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Stando al fianco di Marcus ci dirigiamo alla macchina e carichiamo le sue valige nel bagagliaio.
-Siediti tu davanti- dico indicando la portiera anteriore a mio fratello -e II mi metto dietro-
-Posso stare io dietro- protesta
-Ma figurati- taglio corto sedendomi nei sedili posteriori
È agitato quanto me se non di più, lo vedo da come si guarda in giro continuamente e da come gli tremano ancora le mani.
-I tuoi genitori adottivi?- chiedo mentre mio padre mette in moto ed esce dal parcheggio, ho voglia di conoscere mio fratello il più possibile e non ho intenzione di sprecare neanche un istante del tempo che passeremo assieme.
-Hanno divorziato- si gira a guardarmi -Quando io avevo undici anni...e proprio per colpa mia-
-Cosa? Perché?- chiedo sconvolta
-Mi hanno adottato sono perché non riuscivano ad avere figli loro, perché mia madre ne voleva uno a qualsiasi costo è stava andando in depressione...- spiega guardando la strada davanti di sé
-Quindi non sei stato tanto amato?- chiedo
-Mia madre si, mi ha dato tutto il suo amore...ha anche cercato di riempire quel vuoto incolmabile che avevevo sempre da bambino...ma mio padre...beh lui non mi ha mai voluto in realtà- mentre parla mi viene la pelle d'oca sulle braccia.
Anche io da bambina ho sempre provato questo vuoto che non sapevo mai come riempire.
A questo punto mi chiedo se non sia stata la mancanza dei miei fratelli gemelli...si dice che tra di loro ci sia una specie di legame particolare che li unisca.
Il mio pensiero inevitabilmente va ad Adam, in Texas; e mi chiedo se anche lui ha provato lo stesso senso di vuoto e incompletezza che abbiamo passato noi.
-Mi dispiace...- dico osservando mio padre; sicuramente se avesse capito quello che mi ha appena detto Marcus si sarebbe messo a piangere e si sarebbe sepolto sotto mille colpe.
-Non ti devi dispiacere, perchè io per me non lo faccio- mi sorride mio fratello
-Beh presumo tu abbia avuto un infanzia infelice, e per quanto io non ti conosca mi sembra inevitabile dispiacermi per quello che mio fratello ha passato- cerco di trattenere le lacrime quando lui con un gesto delicato accarezza il mio viso
-Quando mio padre ha lasciato mia madre, per me non c'è stata grande differenza...prima era sempre via per lavoro e poi semplicemente non c'era più e basta-
Rimango a fissarlo senza sapere cosa replicare per qualche secondo, così lui continua -Io lo ringrazio, perchè mi ha dato la possibilità di avere una famiglia, mi ha dato un cognome e un tetto...ma tutto il resto mi è indifferente-
-Cosa pensavi dei tuoi veri genitori da piccolo?- chiedo
-Considerando che ho scoperto di essere adottato solo a tredici anni?- si gira ridacchiando -Beh diciamo che inizialmente mi sentivo un po scombussolato, e non mi sembrava vero...poi però ho capito che non mi cambiava niente..avevo avuto comunque modo di essere felice e amato grazie a due persone che non potendomi tenere con se, hanno deciso di darmi un futuro migliore-
-Di cosa parlate?- chiede mio padre lanciandomi uno sguardo tramite lo specchietto
-Dei suoi genitori adottivi...- rispondo guardando il profilo di mio fratello
-E...?-
-Beh...sono state due brave persone- taglio corto - poi ti racconterò-
-Penso che dovremo risolvere in fretta il problema della lingua...altrimenti non potrò mai parlare con lui senza chiedere aiuto a te- dice mio fratello scrivendo un messaggio sul cellulare
-Se vuoi in questi giorni possiamo impegnarci un pochino e ti insegno qualcosa...- propongo
-Ottimo...voglio parlare l'italiano il meglio possibile- ridacchia
-Hai la ragazza?- chiedo di punto in bianco dopo qualche minuto di silenzio
-No...tu hai il ragazzo?-
-No..- le mie guance si fanno viola dall'imbarazzo
-Mai avuto uno?- chiede girandosi sul sedile
-Uno...prima ancora che la mamma si ammalasse...ma è stata una cosa piuttosto breve- spiego ripensando a Daniele, il primo ragazzo che io ho baciato
-Lo senti ancora?- mi domanda
-No, finite le superiori lui si è trasferito a Londra per lavoro e abbiamo smesso definitivamente di sentirci-
-Meglio così- dice sedendosi bene -così non mi tocca fare il fratello geloso già da ora- scherza...o forse no...non riesco a capirlo
-E spiega un po come mai tu non hai la ragazza?!- distolgo l'attenzione da me
-Ne ho avute tre io- mi lancia uno sguardo furbo -la prima era una scommessa stupida...povera ragazza...la seconda mi tradito...e la terza semplicemente dopo un anno e mezzo che stavamo assieme non andava, così ci siamo lasciati-
-Capisco...- mi chiedo come possano essere state di aspetto queste tre ragazze...sicuramente bionde -Ma è vero che la le persone more sono ricercate?-
Marcus si gira a guardarmi divertito -Stai pensando di farti uno svedese?!-
Mi copro il viso e scoppio a ridere per la vergogna -Non era quello che intendevo!!-
-Ah no eh?! mi prende in giro lui...e cosa volevi dire allora? spiegami un po' Greta....sono tutto orecchi- continua a guardarmi divertito
Se non fosse mio fratello sicuramente in questo istante mi sarei già presa una cotta per lui.
