(R) CAPITOLO 35: Lord Titanne
"Devo ammettere con grande rammarico che conosco poco la vostra patria. Ho sentito qualche storia, certo, ma non mi ci sono mai recato di persona purtroppo. Nonostante il mio grande amore per i viaggi, non posso permettermi di spingermi così lontano, capirete che ho delle responsabilità a cui rispondere."
"Oh, lo posso capire, ve lo assicuro," risposi con un sorriso a Titanne. "Di fatto si può affermare che è la prima volta che abbandono il nido. C'è da dire che, come primo viaggio, non è di certo da poco."
"Siete molto lontana da casa, infatti," sottolineò anche lui.
"Tremendamente," confermai. Non potei trattenermi dal pensare ironicamente che lui non aveva la minima idea di quanto fossi effettivamente lontana: letteralmente anni luce.
"Vi manca?" mi domandò con occhi curiosi. Era piacevole quanto difficile parlare con quel gentiluomo, dato che ti faceva sentire come se fosse costantemente interessato a quello che dicevi, attento a ogni minimo particolare. Da un lato pensavo a come fosse bello aver trovato qualcuno davvero voglioso di ascoltarmi, dall'altro dovevo sempre stare estremamente attenta a quello che dicevo, evitando di far trapelare qualche cosa di sbagliato e mettermi nei guai.
"Casa è casa. Devo essere sincera, io non ero particolarmente vogliosa di compiere questo viaggio, prima di partire, ma ammetto che si sta rivelando molto più interessante e istruttivo di quanto pensassi. Casa mi manca, ovviamente, ma nel frattempo sono curiosa di vedere come procederà la mia permanenza in questo luogo." Nella mia risposta c'era più verità che menzogna.
"Parole sagge per una ragazza così giovane," mi elogiò, dopo qualche secondo di silenzio, nel quale stava probabilmente cercando di analizzare le nuove informazioni che gli avevo dato. Capivo perché era il braccio destro del re: si vedeva che era una persona intelligente e che sapeva muoversi scaltramente nella vita.
"Forse dopotutto avevo proprio bisogno di ampliare i miei orizzonti," sorrisi sincera. È vero, Titanne era sicuramente una persona astuta, ma allo stesso tempo mi sentivo al sicuro con lui e stranamente attratta.
Lui dal canto suo si aprì in un sorriso meraviglioso, tanto che mi portò ad abbassare lo sguardo imbarazzata.
"È una giornata molto calda, non trovate? Forse è il caso di accomodarci su una panca all'ombra, che ne dite?" propose lui, indicando verso sinistra e io annui, seguendolo.
Non era la prima volta che uscivamo insieme nei grandi giardini per una passeggiata: ormai era passata una settimana dal suo arrivo e ci eravamo intrattenuti più volte a parlare. La prima era stata il giorno stesso del suo arrivo, quando nella "piccola" festa organizzata in onore del suo rientro a corte lui mi aveva raggiunta presentandosi.
Tra noi si era creata fin da subito una buona sintonia, avevamo iniziato a parlare molto e ammetto che il volto stupito di Chris quando mi aveva visto in compagnia di quell'uomo mi aveva spinto ancora di più ad approfondire quella conoscenza.
Così avevo rispolverato quel poco di fascino femminile che avevo e l'avevo sfruttato per far presa su quel potente personaggio. Stranamente sembrava funzionare, dato che erano sempre più numerose le volte in cui lui mi cercava, dimostrando chiaramente un interesse di un certo tipo nei miei confronti.
Il che, il più delle volte, si era dimostrato un problema, dato che con il suo interesse erano arrivate tante domande che avevano rischiato di mettermi più di una volta in difficoltà. Allo stesso tempo in quella settimana non ero riuscita a ricavare nessuna rilevante informazione. Era ora di darsi una svegliata, ma era difficile cercare di circuire colui che molti amavano chiamare la Volpe di Shailaing.
