentivo ancora di definire, ma che bastava solo provare. Ma come, penserete, un secondo prima ero nera con lui, poi completamente persa. Vi spiegherei volentieri di come funzionano i miei cambi di umore, la mia testa, il mio cuore, ma purtroppo certe cose sono così puramente incomprensibili che credo che il tentativo di renderle a parole sia come sviscerarle. Le parole, quando si tratta dell'amore, sono sempre inadatte, troppo e troppo poco allo stesso tempo. So solo che in quel momento la mia fedele compagna razionalità era andata a farsi una vacanza e che, nonostante le mie paure, mi sentivo più viva e accesa che mai.

Dopo qualche altro scambio di bacetti e abbracci, mormorai: "Credo proprio che dovremmo andare dagli altri, che dici?"

"Direi di sì," annuì lui, sfregando il naso sulla mia guancia. Poi mi prese la mano e ritornammo verso la stanza dove ci aspettavano i nostri amici.

Ero talmente presa da pensieri, che non mi resi conto che non ci eravamo detti assolutamente nulla sul come comportarci con gli altri finché non ce li trovammo davanti. Presa da un attimo di panico reagii di istinto e mi liberai la mano dalla sua. Per fortuna lui sembrò non prendersela ed entrò molto tranquillo nella stanza.

"Alla buon'ora," commentò Jas, mandandomi un'occhiataccia. Gelosia? Anche se fosse stato in quel momento non mi importava.

"Scusateci," risposi io imbarazzata, mentre mi sedevo su una delle sedie.

"Figurati," rispose sarcastica la bionda, per poi chiedere incalzante: "Dunque, questo incontro serve a..."

"Trovare un modo per fermare Titanne," rispose gelido Chris, guardandomi. Annuii, capendo che ora toccava a me raccontare bene quello che avevo sentito.

Dissi tutto cercando di andare il più possibile nei dettagli e di non dimenticare nulla, partendo dall'incontro nella sala con Nokolis, fino alle parole che si erano scambiati dopo di nascosto, fermandomi chiaramente prima dell'ultima parte, che del resto, eccetto mettere in mostra ulteriormente la perversione di quell'uomo, non aveva alcuna rilevanza per quello che avremmo dovuto fare.

"Wow. Se volevamo trovare qualche congiura di corte mi sa che ci siamo riusciti. O meglio, Kate ci è riuscita," constatò Oliver alla fine del mio discorso. Lo guardai e ammiccai nella sua direzione a mo' di ringraziamento, ma lui rimase abbastanza indifferente al mio gesto, portandomi a distogliere lo sguardo infastidita.

"Sì, grande Kate. Ora però abbiamo diverse cose a cui pensare, tipo a un modo per fermare tutto questo" togliò corto un po' stizzita Jasmine. Ormai però capivo il suo atteggiamento nei miei confronti, era gelosa e voleva essere lei a portare a casa dei risultati. La Senza Poteri stava mettendo in secondo piano la fata più potente della nostra età. Doveva essere lei la star del Viaggio, non di certo la povera sfigata Kate.

Fatico a crederci anche io, ma ammetto che provai una punta di dispiacere: non facevo apposta a sminuirla, era solo che da anni ero abituata a impegnarmi al massimo per rendere almeno la metà di quelle come lei, ma, pur essendo cambiate le cose e quasi ribaltate le situazioni, io mi sentivo ancora in dovere di fare di più degli altri. Eppure, la nostra non era un'impresa da compiere da soli e avevo passato i mesi precedenti ad analizzare i miei compagni di Viaggio, senza mai vedere davvero la cosa più evidente di tutte: ero io a tenermi lontano dagli altri. Forse per abitudine, forse per sfiducia, forse addirittura per egoismo, ma continuavo a riflettere come singolo, quando eravamo tutti nella stessa barca. Buffo come me ne rendessi conto solo in quel momento, dopo essermi accorta che non avrei più potuto andare avanti separata da Chris, non dopo lo scontro, e incontro, di anime che c'era stato la sera prima.

"Dovremmo avvertire il re," disse Aly.

"Certo, ma non ci crederebbe mai: non abbiamo prove," la corresse Chris.

"E allora cerchiamole," dissi. "Sappiamo quello che vogliono fare e sappiamo quando, non sarà poi così difficile trovare qualcosa."

