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15. Private party in the bathroom



Il tragitto verso la saletta che Lumacorno aveva fatto addobbare a festa durò meno di quanto sperassi e, quando mi ritrovai davanti alla porta, mi resi conto che non avevo la più pallida idea di come mi sarei dovuta comportare.
Lanciai uno sguardo veloce a Malfoy, notando che anche lui mi stava guardando con un'espressione concentrata: «Pronta?»
La sua domanda rimbalzò contro le pareti spezzando il silenzio e facendomi annuire appena.
Mosse una mano verso la maniglia, ma dopo averla stretta la lasciò andare di scatto e si voltò verso di me.
L'istante dopo sentii le sue mani intorno al viso e le sue labbra dolci contro le mie.
Il bacio che ci scambiammo non durò molto e servì come rassicurazione e fonte di coraggio per entrambi.
Ci stavamo ancora sorridendo come degli ebeti quando Malfoy abbassò la maniglia della porta e mi fece cavallerescamente entrare per prima.
All'interno la sala era addobbata interamente da vari striscioni colorati, palloncini un po' ovunque e su un lato c'era un enorme tavolo da buffet, mentre ragazzi e ragazze giravano a braccetto o per mano lungo la stanza.
Individuai subito Ginny con un calice pregiato in mano che chiacchierava animatamente con Harry, il quale rideva con lei per qualcosa che si erano detti.
Sentii il cuore riempirmisi di dolcezza mentre mi dirigevo verso di loro col braccio di Malfoy ancora intorno alla vita.
Appena li raggiunsi Ginny mi guardò con occhi maliziosi, mentre il mio amico mi dedicò un dolce sorriso che si raffreddò appena incontrò lo sguardo impassibile (il sorrisino ebete era scomparso) del mio cavaliere.
«Hermione, mi accompagni in bagno un attimo?», chiese Ginny, senza darmi il tempo di elaborare una risposta e afferrandomi il braccio, liberandomi dalla stretta di Malfoy.
Due istanti dopo eravamo già lontane dai due ragazzi e all'improvviso mi chiesi se fosse stata una buona idea lasciarli soli.
"Merlino, fai che non si schiantino a vicenda!", implorai il cielo, mentre la mia amica mi trascinava come un tornado in un piccolo bagno interamente bianco e celeste.
«Cosa ti è saltato in mente, eh? Prima non ho potuto dire niente davanti ad Harry, ma voglio proprio sapere come mai hai avuto la brillante idea di dire che saremo potuti venire qui insieme!»
Capii subito a cosa si riferisse e mi feci interamente rossa in volto, chiedendomi se fosse tanto arrabbiata per la mia trovata o se sotto sotto fosse contenta.
«Scusami, non pensavo che ti avrebbe dato fastidio, anzi, speravo di farti un piacere, dato che eri senza cavaliere... ho pensato che Harry sarebbe stato perfetto».
La vidi alzare gli occhi al cielo, infastidita ed esasperata, poi mi ritrovai un suo dito premuto contro il petto: «Dì la verità, l'hai fatto apposta?»
Non sapevo che fosse umanamente possibile, ma riuscii comunque a diventare ancora più rossa in viso.
«Ok, la tua faccia basta e avanza come risposta...», disse con tono acido: «Hai deciso di diventare il Cupido della serata?»
Sorrisi alle sue parole, anche se mi sentivo ancora in imbarazzo: «Si vede lontano un miglio che vi piacete, Ginny».
Una smorfia di disappunto comparve sul suo volto: «Davvero?»
«Gli unici che non se ne accorgono ancora siete voi due, e forse Ronald».
Sul viso della mia amica comparve un' espressione rilassata e rassegnata: «Quando mai mio fratello si accorge di quello che lo circonda? Probabilmente se gli chiedessi le novità degli ultimi giorni non saprebbe dirmi altro che Quidditch, scacchi e Lavanda Brown. Nel suo cervello ci sono troppo pochi neuroni per permettergli di ragionare e...»
«Non starai un po' esagerando?», le chiesi, anche se in parte sapevo che Ginny non aveva poi tutti i torti.
«... e capire. Se provassi a chiederglielo sono sicura che mi risponderebbe che tu e Malfoy non state davvero insieme, ma che stai facendo tutto questo per ripicca al fatto che lui si è messo con la Brown».
Storsi il naso alle parole di Ginny, rendendomi conto che aveva usato quell'esempio apposta per assicurarsi la mia totale attenzione e disapprovazione.
«Allo stesso modo», dissi, cercando di concentrare nuovamente le attenzioni su di lei, spostando i riflettori da sopra la mia testa: «Credo che non abbia ancora capito che tu ed Harry siete cotti l'uno dell'altra...»
La sua espressione corrucciata mi fece sorridere trionfale.
«Stare troppo attaccata a quella bionda serpe ti sta facendo diventare più subdola e viscida Herm».
Quelle parole mi colpirono all'altezza del petto come una pugnalata, una pugnalata particolarmente dolorosa.
Stavo diventando viscida?
Sentii una mano di Ginny appoggiarsi sulla mia spalla: «Hermione, guarda che sto scherzando».
Tirai mentalmente un sospiro di sollievo, anche se il dubbio ormai si era annidato dentro di me.
In quell'istante mi resi conto che non volevo affatto cambiare.
«Ginny?», sussurrai, ottenendo subito la sua attenzione: «Se dovessi cambiare sul serio in peggio me lo diresti, vero?»
La mia amica sorrise all'istante: «Certo che sì. Ora torniamo di là, se no rischiamo di raccogliere solo più la polvere di quei due».
Risi alle sue parole, anche se una parte di me era raggelata al pensiero del mio migliore amico e del ragazzo che avevo appena cominciato a conoscere davvero, in polvere.