Le cose per noi stavano procedendo davvero a rilento: avevamo sottovalutato la difficoltà della missione che avevamo da compiere in quel mondo, scambiando la superficialità per stoltezza e convincendoci quindi che per noi non sarebbe stato difficile circuire gli uomini di corte. Ma per sopravvivere in quella realtà di falsità e inganni iniziavo a rendermi conto che ci voleva una buona dose di astuzia e quelle persone ne avevano da vendere, a differenza mia.
Io e Titanne, intanto, ci eravamo seduti sulla panchina che mi aveva indicato e mi stava parlando di una qualche magnifica esperienza che aveva vissuto in una qualche meravigliosa località. Era strano sentirlo vantarsi dei suoi viaggi, quando io avevo visto in pochi mesi più di quanto lui avrebbe potuto vedere nella sua vita. Ma in realtà in quel momento non stavo neppure ascoltando quello che stava dicendo, distratta da due figure che avevo scorto non troppo lontano.
Scommetto che avete già indovinato di chi si trattava, no? Beh, nel dubbio ve lo dico comunque: il co...niglio e la sua gallina. Sì, Chris con Gerienne. Ormai realizzavano una fantastica fattoria.
Gelosa? Assolutamente sì, non potevo e non mi importava negarlo. Ma non sarei stata ferma a vederli civettare senza far nulla. Ci eravamo quasi baciati, ma lui sembrava esserselo dimenticato alla grande, dato come si comportava. Se pensava che gliel'avrei fatta passare liscia si sbagliava di grosso.
Mentre il giovane di fianco a me parlava, io cercavo di fingere al meglio di ascoltarlo, ma non potevo smettere di lanciare di tanto in tanto qualche occhiatina nella loro direzione. Una mossa stupida, dato che a un tratto i miei occhi si incrociarono con i suoi. Immediatamente distolsi lo sguardo, ma sentii ancora per qualche secondo il suo puntato su di me. Ebbi un brivido.
"Katerina, ma quello è il vostro parente, Christiano, mi pare?" mi chiese a un tratto Titanne. Trasalii: doveva aver fatto caso ai miei sguardi. Sperai solo che non sospettasse nulla di quello che c'era dietro.
"Uhm, sì, mio cugino... beh con qualche decina di gradi di distanza in realtà," annuii, leggermente agitata. Era strano parlare di O'Connor in quel modo. "Christophe, comunque," aggiunsi con tono leggermente scocciato.
"Giusto, giusto. Vi dispiacerebbe unirci a loro? Mi farebbe piacere conoscerlo," annuì pensoso.
Accidenti. Pure quello: come potevo dirgli di no?
"No, no certo, nessun problema," risposi deglutendo. Che la sfortuna mi perseguitasse? Cosa diamine gli importava di parlare con quel ragazzo? O forse c'era un motivo ben preciso? Che avesse notato le occhiate furtive che non riuscivo a evitare di lanciargli?
"Su, andiamo!" mi sforzai a esortarlo con un grande sorriso.
E così ci incamminammo verso di loro, io che cercavo di non cadere nel panico come invece stava accadendo e il Lord accanto a me invece non solo tranquillo, ma anche apparentemente entusiasta.
Io, mentre camminavo, fissavo attentamente Chris, cercando di capire quale potesse essere la sua reazione al nostro avvicinamento: ero convinta che lui ci avesse notato, ma apparentemente aveva preso la saggia decisione di far finta di nulla. Ma quando eravamo ormai a pochi passi da loro, fu Gerienne a rompere il ghiaccio.
"Lord Titanne, mio caro, vedo che avete deciso di favorirci con la vostra compagnia," esordì con un enorme sorriso, ovviamente ignorandomi.
"È sempre un piacere passare il tempo con voi, Lady Gerienne," rispose lui cortese. Mi accorsi con soddisfazione che anche lui sembrava nutrire poca simpatia nei confronti di quella gatta morta.
Poi il galantuomo si rivolse a Chris, con fare interessato: "E voi dovete essere Christophe. La vostra graziosa parente mi stava giusto parlando delle Isole Dorrown."
"Oh, davvero..." rispose Chris lanciandomi un'occhiataccia. Che diamine voleva? "Katerina in effetti è molto legata alla sua casa: scommetto che non vede l'ora di tornarci," aggiunse abbastanza duro, sottolineando l'ultima parola.