"Secondo me dobbiamo scegliere una pista e seguirla. Anzi, meglio, dovremmo dividerci e seguire piste diverse, in modo di avere maggiori possibilità di trovare qualcosa in fretta," propose Zac, sicuro. Quando si trattava di organizzarsi per qualcosa lui era il migliore tra di noi, il che era bizzarro dato che con il suo dono lui avrebbe dovuto essere quello meno lucido mentalmente.

"Bene, allora scegliamo queste piste," esortò Oliver.

"Nokolis, è un personaggio che non può passare inosservato a corte, troppo strano, troppo straniero. Inoltre, è senza dubbio lui a coordinare le cose: Titanne sarà anche l'ideatore e il finanziatore di quella che potrebbe apparire a tutti gli effetti un'invasione dal territorio indipendente, ma o l'organizzatore è Nokolis o lui è il contatto diretto con colui che sta dirigendo tutto. Conoscendo le sue mosse possiamo risalire al loro piano," elaborai io. Ci avevo pensato un po' quella mattina: visto che a Titanne non potevo, e non volevo, più avvicinarmi, dovevo trovare un'altra pedina da seguire e quell'uomo losco mi appariva la migliore.

"Concordo, è la pista migliore che abbiamo, ma anche la più pericolosa. Inoltre, di sicuro Kate non la puoi seguire, ti riconoscerebbe subito ed è troppo pericoloso," disse Chris, guardandomi con fare ammonitorio. Mi venne subito l'istinto di oppormi, ma mi resi conto in tempo che lui aveva ragione: Nokolis si sarebbe insospettito se avesse notato la mia presenza.

"Una pista non banale è quella del servitore, non trovate? Da quello che hai detto pareva essere solo molto spaventato, ma ben poco fedele e affezionato al suo padrone. Per il Salice, che parola orribile da usare padrone," notò Aly, facendomi scappare un sorriso, vedendo che non ero l'unica insofferente al trattamento disuguale tra gli uomini di quel mondo.

"Hai ragione, anche se non sappiamo quanto lui possa sapere del piano e che varrebbe poco come testimone agli occhi del re," annuì Zac. "Però, in caso volesse collaborare, potrebbe aiutarci a trovare informazioni utili."

"Scommetto che se glielo chiedesse Kate lo farebbe: qualcosa mi dice che gli piaci, altrimenti non avrebbe parlato così tanto con te," mi schernì affettuosamente Chris.

In cambio lo fulminai con gli occhi, mentre però le mie labbra si aprirono in un sorriso sincero: mi piaceva da impazzire il nostro stuzzicarci e non ci avrei rinunciato solo perché il nostro rapporto stava prendendo una piega differente.

Ci perdemmo per qualche secondo nei nostri sguardi complici, mentre il cuore mi batteva forte per la felicità: incredibile come l'amore possa donare la gioia più assoluta anche nei momenti peggiori.

Quando interruppi la nostra unione di sguardi, mi resi conto con imbarazzo che gli altri ci stavano guardando in modo strano, notando chiaramente un cambiamento tra di noi. Ingoiai il nodo che mi si era formato nella gola e mi esortai a non perdere tempo con quelle sciocchezze.

"Credo che sia utile anche Gerienne," propose allora con un sorriso malefico Jasmine. "Chris, credi di poterci cavare fuori qualcosa di buono? In fondo vi vedo abbastanza intimi, ormai."

"Ah, mmh, sì, suppongo di sì," balbettò Chris, guardandomi un po' preoccupato. Faceva benissimo a esserlo, dato l'istinto omicida che mi stava salendo. Jasmine Price mi odiava, era evidente, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per darmi fastidio. Altro che punta di dispiacere. Detto questo, Chris avrebbe potuto dire no, anche se non era tenuto a farlo.

"Perfetto allora," sorrise vittoriosa Jasmine. "Anche io ormai ho acquisito una certa confidenza con lei, direi che possiamo pensarci noi due a lei."

No, no, no, no. Questo era troppo, quella ragazza era una serpe velenosa. Non bastava la gallina di Shailaing, ma anche la vipera di Majesten. Chris non ebbe praticamente diritto di replica, sovrastato dalla prepotenza di quella che ha il coraggio di definire sua amica e io ovviamente rimasi in totale silenzio. Che avrei dovuto fare? In fondo forse stavo esagerando, a parte la rabbia per la malvagità di Jas, non avevo motivi di preoccuparmi di Chris. In fondo non era stato tutto il mese appiccicato alla dama di corte. In fondo non l'avevo mai visto baciarsi con la fata bionda. Assolutamente no.