Quando vidi Harry e Draco interi che si lanciavano ogni tanto occhiate ostili tirai un sospiro di sollievo e sorrisi calorosamente ad entrambi.
Malfoy mi passo in modo possessivo il braccio intorno alla vita, quasi volesse lanciare un segnale a tutti i ragazzi presenti in sala. Potevo quasi vedere sopra di noi un cartello scritto a caratteri cubitali ad intermittenza che diceva: "IMPEGNATA, NON TOCCARE, RISCHIO DI MORTE IMMEDIATA".
Riuscii appena a salutare i miei amici, prima di venir trascinata da Malfoy verso un piccolo terrazzo, dove decise di nascondere entrambi dietro ad un'enorme tenda color magenta.
Mi chiesi distrattamente cosa voleva dirmi di così urgente e segreto da non poterlo fare davanti agli altri, ma i miei pensieri vennero violentemente interrotti quando sentii le sue braccia avvolgermi in modo protettivo e le sue labbra posarsi con delicata possessività contro le mie.
Da confusa quel ero lo divenni ancora di più, ma decisi di godermi il momento senza farmi troppe domande.
Ci baciammo piano, come se avessimo avuto a disposizione tutto il tempo del mondo; giocammo ognuno con la lingua dell'altro senza darci tregua nemmeno un istante, infatti avevamo entrambi il fiato corto, ma questo non sembrava ostacolare molto quel nostro momento di tenerezza.
Mi tornò in mente quella mattina e mi chiesi come fosse possibile che in una giornata fossero accadute così tante cose, poi, un pensiero scomodo invase la mia mente.
"È da un po' che non sfrutta la scommessa per farmi fare qualcosa di totalmente stupito e malvagio: cosa sta aspettando?"
Lo scomodo ragionamento durò un istante appena, troppo poco per potercisi concentrare concretamente, anche perché con le sue mani che continuavano a disegnare cerchi immaginare sui miei fianchi e la sua lingua che giocava con la mia riuscire a mettere in fila un pensiero dopo l'altro diventava un'impresa che non avevo il desiderio di compiere.
Avremmo potuto essere scoperti in qualsiasi momento da chiunque, anche dal Professor Lumacorno, ma non m'importava.
Strinsi più forte le mie dita tra i suoi capelli biondi, tirando maggiormente e lo sentii gemere appena contro le mie labbra.
L'istante dopo mi sentii percorrere il corpo da un brivido bollente e da una frenesia che non pensavo di possedere.
Avrei volto essere come quella mattina in camera sua ed indossare uno di quei completini indecenti, che negli anni Ginny aveva pensato bene di regalarmi.
Solo lui ed io.
«Draco, siamo... noi non dobbiamo... mmh...»
Il mio brillante discorso venne zittito all'istante da una sua mano che coraggiosamente aveva percorso la mia vita fino a raggiungere il mio seno sinistro, stringendolo tra le dita.
Il piacere mi aveva trafitto per un istante, facendomi capire chiaramente quanto lo desiderassi.
Se solo fossimo stati soli...
«Hermione!»
La voce di Luna mi fece sussultare e spingere goffamente indietro Malfoy, mentre spostavo il mi sguardo sulla Corvonero.
Mai, mai, mai avevo sentito un tale imbarazzo da volermi sotterrare viva.
«Luna, sono contenta di vederti, non sapevo che Lumacorno avesse invitato anche te...»
La mia voce era stridula, roca e per niente calma.
Vidi spuntare un sorrisetto sul viso di Malfoy e mi ripromisi di cancellarglielo appena ne avessi avuto l'occasione.
«Beh, mi ha invitato solo oggi, a quanto pare è un grande appassionato della rivista di mio padre...» la sua espressione assente da bambina si spostò su Malfoy e sorrise: «Vedo che hai seguito il mio consiglio Hermione, sono contenta che tu abbia risolto... mi scuso per l'interruzione. Vi auguro una piacevole serata, ragazzi».
L'istante dopo lei e il suo abitino color verde menta erano già scomparsi, mentre il sorrisino malizioso continuava ad aleggiare sulle labbra di Malfoy.
Mi chiesi come avrei potuto demolire tutta quella sua sfacciataggine e un pensiero improvviso mi fece mordere il labbro inferiore, mentre dentro di me esultavo.
Ora che avevo un piano dovevo solo metterlo in pratica.