"In realtà, come stavo appunto spiegando a Lord Titanne, sono molto contenta di essere qui a Shail: avevo proprio bisogno di ampliare i miei orizzonti. Cambiare ambiente mi sta facendo capire un sacco di cose," mi intromisi allora, infastidita dalle parole di Chris. Dunque, mi girai verso il braccio destro del re e mi aprii in un dolce sorriso, sperando con tutta me stessa di aver zittito quella testa bucata che avevo di fronte. Titanne mi rispose con un'occhiata che avrebbe fatto cadere in ginocchio qualunque donna, ma le mie si limitarono solamente a tremare leggermente.
Quando mi girai notai con piacere lo sguardo fiammeggiante di Chris e non potei trattenere un piccolo ghigno di soddisfazione. Era ora che le situazioni si invertissero.
La conversazione proseguì per una ventina di minuti, ma furono talmente pesanti che mi sembrò durare ore. Alla fine, fu proprio Titanne a ritirarsi, congedandosi dopo essere stato chiamato da un servitore: mi chiesi se fosse stato convocato proprio dallo stesso re. Mi ritrovai dunque sola insieme all'adorabile coppietta. Feci per congedarmi a mia volta, ma con mia grande sorpresa Gerienne mi precedette, raggiungendo il suo gruppo di pettegole che stava passando proprio in quel momento poco lontano. Probabilmente aveva voglia di vantarsi con la sua combriccola di oche riguardo al giovane che stava velocemente seducendo. Sbuffai.
Rimasta sola dopo giorni con Chris, senza dire nulla, feci per avviarmi verso il palazzo, ma la sua voce alle mie spalle mi fece bloccare.
"Non pensavo che ti piacessero quelli come lui," il tono era duro, rugoso, graffiante. Era arrabbiato.
"Cosa vuoi dire?" chiesi girandomi. Era difficile guardarlo tanto che sfuggivo al suo sguardo perforante.
"Impostato e finto," rispose senza mezzi termini, picchiettando il piede per terra. Era arrabbiato, ma anche nervoso.
"Cosa? Lui non è affatto così!" lo difesi subito basita.
"Possibile che tu non te ne accorga?" Il tono della sua voce si era alzato di un'ottava. Era arrabbiato, nervoso e decisamente irritato.
"Non mi accorgo di cosa?" domandai spazientita: se quella doveva essere una sottospecie di scenata di gelosia, preferivo che se la tenesse per sé. Un conto era il piacere che poteva darmi il vederlo infastidito, ma, se mi doveva dare della stupida, preferivo il suo silenzio.
"Il modo in cui ti guarda... c'è qualcosa di pericoloso in lui. Ti guarda come, come..." e si interruppe non riuscendo a terminare la frase.
"Come se gli piacessi?" conclusi io. "E cosa ci dovrebbe essere di male a piacere a qualcuno? Almeno lui sa come trattare una ragazza e mi fa sentire... mi fa sentire importante," tentennai un po', ormai agitata a mia volta. Lui invece non si accorgeva che desideravo ardentemente ci fosse lui al posto di Titanne?
"Non stavo dicendo questo. Se è questo che tu vedi, allora devi avere proprio le fette di salame sugli occhi perché..." disse allora lui, continuando a toccarsi i capelli nervosamente, mentre il suo pomo d'adamo continuava a fare un sali e scendi impazzito.
"Chris, ma ti costa tanto farti gli affari tuoi? Cosa cavolo ti importa di me e di Titanne?" chiesi, passandomi esausta la mano sul volto.
Avrei voluto urlargli in faccia un sacco di cose, a partire dal rinfacciargli la sua irritante ipocrisia, ma mi resi conto che non avrebbe avuto senso. Non mi importava davvero litigare con lui. Se il motivo per cui lui mi stava aggredendo era che provava qualcosa per me e se lui fosse stato capace di ammetterlo forse... forse io avrei potuto ammettere che non riuscivo a smettere di togliermelo dalla testa e che, anche se Titanne mi affascinava e lusingava, l'unica persona che volevo era lui. Ma lo avrei fatto solo se avessi avuto delle certezze.