Arrivai alla fine della riunione irritata a morte. Avevamo almeno deciso il da farsi: Chris e Jas avrebbero leccato ancora un po' il nobile deretano della meravigliosa Gerienne, cercando tramite lei di avvicinarsi al re e di poter almeno ottenere un po' del suo rispetto, così da avere più credibilità ai suoi occhi quando avremmo svelato il complotto. Aly e Zac invece si sarebbero concentrati su Nokolis, indagando sui suoi movimenti. Infine, io e Oliver ci saremmo occupati del servitore.

Uscii dalla sala in preda al nervosismo e di istinto mi venne da scappare via dagli altri, tanto che li salutai velocemente e inserii il turbo alle mie gambe. Peccato che dietro di me anche qualcun altro pensò bene di farlo, raggiungendomi.

"Ehi, ehi, ehi. Dove credi di andare?" richiamò la mia attenzione Chris, affiancandomi. Mi fece piacere costatare che almeno io non ero l'unica agitata, visto che il ragazzo come me era teso dalla testa ai piedi.

"A farmi un giro," risposi quasi biascicando. Sicurezza e freddezza, dove siete finite? Come avete potuto lasciarmi in balia di ansia e goffaggine?

"Okay, immaginavo che sarebbe stato così," sospirò quasi con sé stesso Chris, per poi rivolgersi più direttamente a me: "Allora, so che non ti piace questa, diciamo, divisione dei compiti e che Jas è stata un po' inopportuna..."

"Vipera. Penso che il termine corretto sia vipera," lo corressi senza vergogna: che senso aveva fingere di tollerarla solo perché sua amica, quando era evidente che tra noi correva cattivo sangue da più di mezzo decennio.

"Sì, va bene, vipera," ammise suo malgrado lui. Ci mancava solo che la difendesse a quel punto! "Ma Kate tu non devi preoccuparti di nulla e poi non puoi pensare di prendere e scappare via!"

"Non mi preoccupo, infatti," mentii. Poi visto che non ero contenta della prima bugia aggiunsi: "E poi non stavo scappando via, mi chiedo come tu possa pensare una cosa così assurda." Per darci un tocco in più, aggiunsi anche la risata isterica.

Patetica...

"Mmh sì... certo," annuì lui divertito. "Scappare o non scappare, il punto è che non ti lascio andare in giro da sola per i corridoi con quel porco in giro," chiarì poi lui serio.

"Che tenero, ti preoccupi per me..." mormorai con tono sognante, per poi ritornare in me. "Va bene, allora chiamo Aly." L'immagine di lui con le due biondine più insopportabili che conoscevo non riuscivo proprio a togliermela dalla testa.

"Fai come vuoi, ma se il tuo problema è che sei gelosa di Gerienne sei proprio una sciocca," mi rispose, trattenendo un sorriso compiaciuto. Ho mai detto che odio i ragazzi compiaciuti?

"Gelosa? Non mi si addice," risposi lapidaria. "Il mio problema è che quella tua carissima amica Jas mi sta dichiarando palesemente guerra. Se vuoi che io stia tranquilla, allora mettila al suo posto perché le persone prepotenti come lei sono le peggiori."

"Che caratterino," commentò lui dopo essere rimasto qualche secondo allibito. "È anche per questo che mi piaci," e con il sorriso sulle labbra mi diede un tenero bacio a stampo.

Davanti a tutti gli altri.

Quando lui si staccò da me, ero indecisa se ucciderlo o baciarlo ancora, la bocca aperta e lo sguardo da pesce lesso.

Con un sorriso imbarazzato Chris mi sorrise e mi disse: "Ti lascio con Aly, credo che avrete di che parlare dopo quello che ha visto."

Annuii, scioccata e completamente, totalmente, fottutamente cotta.

Rimasi lì a guardare il vuoto, presa dalla gioia dell'amore, fino a quando un volto sconvolto si affacciò nel mio campo visivo.

"Tu e io dobbiamo parlare."