Lo presi per mano e lo trascinai fino al bagno degli uomini (vuoto), evitando accuratamente quello delle donne (pieno di ragazze intente a sistemarsi il trucco).
Chiusi con un incantesimo abbastanza potente la porta dietro di me e sorrisi, notando come la  confusione sul volto del biondino avesse sostituito tutta la sua sicurezza.
Ora dovevo solo prende il "coraggio" in mano.
Risi mentalmente della mia battuta oscena, mentre afferravo con forza il volto di Malfoy e lo baciavo con passione crescente.
Il giochino che stavo mettendo in pratica era come ogni volta un'idea brillante di Ginny che, quando le avevo chiesto se lo avesse mai messo in pratica, mi aveva detto che lo aveva semplicemente letto in un libro, a quel punto io avevo preferito non indagare, anche se, come ogni volta, mi chiedevo se fosse normale il fatto che lei sapesse tutte queste tecniche di seduzione essendo più giovane di me.
Tornai bruscamente alla realtà, ordinandomi di non distrarmi ulteriormente, mentre passavo le mani lungo il torace e poi gli addominali del Serpeverde, raggiungendo con una lentezza che mi parve abbastanza maliziosa il cavallo dei suoi pantaloni, dove una dura protuberanza testimoniava il modo in cui Malfoy si doveva sentire in quel momento.
Mi sentii potente mentre appoggiavo la mano proprio lì e lo sentii gemere forte contro le mie labbra.
Era così eccitantemente trasgressiva la situazione che faticavo a rimanere del tutto lucida.
Per fortuna non avevo bevuto, se no sarebbe stata la fine.
«Non ti facevo così intraprendente, Granger», mormorò lui, con gli occhi torbidi di desiderio fissi nei miei: «A che gioco stai giocando?»
Al gioco come-fare-impazzire-Malfoy-grazie-ai-suggerimenti-di-Ginny.
Il mio gioco preferito.
Sfilai dall'asola il bottone dei suoi pantaloni e poi abbassai la cerniera, notando con piacere la sua espressione sconvolta.
"Grazie, Ginny!", ringraziai mentalmente la mia amica, prima di intrufolare una mano dentro le sue mutande, cercando di allontanare da me l'imbarazzo per quello che stava succedendo e di concentrarmi su quanto volevo farlo impazzire.
Il mio obbiettivo ben fisso in testa mi aiutò a non fuggire a gambe levate da quello che stavo facendo, mentre afferravo in modo goffo ma abbastanza fermo il... "coso" di Malfoy.
Oddio, oddio, oddio, oddio!
Non lo sto facendo veramente.
Non lo sto facendo veramente.
Non lo sto facendo veramente.
Oh, cazzo!
"Eh, è proprio quello che hai in mano..."
L'intervento della mia vocina interiore mi fece deglutire a vuoto per l'imbarazzo mentre cercavo di ricordare le parole di Ginny.
Sembrava però che la cartella nella mia testa dove avevo salvato le istruzioni della mia amica fosse andato perduto, forse a causa di un virus chiamato "Imbarazzo-mortale" e ora mi toccava improvvisare.
Mossi piano la mano, cercando di non pensare troppo a quello che stavo facendo, e percorrendo tutta la lunghezza del "coso" senza respirare.
Quando arrivai alla punta presi un profondo respiro per calmarmi e seguii il percorso al contrario.
Ok, per il momento il tutto era abbastanza "facile", ma ero certa che presto sarebbero cominciate le complicazioni.
Seguii lo stesso percorso un paio di volte, prima di ricordare alcune delle parole di Ginny: «Devi muoverti ad un ritmo costante e abbastanza veloce da eccitarlo...»
Mi morsi nuovamente il labbro.
Ero spacciata.
Alzai lo sguardo sul viso di Malfoy, mentre muovevo con maggior regolarità la mano e ciò che vidi mi fece sentire ancora più accaldata.
Il volto di Draco era mezzo riversato all'indietro, le labbra erano socchiuse e sembrava che stessero tentando di trovare aria, mentre gli occhi erano chiusi.
Ma quello che più mi colpì fu il leggero rossore sulle sue gote e l'espressione di piacere che gli stravolgeva i lineamenti.
Pensare che fossi io a fargli quell'effetto mi fece sorridere come un'ebete, mentre aumentavo appena il ritmo della mia mano.
Persi la cognizione del tempo, dimentica di tutto, concentrata solo sull'espressione di beatitudine che c'era sul volto di Draco.