"Mi importa perché mi preoccupo per te, è tanto difficile da capire?!" sbottò lui, guardandomi come se fossi stupida a non averlo inteso. E per un secondo pensai che fosse vero, che ero una sciocca ad aver fatto di tutto per scappare da lui negli ultimi giorni e che forse era il momento di lasciarmi andare a quello che sentivo quando... quando riuscì a rovinare tutto. Probabilmente un tutto che esisteva solo per me.
"Lo so che forse per te non è più così, ma sei la mia migliore amica e non voglio che ti succeda qualcosa di brutto."
CRAC. Eccolo il rumore di tutte le mie speranze infrante.
Improvvisamente passai dal sentire il mio cuore sul punto di scoppiare a sentire un nodo stringermi stretta stretta la gola. Fu un pugno allo stomaco capace di togliermi il fiato.
Quante volte mi sarei illusa ancora? Ero solo una stupida romantica.
"Già," sussurrai in un soffio. La voce faticava a uscirmi e inchiodai i miei occhi sul terriccio sotto ai miei piedi, prendendomi tempo per riprendermi.
"Sì, mi preoccupo per te e sento che su quel tipo non bisogna fare affidamento. Dovresti sapere alcune storie che ho sentito sul suo conto. Devi stargli lontana, oppure..."
"Oppure cosa Chris?" lo fermai ridendo. Dentro piangevo. "Che ne dici se mi lasci in pace? Ti assicuro che sono più che capace di gestire la mia vita da sola, non ho bisogno di un migliore amico che mi difenda."
Rimase bloccato, in silenzio, guardandomi stupito. Ero talmente stanca di quella situazione che non mi chiesi neppure il perché.
Semplicemente me ne andai, girandogli le spalle. Sentii la sua voce che da dietro mi ripeteva nuovamente di non fidarmi. Sapevo già che non l'avrei ascoltato.
Assurdamente iniziavo a provare invidia per i servitori di palazzo: potevano anche indossare vestiti senza valore, vivere nei sotterranei ed essere costretti a sgobbare tutto il giorno, ma almeno loro avevano da fare qualcosa nelle loro giornate, mentre io mi sentivo così... annoiata.
Quelle che all'inizio mi erano sembrate delle meravigliose giornate in cui godere di sfarzi e comodità, erano diventate una prigione di monotonia. L'unica cosa che dava un po' di colore al passare delle ore era Titanne. Ma non per quello che credete.
Ero rimasta affascinata da lui, ma da l'ultima volta che avevo discusso con Chris avevo capito da che parte stava il mio cuore. A essere sincera l'avevo sempre saputo, ma mi ero voluta illudere di non essere arrivata a quel punto di non ritorno. E invece...
Quindi cosa ci facevo ancora con Titanne? Ingelosivo Chris. O almeno speravo che fosse così. Alla peggio almeno mi stavo salvando la faccia. Ma non era solo per quello che continuavo a stare in sua compagnia: mi trovavo bene al suo fianco e mi faceva sentire apprezzata, una cosa che mi era accaduta così di rado nella mia vita che era diventata una specie di droga. Non c'era alcun motivo per il quale sospettare di lui, quindi misi da parte gli avvertimenti di Chris e mi concentrai nel cercare di capire se potesse essere d'aiuto per la nostra missione. Ricerca che non aveva ancora dato nessun frutto purtroppo.
Ma per mia fortuna stava per giungere un grande evento: il ballo organizzato dai sovrani in onore del compleanno della regina. I preparativi lasciavano solo intuire la bellezza di quel festeggiamento e la me vanitosa e frivola non vedeva l'ora che quel giorno arrivasse. Purtroppo, sembrava di essere a una festa scolastica, dato che era necessario presentarsi in coppia. E io con chi ci sarei andata?
Inutile mentire e negare che una parte di me sperava, sognava, bramava, desiderava e... beh, avete capito, di ricevere l'invito da Chris. Ma era pura follia la mia, sapevo già che non sarebbe successo.