-Lasciamo stare- dico sperando che faccia cadere anche lui l'argomento
-Eh no cara..ora voglio sapere- ovviamente la fortuna non è dalla mia questa volta, perchè lui insiste sull'argomento.
-Intendevo...-
-Si...- dice fissandomi con un ghigno divertito e a me è impossibile stare seria. Scoppio a ridere così forte che perfino mio padre incomincia a ridacchiare, senza saperne il motivo
-Mi fai finire?!- chiedo quando mi riprendo un pochino
-Non te lo sto mica impedendo- ne passerò delle belle con lui...davvero!
-Dicevo...- dico guardandolo -che tu sei un bel ragazzo, e siccome sei moro e la tutti biondi probabilmente hai....si insomma...un po di ragazze a cui piaci- ecco che le mie guance tornano a farsi viola dall'imbarazzo
-Effettivamente si...- dice tranquillo girandosi nuovamente verso strada -però non è una cosa che mi interessa, perchè io faccio il mio lavoro e poi me ne torno a casa mia la sera-
-Non vuoi farti una famiglia?- chiedo non capendo il senso delle sue parole
-Certo che si...solo non li in Svezia...da quando ho incominciato a cercarvi mi sono chiuso in me stesso, perchè l'unica cosa che mi interessa è riuscire a starvi il più vicino possibile...sempre che a voi vada-
-Certo che si!- mi slaccio la cintura e mi sporgo per abbracciarlo tra i sedili anteriori
Quando dopo un ora e mezza arriviamo a casa scarichiamo le valige e poi entriamo in casa
-Hai vissuto sempre qui?- chiede guardandosi attorno
-Si, la mamma ha più volte cambiato la disposizione dei mobili, ma alla fine rimane sempre quella- dico entrando in sala -Ti piace?-
-Si, molto- mi segue sempre attento a quello che lo circonda.
Io mi siedo sul divano mentre lui gira per la stanza e osserva tutte le foto mie da piccola appese al muro -Ho portato anche le mie di foto- si gira a guardarmi -Così vedi quanto eravamo uguali-
-Lo siamo anche ora...- dico avvicinandomi a lui
-Lo so...ci devo ancora fare l'abitudine!- mi sorride, e poi senza che ce ne sia un vero motivo mi abbraccia.
Ricambio subito la sua stretta, mi fanno piacere questi gesti.
-Gli hai fatto vedere dove dorme?- chiede mio padre entrando in sala
-No, ora lo porto- dico staccandomi da lui -Vieni Marcus, ti faccio vedere dove dormi-
Faccio strada uscendo dalla sala e salendo le scale. Una volta in cima entro in camera mia e gli indico il secondo letto libero nella stanza -Purtroppo questa casa è molto piccola e ha solo due camere...se non ti disturba dormi con me...altrimenti troveremo un'altra soluzione-
-Va benissimo- dice passandomi la mani sulla testa e scompigliandomi i capelli -Ti terrò sveglia tutta la notte a parlare così-
-Non dormirei comunque, perchè ho paura che tutto questo sia un sogno-
-Ma non è così- dice abbracciandomi
Per un istante me ne sto tra le sue braccia e ripenso a come in poco tempo per me sia cambiato tutto e sono passata dall'essere figlia unica, all'avere due fratelli gemelli.
-Ti va se andiamo a mangiare qualcosa?- chiedo staccandomi
-Si, e parliamo un po con papà anche...ho così tante domande-
-Certo...- prendo mio fratello per mano e lo porto giù in cucina dove insieme a mio padre ci mettiamo a preparare il pranzo, mentre io faccio da interprete tra i due.