«Granger», ansimò, aprendo gli occhi e incontrando i miei; con una mano (che solo in quel momento mi resi conto che erano rimaste chiuse a pugno contro il suoi fianchi) mi afferrò la nuca, baciandomi nuovamente, mentre l'altra andò a stringere con possesso il mio seno.
Quel suo assalto mi colse del tutto impreparata e persi appena il ritmo, mentre potevo quasi immaginare il mio volto rosso... anzi, molto più probabilmente viola, per l'imbarazzo che sentivo.
Ma cosa diavolo stavo facendo?
Insomma, di certo non era da me comportarmi in questo modo!
L'influenza di Malfoy e i consigli di Ginny mi stavano rendendo molto più coraggiosa in quel campo che per me era sempre stato tabù: come farsi desiderare da un ragazzo.
Draco mi morse piano un labbro, mentre con le dita mi alzava impaziente la gonna dell'abito e accarezzava con malizia la mia gamba e poi la natica poco coperta dalle mutandine semi-trasparenti imprestate gentilmente da Ginny.
Sussultai quando sentii qualcuno bussare alla porta del bagno e mi staccai all'istante da Malfoy, come se non fosse successo nulla di nulla, ed evitando di guardare in basso per vedere i pantaloni eleganti slacciati e la protuberanza facilmente scorgibile al loro interno.
«Hey! C'è qualcuno che vorrebbe usare il bagno!», la voce maschile fuori dalla porta era per fortuna sconosciuta, se fosse stato Harry mi sarei del tutto sotterrata viva.
Mi sistemai la gonna del vestito e subito dopo venni afferrata per la vita da Malfoy che mi fece scontrare con il suo corpo.
Sentii le sue labbra sfiorarmi l'orecchio: «Se non ti dispiace, continuiamo più tardi».
Arrossi di nuovo, cominciando a chiedermi se un giorno o l'altro sarei guarita da quella strana forza sconosciuta che mi impediva di nascondere il mio imbarazzo in certe situazioni.
Uscimmo dal bagno come se niente fosse e io riuscii miracolosamente ad ignorare tutte quelle espressioni sconvolte intorno a me, nascondendo in parte il viso contro la spalla di Malfoy.
«Ah, stavo quasi per dimenticarmene...»
La voce di Malfoy, tornata normale e non più roca come prima, anche se continuava ad avere quel tono seducente che riusciva a sciogliere ogni molecola del mio corpo, mi fece alzare il viso, così da incontrare i suoi occhi chiari.
Mi chiesi di che cosa stesse parlando, quando vidi che estraeva dalla tasca interna dello smoking quello che sembrava un semplice cioccolatino incartato con del materiale argentato.
Alzai un sopracciglio, prima che Malfoy mi posasse sul palmo della mano il dolcetto.
«Devi darlo a Mclaggen», mi sussurrò all'orecchio, indicandomi il ragazzo dall'altra parte della sala che stava conversando con una ragazzina bionda che non avevo mai visto.
Sbarrai gli occhi, spostando lo sguardo dal cioccolatino, a Mclaggen e poi di nuovo al cioccolatino, per poi posarlo infine su Malfoy: «Cosa gli succederà?»
«Vedrai».
Annuii appena, ma non mossi nemmeno un passo, rimanendo a fissare ciò che avevo in mano.
«Forse non l'avevi capito, ma era un ordine, Granger».
Sospirai e poi annuii nuovamente: «La scommessa».
Sul suo viso si dipinse un sorriso che non riuscii a decifrare del tutto, prima che mi avviassi verso Mclaggen, pronta a sentirmi, per l'ennesima volta in pochi giorni, in colpa.



*********

NOTE (27/06/20):

In questo capitolo rimane il problema della possessività che viene romanticizzata. Draco ancora una volta si comporta come uno scimmione che marca il territorio (Hermione) in modo che gli altri "maschi" non si avvicinino a lei. Il che non è propriamente un comportamento maturo o da persona che rispetta la donna che gli sta accanto.

Io in quanto donna troverei offensivo un comportamento simile, sottintende il fatto che senza un ragazzo a proteggermi sarei in balia di chissà quali molestie perché sono una donna e non posso proteggermi. In realtà se mi dovessi trovare in una situazione simile e fossi vittima di molestie non sarebbe colpa mia, ma degli uomini che credono di aver il diritto e il potere e l'immunità nel compiere violenza e molestie su donne (sempre perché le donne sono oggetti e non esseri umani).

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