Poteva forse Titanne arrivare addirittura a invitare me, una forestiera, a quel grande evento? Mi sembrava difficile che un uomo del suo rango invitasse una delle fanciulle più insulse di tutta la corte, anche se dopotutto non dovevo essere poi così insipida ai suoi occhi, visto che continuava a ricercare la mia compagnia.
In ogni caso non mi sentivo pronta a fare affidamento solo su di lui. Avevo dunque bisogno di un'alternativa, un piano B. Forse mi sarei potuta mettere d'accordo con Zac, sarebbe stato in amicizia chiaramente, ma almeno ci saremmo risparmiati l'umiliazione di andarci da soli. O almeno, io me la sarei risparmiata, perché dubitavo fortemente che un bel viso come il suo non avrebbe convinto qualche sciocca dama a fargli compagnia.
Mi interrogai su tutto ciò per diversi giorni, senza fare assolutamente nulla, in attesa che l'invito piovesse dal cielo. E per mia fortuna così accadde.
Io e Titanne stavamo facendo una delle nostre solite passeggiate e dal nulla lui aveva iniziato a fare commenti sulle preparazioni del ballo, raccontandomi piccoli aneddoti su quelli passati.
"Durante i gran balli, qui a palazzo c'è un tale concentrato di stramberie che neppure a un circo puoi trovare," ridacchiò lui, portandomi a sorridere. "Ma ve ne accorgerete presto anche voi, sempre che il vostro accompagnatore non vi tenga lontano dalle piste..."
Emisi un suono strozzato. Ero imbarazzatissima e probabilmente doveva essere chiaro anche a lui, dato che mi chiese: "State scherzando spero! Una donna come voi senza accompagnatore? È ridicolo."
E con quelle parole riuscì a mettermi ancora più a disagio. Complimenti, Titanne. Mi stava ridicolizzando, ma non...
"Del resto devo essere un uomo davvero fortunato, perché allora posso finalmente chiedervi se gradireste essere la mia compagna durante la festa."
...glielo avrei permesso. Stavo dicendo? Mandai al diavolo tutti i pensieri e felice come una pasqua sorrisi, pronta ad accettare l'invito. Ma in quel momento i miei occhi incontrarono altro, stalattiti di ghiaccio pronte a perforarmi anche l'anima.
Qualcosa nel suo sguardo mi bloccò, il mio entusiasmo si dimezzò e chiesi una cosa che non stava né in cielo né in terra: "Signore, sono molto lusingata dal vostro invito, ma mi chiedo se sia il caso, voglio dire, voi siete un personaggio importante e io sono... solo io," risposi cercando di girarci in torno. Non potevo rifiutare direttamente, ma in quel momento non me la sentivo neppure di accettare.
"Oh, Lady Katerina, io vi assicuro che sarei solo che onorato dalla vostra compagnia. Ma non pretendo una risposta immediata, avrete tutto il tempo per decidere," mi tranquillizzò lui.
Me ne pentii non appena se ne fu andato. Quale pazza non avrebbe accettato immediatamente una simile proposta? A quanto pare Kate Forrest. Una Kate Forrest completamente cotta di un altro.
Fu così che decisi di parlare con Chris. Non avevo idea di cosa dirgli, anzi, forse sarei stata solo zitta aspettando che fosse lui a dire qualcosa. Avevo bisogno di avere un confronto, sperando di capire qualcosa di più su qualsiasi cosa fossimo noi. Sempre che ci fosse ancora un noi. O che ci fosse mai stato.
Frasi fatte a parte, spinta dall'istinto che raramente seguivo, mi diressi verso la stanza del ragazzo, sperando di trovarlo lì, non essendo più nel giardino.
Forse dovevo tenere presente il motivo per cui di solito non seguo l'istinto: finisce sempre male.
E infatti quella volta non fu da meno. Passando a fianco di una di quelle salette tranquille e spesso isolate di cui era disseminato il castello, sentii qualcosa che cambiò completamente i miei piani.
"...essere la mia dama."