Più tardi nel pomeriggio ci mettiamo in sala davanti al televisore
-Ma sei sicuro?- chiedo per la terza volta -Non ci capisci niente di italiano e vuoi vederti un film?-
-Si! é un ottimo allenamento per cominciare...mettine su uno che ho visto anche io, così magari so già la trama...-
Il suono del campanello interrompe Marcus, mentre io mi giro di scatto verso mio padre seduto sulla poltrona alla mia destra.
-Chi è? Aspetti qualcuno?- chiedo rivolta a lui
-Io no...però aspetta che vado a vedere- mio padre si alza ed esce dalla stanza per rientrarci pochi istanti dopo -Sono i tuoi amici- dice fermandosi al mio fianco
-Cosa?!- mi tiro su di scatto -Alessia? Ma le avevamo detto che non potevo oggi- esco dalla sala e vado alla porta.
Quando la apro mi trovo davanti il volto sorridente di Alessia, Marco e Francesco.
-Sorpresa!!- dice mettendomi una vaschetta di gelato davanti al naso.
In momenti come questi mi pento di avergli detto della chiave nascosta per aprire il cancelletto.
-Ragazzi io vi ringrazio ma...ho un ospite...- prendo il pacchetto e lo passo a mio padre dietro di me -Cosa ne dite se il gelato lo mangiamo un'alto giorno?- propongo poi tornando a girarmi
-Non ti devi inventare scuse Greta- Alessia mi mette le mani sulle spalle -Sappiamo che stai passando un momento difficile, ma noi ti vogliamo solo aiutare...hai bisogno di distrarti-
-Ma io veramente non sto inventando scuse, ho veramente...-
-Senti Greta...- Marco sposta delicatamente Alessia e si piazza davanti a me -Apriti con noi...sfogati e vedrai che starai meglio poi...-
Partendo dal presupposto che io con lui non mi aprirei mai perchè so di piacergli, e siccome il sentimento da parte mia non è corrisposto sono del parere che meno sa e meglio è....io tutto sommato sto bene, e quando avevo bisogno di sfogarmi l'ho fatto!
-Ma io vi sto dicendo che..-
-Tutto bene? Non capisco cosa succede- mio fratello fa la sua comparsa alle mie spalle.
Come entra nel campo visivo dei miei tre amici sento chiaramente che smettono di respirare. Volevo proprio evitare una cosa di questo genere. Certo un giorno avrei dovuto comunque raccontare a loro tutta su questa storia, però speravo di avere ancora un po di tempo ecco.
-Lui è mio fratello- dico in inglese guardando Alessia -Marcus-
-Piacere...- lui si sporge e da la mano a tutti e tre i ragazzi che lo guardano senza parole
-Fratello?- chiede Francesco dopo un momento
-Gemello- spiega Marcus con il sorriso
-Cosa mi sono persa?- domanda Alessia guardandomi
-Se mi davi qualche giorno ti avrei messa al correte di tutto....è una novità anche per me- non posso evitare di avere un tono duro, perchè per quanto io le voglia bene in questo momento mi fa proprio arrabbiare il fatto che mi abbiano forzato le cose.
-Non lo sapevo...- nei suoi occhi ora leggo il dispiacere -Avrei dovuto ascoltarti hai ragione...- dice avvicinandosi -Facciamo così...- lancia uno sguardo a mio fratello -Ora noi andiamo, e quando vuoi basta che ci chiami...ok? in qualsiasi istante-
-Va bene- dico facendole un sorriso di circostanza -Dammi qualche giorno-
-Certo...prenditi quanto ti serve- mi abbraccia e poi tirando i due ragazzi per la manica della maglia si avvia al cancello
-Tutto bene?- chiede Marcus quando chiudo la porta e mi ci appoggio contro sbuffando
-No...gli avevo detto che oggi non potevo, e invece loro sono venuti ugualmente- mi stacco dalla porta e vado in sala con mio fratello al seguito
-Ti vogliono bene...- dice sedendosi al mio fianco
-Si, ne sono consapevole...però se dico una cosa voglio che sia rispettata...tu no?- chiedo girandomi a guardarlo
-Ovvio...ma adesso non ci pensiamo più sorellina cara- dice circondandomi le spalle con un braccio -Come papà scende ci guardiamo un bel film e passiamo oltre...ok?-
-Ok- sorrido appoggiandomi al suo petto
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