Annuii, deglutendo. Poi mi avviai per i corridoi con Aly, non potendo però evitare di sentire addosso uno sguardo infuocato di Jas.



"Quindi fammi capire, tu e Chris ora siete una coppia?" concluse Aly, dopo che io finii di raccontarle tutto. Ovviamente avevo tralasciato tutta la parte del tentato stupro. Il mio problema non era una mancanza di fiducia nei suoi confronti, ma ho sempre pensato che più parli di una cosa, più quella diventa reale, mentre io avrei solo voluto pensare a quel momento come un brutto incubo, da cui per fortuna ero riuscita a uscirne incolume.

"In realtà non so esattamente cosa siamo. Penso che sì, stiamo insieme, ma non ne abbiamo ancora parlato apertamente, quindi non vorrei giungere a conclusioni affrettate."

"Beh, Kate, da come ti guardava oggi mi sento di dire che sembra molto molto preso, quindi se non si vuole mettere con te è proprio un idiota. Ma ho abbastanza rispetto per lui da non pensarlo."

"Non so, ora come ora, non mi va di fasciarmi la testa con questi pensieri. Nonostante il fastidio di sapere che sarà spesso con Jas e Gerienne, ora sono veramente felice," tagliai corto, mentre mi spuntava un sorriso. "Sai lui è diverso da come pensavo," scossi la testa incredula. Sapevo che presto o tardi avrei iniziato a farmi delle paranoie: mi conoscevo, ero fatta così, potevo trattenere la positività il più a lungo possibile, ma prima o poi sarei crollata. Più sono presa di una persona più divento fragile e ogni piccola azione mi manda in crisi.

"In che senso?" mi domandò la ragazza dai capelli corvini.

"Pensavo avesse un approccio diverso con le ragazze. Di solito è sempre così sicuro di sé, forte, incentrato su sé stesso. Invece ho visto in lui cose che non avrei mai pensato, come timidezza, paura. È paranoico come me, beh forse un pelo di meno, ma comunque anche lui si fa mille problemi. Poi è stato bravissimo nei miei confronti, mi ha dimostrato di volermi proteggere, senza però mancarmi di rispetto..."

"Bene, ora sono ancora più confusa: non ho idea di cosa tu stia parlando, tra rispetto e protezione, ma immagino siano fatti vostri. Lo devo ammettere però: faccio fatica anche io a immaginarmi un Chris dolce e intimidito, solitamente sembra l'incarnazione della sicurezza e dell'ego maschile. Buon per te se sai tirare fuori da lui altro," disse, corrugando la fronte.

"Già..." mormorai. "Aly, ti giuro che questa era proprio l'ultima cosa che pensavo potesse succedermi durante il Viaggio... se ci penso mi appare tutto incredibilmente surreale. Tra tutti quelli tra cui potevo prendermi una cotta, sono finita per perdere la testa per una delle persone che odiavo di più. Eppure, sono così contenta di aver ritrovato il Chris che conoscevo un tempo."

Lasciavo scorrere lo sguardo sui colorati dipinti appesi alle pareti, mentre insieme camminavamo lungo i corridoi, ma vedevo tutto sfocato, la testa da un'altra parte. Era sciocco, ma quella mattina perfino quel luogo che con il passare dei giorni mi causava insofferenza, mi sembrava più bello, luminoso. Significava quello essere innamorati? Eppure, una parte di me era ancora tentennante.

"Non mi hai mai raccontato cosa ti ha fatto anni fa. So che eravate molto amici, ma poi? Come avete fatto ad arrivare a ignorarvi e quasi odiarvi?" mi domandò la guerriera, la curiosità che le faceva brillare gli occhi.

E subito l'immagine di quel giorno mi tornò alla mente: la pioggia, parole di disprezzo, la mia mano che andava a schiantarsi contro la sua guancia con uno schiocco. Io che gli urlavo di andarsene, i suoi occhi gelidi come mai prima di quel giorno.

Forse era questo che mi impediva di lasciarmi andare totalmente al sogno di una storia che stava per nascere: lo avevo perdonato, stavo andando avanti, ma... avevo paura, paura di rivivere quel momento o anche di peggio.

"È una storia molto lunga, ora non mi va di pensarci. Sto cercando di passare oltre, rivivere quel momento mi porta troppo lontano dal presente che sto vivendo," dissi con la voce atona, mentre cercavo di rinchiudere in una cassaforte nella mia testa tutte le cose negative a cui stavo iniziando a pensare. Non in quel momento, non potevo farmi schiacciare.