Sentii solo la fine della frase, ma era quanto bastava. La voce proveniva da quella stanza che avevo appena superato, la cui porta era socchiusa. Sebbene non potessi vedere la scena con i miei occhi, la voce era inconfondibile. Con un tempismo perfetto ero arrivata proprio nel momento in cui Chris chiedeva a qualcuno, che chiaramente non ero io, di accompagnarlo al ballo. E pensare che avevo lasciato in sospeso la proposta di Titanne per lui. Stupida illusa. Non mi lasciai neppure il tempo di ascoltare la gioia della donna che aveva invitato - e avrei scommesso qualsiasi cosa che si trattava della solita oca - e me ne tornai immediatamente sui miei passi, maledicendo me stessa per aver dato retta all'istinto. Almeno avevo avuto la fortuna di non fare la figura dell'idiota davanti a lui e avrei potuto mantenere un profilo dignitoso.
Ripercorsi i corridoi e, tornata in uno dei grandi saloni, iniziai a cercare Titanne con lo sguardo. Lo vidi in un angolo a parlare con uno dei suoi servitori. Non potei non notare con sorpresa l'espressione impaurita del servo, ma pensai subito che si trattasse di una deferenza esagerata nei confronti di una figura molto importante a corte. Mi avvicinai, spinta dalla rabbia nei confronti di Chris, ma allo stesso tempo un po' frenata dalla paura di essere troppo sfacciata e disturbarlo mentre stava facendo altro. Ma poi, grazie al cielo, si voltò verso la mia direzione e mi notò quasi subito mentre gli andavo incontro. Mi fermai, aspettando di vedere cosa avrebbe fatto lui, che nel frattempo si girò nuovamente per un secondo verso il suo servitore, probabilmente per congedarlo, e poi si voltò guardando dritto verso di me. Sorrise, cortese, e allo stesso tempo parendo parecchio sorpreso. Allora mi fece cenno di avvicinarmi. Una volta che mi trovai davanti a lui mi buttai, abbastanza turbata da aver dimenticato ogni timidezza e imbarazzo.
"Sì. Ovviamente verrò al ballo con voi. E mi scuso per non aver accettato immediatamente. A volte sono davvero una sciocca," esordii in modo diretto, esibendo un sorriso che speravo potesse apparirgli affascinante. Dentro di me alla frase che avevo pronunciato avrei aggiunto cotta di uno stronzo. Ero arrabbiata. Delusa. Ferita.
"Mi sorprendete!" rispose lui con occhi scintillanti. O ero io che mi facevo suggestionare? "Devo ammettere che ho temuto molto che voi voleste rifiutare il mio invito, ma ora che avete accettato vi posso rivelare che non avrei potuto ricevere notizia più gradita."
Sorrisi, ancora una volta lusingata dalle parole che mi riservava sempre.
"Non avrei mai potuto rifiutare la vostra compagnia, che mi è così cara. Ora perdonatemi, ma credo di aver bisogno di riposo. A presto!" mi accomiatai con una piccola riverenza, non capendo neppure io se essere triste o felice per la piega che stavano prendendo gli eventi.
Stavo camminando per i corridoi lussuosi e silenziosi, borbottando tra me e me tutti gli insulti che avrei tanto voluto sputare in faccia a Chris, ben consapevole che non l'avrei fatto. Ho sempre pensato di avere diversi talenti, senza però mai eccellere in nulla, ma avevo appena trovato qualcosa in cui ero veramente brava: rimuginare.
Rimuginavo, rimuginavo e ancora rimuginavo sulle ultime settimane, su come fossi stata bene con lui in alcuni momenti e di come sembrava che anche da parte sua ci fosse un qualche interesse. Ma poi tutto si smontava, l'illusione crollava non appena lo vedevo preso a flirtare con tutte le dame di corte, esclusa me – e Aly che gli stava alla larga per solidarietà femminile – e in particolare con quella viziata boriosa che sembrava essere abituata ad avere tutti gli uomini pronti a cascarle ai piedi. E probabilmente era davvero così: in fondo era bellissima. Per quanto mi riguardava la trovavo una bellezza volgare e il suo atteggiamento superficiale me la rendeva talmente insopportabile che ero sicura che se fossi stata un uomo non sarei neppure riuscita a considerarla come possibile interesse amoroso. Ma si sa, gli uomini sono degli sciocchi, basta che si trovino davanti una che sbatte gli occhi civettuola e non capiscono più nulla. Non sapevo perché, ma pensavo che Chris potesse essere diverso, ma ero stata cieca a pensarlo, dato che da anni dimostrava di essere proprio quel tipo di maschio.
