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Il tempo volava e io non me ne accorgevo neanche, James ormai sa camminare ma ha ancora qualche problemino nel farlo.

Lui ormai parlava un po di più anche se male.

Albus ha un mese ed è così silenzioso, non piange molto.

Adesso io ero in cucina, cercavo di far mangiare James ma era già una battaglia persa in partenza.

"Dai James devi mangiare, apri la bocca" dissi per la centesima volta.

Era da almeno mezz'ora che provavo a farlo mangiare ma senza alcun risultato, forse era ancora troppo piccolo e forse aveva ancora bisogno solo del latte.

Gli riscaldai il latte e dopo averlo messo nel biberon glielo diedi.

Lui si mise subito a berlo e quando si staccò lo scosse e tutto il latte cadde.

"JAMES" dissi rimproverandolo.

Lui contento per aver fatto una marachella si mise a ridere e a battere le mani.

Io lo presi e lo misi nel box, per poi ritornare in cucina e pulire quello che lui aveva combinato.

Mentre stavo pulendo con una pezza il tavolo pieno di latte mi sentì cincere la vita e una voce sussurrarmi:

"Come sta il mio amore?" Disse piano la voce di Harry al mio orecchio.

"Harry mi hai fatto spaventare, non ti ho sentito entrare" dissi.

"Si lo so, ho fatto di tutto per non farmi sentire" disse ridendo.

"Comunque come stai?" Disse sempre con la stessa voce baciandomi una guancia.

"Male, James ne ha combinata una delle sue" dissi sbuffando.

"Cosa ha fatto stavolta?" Mi chiese.

"Ha buttato il latte dappertutto"

"Dai Ginny è solo un bambino" disse lui dolcemente.

"Solo un bambino? Solo un bambino? Ma fai sul serio Harry, questo bambino ne combina di tutti i colori, ma tanto tu che ne puoi sapere, di questi giorni stai sempre al ministero della magia e te ne freghi e sono io che mi devo sopportare quella peste" dissi alzando la voce alla parte finale.

"Io non me ne frego, io ho avuto da fare, tralaltro sono io che devo portare avanti questa famiglia visto che tu non lavori" disse con fare accusatorio.

"Quindi è questo che pensi, vero? Ma hai ragione, dovrei riprendere a lavorare, e poi chi si occuperà dei figli e della casa, eh? Avanti dimmelo"

"Io non ho detto che..." disse prima di essere interrotto.

"Vai fuori Harry" dissi indicandogli la porta della cucina.

"Ma Ginny io..." cerco di dire prima di essere nuovamente interrotto.

"Ho detto fuori"

E se ne andò fuori dalla cucina sbuffando.

Parte Harry.

Avevamo litigato di nuovo e solamente per un bambino pestifero.

Presi James dal box e mi sedetti sul divano.

"Oh James, sei veramente un portatore di guai" dissi facendolo stare in piedi sul divano.

"Papà" mi disse contento il bambino.

Sorrisi un po.

"Però non lo devi fare più, anche l'ultima volta abbiamo litigato per te" dissi scompigliandogli i capelli.

"Via le scarpe dal divano" disse Ginny severa uscendo dalla cucina.

Tolsi subito le scarpe a James e me lo misi in braccio.

Ginny in questi giorni è sempre incazzata.

Forse perchè si stanca troppo, certo non deve essere facile badare a due bambini e io non l'aiuto molto, in questi giorni c'è stato un mucchio di lavoro al ministero, forse potrei chiedere qualche giorno libero.

Dopo poco vidi Ginny entrare con Albus in braccio.

Sinceramente non capisco come abbia fatto a venire fuori un bambino così calmo.

Avrà preso da Ginny ovviamente.

James si stava addormentando, dopo aver bevuto il latte, dopo una marachella e dopo un rimprovero, un bel riposino ci stava.

"Ginny" dissi chiamandola.

"Mmm" mormorò piano.

"Sei arrabbiata con me?" Dissi guardandola.

"Forse" mi rispose.

Io sbuffai.

"Sei sempre incazzata in questi giorni"

Lei mi fulminò con lo sguardo.

"James vuoi che ti porti di sopra?" Dissi rivolto a lui.

James oramai era come morto, quando si addormentava difficilmente riuscivamo a svegliarlo, ma qualche volta si svegliava la notte ma raramente.

"Ti" rispose acconsentendo.

Mi concentrai sulla figura che era davanti a me.

Un'immagine bellissima stavo contemplando.

Ginny sorridente che giocava allegramente con il mio bambino più piccolo.

Appena si accorse del mio sguardo su di lei, fece un piccolo sorriso.

Si vedeva che non era più arrabbiata ma il suo orgoglio la bloccava.

Mi alzai per portare in camera James, dopo averlo messo nel box, dopo avergli dato il ciuccio e dopo avergli dato un bacio sulla fronte uscì.

Ritornai giu e trovai Ginny che si stava per alzare.

Sicuramente stava andando a portare il piccolo Albus in camera e infatti poco dopo la vidi scendere senza di esso.

Mi sedetti sul divano e iniziai a vedermi un po di tv.

"La cena è pronta" disse dopo un po Ginny.

Andai in cucina, ci sedemmo per mangiare ma io non avevo molta fame.

"Non ti piace?" Mi chiese dopo 15 minuti Ginny, visto che non facevo altro che torturare una patata e giocare con la carne.

"No è che non ho molta fame" dissi alzando lo sguardo su di lei.

La vidi annuire piano, si notava che tra noi c'era una certa tensione.

Mangiai poco e quando tutto fu sparecchiato mi recai nella stanza da letto.

Decisi, non avendo niente da fare, di farmi la barba.

Dopo circa 10 minuti notai Ginny appoggiata alla porta che mi guardava.

"E tu cos'hai da guardare" chiesi sorridendo, guardandola dallo specchio.

"Niente" mi rispose restituendomi il sorriso.

"Ahia" dissi portandomi le mani alla faccia.

Mi ero tagliato.

"Harry" disse Ginny avvicinandosi.

Guardandomi meglio allo specchio vidi un taglio nella guancia destra.

"Oddio guarda che ti sei fatto" disse.

"Sto bene Ginny non è niente" dissi finendo di farmi la barba e tamponando il taglio con un asciugamano.

"Ma vuoi qualcosa per quello?"

"No, non c'è bisogno"

Lei annuì e andò in camera.

Quando tornai in camera la trovai seduta sul letto che fissava il soffitto, si accorse di me solo quando mi sedetti sul letto.

Mi sdraiai, e appoggiai la schiena sulla tastiera del letto.

Appena mi appoggiai, Ginny appoggiò la testa sul mio petto.

"Quindi non sei più arrabbiata con me?" Chiesi stringendola.

"No, so che non volevi dire quello"

"Mi dispiace di non essere stato molto presente in questi giorni, c'è molto lavoro al ministero e non sono riuscito a liberarmi"

"Non importa" sussurrò stringendosi al mio petto.

Io sorrisi.

"Hai sonno?" Chiesi accarezzandole i capelli.

"Si" disse piano.

Mi appoggiai al cuscino e in pochi minuti mi addormentai profondamente.

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