"Va bene. L'importante è che voi prima o poi chiariate quel punto." Si fermò prendendomi una mano e guardandomi insistente. "Okay, Kate?"

Tentennai solo un secondo, ma poi annuii con un sorriso. Andava tutto bene e se ci fosse stato qualcosa fuori posto ci avrebbe pensato il tempo. Ne ero certa.

E per il momento...

"Certo che ora tu sai tutto quello che è successo tra me e Chris, ma... tu e Ollie? Come vanno le cose tra voi?"

"Non c'è nessun noi, Kate," disse con un grosso sospiro. La ragazza iniziò a mordicchiarsi il labbro, era evidente che voleva dire qualcosa, dunque non feci pressioni e la lasciai libera.

Riprendemmo la nostra camminata, io in attesa, lei alla ricerca delle parole giuste per dire...

"Non mi sono mai trovata in una situazione simile prima d'ora. Da quattro anni a questa parte l'amore era un sogno che apparteneva a un altro luogo e a un'altra vita. Nonostante per colpa della mia bellezza, di cui farei volentieri a meno, ho sempre avuto file di ragazzi che mi volevano, io non mi sono mai permessa di pensare a qualcun altro. Kevin era al centro dei miei pensieri. E ora, all'improvviso, sento bisogno di stare sempre in sua compagnia. Non mi riconosco più, sai? Sto diventando una stupida femminuccia sentimentale," concluse con un sorriso che però non mi convinceva. C'era qualcosa che non andava. "Capisco quando dici che stai cambiando, anche a me sta succedendo. È come se uscire dal nostro mondo ci facesse uscire dai confini delle nostre vite, dai limiti mentali che ci hanno tenuti ancorati per tutto questo tempo. E tutto questo stranamente non mi fa poi così paura."

Aly scosse la testa con un sorriso rilassato sul volto, poi aggiunse: "Mi sembra come di stare in un limbo, come se tutto quello che accadrà qua rimarrà qua. Ma poi quando torneremo a casa le cose come saranno? Cosa dovremo fare? Tornare alla vita di prima? O abituarci a quello che stiamo diventando? È tutto così confuso. Per rispondere alla tua domanda non so come le cose stiano andando tra me e Oliver: io sto cambiando, ma anche lui. Finge, ma lo so che sta combattendo con l'oscurità che ha dentro e non sono sicura di avere abbastanza luce per aiutarlo ad allontanarsi dal baratro. Inoltre, ne sono certa, io gli ricordo quello che ha fatto. Quindi sì, è tutto fottutamente confuso ora come ora, soprattutto perché ormai con me parla fino a un certo punto."

Mi dispiaceva vederla così, triste e agitata. Aveva ragione però: tutto quello che stavamo vivendo era terribile, ma non c'era nessuno a giudicarci in quel momento. Eravamo più liberi in quegli ultimi mesi, costretti in un Viaggio che non volevamo davvero compiere, che nella nostra quotidianità fatta da regole e pregiudizi. Ma una volta tornati cosa avremmo fatto? Mi aspettavo forse che la madre di Chris mi avrebbe accolta a braccia aperte? O che mio padre avrebbe accettato Chris come uno di famiglia? Mi costrinsi ad aggiungere anche quel pensiero nella cassaforte.

"Ci parlerò io con lui," dissi alla fine ad Aly. "Proverò a vedere se posso aiutarlo in qualche modo, comprendo come si sente. Gli farò capire di non allontanarti."

Era ora di scoprire qualcosa in più sul ragazzo più enigmatico del nostro gruppo.


ANGOLO AUTRICE:

C'è un po' di capitolo in questo miele...

Che dire, direi a mani basse il capitolo più dolce dell'intero romanzo, siete d'accordo? Per scriverlo ho pensato a come può essere l'incontro di due persone il giorno dopo essersi baciate e quindi teoricamente messe insieme. Ho cercato di racchiudere tutti i dubbi, le speranze, l'imbarazzo e le aspettative che un simile momento può racchiudere dal mio punto di vista. E voi? Come vi comportereste?

Nel frattempo le indagini sono pronte a iniziare! Preparatevi ai prossimi capitoli! 

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