Come rimuginatrice non avevo eguali, ma ero davvero brava anche nella sbadataggine e nel vivere tra le nuvole. Presa com'ero dai miei pensieri, mi accorsi a malapena di una figura che camminava nella mia direzione, e mi spaventai quando mi afferrò per un polso fermandomi ed attirando la mia attenzione.
Stralunata com'ero non fui neppure in grado di trattenermi dall' esclamare: "Ma che diamine..." Mi accorsi in fretta dell'errore di aver utilizzato un simile linguaggio in quell'ambiente e istintivamente mi portai la mano libera davanti alla bocca.
Grazie a tutti gli antichi Reggenti si trattava solo di Chris.
No, aspetta, cosa?!
"Kate, hey, a cosa stai pensando di così importante per non accorgerti neppure di me che ti chiamavo?" mi chiese con un sorriso. Aveva proprio una faccia da schiaffi.
"Umpf, niente di che," borbottai senza neppure guardarlo in faccia, timorosa che mi si leggesse negli occhi quello che pensavo davvero, ossia che avrei voluto prenderlo e rivoltarlo come un calzino a suon di parole.
"Mmh, okay." Percepivo un particolare entusiasmo provenire dalla sua persona, emanava un'energia particolare e mi chiesi cosa fosse successo da elettrizzarlo tanto.
"Senti, Kate, ti ho fermata perché ci tenevo tanto a dirti una cosa. Mi mette un po' a disagio, ma penso che se non mi buttassi ora potrei solo pentirmene. Si tratta del ballo, io..."
E tutto improvvisamente nella mia mente andò al posto giusto: il suo fare entusiasta, le parole, il ballo...
"Hai deciso di invitare Gerienne!" esclamai esibendo una contentezza più falsa dei complimenti delle dame di corte alle altre donne. "Hai fatto bene, davvero, sarete una bella coppia, anche se ti consiglio di stare attento a cosa decidi di indossare: detto tra noi, lei ha dei gusti un po' particolari..."
"Ma cosa, come..." cercò di interrompermi lui confuso e forse sconvolto a giudicare dal tono, non saprei dirlo con esattezza visto che continuavo a evitare di guardarlo negli occhi.
"Come ho fatto a capirlo? Beh, dai non ci voleva molto, in fondo state passando davvero tanto tempo insieme ultimamente. Sai credo di avervi giudicato male, siete carini insieme...
"Ma cosa centra questo, io stavo solo cercando..." provò a intromettersi lui, ma ormai ero partita per la tangente e nulla mi avrebbe fermata.
"Sì, lo so, tranquillo, non c'è problema davvero. Sono contentissima per te. Possiamo dire di aver trovato due accompagnatori validi per il ballo e penso che non..."
"Accompagnatore? Vai al ballo con qualcuno?" mi domandò allora lui con un tono che mi bloccò. Per la prima volta lo guardai e non riuscii a comprendere quello che vidi.
Con quale coraggio mi guardava come se lo avessi ferito?
"Sì. Titanne mi ha chiesto oggi di accompagnarlo..." dissi lentamente, cercando di studiare la sua reazione. Un lampo di umanità e poi più nulla. Mi aveva appena posto un muro davanti, lo percepivo nell'aria intorno a noi e, per la prima volta, mi chiesi se quell'incontro sarebbe potuto andare in una direzione completamente diversa.
"Ovvio... Sono davvero contento per te."
ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno cari lettori!
In questo capitolo facciamo la conoscenza di Lord Titanne. Cosa ne pensate di questo affascinante giovane uomo? Kate avrà fatto la scelta giusta ad accettare l'invito al ballo?
Da adesso in poi fate attenzione a ogni dettaglio, perché la quiete apparente sta per finire e presto arriverà la tempesta. Riusciranno i nostri Prescelti a superare le difficoltà e dimostrare ancora una volta il loro valore?
A settimana prossima e grazie di cuore a chi mi legge!
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